cultura barocca
Riprod., testo ed informat. a c. di Bartolomeo Ezio Durante Assieme ai riferimenti bibliografici con la letteratura del e sul Gandolfo con il saggio di B. Durante sul Gandolfo da cui molto qui si estrapola e che è servito anche a riconsegnare il Gandolfo alle grandi sillogi moderne come la "Storia della letteratura della Einaudi" diretta da A. Asor Rosa in cui Aprosio è anche recuperato sotto cognome nella voce autori, vol. I vedi qui (dell' Athenaeum ligusticum seu Syllabus scriptorum ligurum nec non sarzanensium, ac cyrnensium reipublicae genuensis subditorum di Agostino Oldoini , Napoli, Apud HH. Laurentij Ciani, et Franciscum Desiderium, 1680) le "integrazioni gandolfiane

ESPLICAZIONE DELL'"OLDOINI CORRETTO" =
parte I - parte II - parte III - parte IV - parte V - parte VI - parte VII - parte VIII - parte IX - parte X (tutte variamente interagenti con le ricostruzioni su letterati soprattutto liguri contenute come si vede dal presente commento -intiera nota 10 su 2 pagine- con tutte le voci attive dei Fiori Poetici dell'Eremo Agostiniano del Gandolfo ed ancora come parimenti si ricava da questo commento -intiera nota 22 su 2 pagine- con tutte le voci attive del Dispaccio Storico Curioso ed Erudito dello stesso autore = tutte le voci sottolineate in rosso sono multimediali e attive)
[NOTE INTEGRATIVE SULL'"OLDOINI CORRETTO" = Domenico Antonio Gandolfo II Bibliotecario dell'Aprosiana di Ventimiglia lasciò un potente contributo alla cultura ligure (ma non solo) annotando e correggendo da diversi errori, per via di glosse ma anche di lunghi brani negli spazi bianchi concessi dalle pagine una copia dell'Oldoini con questa segnatura Oldoinus Augustinus, Athenaeum ligusticum, Perusiae, Ex typografia episcopali, 1680, 8° (cm.20.5), pp. [2], 20. 623, [4], inv. 2130, coll. I, 4 20 che studiai, con altre cose concernenti il Gandolfo, nel "I Quaderno dell'Aprosiana" e cui diedi il nome emblematico di Oldoini corretto (vedi).
Esiste comunque una "preistoria" , per così dire, in merito alla realizzazione dell'"Oldoini Corretto": tale "preistoria"risulta collegata ad un'opera oggi pressoché introvabile vale a dire Il beneficato benificante ombreggiato nella Città di Ventimiglia remunerato ne' suoi benefizi fatti all'anime del Purgatorio. Discorso, Genova, Franchelli, 1683, in 12° (variamente interagente con la I opera gandolfiana cioè: I Fiori Poetici dell' Eremo Agostiniano). Dal Beneficato Beneficante" (di cui qui si possono leggere i parametri bibliografici) Domenico Antonio Gandolfo, facendo propri alcuni punti delle pubblicazioni "aprosiane", riprese ad esempio, per poi inserirla nelle sue correzioni in glossa entro l'"Oldoini Corretto", una precisazione su Ludovico/Lodovico della Casa (giustamente annotando che Lodovico della Casa e Lodovico da Genova erano denominazioni di un solo autore e non di due come erroneamente scritto dall'Oldoini)= siffatta precisazione o correzione fu correttamente comunicata all'Oldoini, già corrispondente di Aprosio all'interno di una lettera appunto del Gandolfo, scritta da Ventimiglia il 25 settembre del 1681, molto cordiale, con annessa risposta dell'Oldoini, parimenti gentile e, al di là delle motivazioni delle sue scelte,
assai ben disposto ad accogliere e, quando fattibile, editare le gandolfiane correzioni, chiudendo l'epistola con una frase che vale tuttora e che induce a meditare =
"...Chi non vede con gl'occhi proprij, ciò che scrive, sta sottoposto ad errare, sì perche li Autori non dicono [sempre] il vero. come anche perche le cose si mutano..."
concetto che non poteva non piacere al Gandolfo che quale predicatore, destinato a grande celebrità, amava parlare, nel caso di eventi reali e contemporanei, di cose che aveva esperimentato, poco fidandosi di possibili enfatizzazioni esorcizzate dal "passaparola", di maniera che un fatto poteva perdere i connotati originari accrescendosi di fantasie e mistificazioni sì da generare fraintendimenti (in qualche maniera, seppur non costantemente lineare, l'Aprosio nel volume de La Grillaia si pone un quesito nel Grillo XXXII "Se per iscrivere Historie, sia bene, che l'Historico vada alla Guerra" (che da qui si legge integralmente) riportando vari autori pro e contro sul dibattuto tema ma evidenziando quanto Emanuele Tesauro scrisse in merito alla necessità di pubblicare di eventi cui si è realente assistito " Le Guerre del Piemonte, trovan quasi più lingue che Occhi, più Storiografi che Testimonij.... Non è dunque maraviglia, se alcuni libri ne son venuti alla luce ottenebrati da grandi falsità, ò perche gli Autori scrivendo ciò, che non viddero, non Veggono come Scrivono " (pag. 485, Capitolo 42° della Grillaia)]





