CEVA è una cittadina dell'Alta Val Tanaro, immersa nella natura, al confine fra Piemonte e Liguria, fra le Alpi Liguri e le Langhe; si apre sulla pianura Padana ed è posta a ridosso delle montagne. Vive sulle sponde di tre corsi d'acqua: il Tanaro, il Cevetta e il Bovina. La felice posizione ne ha fatto per secoli un punto di incontro per culture ed economie diverse fra di loro. La popolazione supera i cinquemila abitanti, l'economia è soprattutto basata sul terziario, non esistono invece grossi complessi industriali. Sulla città orbitano delle verdi vallate, che sono bellissime, perché ancora intatte a livello naturale. La sua storia rimanda indietro la memoria all'epoca della civiltà ligure preromana e quindi dopo la conquista di Roma all'evoluzione che il centro che fu forse anche municipium (con il toponimo di COEBA) assunse, data la posizione, nell' areale quasi strategico sospeso tra la Liguria ed ilPiemonte: purtroppo i rilevamenti archeologici son ad oggi insignificanti e le fonti letterarie più che sondare il tessuto geopolitico di Coeba si fermò ad analizzare le qualità della sua produzione agricola. In particolare ne accenna Plinio il Vecchio laddove afferma che l'eccellente "formaggio di Ceva, fatto soprattutto con latte di pecora" arriva sui mercati di Roma, dove è acquistato come una leccornia: la considerazione non è peregrina in quanto induce a credere che i produttori di Ceva, più che volgersi alle grosse città del Piemonte, durante il fiorire dell'IMPERO aveva l'agevole possibilità di scendere la VIA ROMANA che, passando per GARESSIO, raggiungeva il mare di ALBENGA Dal cui importante scalo il commercio navale per ROMA o più prcisamente per il suo grande porto mercantile di OSTIA non sarebbe stato certo un arduo problema.
Nei secoli dell'Alto Medio Evo subì le invasioni saracene prima di divenire sede di un importante Marchesato, che si richiamava al prode Aleramo e alla bella Adelasia, la cui gentile leggenda corre ancora le valli del Tanaro e del Monferrato. Fra alterne fortune il Marchesato prosperò per secoli, giungendo sino a coniare delle proprie monete; infeudato nel 1295 al Comune di Asti, conquistato dai Visconti di Milano nel 1352 seppe liberarsene con una rivolta popolare scoppiata il 10 gennaio 1356. Entrò infine a far parte, nel 1415, dello Stato Sabaudo, rimanendo legata alla storia piemontese anche nei secoli successivi. Del XVI secolo è il Forte che ancor oggi troneggia sulla collina che sovrasta la città. Alla fine del '700 fu teatro delle vittoriose battaglie del giovane generale Napoleone, che, al comando dell'esercito francese, si aprì proprio da queste terre la via per la conquista dell'Italia del nord. Nel 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia e durante l'ultimo conflitto mondiale diede il proprio contributo nella guerra di Resistenza. Nel dopo guerra Ceva è diventata una tranquilla città di provincia ricca di banche e di iniziative culturali, quali la Mostra del Fungo e il Premio di Poesia.