rip. - inf. Durante

DURANTE Castore (1529 - 1590) nasce a Gualdo Tadino e compie gli studi a Roma all’Archiginnasio della Sapienza. Vive alla corte papale di Sisto V, godendo di gran popolarità per la sua attività di medico, botanico e poeta. L’importante Herbario novo, pubblicato per la prima volta nel 1585, presenta le piante medicinali dell’Europa e delle Indie Orientali ed Occidentali. Ogni descrizione di "nome, forma, loco, qualità, virtù" in italiano e latino è preceduta da una piccola xilografia del celebre incisore Isabella Parasole. Quest’artista fantasiosa, oltre a creare qualche un’ambientazione paesaggistica ai piedi dell’illustrazione delle piante, sa interpretare con originalità la parte descrittiva del Durante: è il caso dell’"arbor tristis" dalla forma umana. Dell’erbario si ripetono molte edizioni, una di queste anche in tedesco.



È conosciuta col nome di Santacroce
l’erba che cura gli occhi dei bambini,
che sana le piaghe e lenisce le ferite;
l’erba che risolve le scrofole e il cancro,
che risana ulcera e canceroma, che lenisce
scottature, che respinge la scabbia e che risolve
anche il morbo che deve il nome ad Impete.
Questa erba riscalda, dissecca, asciuga, purifica, chiarifica,

placa il dolor di denti, del ventre e della testa,
aiuta nella tosse persistente e nelle contrazioni di stomaco;
conferisce a milza e ai reni, anche all’utero
e doma i funesti veleni delle frecce.
Quest’erba giova contro tutti gli accidenti
fa bene alle gengive, concilia il sonno,
riveste di carne le ossa scarnificate
ed è d’aiuto per le deficienze del torace e dei polmoni.

Nessun’erba, anzi, è più potente, nessuna così
eccellente, nei mali di quest’ultimi due.
Quand’era nunzio della Sede Apostolica, nel Paese
Lusitano, ce la portò Prospero Santacroce
per uso e comodo della gente di Roma
perché, prima del tempo, sollevasse il legno antico
della Santa Croce ogni cristiano, di cui oggi
la Repubblica gioisce; e perché questa famiglia illustre

e della nostra salute e dell’anima e del corpo amica,
fosse chiamata della Santa Croce
.

Questo CARME SUL TABACCO DETTO ANCHE ERBA PANACEA fu scritto da Castore Durante e intitolato nella sua versione originale in latino De herba panacea, quam alii tabacum, alii petum, alii nicotinam vocant: VENNE pubblicato nel 1587 ad Anversa dall’editore Gilles Everaerts, come introduzione ad un libro in sedicesimo che raccoglieva testi di medicina, tra cui un curioso studio di botanica di Castor Durante, dal titolo De usu et praxi radicis Mechoacan brevis commentariolus (radici originarie del Messico). Si tratta di uno dei primi testi scientifici sulle piante importate dal Nuovo Mondo. Il libro, ordinato da Jean Bellere (1553-1595), conteneva anche due testi di Galeno (Teriaca a Pisone e Degli antidoti), uno studio di Gerard van Bergen sulla peste e un testo di Jean Jonghe (+1563) sui medicamenti. La scienza del tempo non era concorde sulla tossicità e pericolosità del tabacco, da noi noto anche come erba di Santacroce: si è voluto vedere in questo raro brano un'ironizzazione del Durante sul cardinale Prospero Santacroce che nello Stato della Chiesa aveva forti interessi nel commercio del tabacco.
Anche Aprosio riprendendo queste tematiche affrontò il problema del TABACCO che qui è poi rivisitato scientificamente da un moderno articolo del dott. Pietro Loi
, strutturato proprio sul materiale custodito all'a CBA.