INDICE
CASTELLO DEI CONTI.
BATTISTERO
CATTEDRALE
CHIESA DI S.MICHELE
CONVENTO DELLE CANONICHESSE LATERANENSI
"LOGGIA DEL PARLAMENTO"
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La CATTEDRALE INTEMELIA (intitolata all'Assunta) secondo la tradizione sarebbe stata eretta su un tempio ad Apollo: ma mancano verifiche oggettive. Vi fu forse una cattedrale bizantina, ma si conosce solo la forma della cattedrale preromanica (IX-X sec.) individuata da N.Lamboglia nei restauri dell'edificio odierno nel 1967.
Daniela Gandolfi nel suo ampio e brillante intervento (edito sulla "Rivista Ingauna ed Intemelia", N.S., 1969 - 1979) dal titolo I rilievi altomedievali provenienti dai restauri della Cattedrale di Ventimiglia ha teorizzato, con estrema plausibilità, l'esistenza di un EDIFICIO CULTUALE PIU' ANTICO della cattedrale, da identificarsi poco lontano da questa: la sua esistenza sembrerebbe razionalmente motivata dal rinvenimento, non lungi dalla chiesa cattedrale, di un SARCOFAGO PALEOCRISTIANO con uno dei fronti minori decorato da una croce con bracci equilateri e dalla scoperta di una NECROPOLI DI TOMBE A CAPPUCCINA di epoca tardo romana ed altomedievale nella zona del "Cavo" e sotto il pavimento della cattedrale stessa, dove, nella navata di sinistra, nel corso degli scavi fu portato alla luce un SARCOFAGO MONOLITO, senza coperchio e in pietra del Finale, tuttora conservato in loco.
Sede del Vescovo la CATTEDRALE DI VENTIMIGLIA da tempi remoti fu un centro di spiritualità importante tra XVI e XVII secolo: essendo sede del VICARIO DELL'INQUISIZIONE fu anche il LUOGO SACRO, sul cui SAGRATO si tennero alcuni ATTI DI FEDE (di UN'ABIURA E D'UN ATTO DI FEDE ci parla in un ROMANZO lo scrittore BERNARDO MORANDO amico di ANGELICO APROSIO, erudito VICARIO DELL'INQUISIZIONE nella II metà del '600 a VENTIMIGLIA eletto COPROTAGONISTA DEL ROMANZO ed ORGANIZZATORE DI ABIURA, CONVERSIONE ED ATTO DI FEDE): naturalmente l'importanza spirituale della CATTEDRALE DI VENTIMIGLIA era integrata da una grande varietà di edifici di culto, tra cui importanti e celebri CONVENTI di vari Ordini religiosi e dal rapporto stretto di collaborazione, spiritale ed organizzativa, con l'importante chiesa a SANREMO di SAN SIRO: naturalmente, assieme alle CHIESE MINORI, ma sempre molto importanti del Ponente ligure, questi organismi religiosi dipendevano nello spirituale e nell'amministrazione della giustizia ecclesistica dall'ARCIVESCOVO DI GENOVA che teneva la sua cattedra episcopale nella monumentale CHIESA ARCIVESCOVILE GENOVESE DI S. LORENZO.
La chiesa era costituita da una vasta navata rettangolare, chiusa da un'abside semicircolare sotto cui stava una cripta.
Essa aveva dimensioni di poco inferiori all'attuale e pareti longitudinali un po' divergenti: se ne individuano alcuni resti nella muratura d'angolo tra la piazza e la via del Capo ed è visitabile la cripta in cui son sistemati alcuni documenti scultorei in marmo della stessa epoca, venuti alla luce durante gli scavi.
Nell'XI sec. la cattedrale venne trasformata secondo una pianta a 3 navate, con una sequenza di pilastri quadrangolari, arcate a tutto sesto e a doppia ghiera. Una copertura in legno ne definiva in alto il volume, secondo tipologie proprie del protoromanico lombardo.
La tecnica muraria è caratterizzata dall'uso di blocchetti squadrati in pietra arenaria, secondo una tipologia d'uso romano: la cattedrale costituisce un antichissimo esempio di primo romanico e fu forse una sorta di modello architettonico per gli edifici religiosi del contado, dalla chiesa monastica di S.Ampelio, a quella camporossina di S. Pietro , all'edificio dolceacquino di S. Giorgio, al complesso religioso di S. Tommaso nel pignasco.
