Inf. DURANTE
In questo suo "Grillo" Aprosio (con la scusa di parlare ancora dei "Plagiari") finisce per affrontare temi esoterici connessi all'Unguento Armario e alla Polvere Simpatetica prende a parlare di Johannes Obsopoeus (Opsopoeus) (1556-96) un medico tedesco di fede calvinista che insegnò fisica e la botanica ad Heidelberg.
La sua conoscenza del greco e del latino lo indusse però a pubblicare diversi testi classici, parecchi di natura medica, così come alcune collezioni di oracoli tra cui il celebre suo "Sibyllina" venuto alla luce nel 1589; altre due collezioni vennero poi stampate nel 1599 dopo la sua morte: vedi Caillet III, 8135 ; Ebert 21172; Hoffman III, 396; Graesse VI, 1, 398; Brunet V, 370.
Oracoli vari e soprattutto Oracoli e Libri Sibillini costituivano ancora nel XVII secolo, sulla scia della grande tradizione di recupero erudito del '500, un ambitissimo quanto discusso CAMPO DI INVESTIGAZIONE.
Il termine "Sibyllina" propriamente si riferisce alle profezie emesse dalle Sibille, quasi sempre in forme oscure, comunque tali da dover essere interpretate. Libri Sibillini erano quelli adoperati nella Roma delle origini o dell'età monarchica.
Secondo la leggenda sarebbero stati cquistati da Tarquinio Prisco o da Tarquinio il Superbo, dalla Sibilla Cumana, o da una sua inviata.
Successivamente ampliati da Augusto i Libri si custodirono a lungo nel Tempio Capitolino per poi andare distrutti quando il tempio fu divorato dalle fiamme.
Se ne fece una nuova raccolta che era presente al tempo di Giuliano l'Apostata, ma furono bruciati per ordine di Stilicone.
Oracoli Sibillini erano invece testi diffusi al tempo dello ellenismo e di cui si sono salvati ben pochi frammenti.
Risulta più corposa invece la collezione che ci proviene dall'ambiente ebraico: sono 14 libri composti sulla base di una precedente letteratura profetica pagana, e scritti a fini apologetici o per fare del proselitismo religioso: sono cioè attribuiti alla Sibilla precetti e vaticini che rispecchiano le basi della fede giudaica.
Gli Oracoli sibillini, di matrice letteraria popolareggiante, ebbero larghissima diffusione e subirono continue manipolazioni, soprattutto ad opera di Ebrei e Cristiani.
La tradizione profetica legata al nome della Sibilla durante il Medioevo venne innestata nella prospettiva escatologica cristiana: e fra essi assunse un ruolo di preminenza quelli nominati dalla Sibilla Tiburtina.
Nel XVI secolo queste opere godettero di grande attenzione ad opera degli eruditi ed accanto alla figura di Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes si colloca solitamente quella del teologo savoiardo Sebastiano Castellione (anche Chateillon, Sebastien 1515-1563) celebrato nella storia ereticale del '500 come il primo difensore della tolleranza in un periodo in cui infuriavano scontri drammatici tra le varie confessioni religiose.
Sebastiano Castellione fu anche un pensatore capace di elaborare una visione dell'uomo e del suo progresso verso la perfezione etica guidata dalla Divinità fino all'assimilazione con essa, destinata ad inserirsi nel disegno del pensiero moderno sei-settecentesco.
Anche si adoperò in nome della libertà protestante fu , che aveva tentato di diffondere a Ginevra le idee più liberali: ma non volendo accettare l quell’inflessibilità di pensiero che era caratteristica dei protestanti insediatisi al governo della città svizzera, Calvino lo aveva fatto espellere nel 1554.
