PER UNA STORIA DELLE FORZE ARMATE
L'ESERCITO GENOVESE: MILITI VILLANI (LA MILIZIA NAZIONALE DI SCELTI ED ORDINARI)

Sino al 1528 Genova utilizzò forze militari mercenarie dislocate solo nel Palazzo del Doge e nei castelli strategici: dal 1529 la Repubblica procedette all'arruolamento di soldati corsi e tedeschi.
Nello stesso tempo Genova, come altri Stati italiani, organizzò una
milizia nazionale non retribuita che affiancasse, completasse o sostituisse le non sempre fidate truppe mercenarie che pur controllavano i punti nevralgici e spesso con scontento delle popolazioni anche angariate e dannificate con razzie.
Il 31-X-1551 fu creato l'Ufficio di Milizia (dal 13-XII-1625 Magistrato di Guerra) di 5 cittadini nobili eletti per 2 anni dai Serenissimi Collegi e dal Minor Consiglio, sotto la Presidenza (1590) di uno degli 8 Procuratori.
"Conoscendosi per esperienza quanto ogni stato sia più sicuro et diffeso dall'armi proprie che dalle esterne e mercenarie" con decreto del 28-VI-1566 si armarono le genti del Dominio e il 10-VII-1572 si pubblicarono gli "Ordini e Previlegi delle Compagnie scelte et ordinarie dello Stato di Terraferma (edito a Genova nel 1641): dagli STATUTI CRIMINALI genovesi di metà '500, e poi dalle aggiunte o RIFORME di tempi diversi (comunque fin a tutto il '600) si ricava che, oltre le armi bianche (dai pugnali alle spade di varia foggia alle picche) un peso enorme per l'efficienza dell'armamento risiedeva nelle
ARMI DA GETTO (VEDI INDICE)
, sia da fuoco che no, sia individuali che collettive, intendendosi con ciò le ARTIGLIERIE.
Tra queste vengono menzionate ARCHIBUGGI, PISTOLE DA RUOTA, PISTOLE DA MIECHIA, BALESTRIGLIE (indicando però in quest'ultimo caso la ormai variegata serie delle balestre: non tanto più quelle a STAFFA che resero famosi i BALESTRIERI GENOVESI ANTICHI quanto balestre moderne, più maneggevoli, nelle varietà che si sarebbero conservate, negli eserciti ma anche nell'utenza civile (per difesa ma pure per atti criminali) della BALESTRA A MARTINETTO e della ancor più comoda, sebbene meno potente, BALESTRA A PALLOTTOLE.
Nel 1598 secondo la relazione Senarega, a parte la milizia urbana di Genova, il Dominio di Terraferma (escluse quindi la Corsica e le colonie) era diviso in 10 colonnellati agli ordini di un Colonnello o Sergente Maggiore, e 126 compagnie, per 35.184 fanti (A.S.G., Ms. Bibliot. n. 117), di "gente tutta colletitia delle Terre e Ville".
Il colonnellato di Ventimiglia nel 1598 era dotato di 32 compagnie > con 11.295 fanti: esso controllava il territorio sino al colonnellato di Porto Maurizio (di 10 compagnie per 2300 fanti).
Dal colonnellato intemelio (1601) furono staccate le 16 compagnie e i 3800 fanti che ricostituirono il colonnellato di Albenga e Pieve di Teco (esistente dal 1586 ma aggregato a quello ventimigliese nel 1598).
I fanti erano di 2 classi: Scelti e Ordinari.
Gli Scelti
, selezionati prima dai Commissari delle Armi e poi dai giusdicenti locali come il Commissario di Sanremo, si reclutavano nel luogo natio tra i "più habili e disoccupati non minori d'Anni 20 ne' maggiori di 60 da descriversi con ordine d'uno per casa".
Andavano a formare compagnie con non oltre 150 fanti, di cui un sesto armati di picca ed il resto moschettieri: erano comandati da un capitano e altri ufficiali nativi del luogo eletti ogni 2 anni dal Magistrato della Guerra: godevano di immunità perché non salariati e preposti alla cura dei confini (collaboravano pure ai servizi di polizia, cui ufficialmente eran preposti i miliziani di Corsica).
