Nel contesto della viabilità dopo la caduta di Roma e la graduale disfunzione della via Iulia Augusta mentre nell'ingaunia i ponti furono risparmiati dalle devastazioni dei barbari o comunque soggetto a restauri ciò non accadde per il Ponente Ligure sì che la viabilità si rivelò spesso faticosa se non in certi periodi impraticabile = a titolo di esempio si possono qui ricordare tre ponti di rilevante importanza la cui mancata realizzazione determinò notevoli problemi alla popolazione ed al commercio sì da anteporre per percorsi lunghi la viabilità marina pur non mancando eccezioni tra cui quello menzionato da Francesco Petrarca nelle su "Lettere Familiari". [ per chi ama integrare la lettura critica sui tormentati e secolari problemi (tracimazioni, alluvioni, malaria, viabilità interrotta con proteste e contrasti civili ecc.) in relazione al superamento del non arginato Nervia, senza ponte alla foce In merito al Ponte di Nervia giova anche avere sottomano una serie di carte "Colla Sgarba" e al
al numero 11 la Cassina Orengo (
fortificata durante la guerra di successione al Trono Imperiale = guerra sui cui eventi nel Ponente Ligure qui sopra compare fotografia della pagina originaria
iniziale del qui pubblicato in grafia moderna e coevo "Manoscritto Orengo" ) ove verosimilmente sorgeva il medievale Castello di Portiloria (parte antica ed orientale
delle fortificazioni di Ventimiglia medievale) guardavano la via e il nodo di Nervia = pe compulsare le trasformazioni dei siti in forza delle azioni guerresche dopo una carta francese dei siti databile del 1745 consalta la carta del 1747 donde si è prima sublimata la "Cassina Orengo"
da altra carta, proposta integralmente utile per intendere l'aggiramento di Ventimiglia per la strada di Camporoso sino a Latte (carta di cui è importante se non fondamentale leggere questo approfondimento critico)
e quindi la carta detta Guibert "Carta dei trinceramenti fatti sopra le altezze di Dolceacqua e Camporosso l'anno 1747" Disegno a penna acquarellato (m. 485 x 350), Torino, Archivio di Stato, Carte topografiche segrete (probabilmente la più esaustiva come qui si vede dall'enfatizzazione di un dettaglio sul modo di superare alla foce il Nervia giungendo da Bordighera tramite un guado afferente ad un'isola di detriti con il tracciato di un percorso portante verosimilmente ad un provvisorio ponte militare) = a ciò si aggiunga in particolare l'analisi di un particolare di carta militare (comunque visibile integralmente da questa stessa postazione) effigiante i quartieri austro-sardi di Camporosso donde giungeva la strada delle Braie (detta comunemente Strada di Camporosso per Bordighera o viceversa) e da dove si poteva sia risalire a Dolceacqua sia ascendere verso le postazioni delle Maule = in merito a siffatto areale vedi il passaggio di intitolazione -previo cointestazione pro tempore- tra chiesa di S. Cristoforo e poi chiesa di S. Giacomo In quella sorta di diario di eventi, personali e non, dello storico locale Girolamo Rossi, intitolato Memoriale Intimo ed edito su iniziativa, nel 1983, della Cumpagnia d’i Ventemigliusi, in collaborazione con l’Istituto Internazionale di Studi Liguri a titolo meramente cronachistico l'autore scrisse: Fruttuoso Biancheri fa ad inizio interpellanza una celere cronistoria della "Strada della Riviera" realizzata da Napoleone ma ormai in stato di grave trascuratezza (dopo la Restaurazione e l'annessione della Liguria allo Stato Sabaudo con la formazione della Grande Liguria comprendente Nizza e la sua Contea) CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE DI CULTURA-BAROCCA E SULLE SOTTOSTANTI FRECCE PER RIANDARE AL COMPLESSO DELLE FORTIFICAZIONI AUSTRO SARDE