In seguito, Castellione avrebbe condannato l’inquisizione calvinista, divenuta ormai l’espressione di un rigore dogmatico per molti versi analogo a quello che si stava imponendo nella Chiesa cattolica. E’ per questo che in una sua opera scrisse sull’inclinazione comune a protestanti e cattolici, a punire con la pena capitale gli imputati di eresia: "……..colui che facilmente condanna gli altri, con il suo stesso condannare mostra che non sa nulla, poiché non sa agire con clemenza, ignora la clemenza….…Ora, mentre gareggiamo negli odii e nelle persecuzioni, di giorno in giorno diventiamo peggiori e non ricordiamo il nostro dovere (occupati come siamo a condannare gli altri), e l’Evangelo ha cattiva fama presso i gentili per colpa nostra. Quando vedono infatti che tra di noi ci facciamo violenza come belve, e che sempre i più deboli sono oppressi dai più forti, detestano l’Evangelo, quasi fosse esso stesso a generare gente simile; e detestano Cristo stesso, quasi egli avesse comandato che accadessero tali cose: onde è più facile per noi degenerare in Turchi e in Giudei che non far diventare cristiani quelli. Chi vorrebbe infatti diventare Cristiano, vedendo che coloro che confessano il nome di Cristo, senza alcuna misericordia sono uccisi dagli stessi Cristiani, col fuoco, coll’acqua e col ferro, e trattati più severamente che alcun ladrone o grassatore? Chi non crederà che Cristo sia un qualche Moloch, o un dio di quella specie, se vuole che gli siamo immolati e bruciati degli uomini vivi? Chi vorrebbe servire Cristo alla condizione che se in qualche cosa, fra tante controversie, si trovi in disaccordo con coloro che hanno potestà sugli altri, venga crudelmente bruciato vivo, per comandamento dello stesso Cristo, anche se in mezzo alle fiamme celebri a gran voce Cristo e a gola spiegata gridi di credere in lui? Immagina che Cristo stesso sia presente quale giudice, che pronunci la sentenza e dia fuoco al rogo: chi non considererà Cristo come Satana?" (Sebastiano Castellione, "Martino Bellio a Cristoforo duca di Württemberg", in "Fede, dubbio e tolleranza", Ediz. La Nuova Italia Firenze, 1960).
Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes fu in qualche modo collegato all'opera letteraria di Sebastiano Castellione come si evince da questi volumi che pubblicò sulla traccia di quanto scrisse
1 - "Sibyllina Oracula de Graeco in Latinum conuersa, et in eadem annotationes. Sebastiano Castalione interprete. ...",
Basileae (Basileae : ex officina Ioannis Oporini, 1546. Mense augusto)
[24, 135 p. ; 8°
- Cors. ; rom.
- Iniziali xil. figurate e ornate
- Segn. a8 b4 A-H8 I4
- Impronta - m-il usnt i:a, PeAp (3) 1546 (A)
-Localizzazioni: Biblioteca Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi - Bergamo
PG0109 - Biblioteca comunale Augusta - Perugia]
2 - "Sibyllinorum Oraculorum libri 8., Addita Sebastiani Castalionis interpretatione Latina quae Greco e regione respondeat. Cum annotationib. Xysti Betuleij in Graeca Sybillina oracula & Sebastiani Castalionis in translationem suam ...",
Basileae : per Ioannem Oporinum, [1555] (Basileae : ex Officina Ioannis Oporini, 1555. Mense Augusto)
[ Descrizione fisica: 335, [6] p. ; 8° -
In front. titolo parallelo in greco
- Segn.: a-x8
- Impronta - t.+, *-n- idt, CiCo (3) 1555 (R)
- Nomi: Chateillon, Sebastien
- Birck, Sixt <1501-1554>
-
Paese di pubblicazione: CH
- Lingua di pubblicazione: lat, grc.
Localizzazioni: PU0206 - Biblioteca di Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino]
3 - "Sibylliakon chresmon logoi okto. Sibyllinorum oraculorum libri 8. Addita Sebastiani Castalionis interpretatione Latina, quae Graeco e regione \ respondeat. Cum annotationib. Xysti Betuleij in Graeca sibyllina oracula, & Sebastiani Castalionis in translationem suam: ...",
Basileae : per Ioannem Oporinum (Basileae : ex officina Ioannis Oporini, 1555. Mense Augusto)
[ 333,3 p. ; 8°
- Nel titolo il numero 8. è espresso: VIII
- Segn.: a-x8
- Le c. b3v-b7r contengono: "Markou Antimachou proeimiou eis tous sibylliakous chresmous", in greco e in latino
Numeri: Impronta - t,*. *-n- idt, CiCo (3) 1555 (R)
-
Localizzazioni: Biblioteca Casanatense - Roma