cultura barocca
informat. B. Durante

L' eno-gastronomia storicamente e culturalmente parlando è assai più che l'arte del buon mangiare e del buon bere: si tratta pure della "cartina tornasole" dell'evoluzione della civiltà un cui marcatore fondamentale è il riconoscimento del livello della tecnologia raggiunta in merito all'enogastronomia non escluso quindi l'apparato di macchine e di tecniche utili per mangiare nelle migliori condizioni possibili di vita: mangiare in ambiente ben areato e ben illuminato cibo ben cotto, ben conservato, igienicamente protetto, bere acqua potabile, lavarsi dopo il pranzo, eliminare nel modo ottimale i residui alimentari ecc. ecc..
In epoca romano imperiale la grande evoluzione della tecnologia e dell'arte dei bronzisti permise la realizzazione di oggetti straordinari: quello sopra esposto, custodito al Museo Nazionale di Napoli, rappresenta un APPARECCHIO DA RISCALDAMENTO (fotografia Anderson). L'antico bronzista ha saputo coniugare le esigenze tecniche di un'adeguata diffusione del calore con la pregevolezza estetica che si evidenzia in tutto quanto adorna il corpo cilindrico della stufa vera e propria: dalle zampe unghiute e ferine dei piedi di sostegno alla presa delle mani aperte che stringono il corpo del vaso, al gruppo dei lottatori avvinghiati sull'orlo del coperchio -per rafforzare il manico di presa visto che si trattava di una "stufa portatile"- al putto che cavalca il delfino. Simile raffinatezza non era esclusiva solo di Roma o dell'area campana, per esempio di Stabia, Ercolano e Pompei donde provengono reperti come questo: il mercato aperto mondiale patrocinato dalla "pace romana" aveva reso possibile, per i più svariati percorsi mercantili, il traffico di pregiati oggetti di metallurgia e non anche nelle province più lontane: una novità abbastanza ignota al credo corrente è per esempio data dall'esistenza di quelle che si potrebbero definire CUCINE PORTATILI così diverse dalla GRANDI CUCINE DELLE CASE SIGNORILI, DELLE CORTI E/O DELLE STRUTTURE PUBBLICHE DESTINATE A FARE LA STORIA DELLA GASTRONOMIA od anche dalle CUCINE DELLE CASE DELLE CLASSI MEDIO-ALTE.
Le CUCINE PORTATILI erano semmai proprie delle CASE CONDOMINIALI COSTITUITE DA AGGLOMERATI DI APPARTAMENTI con anche quelli che oggi definiamo MINI APPERTAMENTI: I COENACULA DELL'ANTICHITA' ROMANA da ritenere forse tra i primissimi esempi di sciacallaggio edilizio e di speculazione selvaggia: qui si dovevano poter sfruttare anche spazi angusti dato il minimo metraggio a disposizione.
Ma come INSULAE e COENACULA si possono trovare anche ad Albintimilium [tra i cui testi monumentali è da qui fattibile un viaggio virtuale): anche se le strutture di insulae intemelie non son paragonabili a quelle di Roma, ove tutto nel bene e nel male era sublime come qui si vede così alte da poter esser reputati autentici "grattacieli] anche per aver tracce di qualche esemplare di CUCINA PORTATILE parimenti potrebbe non bisognare andar troppo lontano dall'agro di Ventimiglia come nel caso, in verità ancora troppo poco conosciuto, di un
LEBETE
di Dolcacqua.
Di un esemplare di LEBETE non necessariamente d'epoca romana ma comunque confezionato secondo una tecnologia di ascendenza classica si potrebbe aver traccia in questa ricognizione del duecentesco notaio G. di Amandolesio effettuata tra le non poche proprietà di una certa Benvenuta duecentesca residente di Dolceacqua il celebre borgo ligure dei Doria non lontano da Ventimiglia e posto sulla via del Nervia: questa ipotesi suggestiva non può però definirsi certa infatti come scrive AMBROGIO CALEPINO autore su cui a lungo disserta Aprosio (vedi) il termine LEBETE PUO' ALLUDERE SIA AD UN TIPO DI CALDAIA PORTATILE QUANTO AD UN BACINO PUR DI RILEVANTE QUALITA' E O SPECIFICO USO come anche si legge alla voce specifica nell'"Enciclopeda Treccani" (1933) saggio di Mingazzini - Segre, che è da consultare per altri approfondimenti, ma dove è scritto "La parola significa propriamente, in greco antico, "caldaia". Il lebete era generalmente in bronzo e serviva per riscaldare l'acqua e conservarla, cuocere le vivande, lavarvisi i piedi e le mani. Accanto a questo uso pratico, i Greci adibirono ben presto il lebete alle abluzioni necessarie per i sacrifizî, le nozze e i funerali, e inoltre come premio per i giuochi ginnici".
E' certo che gli oggetti più raffinati finivano per essere appannaggio dei ceti più abbienti ma occorre dire che anche le classi medio basse potevano usufruire di una buona scelta di prodotti discreti (si può visualizzare questa LUCERNA DA TAVOLA o per quanto convcerneva i ceti medi di Ventimiglia Romana queste LAMPADE e LUCERNE tuttora custodite presso il CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO della città intitolato allo storico G. Rossi.
Certo non a tutti era fattibile illuminare la propria abitazione con LUCERNE DI QUESTO TIPO o valersi di POSATE DI SIFFATTA QUALITA': eppure a dimostrazione di quanto detto e della diffusione dei commerci per l'IMPONENTE IMPIANTO STRADALE DI ROMA non si può far a meno di dimenticare che mentre la STUFA e il LAMPADARIO provengono dala ricca regione centroitalica della campania, le POSATE sono invece parte di sorprendenti reperti venuti alla luce durante le campagne archeologiche condotte nei tempi trascorsi proprio sull'agro nervino di Albintimilium ricco di preziosi reperti.






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