cultura barocca
Inf. Durante

ORIGINALE IN BIBLIOTECA PRIVATA
Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre è stato uno scrittore francese. Ispirato a Robinson Crusoe, di Daniel Defoe, nel 1787 scrisse il romanzo Paul e Virginie, ambientato all'Île de France, l'odierna Mauritius. La storia narra di due bambini cresciuti sull'isola dalle loro due madri, abbandonate dai rispettivi mariti. Le due famiglie vivono unite come in una sola, in mezzo alla natura e nella devozione cristiana. Divenuti adolescenti, i due ragazzi si innamorano, ma la madre di Virginie decide di mandarla a studiare in Francia presso una ricca e antipatica zia zitella. Durante il viaggio di ritorno dopo alcuni anni di dolorosa lontananza, la nave su cui Virginie si trova, fa naufragio a pochi metri dalla riva d'approdo. Lei muore sotto gli occhi del suo amato, pur di non disonorarsi togliendosi i vestiti per nuotare. Paul si dispera e muore di dolore pochi mesi dopo di lei. Li seguono a breve distanza le rispettive madri, i due vecchi servi africani e il loro cane. La storia è narrata all'autore da un vecchio solitario che dice di aver conosciuto di persona i due fanciulli e si offre di raccontarne le tristi vicende.
Prescindendo dal libro che gli procurò fama sulla scorte dell' Enciclopedia Treccani sotto voce si legge = Bernardin de Saint-Pierre , Jacques-Henry: Scrittore (Le Havre 1737 - Éragny, Seine-et-Oise, 1814). Ebbe vita molto avventurosa; a dodici anni intraprese un viaggio alla Martinica; poi studiò (1757) all'École des Ponts-et-Chaussées, chiusa l'anno dopo; quindi seguì la carriera militare nel genio (1760, campagna d'Assia), con la perdita del grado per insubordinazione. Tornato a Parigi, trascorse un periodo come oscuro insegnante di matematiche; si diede in seguito a viaggiare nei Paesi Bassi, Germania e Russia, ufficiale e, forse, amante di Caterina II; a Varsavia; a Dresda; a Berlino presso Federico il Grande; di nuovo in Francia; poi (1768) all'isola Maurizio, tornato dalla quale (1771) si stabilì a Parigi. E qui, come scrittore, allacciò relazioni illustri (soprattutto Rousseau), ottenendo, dopo il Voyage à l'Île-de-France (1773), con le Études de la Nature (voll.1-3, 1784) fama, protezioni e denaro, specialmente con il 4º volume delle Études e cioè con il sopra citato romanzo Paul et Virginie (1787). Luigi XVI lo nominò intendente del "Jardin des plantes", la Rivoluzione professore di morale all'École normale, quindi membro dell'"Académie des sciences morales" (1795); Napoleone, che lo ammirava moltissimo, lo pensionò. Tra gli scritti, vanno ricordati ancora: La chaumière indienne (1790); Voeux d'un solitaire (1790); De la nature, de la morale (1798); il dramma La mort de Socrate (1808); Harmonies de la nature (1815); Vie et ouvrages de J.-J. Rousseau (1820). Di Rousseau egli fu, oltre che amico e compagno, affine anche per certi aspetti del carattere, l'interprete più fedele. B. de St.-P. non vede nella scienza che l'arida manifestazione dell'intelletto, incapace per sé di scoprire la verità; questa si rivela invece al "cuore" mostrandogli un mondo che è tutto bellezza e armonia, opera di un Creatore provvidente il quale lo dispone per il benessere dell'uomo che vive "secondo natura", che fugge, o tende a fuggire, dalle città e dalla società. L'ignorante scopre più verità che il dotto, il "primitivo" e "ingenuo" è più buono che l'uomo di mondo. Tutta questa "filosofia" è esposta con un'arte solo in apparenza negletta, ma studiatissima e raffinata; con un linguaggio a cui l'uso dei termini tecnici e scientifici aggiunge ricchezza e precisione e nelle cui vivide descrizioni si palesa un ricco senso del colore; mentre al sentimentalismo della "Natura" si accoppia il gusto delle rovine, dei sepolcri, del patetico.
Ad integrazione di quest'opera, creando anche un poco di confusione per assenza d'una nota specifica, il Marmocchi, cosa peraltro opportuna, integra l'opera di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre inserendo una vastissima digressione/traduzione in cui riprende parti cruciali dell'opera di un viaggiatore francese che dopo il , visitò il Madagascar e le isole Comore, vale a dire = Leguével de Lacombe, B. F. di cui in Italia non si trovano traduzioni ma solo e in numero limitatissimo esemplari del testo francese Voyage a Madagascar et aux iles Comores (1823 a 1830) / par B.-F. Leguevel de Lacombe ; precede d'une Notice historique et geographique sur Madagascar par M. Eugene de Froberville ; avec un atlas de huit vues et costumes dessines par V. Adam, et deux cartes geographiques, Paris, : Louis Desessart, 1840, 2 volumi con ill. :I volume = Tome 1. - 1840. - IV, 293 p., 1 c. geogr. ripieg.; II volume = Tome 2. - 1840. - 375 p., 9 c. di tav ; 22 cm. [reperti segnalati in base all'S.B.N. al momento in due sole biblioteche: AN0001 ANABA Biblioteca comunale Luciano Benincasa - Ancona - AN (solo il I volume) - TO0767 TO0GF Biblioteca del Museo regionale di scienze naturali - Torino - TO (entrambi i volumi): anche per la lettura del materiale proposto dal Marmocchi il collaboratore di Cultura-Barocca Adriano Maini ha, giustamente segnalato in un suo saggio on line, quanto sarebbe importante che questi lavori di autori in pratica sconosciuti in Italia non abbano fruito, tranne che in merito a quanto fatto dal Marmocchi, di una traduzione completa con la riproduzione delle preziose stampe)



USA LE FRECCE SOTTOSTANTI PER RITORNARE AL FRONTESPIZIO DELL'OPERA