LETTERA DI GIOVANNI NICOLO' CAVANA CUSTODITA NEL MS. 40 DELLA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA
LA
LETTERA
SOPRA PROPOSTA DI
GIOVANNI NICOLO' CAVANA
HA MOLTE VALENZE DOCUMENTARIE, PUR NELLA SUA BREVITA', SPECIE SUL SUCCESSO EDITORIALE DELLA MORALISTICA GRILLAIA:
"Molto Reverendo Padre e Padrone Mio Singolarissimo
Vedo como col Piana ha visto il fascio delle Grillaie da ogn'uno homo vengon lette con aplauso.
Al Signor D. Domenico Chiesa ne ho fatto havere due essemplari accio ne reccapiti uno a Monsignor Passerini in Roma, appo di me resta ancora un essemplare a dispositione di Vostra Paternità Molto Reverenda a quale prego star in riposo senza applicarsi accio possa rihavere interamente la solita buona salute e al solito mi confermo sempre
Di Vostra Paternità Molto Reverenda
Eterno ed Obligatissimo Servitore
Genova 26 agosto 1668
Gio. Nicolò Cavana"
DOPO QUESTA E' ANCORA EMBLEMATICA DAL PUNTO DI VISTA DOCUMENTARIO LA SEGUENTE ALTRA
LETTERA
CHE, COME LA PRECEDENTE E LA SUCCESSIVA PROVIENE DAI MS. 40 E 40 BIS DELLA BIBLIOTECA APROSIANA:
"Molto Reverendo Padre mio Signore Singolarissimo
Quando Vostra Paternità Molto Reverenda è in viaggio sempre sto attendendo aviso del suo arrivo con quell'ottima salute Le viene da me desiderata; spero quanto prima sentire sia giunta in Ventimiglia vedendo dall'amabilissima sua di 16 como era in Savona, e che li corsari si facevano sentire.
Le accluse ho ricevute con la posta dal Signor Legati, non ho letto quella del Casali, ho aperto secondo la licenza di Vostra Paternità Molto Reverenda ha permessomi.
Da Giuseppe Botari mi è stato consignato Ferrara d'oro imbrunito dall'Abate Antonio Libanori parte prima e seconda et Li monaci illustri della badia dell'ordine cistersiense descritti dal medesimo abbate con la nota delli autori ferraresi, che habbino stampati libri et opere diverse; ogni cosa gl'incamminerò quando saranno più quieti li corsari. Mi honori con suoi comandi mentre per sempre mi vanto essere di
Vostra Paternità Molto Reverenda
Obligatissimo Servitore Vero
Genova adì 20 Maggio 1673
Giovanni Nicolò Cavana"
FINALMENTE E' DA SEGNALARE QUESTA ANCORA PIU' TARDA
LETTERA
DEL 1675 IN CUI IL CAVANA, PUR RICONOSCENDOSI IRRIMEDIABILMENTE MINATO NEL FISICO, DIEDE UNA PROVA ULTERIORE DELLA SUA CONDIZIONE D'UOMO CHE COLTIVO' L'AMORE PER LE LETTERE E GLI ERUDITI ANCHE FRA I TRIBOLI D'UNA SALUTE INFAME:
"Pregiatissimo Padrone Mio
Carissimo mi è stato dato intendere habbi ricevuto li dui pieghi di libri.
Il Signor Armanni ha mandato cinquanta Corpi delle sue lettere...al Signor Alessandro Marchetti sarà poi recapitata la Biblioteca havendo detto il Marinaro che la portò d'haverla consignata in Livorno: quando haverà avviso dal Signore Conte Zani e dalli altri habbino ricevuto le Vite de Pittori, La prego significarmela.
La destilatione [perdita di liquidi - flusso catarrale] mia indivisibile compagna mi ha tribolato, se bene di quando in quando sto meglio.
Rendo infinite gratie a Monsignor Illustrissimo et a Vostra Paternità Reverendissima di tante gratie, e con fargli ossequiosissima riverenza
mi confermo
di Vostra Paternità Reverendissima
Genoa 26 Gennaio 1675
G. Nicolò Cavana".
[TUTTE LE TRE LETTERE, ANCORA INEDITE, FURONO PUBBLICATE NELL'ARTICOLO: B. DURANTE, L'ACCADEMISMO LIGURE E L'OPERA DELL'APROSIO, IN "STUDI GENUENSI", 1986, 4, N.S., PP. 81 - 82].