I ponti diruti che qui si citano, pur senza dimenticare altre distruzioni e mai più ricostruiti dalla Repubblica di Genova magari in cooperazione con altre potenze interessate sono, rispetto al percorso litoraneo il ponte sul fiume Impero, quindi il ponte sull'Argentina [ quello proposto nell'immagine è il "ponte antico a 15 arcate di Taggia" e non quello di collegamento tra i due troncono dell'auspicata Strada Regia dell'interpellanza parlamentare di Fruttuoso Biancheri: questo fascinoso ponte medievale con le strutture più antiche del XIII secolo, segno di integrazioni dato lo spostamento dell'alveo, a spese della Comunità (i numeri nella carta antica di Taggia sono attivi e multimediali), specie fra '600 e '700 e la pubblica indicazione che "due arcate sono state ricostruite dopo un crollo con il terremoto del 1831" (anche nel qui proposto Manoscritto Borea si citano i danni dell'anno come di tutto un vasto arco di secoli della Liguria Occidentale) ed ancora il ponte sul Nervia presso Ventimiglia ]
In merito ad un discorso globale sulle fortificazioni austro-sarde nella vasta area che si estende dal fiume Roia al Nervia ed oltre sin alla chiesa vallecrosina di S. Rocco si rimanda il lettore a quanto variamente scritto specie nel capitolo IV Roberto Capaccio entro il volume a due mani
, Marciando per le Alpi / Il ponente italiano durante la guerra di successione austriaca (1742 - 1748), già Gribaudo, Cavallermaggire, poi Paravia-Gribaudo, Torino, 1993 in cui si utilizzarono documenti inediti = parlando però in merito all'areale di Nervia di sopra menzionati e integralmente trascritti manoscritti vale la pena di proporre importanti stralci direttamente da quei documenti nel contesto di alcune integrazioni anche per comprendere le grandi trasformazioni determinate dalle opere dell'ingegnere Guibert già dal 1747 soffermandosi eplicitamente su punti cardine del complesso del Nervia vale a dire la "Cassina Orengo (n. 11 nella carta, n. 3 nella multimdializzazione)" ( che qui si può vedere nel particolare, con tanto di commento da manoscritto coevo nel sito in qualche modo centrale dell'area di Nervia), la casa di un tal Moro trasformata poi nel Forte Guibert sulla sponda orientale del Nervia e l'estremità delle fortificazioni costituita intorno alla Chiesa di S. Rocco ai Piani di Vallecrosia previo una serie di lavori di prosciugamento di laghi salmastri e malarici
"1852 - Oggi viene deliberata al sign. Becchi di San Remo l’impresa di costruire il ponte sul torrente Nervia"
La citazione appena qui sopra mentovata del Rossi sul ponte alla foce del Nervia è forse una maniera un po' svelta ma certo non inutile per mentovare la risoluzione di un evento di importanza secolare, quello del ponte alla foce del Nervia con opportuna arginatura realizzato occorre dirlo anche per l'impegno di un giurista di Camporosso Fruttuoso
Biancheri di cui, qual deputato del Regno Sabaudo, si riporta qui l'appassionato intervento per la risoluzione con questo di altri gravi problemi in merito alla viabilità nel Ponente di Liguria = e per tale ragione Cultura-Barocca ha ritenuto doveroso riprodurre qui digitalizzata e commentata brevemente
la fondamentale "Interpellanza del deputato Biancheri [si tratta di Fruttuoso Biancheri di Camporosso (come leggesi nel
Calendario Generale per' Regii Stati nel 1838 ascritto entro il Reale Senato di Nizza - l'importante città era ancora sabauda - nel novero degli Avvocati, Procuratori, Liquidatori presso il Real Senato di Nizza come leggesi al nome XI della I colonna) = negli "Atti del Parlamento subalpino" sessione del 1848 tornata del 1° luglio 1848 leggesi "Lo stesso relatore propone quindi, in nome del suo ufficio, la conferma dell'elezione dell'avvocato Fruttuoso Biancheri a deputato del collegio di Ventimiglia/ la Camera conferma" = quindi nella tornata del 3 aprile 1850 leggesi = "Novelli relatore dell'ufficio III, riferisce e propone alla Camera la convalidazione dell'elezione del signor avvocato Biancheri Futtuoso a deputato del collegio d'Alassio": scrive recentemente Andrea Gandolfo nel suo lavoro su La provincia di Imperia : storia, arti, tradizioni 1: A-L, Blue Edizioni, Torino, 2005 sotto voce Ventimiglia: Con le prime elezioni, Ventimiglia inviò al Parlamento subalino Giuseppe Cassini, Feuttuoso Biancheri ed Ercole Ricotti. Nel 1853 venne eletto Giuseppe Biancheri, autentico patriarca della politica locale, prima vicino alla sinistra liberale, poi passato ai moderati, che venne riconfermato fino al 1908,
