cultura barocca
GIOCHI, FESTE, INTRATTENIMENTO

Il GIOCO DELLE CARTE si diffuse in Italia, in Francia e quindi in tutta Europa solo nel Quattrocento forse importato dagli Arabi (in particolare tramite gli Arabi di Spagna) o forse introdotto da quanti erano stati in Terrasanta al seguito delle Crociate o spintivi da ragioni commerciali. Il GIOCO ha avuto la sua origine in Cina sotto la dinastia Tang tra il 618 ed il 906, fu quindi importato dai mercanti arabi in Medio Oriente (il nome spagnolo delle Carte "naipes" non a caso deriva infatti dall'arabo "na'ib"). In Italia e in Francia ottenne subito quel successo che praticamente non ha mai avuto fine: divenne uno fra i divertimenti principali sia nel contesto dei BANCHETTI sia nel corso delle FESTE e delleVEGLIE. Diffuso originariamente tra i CETI DOMINANTI il GIOCO DELLE CARTE approdò rapidamente al patrimonio ludico delle classi subalterne (nell'immagine sopra si vede -conservato a Bergamo, nell'Accademia carrariana- un esemplare di TAROCCO italiano del XV secolo).
Il gioco delle CARTE entrò profondamente nelle costumanze sociali e diede origine, in discorsi spesso provocatori, antidonneschi se non osceni, a vari luoghi comuni in merito all'equazione DONNA = CARTE ed in questo settore mirante ad indicare la DONNA alla stregua di un giocattolo con cui trastullarsi senza poi porsi troppi problemi l'antifemminismo si sublimò nell'espressione, peraltro sostenuta da brani poetici e satireschi come qui si vede (autore all'uso barocco conservatosi anonimo) che altro non fossero le
DONNE (VEDI QUI INDICE SU "CONDIZIONE FEMMINILE")
che un
***********MAZZO DI CARTE***********
Non pare quindi nemmeno casuale che in siffatto contesto che uno dei PIU' OSCENI "DIVERTIMENTI" MASCHILI a scapito di una DONNA e letterariamente poi detto
LA ZAFFETTA
(dalla licenziosissima e proibitissima ma di successo opera del Venier dedicata all'episodio in cui venne coinvolta la Cortigiana Veneziana Angiola Zaffa)

avesse una sorta di apparente NOME DA GIUOCO DELLE CARTE
ovvero quello de
IL TRENTUNO

dietro questa pratica (comportava una sorta di iniziazione d'una Cortigiana con l'accompiamento di una con 31 uomini - tanti quanti i giorni di un mese- secondo varie forme) si nascondeva un assoluto spregio della dignità femminile in pratica cancellata sì che la DONNA risultava avvilita alla più infima e disperata ed iniqua delle condizioni con la conseguenza drammatica che nella lunga storia di questa costumanza non mancarono i casi che contro ogni consenso venisse criminosamente applicato a danno di qualche DONNA
IL TRENTUNO
MA NELLA FATTISPECIE ERETTO AD AUTENTICA FORMA DI
"STUPRO DI GRUPPO"




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