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La Sardegna è un'isola dalla storia complessa sia sotto l'aspetto storico-politico che sotto quello religioso inteso qui solo avvento del Cristianesimo, potendo leggere più compiutamente le tematiche da questo e dai 2 collegamenti precedenti qui proposti fruendone da "Wikipedia, l'Enciclopedia Libera on line"
L'arcidiocesi di Oristano (in latino: Archidioecesis Arborensis come si legge nella monumentale silloge sei-settecentesca di Padre Lucio Ferraris Bibliotheca canonica, juridica, moralis, theologica nec non ascetica, polemica, rubricistica, historica, &c. ... ab ad m.r.p. Lucio Ferraris ... Tomus primus [-undecimus (Additamenta)]. ..., Post plures Italicas editio postrema auctior et emendator ..., Venetiis : typis Vincentii Radici, 1770-1794 ( 11 v. ; fol., soto i diversi lemmi = vedi qui le voci Episcopato (con elenco Episcopati Italiani ed Episcopati Stranierieri al XVII secolo) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Sardegna. Come si legge in Wikipedia, l'enciclopedia libera on line (cui si rimanda anche per la necessaria bibliografia) questa arcidiocesi compare nell'XI secolo " "L'arcidiocesi è stata eretta nell'XI secolo in concomitanza con la nascita del giudicato di Arborea e trae origine dall'antica diocesi di Tharros di cui esistono notizie a partire dal V secolo. A causa delle incursioni arabe i vescovi e gli abitanti si trasferirono a Aristanis. La tesi tradizionale, stabilita per la prima volta da Giovanni Francesco Fara (morto nel 1591) nel suo In Sardiniae Chorographiam, sostiene che questo trasferimento di sede sia avvenuto nel 1070 all'epoca di papa Alessandro II; gli studi condotti da Corrado Zedda e Raimondo Pinna posticipano la nascita dell'arcidiocesi arborense all'epoca di papa Urbano II, all'incirca verso il 1093. L'arcidiocesi è documentata per la prima volta in un privilegium protectionis concesso da Urbano II al suo arcivescovo, di cui non è fatto il nome. Un secondo vescovo anonimo è citato in una lettera di Guglielmo, arcivescovo di Cagliari, del 1118. Il primo nome noto della cronotassi arborense è quello di Omodeo, vissuto nella prima metà del XII secolo, che prese parte alla fondazione del monastero camaldolese di Santa Maria di Bonarcado, il primo monastero religioso fondato nell'arcidiocesi. La provincia ecclesiastica di Oristano comprendeva tre diocesi suffraganee: Santa Giusta, Ales e Terralba. Il 24 aprile 1296 alla chiesa di Oristano fu unita la sede di Tiro in Libano, dopo che quest'ultima era stata conquistata dai Mamelucchi. Per circa un secolo gli arcivescovi di Oristano aggiunsero al proprio titolo quello di Tiro. Durante il XII secolo i benedettini cassinesi si insediarono a San Giorgio di Bonarcado; nel 1253 si trovano le prime fondazioni francescane ad Oristano. Stretta fu la collaborazione fra gli arcivescovi e i giudici arborensi, e spesso, soprattutto nel XIV secolo, i prelati svolgevano le funzioni di principali consiglieri dell'autorità civile; tra questi si possono citare Guido Cattaneo (1312-1339), Leonardo de Zori (1387-1389) e Elia de Palma (1414-1437). L'8 dicembre 1503, nell'ambito della riforma delle diocesi sarde voluta dai re spagnoli, nuovi padroni dell'isola, in forza della bolla Aequum reputamus di papa Giulio II, alla sede oristanese venne unita la soppressa diocesi di Santa Giusta. Nel periodo post-tridentino, in attuazione delle decisioni del concilio, si distinsero i vescovi: Gerolamo Barbarà (1565-1571), che convocò nel 1566 il primo sinodo diocesano; Antonio Canopolo (1588-1621), che fondò a Sassari il seminario per la formazione teologica dei preti, dove dodici posti erano destinati ai seminaristi di Oristano; Francesco Masones Nin (1704-1717), che celebrò un altro sinodo diocesano, si impegnò per la fondazione del seminario arcivescovile ad Oristano e diede avvio ai lavori di restauro della cattedrale. A causa della diffusione della malaria, che imperversava in Sardegna nei periodi più caldi dell'anno, tra i preti di campagna era diffusa l'usanza, comune a tutta l'isola, di abbandonare le parrocchie per rifugiarsi in luoghi salubri, a