ricoprendo pure incarichi di notevole prestigio, quali la presidenza della Camera] sui lavori di manutenzione della strada da Genova a Nizza, tornata 8/II/1851" da "Atti del Parlamento Subalpino", sessione del 1851" = da capace politico ma anche da uomo realmente attento alle problematiche della "Strada della Riviera" o "Strada della Cornice" non ancora dichiarata Strada Regia ma ancora relegata allo stato di Strada Provinciale", quindi con relativi interventi prioritari dello Stato a vantaggio delle strutture ma soprattutto della popolazione, il Biancheri organizza, per via di abile retorica, il suo intervento mescolando a dati oggettivi considerazioni morali e sociali facilmente recepibili a partire dalla discriminazione della gestione della strada quando mentre nella
supposta esigenza di un viaggio reale, poi non avvenuto ma impossibile per nave come ideato, da Nizza a Genova la strada nel 1827 fu riattata celermente, con sforzi enormi, surrogando la carenza di ponti con guadi appositamente allestiti per la carrozza regale con una carenza di correttivi poi sussegita per 20 anni nonostante il verificarsi di vari disastri non escluso il più recente dramma avvenuto, guadando una diligenza il torrente tra Cervo e Diano e venendo il mezzo di trasporto travolto dalla forza delle acque con la morte di due passeggeri (senza
dimenticare tra varie riflessioni su inefficienza o indifferenza l'ipotesi per una perigliosa strada di
Ventimiglia da rettificare la mancanza di svolgimento dei lavori, "forse", per favorire il clero locale proprietario di alcuni siti da modificare od espropriare)
Continuando nella sua disanima il Biancheri ribadisce di aver dato il suo pieno appoggio alle postulazioni dei due deputati, citando anche una commissione parlamentare istituita all'uopo ma di cui sostieene nulla essersi saputo più: continua disquisendo sulle iniziative delle amministrazioni locali per porre rimedio alle centralistiche lacune al fine di rendere fruibile il tragitto.
A questo punto entrando nel dettaglio dei fatti Fruttuoso Biancheri afferma come si Proposero quindi e
deliberarono nei relativi Consigli provinciali e divisionali di costrurre intanto a proprie loro spese i due ponti principali, l'uno sul torrente Argentina, che scorre lungo il territorio di Taggia, e l'altro sul torrente Nervia, che mette foce tra Ventimiglia e Bordighera, come pure di variare e rimediare la pericolosa discesa che esiste nella città di Ventimiglia, dalla parte di levante.
Ritenendo di dover rendere edotti i parlamentari degli eventi il Biancheri elenca poi in successione le procedure concernenti gli appalti per i lavori sul ponte sull'Argentina e sul Nervia oltre che sul mentovato trafitto a rischio in Ventimiglia sostenendo di aver chiesto, attesa la mancanza di fatti concreti, le delucidazioni dell'attuale ministro dei lavori pubblici on. Paleocapa: e non senza essersi lasciato andare in merito alla mancata correzione del rischioso citato percorso in Ventimiglia il deputato ventimigliese allude esplicitamente che ragioni ecclesiastiche risiedano alla radice delle opere non fatte e cioè affermando che Si sono fatti molti progetti, si son levati diversi piani, si sono spediti sul luogo molti valenti ingegneri e personaggi distinti. Si sono già spese molte somme, e forse maggiori di quelle necessarie per rimediare quel breve trtto. Ma ora
perché non si vuole toccare al giardino della Abbadesse di Sant'Antonio; ora perché si teme di impedire il libero passaggio della retroporta del palazzo vescovile, le cose si trovano tuttora all'istesso punto, i pericoli sussistono, e i denari si sprecano senza frutto.
