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Un tema di matrice alchemica ma soprattutto legato alla magia naturale e a certe postulazioni paracelsiane fu quello della TRAPIANTAZIONE DEI MORBI, svolto in maniera parassitaria sia rispetto alle questioni della SIMPATIA ED ANTIPATIA DELLE COSE che dell'UNGUENTO ARMARIO e della POLVERE SIMPATETICA, discusso da due acclamati scienziati del seicento cioè PIERRE BOREL (latinizzato nelle opere in PETRUS BORELLUS) e il danese THOMAS BARTHOLIN che peraltro fu intimo corrispondente dell'erudito ventimigliese ANGELICO APROSIO.
Per intendere sveltamente vale la pena di tradurre alcuni passi dell'OPERA DEL BARTHOLIN qui proposta nel TESTO ORIGINALE tratto dal THEATRUM SYMPATHETICUM:
"Mi appresto a svelare un segreto straordinario della natura. La trapiantazione o trasmutazione dei morbi è davvero un rimedio eccezionale grazie al quale le malattie di questo o di quell'individuo si possono trasferire in un animale bruto, in un altro uomo od ancora in qualche cosa inanimata. Molti in verità tacciono di superstizione questo genere di cura ma se prendono davvero nella giusta considerazione i rimedi che la natura mette a disposizione degli uomini potranno presto evincersi che in siffatto genere di medicina non concorrono né superstizione né magici formulari né tantomeno arcane gestualità da fattucchiere: per quanto la ragione umana non riesca a spiegarsi la portata di simili fatti, tuttavia, sulla base dei riscontri sperimentali positivi e delle cure realmente avvenute, io davvero non oserei giammai condannare questa metodica terapeutica. Peraltro già nei testi sacri si trovano prove di trapiantazione: ad esempio trattandosi dell'agello presso Mosé od ancora dei maiali nel Vangelo. Nel primo caso si tratta di una trapiantazione, trasferimento o trasmutazione delle malattie in animali bruti. Alcuni guariscono i tisici prendendone del sangue malato ed inoculandolo in un gallo od in gallinaceo: si narra che l'inglese Fludd sia stato capace di trapiantare la podagra da cui un suo paziente era afflitto entro un cane di famiglia che accanto a quello era solito dormire e così mentre il padrone finì per guarire il suo cane, in certi periodi, prese ad esser tormentato al modo che lo era prima il suo proprietario….Vi sono presso di noi dei guaritori che son capaci a curare molte malattie con l'espediente di tagliare le unghie delle mani e dei piedi dei loro pazienti sì da legarle poi sul dorso di pesci vivi da rigettare in acqua sì che portino via con sé i malanni da sconfiggere. Uomini assolutamente degni di credito testimoniano, per aver presenziato ad esperimenti e cure, che possono eliminarsi alcuni gonfiori e tumescenze maligne a condizione che la parte malata venga frizionata con la mano di un qualche cadavere sì che gli influssi maligni si trasmettano in quest'ultimo e svaniscano con la sua putrefazione, quindi più celermente in estate e meno nei periodi freddi. Più frequentemente comunque viene praticata la terza forma di trapiantazione delle malattie, quella in esseri inanimati. Mi è stato raccontato che si è anche usata una vecchia calabrica, un tipo abbastanza antiquato di fasciatura al fine di farvi passare infezioni e malattie: invece il chiarissimo medico messinese P. Castello mi ha comprovato come le emorroidi qualora vengano toccate tramite una radice tuberosa di quel tipo di cicoria che vien detta condrilla vengono prosciugate dall'essicazione della pianta ed al contrario risultino distrutte nella circostanza che si distrugga la condrilla, cosa per cui egli consigli di far seccare la radice sotto il camino. Altresì una pezza intrisa di sangue e messa sotto le ceneri ancora calde, stando a quanto testimonia il Panarolo, ha il potere d'interrompere il flusso mestruale della donna…".