Il Martirio di San Secondo avvenuto ai tempi della Tetrarchia imperiale romana (carta con le voci sottolineate attive e multimediali olytre che con didascalie a fine della stessa) -
l' anticipazione del Martirio di S. Secondo non in Isvizzera ma ancora in Italia rispetto a quella dei membri e commilitoni della "Legione Tebea" [vedi anche in merito a quella che chiamò emblematicamente "Leggenda del Martirio di S. Secondo" già nel XIX secolo cosa scrisse Padre Semeria
specialmente da metà di pag. 483 (di seguito con la precisazione di aver visitato nel 1833 il vero luogo del martirio nel territorio del Municipio romano di Vercellae, nel luogo ove ora sorge la frazione S. Secondo di Salussola) trattando della Diocesi di Ventimiglia entro la sua monumentale opera Secoli Cristiani della Liguria qui integralmente digitalizzata ] = per completezza documenatria è doveroso registrare che l'esistenza di una Legio I Maximiana, anche nota come Maximiana Thebaeorum è riportata nella romana Notitia Dignitatum (pur sussistendo dubbi, specie di studiosi stranieri, sulla militanza di cristiani in una legione prima di Costantino I)
- la traslazione delle Reliquie del Santo da Novalesa a Torino ai tempi dei Saraceni del Frassineto - La Vexata Questio del massacro della "Legione Tebea" verosimilmente la Legio I Maximiana nota pure qual Maximiana Thebaeorum - le relazioni tra le Case monastiche piemontesi, l'Alma Mater di Novalesa in particolare: Ventimiglia e il Culto di S. Secondo - S. Secondo (qui riprodotto da "Immagine con preghiera a S. Secondo Martire - protettore di Ventimiglia, segnato +Ambrogio vescovo, Ventimiglia 22 luglio 1913" in artic. di E. Viola in "Riv. Ing.Intem., n.s., 1969-'70, ed. 1995) giustamente raffigurato con la pelle scura, quasi per tradire la sua appartenenza ai
Martiri Tebei, cioè di origine nordafricana ed egizia, la cui "vicenda" è degna di studio anche per vagliare alcuni fra gli strumenti fideistici che la propaganda cristiano-cattolica utilizzò per rianimare queste contrade dopo il superamento del pericolo costituito dai Saraceni del Frassineto con la vittoriosa crociata cristiana avverso il loro dominio e dalla Cronaca di Novalesa, attraverso queste contrade, la vicenda e la narrazione di Vescovo di Ventimiglia, sul tragitto mare-monti, recatosi a riconsacrare i luoghi comprese le importanti chiese dell'Alma Mater cioè Novalesa, nel generale programma di riapertura ai pellegrinaggi nel sacro dei tragitti di fede verso i luoghi sacri della Cristianità
compresi i vari percorsi per il Santuario galiziano di S. Giacomo di Compostela -
( per la Biblioteca dei Santi - Bibliotheca Sanctorum il grande culto di S. Secondo quale patrono della città risale al XVI secolo quale protettore contro la grave epidemia di peste del 1579-'80 che appunto risparmiò la città frontaliera flagellando invece il Dominio della Repubblica di Genova = in merito è però estremamente importante quanto disse in una sua predica, nella Cattedrale intemelia, divenuta poi un volume qui riprodotto col titolo di Beneficato Beneficante.... il II bibliotecario dell'Aprosiana Domenico Antonio Gandolfo (che scrisse liriche a pro di S. Secondo qual patrono di Ventimiglia anche in altre opere della sua produzione letteraria) reputandolo come qui si legge dal Beneficato Beneficante, in sinergia con le "Anime del Purgatorio", protettore della città contro l'ancor più terribile peste del 1656/'57) - la non rara Quaestio, anche iconografica tra il martirio di S. Secondo Patrono di Ventimiglia e quello di San Secondo di Asti - Contestazioni avverso il settecentesco Vescovo intemelio Pier Maria Giustiniani che intese spostare da Agosto ad Aprile la festa di S. Secondo, scelta poi rientrata
per la decisa opposizione dei Ventimigliesi
vedi la CHIESA NUOVA e quella ANTICA (VEDI ANCHE QUI UN DIPINTO SEICENTESCO -PARTICOLARE- EFFIGIANTE IL MARTIRIO DI SAN SECONDO MA DI UN S. SECNDO AVENTE I CONNOTATI ETNICI DEL S. SECONDO DI ASTI )
CLICCA SULLE FRECCE PER RITORNARE A QUANTO DI S. SECONDO SCRISSE DOMENICO ANTONIO GANDOLFO