cultura barocca
Inform. Durante LETTURA "FILOSOFICA" DEL RITRATTO

ANGELICO APROSIO "IL VENTIMIGLIA" fu amante, oltre che delle lettere, anche dell'arte in genere e specificatamente delle arti figurative e pittoriche pur se occorre rammentare sempre che il grande bibliotecario senza dubbio si approprio' in parte di quanto scrisse il cardinale PIETRO SFORZA PALLAVICINO (Roma 1607-1667) nella sua ponderosa opera DEL BENE (qui digitalizzata) in cui nel contesto del libro II, parte I, capitolo XXIX compare la riflessione Si prende opportunita' di sciorre un'opposizione di Platone contra la Pittura: riflessione che, con le coimplicazioni moralistiche del Cardinale, influenzo' sull'argomento la predicazione quaresimalistica di Paolo Segneri. Aprosio non evito' di affrontare siffatta tematica si' che, anche per influenza di una Satira contro la Lussuria" (ove leggesi ...Ma calcan le medesimi orme/Lo Scultore e' l Pittore, ch'a gli oculi vostri/Dan di lussuriar materia enorme...) del vescovo Lorenzo Azzolini, nello Scudo di Rinaldo II a partire dal paragrafo 1 di questo saggio (ultime 5 righe), l'erudito agostiniano diede il via ad una dissertazione contro ogni FORMA DI OSCENITA' IN PITTURA E SCULTURA seguendo un discorso che rifugge decisamente dalla lassitudine dello "Scudo di Rinaldo I" e semmai, con il fare censorio della seconda parte della sua esistenza, si pone in sintonia con le postulazioni della "Grillaia": ed e' persino inutile ribadire quante concause dai dettami della CONTRORIFORMA al suo ruolo di VICARIO DELL'INQUISIZIONE, abbiano contribuito a siffatto cambiamento di rotta.
Tutto cio'in alcun modo condiziono' le varie osservazioni del frate su artisti liguri del suo e del secolo precedente come Bernardo Strozzi, il Cambiaso, il Paggi, Bernardo Castello, G. B. Carlone, Giovanni Andrea de' Ferrari [a titolo di integrazione documentaria vedi qui = IL MECENATE DELL'APROSIANA GIO. NICOLO' CAVANA PATRIZIO GENOVESE E LA SUA VALENZA INTELLETTUALE: IL CAVANA NEL 1674 EDITA POSTUME LE VITE DEI PITTORI GENOVESI CON ANTIPORTA DEL PIOLA ED IMPRIMATUR DEL GRANDE INQUISITORE SISTO CERCHI = VISUALIZZA QUI LA PREFAZIONE DEL CAVANA, LA VITA DEL SOPRANI DA LUI SCRITTA ED ANCORA IL PROEMIO COMPOSTO DAL SOPRANI STESSO. VEDI POI QUI, ANCORA, LA DIGITALIZZAZIONE INTEGRALE CON RELATIVI INDICI DELL'OPERA DEL SOPRANI LI SCRITTORI DELLA LIGURIA E PARTICOLARMENTE DELLA MARITTIMA].
A prova di ciò, presso ilFondo Aprosio della B.U.G. (Biblioteca Universitaria di Genova) si trovano anche , nel vasto epistolario dei corrispondenti dell'erudito frate agostiniano, varie lettere dei piu' affermati pittori, liguri e non a lui contemporanei: in particolare non son da dimenticare i legami che strinse con artisti non liguri come il Negri od il Ridolfi autore del RITRATTO DI ANGELICO APROSIO: opera d'arte di cui nel QUADERNO DELL'APROSIANA DEL !994 entro questo ARTICOLO" si e' proposta una SORTA DI LETTURA "FILOSOFICA" per esplicare le ragioni profonde, cui si e' parzialmente gia' accennato, della posizione centrale ed egemonizzante di tale RITRATTO, rispetto a quella dei RITRATTI DEI FAUTORI della Biblioteca Aprosiana nella PINACOTECA ANNESSA ALLA LIBRARIA ).
Fra quelli di ambito genovese meritano di essere segnalati Domenico Piola, il Fiasella, detto il Sarzana (che fu corrispondente epistolare di Aprosio e per lui realizzo' l'ANTIPORTA DELLA GRILLAIA DEL 1668), Luciano Borzone (pure corrispondente epistolare di Aprosio), e Gio. Battista Casoni ed il grande quanto sventurato incisore Giovanni Striglioni di Badalucco (IM) che su disegno del Piola realizzo' l' ANTIPORTA DEL REPERTORIO BIBLIOTECONOMICO DE "LA BIBLIOTECA APROSIANA.
Ad una lettera di Gio Battista Casoni sono allegati due componimenti in dialetto genovese, con i quali l' agostiniano Fulgenzio Baldani si rivolge al Fiasella che tarda a terminare il suo ritratto:
A ro Segno' Domenego Fiaxella Ecc.mo Depentò
Me moere a fame comenze' in un di'
e puescia m noeve meixi a me fini'.
Voi, quanto vorei sta'
a finime, FIAXELLA, de retra'?
Sento che respondei:
In pochi meixi te fini' to moere
perche' a te fa morta come to poere:
Ma mi che t 'ho da da' con l'arte me'
Vera immortalite'
D'havei poco ciu' tempo e ro d'havei.
Voi me di ben: ma pu' haverei piaxei
De presto vaghezame in questa teira
Prima che me s'amorte ra candeira

("Al signor Domenico Fiasella eccellentissamo pittore. / Mia madre comincio' a farmi un certo giorno / ed in seguito mi compi' dopo nove mesi. / Voi Fiasella, quanto tempo volete / impiegare per ritrarmi completamente? / Sento che rispondete: / Tua madre ti finì in pochi mesi / perché ti fece mortale come tuo padre. / Ma io che ho da darti con la mia arte / l'immortalita' / ho ben diritto d'aver un po' più di tempo. / Voi parlate bene, ma avrei piu' piacere / se presto potessi contemplarmi in questa tela / prima che si spenga la candela).
Altro:
0 ti, che miri, attendi:
Questo e' un quadro composto da tre grandi:
Domenego FIAXELLA e' ro pittò,
Fre Fulgentio dri versi è l'inventò;
E Francesco PISAN
O ra trascritti de so propria man,
Se te digo boxia
Non me mira mae ciù, vatene via

(Fai attenzione tu che guardi: / questo e' un, quadro composto da tre grandi: / Domenico Fiasella e' il pittore, / Fra Fulgenzio dei versi e' l'inventore: / e Francesco Pasano / li ha trascritti di sua mano. / Se ti dico una bugia / non guardarmi mai piu', / vattene via).
[Le due liriche sono custodite nella parte inedita (IV) del repertorio La Biblioteca Aprosiana]

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