BANDITE, NORME, PENE, RAPPORTI TRA ALLEVATORI E COMUNITA'> Atto importante su transumanza e vantaggi economici procurati alla comunità dagli affitti per pedaggi, pascoli e bandite che i pastori pagavano a Gabellieri e Massari, risulta la convenzione stretta fra le comunità di Castrum de Doy (Castelfranco-Castelvittorio, nell'alta valle) e di Triora, del 13-VII-1280. Identificati i confini territoriali, il notaio Giovanni de Castro, coi deputati dei borghi, precisò nel rogito che "il comune di Triora e gli uomini di detto Castello debbano tenere e possedere in pace ed accordo le terre che son fuori di detti confini ed in esse possano far pascolare le bestie, lavorare, imporre tasse ai foresti, cacciare e fare qualsiasi altra azione pubblica...e che nessuna persona delle due comunità possa dar licenza ad alcun forestiero di pascolare, fermarsi o passare con bestie per tal terra senza l'autorizzazione di entrambe le comunità...". Si legge che "i prati degli uomini di Castrum Doy che sono e saranno in Langano, quelli che sono e saranno arati, segnati e disgregati e quelli che avranno voluto tenere arati per dieci anni senza frode siano Bandite dal primo di aprile sin alla metà del mese di Luglio oppure quelli che sieno stati tenuti per fienagione e taglio, una volta che questa sia avvenuta, sino al prato di S.Quirico. E se saran state trovate bestie in detti prati il loro padrone paghi per bannalità soldi cinque di giorno e due di notte se si sarà trattato di bestie piccole di numero superiore ed inferiore a dieci, per qualunque bestia grande il padrone pagherà due denari e se saranno buoi e vacche da cinque in più pagherà per bannalità quattro denari per ogni bestia e se sarà un mulo, un giumento od un asino un soldo ( nel doc. compaiono altre figure giuriduche: dai conciliatori di controversie, uno per comunità, ai pastori servi al titolare della mandria, con elenco delle responsabilità). Il documento (che il Rossi ricavò da una copia del XVII sec. del comune di Castelvittorio, e che trascrisse nel doc. XV della Storia del Marchesato cit.) non è importante solo per l'indicazione delle pene, degli obblighi dei pastori foresti o per l'indicazione globale che la zootecnia era caratterizzata da caprini ed ovini, bestie piccole, bovini, le bestie grandi, da animali di fatica come asini e muli ma riferisce un dato utile sui collegamenti tra Castelvittorio e Triora per una trasversale che dalla val Nervia procedeva (Nord-Est) verso Triora donde i pastori del taggiasco e del finalese si ritrovavano per procedere verso le bandite d' alta valle nervina. Dati zootecnici sull'alta valle si deducono poi dagli Statuti di Pigna del 18-XII-1575: alla rubrica 247 sono i Capitoli estratti dal libro vecchio dei Capitoli del XV sec.: alla 301 sotto la voce Limiti delle Alpi, vennero elencate ben 31 Montagne, destinate a bandite o pubblici pascoli a pagamento. Si trattava dei monti Gordale, Lausegno, Canon, Pertusio, Aorno, Torraggio, Monte Maggiore, Avino, Ubago di Maria, Arvegno [per Orvegno], Ouri, Morga, Argelato, Bondone, Lonando, Monte Comune, Castagnaterca, Verduno, Veragno, Ubago, Fossarelli, Brassio, Peagne, Tanarde, Passale, Fontane, Preabeco e Giove. La sproporzione fra l'enorme area delle bandite e la popolazione, relativamente bassa, del borgo é prova che i pascoli pubblici ospitavano foresti sia per la transumanza che la commercializzazione delle "bestie" o dei prodotti sulla costa ligure. Come si evince da altri documenti del di Amandolesio l'evoluzione stradale-insediativa in vallata è databile al XII-XIII sec.: le Comunità d'alta e media valle ottennero buoni cespiti dall'affitto delle bandite e per il riparo stagionale di pastori ed animali nei ricetti coperti (terrissi) dai diritti di pedaggio, foraggio ed abbeveraggio delle mandrie.
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