L'AGRIMONIA (vedila qui sopra in una stampa da "erbario antiquario") è detta scientificamente Agrimonia eupatoria L.
della Famiglia:
Rosacee / Sanguisorbee: è però detta anche in lingua e gergo
"Eupatorio, Erba di S. Guglielmo, Erba del taglio, Agrimony, Aigremoine").
Si tratta di una PIANTA ERBACEA PERENNE
di cui si usano le
FOGLIE se non la PIANTA INTERA
E che come principi attivi contiene:
FLAVONOIDI, TANNINI CATECHICI, OLIO ESSENZIALE, SOSTANZA AMARA QUERCITINA, ACIDO URSOLICO, SILICICO, CITRICO,MALICO, NICOTINICO, ASCORBICO, PREORMONI, VITAMINE K B1.
Il fitonimo agrimonia datato della prima metà del XII sec. deriva dal lat. agrimionia(m), lettura erronea per argemonia, dal greco argemone = "papavero selvatico"].
La flora italiana comprende 25 generi di Rosaceae, con circa 240 specie.
L' AGRIMONIA è presente con 2 specie, una molto rara (Agrimonia procera Walir.) e l'altra, al contrario, piuttosto comune: Agrimonia eupatoria L. che condividono le medesime proprietà medicinali.
Parlando della cioè l'Agrimonia eupatoria occorre dire che ha parecchi
fitonimi gergali:agrimonia, eupatoria, eupatorio dei greci, erba di S. Guglielmo, erba del taglio, erba de andata.
È una pianta erbacea perenne, alta 30-60 cm; il rizoma è breve, verticale. Fusto generalmente unico, cilindrico, con peli sia lunghi che brevi.
Foglie imparipennate a contorno oblanceolato (6-8 x 10-15 cm), con 4-5 paia di segmenti principali (2,5 x 5 cm) e segmenti brevi (5-15 mm) intercalati, la pagina inferiore è più chiara della superiore.
Le foglie cauline sono, in genere, minori degli internodi.
Il fusto termina in un lungo racemo spiriforme (10-30 cm); i fiori sono dotati di un breve pedicello (2 mm), sepali di 1,5 mm, petali gialli (2 x 3,5 mm); gli stami sono 10-20; i carpelli sono 2 (spesso se ne sviluppa 1 solo).
Il frutto è un achenio (3-7 mm) che si sviluppa all'ascella di una brattea divisa in 5 lacinie, l'achenio porta nella metà superiore un anello di aculei uncinati. Fiorisce da giugno a luglio.
L'eupatoria cresce nei prati aridi, negli incolti, lungo i fossi e le strade, in tutto il territorio nazionale, tra 0 e 1500 metri
L'AGRIMONIA vanta una storia antica: già in stazioni neolitiche si sono trovate grandi quantità di frutti di agrimonia, ma non si è ancora riusciti a comprenderne la ragione.
Romani e Greci la usavano per combattere le malattie epatiche, come vulnerario e come antiveleno.
Dal Medio Evo ci giungono notizie di un suo uso molto diffuso, anche se indifferenziato da Verbena officinalis.
Il Mattioli ci narra come sotto il nome di eupatoria autori antichi e moderni considerassero, di volta in volta, specie diverse, sembra anzi che i farmacisti del suo tempo chiamassero in questo modo Eupatorium cannabinum.
I principali componenti della droga ricavata dalle foglie sono: olio etereo, una sostanza amara, eupatorina, acidi organici (salicilico, nicotinico, ascorbico, citrico, malico, palmitico, stearico, oleico, cerilico, ursolico), vit. K, vit. Bl, quercitrina, tannini, fitosterina, alfa-almirina.
Nella pianta e nelle radici fresche è stata trovata una sostanza amara (che non si trova nella droga secca) agrimonolide.
Nella medicina popolare, l'agrimonia viene usata come coleretico e colagogo, nell'insufficienza e nella congestione epatica, nella colelitiasi nelle enteriti catarrali, nelle gastriti catarrali croniche.
Viene impiegata nel reumatismo cronico, muscolare e articolare.
L'uso esterno di questa pianta è consigliato nella cura delle ulcere varicose e come colluttorio nelle affezioni della bocca.
Leclerc considera l'agrimonia come efficace moderatore dei processi infiammatori.
L'estratto acquoso ha dimostrato di possedere effetti antispastici. Si sono ottenuti buoni risultati nelle congiuntiviti (a volte risultati migliori che con l'impiego del cortisone), nelle riniti allergiche e nell'asma bronchiale.
Nelle dermatiti pruriginose, nelle faringo-tonsilliti e nelle stomato- gengiviti, l'agrimonia si è sempre mostrata efficace.
Le proprietà analgesiche della droga si sono dimostrate preziose nelle nevralgie, nelle nevriti, nelle artriti e periartriti.
Sono state sperimentate con successo le proprietà ipoglicemizzanti delle foglie.
Secondo alcuni autori, le foglie di agrimonia svolgerebbero una benefica funzione nelle alterazioni del processo digestivo, facilitando il bolo alimentare e le trasformazioni che esso subisce fino all'escrezione.
Nell'uso di agrimonia non si sono mai notati effetti collaterali sgradevoli e la tolleranza gastrica (anche per tempi prolungati) è sempre risultata buona [parte della documentazione testuale è stata tratta e integrata dalla rivista "Erboristeria Domani", STUDIO EDIZIONI, Schede a cura di Cleo Bonalberti, Adalberto Peroni, Gabriele Peroni].