cultura barocca
Informatizzazione di Bartolomeo Ezio Durante

PADRE LUCIO FERRARIS nella monumentale sua pubblicazione settecentesca intitolata BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA, MORALIS, THEOLOGICA NEC NON ASCETICA, POLEMICA, RUBRICISTICA, HISTORICA, & sotto la voce specifica latina
LIBELLUS FAMOSUS
affronta con estrema competenza e dovizia di particolari la discussa questione dei LIBELLI FAMOSI (LIBELLO FAMOSO) anche detti talora CARTELLI, un argomento che oggi sfugge mediamente all'indagine giuridica e/o di polizia ma che all'epoca di APROSIO era di rilevantissima importanza = per poter essere denominati LIBELLI FAMOSI essi dovevano soddisfare queste condizioni cioè di essere scritti in qualche modo offensivi ma anonimi e recanti invece i nomi delle persone cui fossero rivolti : scritti non necessariamente stampati ma resi pubblici tramite affissione in qualche luogo esposto alla vista di molti e che avessero la volontà di procurare qualsivoglia danno ad altri ed oltre a ciò che comportassero non solo offese ma pure qualche considerabile delitto ad altrui scapito[ad esempio la delazione di un reato in effetti non commesso dalla persone di cui in essi si facesse cenno]
Stando alle POSTULAZIONI di padre Ferraris tra i LIBELLI FAMOSI sarebbero da ascrivere anche le
PASQUINATE
[cioè gli scritti anonimi e mordaci affissi sulla STATUA DI PASQUINO nella omonima piazza, già detta di Parione, addossato a Palazzo Braschi dove nel 1501 si rinvenne il frammento marmoreo durante i lavori per la sistemazione della strada e per l'ammodernamento del Palazzo Orsini. Il torso marmoreo, cui il popolo affibbiò il nome di un maestro di scuola o di un linguacciuto sarto dei dintorni, facendone la più caustica delle "statue parlanti" (su cui come detto erano affisse anonime scritte cartacee di vario tipo linguistico, ma sempre caustiche e satiriche verso il potere) appartiene in realtà ad una perduta replica del gruppo statuario di Pergamo che rappresenta "Menelao nell'atto di sostenere Patroclo morente". La prima raccolta di "pasquinate" è del 1509; esse continuarono nei secoli facendo di Pasquino un protagonista della vita pubblica romana. Stile e contenuti di queste satire - che a volte erano in latino - lasciano intendere che esse non dovevano, in prevalenza, essere prodotto della pur caustica vena popolare. Probabilmente, su quello che pure poteva essere un diffuso stato d'animo popolare, doveva innestarsi la elaborazione del ceto più colto. L' amministrazione pontificia generalmente non infierì nella repressione di queste espressioni umorali; ma non mancarono occasioni in cui chi fu accusato del reato di aver dato voce a Pasquino dovette duramente pagare la sua temerarietà verso il potere].
Molto interessante è l'
ESEMPLARE DI PASQUINATA CHE SI TROVA CUSTODITO PRESSO L'INTEMELIA APROSIANA
DI CUI qui sotto è l'originale integrale sotto titolo de
RIFLESSIONI DI PASQUINO FATTE SOPRA L'ELEZIONE DEL FUTURO PONTEFICE
[da connettersi con il Conclave de 1676 per l'elezione di un nuovo Papa, che sarà Innocenzo XI, dopo la morte di Clemente X = leggine qui l' EDIZIONE CRITICA e/o direttamente il TESTO EDITATO IN LINGUA MODERNA NEL SAGGIO QUI PROPOSTO IN COPIA CON COLLEGAMENTI MULTIMEDIALI DI BARTOLOMEO DURANTE DAL TITOLO "BIBLIOTECA APROSIANA, DIBATTITI ERUDITI E PROGETTAZIONI ACCADEMICHE FRA 1600 - 1700 IN "APROSIANA - RIVISTA ANNUALE DI STUDI BAROCCHI", NUOVA SERIE, ANNO VIII, 2000]

La giustizia sia ecclesiastica che dello stato, accanto a questo argomento prioritario di provocazione pubblica (che poteva sfociare assumendo l'aspetto di scritti escrologici nel crimine di Lesa maestà) aveva quindi da confrontarsi con i reati di calunnia e di sfida a duello tramite cartelli e/o lettere di sfida a duello, pubblicamente affissi e spesso recanti pure frasi oscene e di aperto oltraggio; ma nemmeno mancavano altri tipi di "scritti oltraggiosi" o "libelli famosi" su cui gli autori offendevano nemici personali o, cosa estremamente più perigliosa, le istituzioni di maniera che la prudenza di cui il ventimigliese Aprosio talora diede prova altro non era che un comportamento quasi istituzionale quello che divenne celebre per poi esser dimenticato e riscoperto da B. Croce quale l'Onesta Dissimulazione di Torquato Accetto ma che anche altri appunto "Il Ventimiglia" e l'amico Pier Francesco Minozzi da Monte San Savino fecero propri di rimpetto alla scoperta precarietà della vita in un'epoca pervasa da splendori certo ma anche da miserie e vendette che certamente nel fatiscente tormento di tante inguaribili malattie ma anche nel balenio d'una lama spesso avvelenata -nel corso d'un duello o peggio ancora d'un agguato notturno- potevano rapre un'esistenza intiera = era del resto un'epoca in cui la scenografia aveva assai di frequente una sua precisa funzione catartica ed ammonitrice come nel caso dei "criminali" specie se eretici costretti ad indossare abiti e copricapi attestanti le loro colpe; di conseguenza non era certo raro che qualche Carnefice o Boia potesse nascondere le sue sembianze dietro una maschera od un cappuccio su cui comparissero delle incisioni se non addirittura fossero variamente applicate delle diciture ammonitrici verso un pubblico che avrebbe sempre potuto insorgere e/o sollevarsi = l'età intermedia aveva del resto delle feroci stranezze che si son tramandate fin all'oggi seppur in forme diverse e certo meno letali: la "lettera anonima" -tuttora in uso per fini certamente spiacevoli- all'epoca in definitiva poteva assumere il carattere istituzionale di un "cartello", un'accusa anonima che veniva vagliata attentamente, anche se a differenza di quelle prima citate, non recava le generalità dell'accusatore ma anziché esser esposta alla pubblica vista furtivamente veniva depositata nella "Bocca della Verità" o più frequentemente nell'"Urna Lignea" che come qui si vede era deposta per disposizione congiunta delle Autorità in tutte le Parrocchie, i luoghi pubblici più frequentati e sicuri sì da poter esser poi vagliata e quasi mai scartata attivando un'investigazione quantomeno formale sulla persona di cui si denunciava qualche supposta mancanza verso lo Stato o la Chiesa.








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