Ritornato all'assunto dei ponti il Biancheri rammenta un incidente recente di una diligenza travolta dalle acque nel torrente tra Cervo e Diano con la morte di due passeggeri ribadendo che analoghe tragedie per i viaggiatori sono già avvenuti nel guadare i torrenti Argentina e Nervia e dopo aver aggiunto altre considerazioni a carico del Ministro dei Lavori Pubblici che mentre egli ha proposto recentemente una legge per l'arginamento del torrente Polcevera a Genova ed il ministro della Marina un'altra legge a pro delle esigenze del suo dicastero ...Per questa infelice strada della Riviera per fare cosa tanto utile per lo Stato e per quelle numerose provincie non si troverà un'ora di tempo né un obolo da destinarvi?.
Il ministro Paleocapa nel contesto della sua ramificata risposta in cui a prescindere dalla linea difensiva onestamente non manca di accettare varie postulazioni del Biancheri specie sul fatto che la Strada della Riviera abbia i requisiti per esser riconosciuta Strada Rgia o Strada Reale benché al momento sia Strada Provinciale non manca, pur nel contesto del discorso, di fornire al Biancheri e quindi alla Camera una risposta ad una esternazione del ventimigliese da cui è stato verosimilmente colpito = cioè che la mancata correzione della strada pericolosa a Ventimiglia non dipende in alcun modo da favoritismi a riguardo di privati (sottintendendo evidentemente Suore e Vescovo)
A questo punto importa però analizzare l'intervento dell'onorevole De Foresti che dichiara di appoggiare l'interpellanza del Biancheri, pur volendo a portare alcune precisazioni, e che a suo giudizio la Strada della Riviera da Strada Provinciale dovrebbe effettivamente essere eretta allo stato di Strada Reale = per la precisione e le conoscenze palesate in rapporto agli eventi il suo intervento deve essere analizzato per i vari settori già discussi dal Biancheri e dal Ministro dei Lavori Pubblici.
Il De Foresti, date anche sue peculiari competenze di cui parla ritiene però giusto correggere alcune insesatteze del
Biancheri parlando sia del ponte sull' Argentina che del
ponte sul Nervia con spese aggravate però dalle necessità di arginatura
che ancora di quella che chiama discesa di Ventimiglia precisando però che se questo lavoro non è ancora stato intrapreso, ciò avvenne perché essendosi richiesto che questa strada sia dichiarata reale, e prevedendosi che quando la strada sarà dichiarata reale,
dovrà farsi probabilmente una galleria sotto Ventimiglia, onde rettilineare quella porzione di strada, si creduto che intanto dovesse sospendersi
questo lavoro.
Il battagliero Biancheri -suscitando una risposta del ministro che segue a
questa sua seguente affermazione- traendo spunto da quanto detto dal De Foresti chiede però ancora ...per quanto concerne il ponte di Taggia, i fondi erano già stanziati sin dall'epoca in cui è stato appaltato il lavoro; egli stesso ha riconosciuto che questo lavoro venne appaltato fin dal 1846 o 1847, e la sentenza che emanò dietro i reclami dell'impresario, il quale domandava un'indennità per i lavori che non erano stati compresi nel contratto di appalto, è stata dichiarata esecutoria non ostante
appello. L'onorevole deputato De Foresti ha già dichiarato esplicitamente, perché dico, ne è meglio informato di quello che io non lo sia. Io domando quindi perché, dopo una sentenza dichiarata esecutoria non ostante appello, e dietro un appalto con cauzione dato sino dal 1846, non siasi data esecuzione a siffatti lavori.
