NELLA FOTOGRAFIA SI VEDONO LE TRACCE DI UN MOLO VENUTO ALLA LUCE A SANREMO ALLA FOCE DEL RIO S. FRANCESCO (AREA DEL COMPLESSO PERMARE): DEL MANUFATTO SI INDIVIDUANO ALCUNE TRACCE NELLA CARTOGRAFIA SETTECENTESCA DELLA REPUBBLICA DI GENOVA MA, DALLA LETTERATURA DELLA DOCUMENTAZIONE ARCHIVISTICA, IL MANUFATTO RISULTAVA GIA' ABBANDONATO E QUINDI INUTILIZZABILE (IL SETTECENTESCO CARTOGRAFO GENOVESE MATTEO VINZONI NEL CLASSIFICARLO NE DETTE LA DENOMINAZIONE DI MOLO VECCHIO E LO GIUDICAVA ORMAI INSABBIATO).
PALESEMENTE NON SI TRATTA DI UN REPERTO ROMANO MA RESTA ANCORA DA DECIFRARE SE SIA STRUTTURA ASCRIVIBILE AL XVI-XVII SECOLO O SE SIA ADDIRITTURA DA RETRODATARE AL TARDO MEDIOEVO, IDENTIFICANDOLO CON UN MODULUM O TIPO DI ATTRACCO. SULLA REPERTAZIONE DI QUESTE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DI ORDINE PORTUALE PERMANGONO COMUNQUE PARECCHI INTERROGATIVI SEMPRE: L'UTILE MANOSCRITTO BOREA CITA IL MOLO DI SANREMO IN MERITO A SUOI AMPLIAMENTI NEGLI ANNI 1618 - 1639 - 1646 - 1648 - 1694 - 1775 - 1786 - 1805 - 1809 - 1810.
PER UN CONFRONTO TEORICO SULLE MODIFICAZIONI DELL'APPRODO DI SANREMO PUO' IN QUALCHE MANIERA CONCORRERE ANCHE LO STUDIO DI QUESTA CARTOGRAFIA PREVINZONIANA
L'INDAGINE SULLA VASTA DOCUMENTAZIONE APROSIANA E SULLE COSTUMANZE EPOCALI INDUCE COMUNQUE A CREDERE CHE PER FAR GIUNGERE SIN AL "PORTO DI SANREMO" IL SUO MATERIALE APROSIO, PIUTTOSTO CHE PERCORRE L'ASPRA LITORANEA, SI SIA ANCHE VALSO, SOPRATTUTTO NEI PERIODI FREDDI O PIOVESI E COMUNQUE DI CATTIVO TEMPO, DELL'APPRODO DI BORDIGHERA: NOTORIAMENTE GLI ABITANTI DI QUESTA VILLA, PER CUI APROSIO PALESO' PARTICOLARE SIMPATIA A PAGINA 43 NELLA SUA BIBLIOTECA APROSIANA, ERANO "MARINARI" DI CABOTAGGIO E PESCATORI DEDITI ANCHE AI TRAFFICI SU SCALA LOCALE E REGIONALE