Il campanile della cattedrale risale al XII sec., composto di una struttura in conci di puddinga e proposto alla difesa della città: risulta collegato alla chiesa con una arco a tutto sesto in rapporto alla IV campata di sinistra e risulta intatto sino all'altezza della cella campanaria che ha subito molteplici modificazioni.
Da metà del '200 si intrapresero i restauri della cattedrale, danneggiata come la città tutta, dai ripetuti assedi genovesi, da quello del 1199 a quelli posteriori e decisivi per la conquista genovese.
Coi restauri, pur rimanendo intatta la suddivisione in 3 navate, il romanico lomabardo fu influenzato dalla scuola architettonica transalpina. Le coperture in legno vennero sostituite con voltate scandite da costoloni (a botte nella navata di centro, a crociera nella laterali) risultando rinforzati i pilastri con lesene e semicolonne dalle basi ad unghia e dai capitelli a foglie stilizzate.
Si ebbe la ricostruzione del presbiterio e delle absidi, si introdusse un tamburo ad ottagono con lanterna conclusiva, raccordato alle pareti da pennacchi sferici. E' inoltre ornato d'una serie di arcate su colonnette che individuano l'altezza del tamburo con la soprastante cupola. E' molto interessante il complesso decorativo dell'abside maggiore con duplice ordine di arcate a tutto sesto sostenute da colonnine binate essendo ripartito da nervature cilindriche il catino di copertura.
A fine XIII-primi XIV sec. si realizzò il portale strombato ad arco acuto dalle proporzioni piuttosto grandi a fronte della facciata abbastanza contenuta
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Il BATTISTERO fu costruito nello stesso tempo della cattedrale, tangente all'abside di sinistra e ad un livello inferiore. Restaurato e ripulito di varie sovrastrutture negli anni '70 di questo secolo è stato definito dal Lamboglia quale opera protoromanica (forse edificata su una precedente struttura) a pianta ottagonale con vani sui lati ottenuti nella muratura di base, ora di forma semicircolare ora di forma rettangolare. All'esterno risulta distinto in 2 parti o piani, quello inferiore all'altezza delle nicchie e quello superiore coincidente con le dimensioni dell'aula centrale.
Tra '500 e '600 lo spazio interno dell'edificio sacro fu dimezzato introducendovi una volta ad ombrello (poi rifatta nell' '800) onde ottenere una cappella allo stesso piano della cattedrale, mantenendo il fonte battesimale al livello di origine.
Il CASTELLO dei CONTI di Ventimiglia è andato quasi del tutto distrutto. Stava a lato della cattedrale nella zona più elevata del colle. Fu quasi certamente edificato nell'XI sec. ed i pochi reperti sopravvissuti si vedono nella parete a scarpa lungo via del Capo e in parti di setti murari in conci di pietra squadrata sulla cima del colle: il sito su cui sorgeva nel XVII secolo fu occupato dal primo monastero femminile intemelio quello delle CANONICHESSE LATERANENSI (qui visibile in un'immagine dei primi del secolo) che -col contributo dei cittadini- vi eressero un grande edificio che, dopo un periodo di abbandono e degrado, è stato preso in consegna dalla Suore di N.S. dell'Orto e ottimamente restaurato per farne un centro culturale polivalente col concorso di più energie, dell'amministrazione comunale di Ventimiglia, della Sovrintendenza ligure ai beni architettonici, dell'Ist.Intern.di Studi Liguri, e su progetto dell'architetto Carmen Lanteri.
La chiesa benedettina di S. MICHELE secondo una prevalente tradizione storico-archeologica, sarebbe stata edificata sulle basi di un più piccolo edificio e quindi concessa dai conti di Ventimiglia (assieme al possesso rurale di Seborga) ai benedettini di Lerino per il diffuso progetto feudale di donativi di terre abbandonate, dopo le scorrerie saracene, ai seguaci di S.Benedetto, apostoli del Cristo ma anche abili agronomi e tecnici di varie colture (come quella degli olivi) oltre che esperti sfruttatori del terreno coltivabile con la tecnica della grangia.