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A titolo integrativo vale la pena di riportare parzialmente con qualche integrazione multimediale quanto scritto sul sito della "Cumpagnia d'i Ventemigliusi" -ad integrazione di quanto sopra leggesi =
CARROZZABILE LITORANEA
Fino al 1836, l’unica strada litoranea ininterrotta tra Sanremo e Mentone era ancora la Via Iulia Augusta; si, proprio la strada romana che, in carenza di opportune manutenzioni, per alcuni tratti era ridotta a poco più d’un sentiero.
Avendo vissuto in maniera diretta l’impercorribilità di quella antica strada, in occasione del transito con la propria armata per dare inizio alla sua vittoriosa Campagna d’Italia; coi decreti di settembre del 1805, Napoleone imperatore varava la costruzione della “Strada di Cornice” da Nizza a Ventimiglia [quando possibile una sorta di sovrapposizione all'antica via romana imperiale]
Nel 1811, quella strada era poco più che tracciata da Mentone a Bordighera. Nel 1814, con la cessione dei nostri territori al Re di Sardegna, i lavori sulla strada di cornice proseguivano stancamente.
Nel 1826, il re sardo Carlo Felice stava dimorando in Nizza; quando la regina Maria Cristina, desiderando andar da Nizza a Genova, avrebbe preferito farlo rigorosamente via terra, ordinò il compimento di molti tratti strategici della Strada della Cornice, che portarono a buon punto i lavori iniziati da Napoleone.
Nel 1836, a Nervia, i lavori di sterro per realizzare la strada carrozzabile litoranea, eliminarono la struttura muraria basale dell’antico tempio di Diana; edificio che avrebbe retto le funzioni di Cattedrale cristiana, fino all’VIII secolo.
Nell’ottobre del 1853, in Ventimiglia, era deliberata la costruzione della Strada Traversa, dal Ponte del Borgo alla Ridotta dell’Annunziata; completata il 5 luglio del 1857.
Nel 1899, veniva coperto il vallone Resentello, dalla Piccola velocità della Stazione ferroviaria alla costruenda via Roma, che da quel punto portava al Ponte sulla Roia. Si terminava anche il rettilineo della “Strada di Cornice” tra il Vallone e il Gasometro di Nervia, ora corso Genova.
LA CARROZZABILE DI VAL NERVIA
La costruzione di quella che oggi è la Strada Provinciale di Val Nervia, innestata sulla Strada di Cornice appena sotto Collasgarba, veniva progettata nel 1846, a dieci anni dall’apertura al traffico carrabile della litoranea [il Bertolotti nel suo libro sulla Liguria Marittima editato a Torino, nel 1834 in merito al tratto viario nell'epoca esistente procedendo da Camporosso a Dolceacqua, essendone stato per un buon tratto percorritore, annota in questo modo lo stato del percorso ]
Il Prefetto di allora rivelava: Ad eccezione dei paesi toccati dalle due strade nazionali, ben pochi sono i comuni della provincia cui si possa accedere con i carri; le popolazioni delle nostre montagne, se non avessero la risorsa dell’emigrazione, sarebbero condannati a deperire sotto i continui sforzi, alimentati solamente dai non svariati prodotti del suolo nativo, non suscettibili di scambio per mancanza di strade”.
La strada carreggiabile consortile della Valle Nervia veniva messa in cantiere nel 1867, cosicché nove anni più tardi, nell’anno 1876, giungeva ai piedi del Monte Toraggio, aprendo all’arrivo di carri e carrozze nei cinque villaggi di fondovalle, compreso Buggio.
Rocchetta, Apricale e Castelvittorio dovranno attendere ancora parecchi anni, ma la relativa vicinanza di una carrabile, migliorava già la situazione precedente, anche nei loro confronti. In attesa della loro carrabile, la strada mulattiera che li raccordava col fondovalle diventava una connessione importante per i loro trasporti.