cultura barocca
informatizz. di B. Durante CLICCA QUI PER VOLTARE PAGINA: NELL'IMMAGINE SAGGIO DI BARTOLOMEO DURANTE (LETTERE DI CARLO DATI, ALESSANDRO MARCHETTI E FRANCESCO REDI AD ANGELICO APROSIO) PUBBLICATO IN "CRITICA LETTERARIA", 1986, N. 56, PP. 564 - 580.










Il Redi non aveva un carattere facile, era cosciente del suo valore e di quello di vari suoi colleghi e quasi certamente rimase deluso e/o irritato, sì da interrompere i rapporti con il "Ventimiglia" da troppo generiche considerazioni aprosiane sui Medici = non è affatto da escludere che, come si evince pure da questa analisi innovativa della Grillaia qui digitalizzata, alla radice della probabile diffidenza rediana per Aprosio anche alcune esternazioni mediche del frate di Ventimiglia tendente talora "a far di tutta un'erba un fascio" soian stati i contenuti del suo elogio del medico filantropo operante a Ventimiglia Napoleone Giacobi quasi per sostenere le sue dure esternazioni -senza dedicare spazio adeguato ai pur tanti valorosi professionsti- contro l'epocale proliferazione di medici profittatori dell'ignoranza altrui e di avvocati "Azzeccagarbugli.
A parte ciò concorse comunque forse più di tutto in questa diffidenza del Redi per l'Aprosio l'incapacità reale del "Ventimiglia" di optare a pro della vecchia medicina o della nuova scienza come si legge tra le righe nello Scudo di Rinaldo II laddove nel "cap. VIII sul Tabacco, dedicato a Domenico Panarolo si assiste ad una lode insistita di questo medico aristotelico ed avverso alla Scienza Nuova di cui Redi era straordinario esponente"
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