cultura barocca
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Sarebbe improprio sostenere che Suor Arcangela Tarabotti nel portare avanti la sua "Difesa delle Donne" non abbia conosciuto la paura ma è certo che non si tirò mai indietro = tra tanti avversari e polemisti temeva anche Aprosio "il Ventimiglia" con cui aveva iniziato una discreta collaborazione ma che si era poi irrimediabilmente guastatasi al punto che la donna aveva timore che egli usasse alcune sue confidenze anche epistolari avvalendosi tanto dei rapporti che aveva con il temutissimo Nunzio Apostolico F. Vitelli quanto ancora più vilmente delle delazioni segrete nell'Urna Lignea (ma si sbagliava, per quanto facile da giovane all'ira Aprosio evitò queste meschinità forse per una serie di dubbi che già nutriva sul sistea in auge e che lo portarono anziano a mitigare alquanto sia antifemminismo che avversione all'ormai defunta Tarabotti).
Ma la rottura sul momento era stata violenta e acre e tutto si poteva prevedere e temere: del resto se Aprosio l'aveva calunniata usando un'icona di autore tedesco un modo erudito per dire a tutti che Lei diceva non solo stupidaggini ma che dalla sua bocca fuorisuscivano parole degne d'esser considerate alla stregua di liquame da fogna la Suora non era stata a sua volta affatto diplomatica...anzi... accusandolo apertamente di qualcosa di cui si parlava seppur sottovoce e cioè d'esser Aprosio ...predicatore delle glorie del vino, confessore dei bugiardi e mecenate degli ubriachi...".
Del resto alla colta Suora non poteva sfuggire quanto potessero esser tacciate di eresia le sue opere, specie alcuni scritti rimasti inediti e poi tardivamente ripresi da altri: la complessità delle speculazioni nelle sue opere di Arcangela Tarabotti
dipende soprattutto dallo straordinario urto con una visione intellettuale maschilista che è stata in grado di far convergere l'opinione di Aristotele, il filosofo pagano per eccellenza e per varie postulazioni condivisibile, secondo la cattedrale ideologica della cristianità, in merito all'INFERIORITA' DELLA DONNA RISPETTO ALL'UOMO con le acquisizioni delle varie correnti della filosofia cristiana tenendo conto del fatto che, a monte di ogni riflessione a favore della donna, si poteva sempre ergere lo spettro di EVA (che comunque rimanda a vari aspetti del creazionismo pagano con varie convergenze rispetto alla prima donna creata da Zeus cioè Pandora: causa per curiosità e ribellione ai divieti maschili dei guai dell'umanità).
EVA è infatti nel contesto biblico la donna giudicata rea secondo le Sacre Scritture d'aver violato il comandamento di Dio prescindendo dalla volontà del proprio compagno e semmai "perdendolo assieme a tutto il genere umano"
(nel complesso giudizio formulato sulla Cosmogonia in merito al Creazionismo Biblico poneva Eva e quindi la donna come principale responsabile del "peccato universale" ) in virtù di una persuasione dipendente dall'ostentazione della BELLEZZA e dell'ELEGANZA e soprattutto della VANITA'
(di cui l'aprosiano Scudo di Rinaldo I qui digitalizzato costituisce una summa per quanto sia opera condizionata da tanti e priori scritti misogini di altri autori qui proposti)
elementi tutti di
******SENSUALE PERDIZIONE******
che i moralisti attribuirono istituzionalmente al
FASCINO FEMMINEO
molte grandi figure della Bibbia, specie dell'antico testamento.
Ma la Tarabotti era stata accurata in maniera quasi ossessiva al punto di registrare la debolezza morale e comportamentale di personaggi su cui v'era convergenza ma anche di enzionare con certosina indagine esegetica figure erette ad esempi di biblica rettitudine e saggezza che fu
SALOMONE
cui riconobbe sì d'aver maturato uno dei più eccelsi giudizi sulle donne ma altresì d'aver esternato le sue manchevolezze
(su Salomone cui ha scritto pagine fondamentali note all'Aprosio Cornelio a Lapide all'interno di questa sua opera e di cui si può ammirare qui la splendida antiporta non era proprio per la Tarabotti l'epoca opportuna per dissertare troppo diffusamente specie sottolineandone certe tendenze all'idolatria attesa in particolare la Congiura Centini avverso Papa Urbano VIII da poco organizzata da altri ecclesiastici poi giustiziati che si sarebbero valsi, in base alla fama gradualmente attribuita al Re d'Israele d'aver conosciuto la magia di alcuni suoi supposti scritti, sin al punto che da utilizzare contro il Pontefice quel
testo antico di cabala o Vera Clavicola di Salomone che finì per esser considerato libro proibito di negromanzia e di magia nera).



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