La chiesa, nell'XI secolo, era a 3 navate, divise da 2 file di pilastri ad arcate, modificati tra XII-XIII secc. con nuove strutture aggiuntive. La navata laterale sinistra fu distrutta dal terremoto del 1564 che sconvolse Ventimiglia: restò anche colpita la navata destra sì che la pianta dell'edificio sacro fu alterata. Dell'identica fase costruttiva si rammentano l'abside principale, in blocchetti di arenaria, e la CRIPTA realizzata in 3 piccole navate tramite il riutilizzo di colonne romane ("pietre miliari") che reggono volticine a crociera ad arco tondo coi caratteri propri del romanico provenzale-catalano, in maniera simile a quanto visibile a S.Eusebio di Perti e a S. Paragorio di Noli.
Bisogna però rammentare che durante la serie di restauri del 1948 -'50 si rinvennero nella chiesa dei frammenti di plutei in argilla, ben lavorati e databili all'VIII secolo: quindi a quel periodo longobardo che segnò profondamente la storia dell'agro ventimigliese: un'origine longobarda della chiesa sarebbe altresì testimoniata dal santo cui è intitolata come afferma Daniela Gandolfi nel suo ampio saggio (edito sulla "Rivista Ingauna ed Intemelia", N.S., 1969-1970) intitolato I rilievi altomedievali provenienti dai restauri della Cattedrale di Ventimiglia, pp. 97 - 98 e note.
La studiosa tende anzi a sottolineare, seppur con prudenza, l'ipotesi che l'origine della chiesa e dell'annesso monastero possano addirittura essere collegati alle vicende dell'epoca longobarda e stare al centro dell'organizzazione stessa del Comitato di Ventimiglia: la genesi del complesso monacense potrebbe così essere collegabile la momento di fioritura cenobitica sostenuta dal sovrano longobardo Liutprando nell'intento di riorganizzare compiutamente un regno ormai cristianizzato e pacificato.
Il MONASTERO, ora scomparso, integrato dalla sede dell' Ospedale di S.Michele, stava accanto alla chiesa e di esso si individua un portale ad architrave nella muraturalaterale.
Tra XII e XIII secc. fu riedificata la parte dell'abside usando blocchi squadrati di puddinga e venne realizzato il campanile sul complesso dellaa piccola abside di destra. Pure l'interno fu modificato con l'erezione di grossi pilastri addossati a quelli esistenti e basati sulla viva roccia, tranciando in relazione alla cripta la copertura sì da poter realizzare la volta centrale a sesto acuto, di influsso gotico-provenzale, con costoloni poggianti su delle semicolonne. Rimasero intatte le navate laterali, scandite da una linea binaria di arcate. Per i successivi crolli la chiesa, come oggi appare, si ridusse ad una sola navata, che perse anche la prima campata nel 1628. Esternamente ben si vede lo sviluppo della struttura dell'abside ornata nella parte alta da archi intrecciati con cornice a guscio: tale struttura è forata da una sola finestra in corrispondenza alla monofora della cripta. Di lato troneggia la torre campanaria quadrangolare, ricostruita nell' '800 nella parte alta. La forma solida, fatta eccezione per le monofore in alto, e le feritorie dimostrano che la struttura aveva una funzione difensiva e di controllo sulla sottostante strada.
Una zona prestigiosa, per l'architettura medievale e rinascimentale (oltre che per le successive interferenze barocche) è identificabile in via Garibaldi (già sestiere/ quartiere Piazza sede della languida nobiltà locale o "Magnifici".
Si notano grandi archi a tutto sesto in parecchi edifici a lato dell' Oratorio dei Neri mentre vicino alla cattedrale era la sede del Parlamento, già luogo di tante discussioni, contrasti, importanti decisioni, di cui si pensò d'aver trovata nel 1962 la LOGGIA anche se si tratta della LOGGIA del Magazzino dell'Abbondanza mentre quella del "Parlamento" stava a lato, nello spazio su cui sorse il teatro ottocentesco oggi sede della "Biblioteca Civica Aprosiana".