Domenico Antonio Gandolfo (vedi qui vita ed opere), amatissimo discepolo di Aprosio - che come qui si legge ne scrisse lodandolo al grande Magliabechi - e poi suo successore quale II Bibliotecario della Libraria di Ventimiglia (e non è da dimenticare la cura con cui seguì il maestro ammalato sino alla morte, curandone poi le esequie e soprattutto redigendo quello che doveva essere il
testo per la
lapide commemorativa di Aprosio da sistemare a fianco dell'accesso alla "Libraria"
ma che, per quanto noto, verosimilmente rimase poi solo allo stato di manifesto funebre cartaceo
).
Con il tempo
Gandolfo poi detto il "Concionator" per le sue qualità oratorie (lo si analizzi qui sotto altra prospettiva documentaria), accostatosi ad una nuova temperie intellettuale, dimostrerà che da Nizza a Ventimiglia e Cuneo, per poi estendersi nel Ponente di Liguria, la situazione culturale di detto areale non era povera affatto, come sostenuto abbastanza unilateralmente fino ai suoi tempi.
Tra molte iniziative culturali realizzate, D. A. Gandolfo (che fu grande Sillogista cioè raccoglitore di notizie bio-bibliografiche su Autori dell'Ordine Agostiniano, redattore dei Fiori Poetici dell'Eremo Agostiniano e compositore dell'utilissimo Dispaccio Istorico, Curioso ed Erudito) su una copia dell'
Athenaeum Ligusticum dell'Oldoini (tuttora all'Aprosiana e da me nominato "Oldoini Corretto"), in glosse e parti manoscritte sulle pagine bianche, rivisitò la letteratura ligure, correggendo sviste dell'Oldoini o integrandone alcune mancanze, specie a riguardo del Ponente (senza però escludere scrittori e poeti di Nizza e Mentone, l'area pedemeontana ed altre località della "Liguria Marittima" sin a Savona) =
scorrendo qui solo un parziale
*****************elenco commentato degli autori, locali in senso lato*****************
associato a relazioni gandolfiane con altri eruditi italiani e non, locali e non si evince quanto sia stato meticoloso il lavoro del frate oltre che a vantaggio della Biblioteca intemelia anche a pro dei letterati locali pur se sempre al Gandolfo -atteso l'obbligo ecclesiastico cui non poteva rinunciare di trasferirsi nel Lazio a Genzano e quindi a Roma (ove pur grandi furono i riconoscimenti ottenuti)- procurò dolore -come a suoi amici ventimigliesi e non solo- la mancata istituzione contro alcune vetero opinioni di successivi critici letterari dell'ideata intemelia
"Accademia degli Oscuri"
attorno alla quale si sarebbero dovute coagulare le energie dei dotti locali e del circondario
[in questo contesto, fra molti autori, non si può ignorare la citazione di autori nizzardi = interessante è la figura di Giovanni Francesco Martini di Nizza figlio della poetessa trapiantata a Nizza Camilla Bertelli già amica di Aprosio oltre che del Gandolfo solita far la villeggiatura con il figlio nella località turistica di Latte di Ventimiglia ove sorgeva il Palazzo Episcopale e altri eruditi di nobili famiglie intemelie, e non, solevano villeggiare: l'ambiente era interessante anche perché non troppo casualmente emergevano dal terreno o venivano trascinati sulla spiaggia dal mare reperti di romanità sì da suggerire colte riflessioni sul luogo ma meritevole di una attestazione è altresì il poeta nizzardo Pietro Andrea Trincheri anche se fra tanti di altri luoghi merita un cenno particolare un intimo di Gandolfo, il poeta di Dolceacqua Giovanni Paolo Fenoglio che redasse questo appassionato elogio della città di Ventimiglia.
Ma nemmeno si dimentichino i contatti del
Gandolfo "romano" divenuto Pastore d'Arcadia ed altro ancora con molti eruditi e letterati di varia formazione e pure con parecchi che, a Roma e non solo, furono "Seguaci", anche dopo la di Lei morte, di Maria Cristina ex regina di Svezia ovvero la "Basilissa" come la si sominava e come qui è scritto al Gandolfo e conseguentemente, seppur in modo indiretto e mediato, con Gian Domenico Cassini = cosa che dovette riportare Gandolfo a meditare sul primo maestro del Cassini "Gio.Francesco Aprosio, di Vallecrosa, già Rettore della Parochiale di Vallebuona, quindi su Aprosio e la Biblioteca Aprosiana ove Cassini fu condotto giovinetto a visualizzare la potenza del sapere (Biblioteca di cui divenne poi Fautore -X nome dal basso di p. XXXIX- donando per la Pinacoteca o più esattamente Quadreria della stessa il suo ritratto) sì da esser presto indirizzato tramite Angelico al Collegio dei Gesuiti di Genova per poi formarsi ulteriormente presso lo scienziato G. B. Baliano e quindi perfezionarsi a fianco del patrizio bolognese Cornelio Malvasia in previsione di una reale quanto prestigiosa carriera di scienziato ]
.


****************


CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA "HOME PAGE" DI CULTURA-BAROCCA

























HR>