"Per Samuele"** Bambino nato ieri, Bambino nato ieri, Bimbo di mia figlia, Sei esploso nel cuore di noi tutti: Svanita, per te, è l'amarezza Il tuo riso d'argento suona per la casa, Non mi sento più, solitario e freddo, Dolce è tua mamma, la bambina Tu sei la dolcissima occasione, Vedo tua madre, tuo padre che, Da una stella lontana un uomo, Colui che mi fu padre, e che per te Per arcani sentieri, magari nei fruscii d'un'ombra, E che non tutti, tranne tua madre, Così non sarà per te, * - La scrissi questa povera poesia quando eri assai piccolo, prima di quella per tua sorella Lucrezia ma -a differenza di quella- non la pubblicai qui = pensavo di pubblicarla altrove, più in là, quando tu potessi leggere anche tra le righe. Credo che saprai farlo senza poter prevedere se il tempo, tiranno, mi darà occasione di pubblicarla = ed allora la sistemo qui, fra cose lievi e gravi, sapendo che un giorno la ritroverai e comprenderai anche quanto le parole che però sono pietre immuni al tempo lasciano appena intuire
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in una lucente giornata di Maggio,
mentre il mare pigro spandeva salsedine,
fino ai tornanti della Ruota e del Capo.
da un amore giovane e bello,
come l'alcione che scivola
sulla spuma delle onde dorate.
donato dal cielo pietoso in questo
crepuscolo grigio d'una vita
tessuta fra cose piccole e grandi.
fiore sbocciato a sperdere l'oblio
ch'illusioni mal riposte han seminato
sul tragitto che mi porta all'eterno
che Denise nasconde orgogliosa nel cuore:
io rivedo, per te, mio piccolo,
i tempi che furono e forse ritorneranno.
mi rammenta carezze antiche e dolci,
i sogni che s'avverarono o son svaniti:
per te la vita riemerge dal buio, ora!
come un passero sperso che, nel buio,
vola impazzito tra la pioggia sporca:
al pari del sole mi scaldi, nell'anima!
dai riccioli d'oro che troppo giovane
ed ambizioso, allontanai dai miei studi
ch'invadevano tempo, spazio, vita, amore.
di risplendere verso la primavera,
di credere nel futuro, d'amare
le cose semplici che sono grandi.
tenero, ti solleva con gesti antichi
e fieri e nobili: molto essi ora
mi stanno insegnando, e tu con loro
che fu grande oltre ogni misura,
ci sorride: lieto e potente, come un Dio,
guarda il nostro percorso e s'acqueta.
due volte sarebbe nonno, io prego,
che sgombri d'ogni pena la strada,
che la vita, oscillante, ti va aprendo
odo la sua voce, lo sento
e so che sarà il tuo tacito
custode, per l'amore grande che offrì,
da lui giustamente prediletta, sapemmo cogliere:
ci scivolò tra le dita come rugiada,
o sabbia, e restammo soli!
fiore di primavera, rosa selvatica
cresciuta bellissima: il tuo sorriso
m'accende, e m'acceca sulla soglia!