Sarebbe improprio sostenere che Suor Arcangela Tarabotti nel portare avanti la sua "Difesa delle Donne" non abbia conosciuto la paura ma è certo che non si tirò mai indietro = tra tanti avversari e polemisti temeva anche Aprosio "il Ventimiglia" con cui aveva iniziato una discreta collaborazione ma che si era poi irrimediabilmente guastatasi al punto che la donna aveva timore che egli usasse alcune sue confidenze anche epistolari avvalendosi tanto dei rapporti che aveva con il temutissimo Nunzio Apostolico F. Vitelli quanto ancora più vilmente delle delazioni segrete nell'Urna Lignea (ma si sbagliava, per quanto facile da giovane all'ira Aprosio evitò queste meschinità forse per una serie di dubbi che già nutriva sul sistea in auge e che lo portarono anziano a mitigare alquanto sia antifemminismo che avversione all'ormai defunta Tarabotti).
Ma la rottura sul momento era stata violenta e acre e tutto si poteva prevedere e temere: del resto se Aprosio l'aveva calunniata usando un'icona di autore tedesco un modo erudito per dire a tutti che Lei diceva non solo stupidaggini ma che dalla sua bocca fuorisuscivano parole degne d'esser considerate alla stregua di liquame da fogna
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