cultura barocca
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Dal sito della Cumpagnia d’i Ventemigliusi = "1242 Data 16 ottobre, il documento che segnalava la presenza del castello di Portiloria, in Nervia".
Dove un tempo agiva il porto canale nel torrente Nervia e dove ghiaie ed arene avevano seppellito le vestigia di quella che era stata la città capitale degli Intemelii, sorgeva il
fortilizio di Portiloria (sulla cui logistica indagò a lungo G. Rossi sin a scrivere un saggio intitolato =Dove si trovava il Castello di Portiola?).
Come scrive >Marina Ricci> nel suo importante saggio Osservazioni sull'acquedotto di Albintimilium pp.23-24 "l'acquedotto si trovava dunque a breve distanza dalle mura cittadine, non lungi forse dal castellum aquae dal quale partivano poi tutte le diramazioni all'interno della città. In prossimità dovevano esserci abitazioni suburbane e tombe poiché vicino ad esso il Rossi descriveva un edificio nelle cui camere stavano sette grandi anfore ed una via lastricata. La precisa ubicazione in vicinanza delle mura e della via lastricata citata dal Rossi ci permette di identificare quest'area col medioevale Castro Portilorie, fortificazione che deriva il suo nome da una portigliola, ossia una porta secondaria della città, dalla quale usciva in età antica la strada verso la Val Nervia, il cui tracciato correva parallelo e a breve distanza dall'acquedotto." (in "Rivista Ingauna e Intemelia", Luglio Dicembre 1984, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera 1986).
Prima i Conti e poi il Comune vi tenevano una guardia armata, per la sicurezza di un presumibile ponte in legno e come posto di dazio per le vie verso Genova e verso la Valle Nervia ed il Piemonte. La grande cisterna del Castrum Aquae, dal quale si dipartivano i canaletti o le fistulae di piombo, come hanno rilevato Rossi e Lamboglia, avrebbe dovuto trovarsi ad una quota superiore all’abitato, magari nei pressi delle mura di Nord-Est, dove Rossi aveva scoperto un antico condotto, vicino al medievale Castello di Portiloria, divenuto poi, attraverso varie evoluzioni nel corso dei secoli, Ridotta Orengo, rinforzata nel Settecento dal Barone di Leutrum, durante la Guerra di Successione al Trono d’Austria, poco al disopra dell’ attuale chiesa di Cristo Re (qui proposta -tramite didascalia- nel contesto del quadrivio di Nervia e del Dazio)= di cui si possono evidenziare tracce di ascesa e toponomastica (vedi qui una rassegna di immagini moderne ove campeggia il toponimo "A TURE" per arrivare alla poi detta Torre Orengo. La strada di accesso alla Bastida da Levante si inerpicava dunque sulla collina delle Maure a partire dal luogo dove nell’Alto medioevo era posta la Portiola o Portiloria, una sorta di fortilizio che, come detto (senza escludere una funzione peculiare in merito al traffico e al passaggio delle merci nella romanità) controllava l’accesso al territorio ventimigliese. Correva con un sentiero a mezza costa per raggiungere la Porta delle Maure, onde poi calare con una mulattiera piuttosto appesa, proprio all’interno delle mura genovesi, fino al corso del Resentello e la Porta delle Asse" [le tante trasformazioni, anche per l'interazione tra torri a funzioni diverse belliche e non, enfatizzate nel '700 dalle fortificazioni austriache della citata guerra di successione al trono imperiale specie in merito al Palazzo e Predio Orengo divenuti "Ridotta Orengo" compreso l'interrogativo sulla genesi di una parte almeno delle torri antisaracene del XVI secolo) rende comunque sempre ardua le lettura sulle modificazioni del territorio, anche estendendo l'analisi ad un areale che travalichi verso oriente lo stesso Nervia = si veda ad esempio la questione della costruzione cinquecentesca di una fortezza alla marina per difesa delle ville orientali intemelie: e del resto nel complesso del sistema areale dove sorgeva il "castro di Portiloria" sopravvive tuttora, anche ufficialmente, come si vede qui dalle immagini fotografiche realizzate da Adriano Maini, il toponimo "A TURE" (vedi) pure se risulta doverosa un'indagine di archeoletteratura.]
Per secoli area di vita agronomica importante e non turbata da grossi problemi siffatta area fu violata pesantemente durante la Guerra di Successione al Trono Imperiale nel XVIII secolo su direttive del Barone di Leutrum e dell'Ingegnere di guerra Guibert per parte degli Austro-Sardi assedianti Ventimiglia venne organizzato un impressionante apparato militare offensivo e come qui si vede dall'enfatizzazione di un particolare di questa carta coeva l'areale d'altura sovrastante il Convento agostiniano si ebbero realizzazioni belliche anche nell'area delle Maule forse sovrastanti o prossime alle costruzioni genovesi dell'assedio genovese vittorioso a Ventimiglia del XIII secolo
= ma il terreno resta minato e vale quindi la pena di attenersi, pur non escludendo ulteriori interpretazioni, a quanto scritto da Andrea Capano -con la solita competenza di linguista e dialettologo- nel contesto di un articolo, spesso riproposto in altre sedi ma editato pure nella Storia della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi edita nel 1986

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