Un'istantanea di vita spicciola di quel meraviglioso e vero intellettuale che fu Antonio Aniante di cui si può qui leggere la vita e la prolifica attività sia come scrittore e critico d'arte (qui l'autore è effigiato insieme alla moglie Simone).
Nella sua poliedrica attività
Antonio Aniante non solo conobbe ma fu intimo dei più grandi talenti specie ma non solo pittorici del '900 come qui si vede.
Ma oltre a ciò fu anche uno scopritore di talenti e un testimone diretto della vita parigina della Boheme laddove conobbe, sostenne e registrò dati -ignoti o quasi alla critica, di taenti che sarebbero puti divenire sontuosi se il destino ed una morte prematura non ne avesse fermato anzitempo il progredire. Basta menzionare solo qualche esempio di esperienze di vita d'Aniante a Parigi per intendere quante cose sapesse ed avesse registrato e come a volte la fama, compresa quella dei grandissimi, sia stata appesa al destino della vita, della salute, di incontri fruttuosi, dievitati incidenti ecc. ecc. = le sue innumerevoli "scorribande" tra artisti giovani ed emergenti ma spesso caratterizzati da un comune stato di indigenze hanno fatto sì che Aniante abbia finito anche per raccogliere dati, notizie ed anche "segreti" (spesso racchiusi nelle pagine delle "Memorie di Francia..." rimasti inesplorati per la maggior parte dei critici come nel caso del pittore genovese Enrico Fumi od ancora di Tullio Garbari poeta amicissimo del promettente giovane scrittore Dino Garrone parimenti conosciuto da Aniante che, a quanto pare nel contesto della critica letteraria, pare il solo ad aver appreso la reale causa della morte di Garrone a Parigi nel 1931, genericamente definita ovunque "misteriosa"..
Ma questi sono solo spiccioli della inesausta messe di notizie raccolte da Aniante e che a volte paiono seriamente correre il rischio si svanire nell'oblio quasi che fatta salva qualche eccezione
molto si sia fermato ma anche molto sia ancora recuperabile sì da catturare l' attenzione culturale ma anche turistica, per quanto riguarda il Ponente Ligure, con quegli olivi che tanto amava, e specialmente a proposito di Latte, importante frazione di Ventimiglia, in una cui villa da lui resa celebre, anche per gli incontri avutivi con grandi intellettuali e artisti, nella quale visse a lungo fino alla morte, avvenuta il 6 novembre 1983 nell'Ospedale della Città di Frontiera.
Fortunatamente esistono personaggi, artisti e studiosi che di lui non si sono dimenticati ed a lui hanno dedicato pagine e studi di rilievo raccogliendo materiale importante = in primis è da ricordare quello che può essere giudicato l'ultimo discepolo, artistico ma soprattutto spirituale di Aniante, vale a dir il Maestro Scultore Elio Lentini (vedine qui l'attività) che quasi riprendendo le costumanze sicentesche del ventimigliese Angelico Aprosio, oltre che alla propria attività, si è indefessamente impegnato nel recupero non solo della figura di Antonio Aniante ma nella riappropriazione di quel tempo quasi epocale che ha percorso parte del secolo scorso ed in cui Aniante è stato partecipe attivo a fanco di artisti del calibro di Comisso, Francesca Piovano, Renzo Laurano, Francesco Biamonti, Giacomo Fernando Natta ecc. ecc. nella forse irripetibile temperie spirituale che meritò a Bordighera la definizione di "Città d'Arte" e di cui così bene scrisse Giorgio Carbone meglio noto con il titolo di Giorgio I principe di Seborga.
Ma per il recupero di Antonio Aniante certo non possono dimenticarsi gli studi svolti da Roberta Valguarnera e poi concentrati in una splendida tesi di laurea dedicata ad Aniante senza naturalmente dimenticare l'opera altamente meritoria condotta dall' Associazione Turistica pro Loco Viagrande anche tramite l'importante Premio Letterario Regionale " Città di Viagrande-Antonio Aniante" di cui nel 2013 si è giunti alla V^ Edizione.

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