scapito della cura animarum e della normale attività pastorale; nel 1720 su 87 parrocchie dell'arcidiocesi, 52 erano amministrate dai cosiddetti 'vicarii ad nutum, ecclesiastici di scarsa cultura che, abituati al clima della zona, gestivano le parrocchie per conto dei titolari accontentandosi di una piccola parte del reddito del beneficio'. La malaria era certamente un pericolo reale e devastante; ne fecero le spese anche i vescovi Vincenzo Giovanni Vico-Torrellas (1741-1744) e Nicola Maurizio Fontana (1744-1746), morti in giovane età, rispettivamente a 40 e a 38 anni. Tra gli arcivescovi del Settecento si distinse in modo particolare Ludovico Emanuele del Carretto (1746-1772): fece costruire un nuovo seminario, per tre volte compì la visita pastorale dell'arcidiocesi, si diede da fare per la formazione del clero attraverso l'istituzione di conferenze obbligatorie per i preti, e fondò in molti villaggi di campagna i monti frumentari per l'aiuto economico dei contadini privi di risorse. Durante l'Ottocento, a causa delle difficoltà nelle relazioni fra autorità civili e autorità ecclesiastiche, l'arcidiocesi visse lunghi momenti di sede vacante, per un totale di circa 25 anni. Nel 1924 ad Oristano si celebrò il primo concilio plenario sardo, e nel 1931 un congresso eucaristico regionale, entrambi durante l'episcopato di Giorgio Maria Delrio (1920-1938). Nell'ottobre del 1985 l'arcidiocesi ha ricevuto in visita pastorale papa Giovanni Paolo II".
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Mondovì fu un centro sabaudo dall'intenso attivismo culturale cosa che già si evidenzia scorrendo una siloge significativa come quella di
Francesco Agostino Della Chiesa (con glosse di Andrea Rossotto di Mondovì),
Scrittori Piemontesi, Savoiardi, Nizzardi.... (Indici moderni ed indici di agevolazione di ricerca)
Prescindendo da questo e vagliando l'importanza di
questa pubblicazione ottocentesca veramente rara e pregiata (e più estesamente calcolando la rilevanza data alla celebrazione di vescovi piemontesi diretti a coprire sedi archiepiscopali di Sardegna come nel caso di Monsignor Francesco Ghiso nel 1772) merita un cenno il sopra citato Nicola Maurizio Fontana per cui venne organizzato nella sede del Reale Liceo di Mondovì una riunione accademica, patrocinata da altri vescovi sabaudi, nel corso della quale, esaltando con la tristezza monregalese per tanta perdita, un gruppo scelto di studenti si adoprò dopo una erudita premessa nella celebrazione poetica tra italiano e latino del trasferimento del Fontana nella arcidiocesi Arboreae Sardiniensis (cui nel'immediatamente successivo sonetto l'autore si riferisce citando una antica variante del toponimo italiano = "Arestan" per Oristano).
I riferimenti alla giovanile propensione di Fontana, Maurizio Nicola alla cultura sono verosimilmente date dalla precocità di alcune sue pubblicazioni: fra queste si sono individuate le Theses ex Logica, et Metaphysica selectae, quas in regio taurinensi Archigymnasio D. Abbas. Mauritius Nicolaus Fontana publice defendendas exponit, Augusta Taurinorum : apud Alexandrum Franciscum Vimercatum typographum S. Officii, [1723] 23, [1] p. ; 4° - Data ricavata da c. [1]12 r - Iniziali e fregi tipogr. - Impronta: s.te m.n- odin &fte (3) 1723 (Q) - Codice identificativo IT\ICCU\BIAE\001395 - un esemplare in BI0002 BIASO Biblioteca del Santuario di Nostra Signora di Oropa - Biella - BI ed ancora Dissertationes theologicæ quatuor a Mauritio Nicolao Fontana ... in regio Taurinate archigymnasio philosophiæ, & L.L. A.A. magistro, J.U. doctore, & sacri theologicæ facultatis collegii candidato editæ, ... 4. cal. Junias æ. 5. 1732 Taurini : typis Jo. Baptistæ Valettæ impress. - Descrizione fisica [16], 115, [1] p. ; 8º - Numeri romani nel tit. - Fregio xilogr. sul front. - Impronta: m,u- i-i- n-um SaCa (3) 1732 (R) - Codice identificativo IT\ICCU\TO0E\118293 - esemplari in AL0002 TO041 Biblioteca civica Francesca Calvo - Alessandria - AL - TO0265 BMT01 Biblioteca Nazionale Universitaria - Torino - TO0277 TO006 Biblioteca storica della Provincia di Torino - Torino VC0072 TO0C4 Biblioteca agnesiana e diocesana - Vercelli