Qualche volta abusarono delle immunità ma mai tanto come i soldati a paga dei castelli e delle guarnigioni usi a far danni e razzie.
Gli Scelti potevano girare armati di spada e pugnale, avevano diritto alla dilazione di un mese per saldare i debiti, se non nei casi capitali evitavano la tortura, per delitti lievi avevano la pena ridotta di un terzo, i "picchieri non erano obbligati all'angaria; essi ("se non per furto, assassinio, bestemmia, falsa testimonianza e altri simili delitti") evitavano la tortura mutilante sotto forma di amputazione del naso, delle orecchie o d'altre parti del corpo ed erano esenti dalle pene vergognose della mitria (berretto conico di carta posto sul capo al reo, poi condotto per dileggio in groppa ad un asino) e della scopa (il condannato legato ad una colonna o sul dorso di un asino era flagellato a colpi di scopa).
Gli Scelti esenti dalle guardie ordinarie per li Corsari, banditi, Sanità e simili godevano franchigia d'alloggio di soldatesca nelle loro case a e per ottenere queste, come le precedenti immunita, bastava dimostrassero il possesso delle armi stabilite e segnate col loro nome.
I fanti iscritti nei ruoli ordinari
erano scelti tra uomini dai 18 ai 70 anni habili al maneggio dell'armi, inquadrati in compagnie di circa 200 uomini con un capitano, un alfiere, un luogotenente, un sergente e quattro caporali ogni cento uomini, eletti per un biennio tra i locali dal Magistrato di Guerra: si dovevano provvedere delle armi (a differenza degli Scelti che le avevano a spese della comunità) secondo gli ordini dello Stipendiato (detto anche spagnolescamente Trattenido o soldato esperto, fermato e pagato con 40 lire mensili che doveva istruirli); gli Ordinari avevano il compito di guardare contro li Corsari, banditi, Sanità e simili, tranne il capitano non potevano girare armati, godevano solo della dilazione di un mese per i debiti e dell'esenzione dal taglio di naso od orecchie, mitria o scopa per i relativi reati.
Dagli inizi del 1600, il 24 Aprile (S. Giorgio) e il 12 Settembre (Festa dell'Unione) si teneva per ogni colonnellato la MOSTRA ("RASSEGNA">, con sfilate ed esercitazioni delle compagnie di Scelti ed Ordinari alla presenza di un Deputato del Magistrato della Guerra e del Colonnello o Sergente Maggiore (eletto per due anni dai Collegi e dal Minor Consiglio, con uno stipendio mensile di 80 lire, una casa onorevole ed un servitore a carico della comunita, assistito da un Sergente mensilmente pagato con 15 lire e da un Tamburo dalla paga di 10 lire: i Colonnelli dovevano avere piu di 30 anni, con due di anzianità nel grado di capitano, luogotenente, alfiere o sergente in terra o mare, per Genova o altro Principe).
Nonostante i giudizi poco lusinghieri della relazione Senarega sull'addestramento di queste forze nazionali, nel 1631 Gio. Vincenzo Imperiale visitando le milizie del Ponente quale Commissario, pur riconoscendone la povertà d'armamento, giudicò gli Scelti ottima gente e ottimamente disciplinata (A. G. BARRILI, Gio. Vincenzo Imperiale, ragguaglio del commissariato per la Serenissima Repubblica tenuto in Riviera l'anno 1631 in "Atti della Società Ligure di Storia Patria", XXIX, Genova, 1848).
Galeazzo Gualdo Priorato (Relatione della Citta di Genova e suo Dominio, Colonia, 1668, pp. 84-85) giudicò positivamente gli Scelti: ed in effetti durante gli eventi bellici di Genova del 1625 (celebre nell'area di Triora la vittoria genovese su preponderanti forze sabaude grazie anche all'ausilio dei "Militi Villani", come spesso si nominavano anche "Ordinari" e "Scelti", che secondo una tradizione sarebbe celebrata nel toponimo della frazione Glori), del 1672 (quando in particolare diedero prova di autentico eroismo) e poi del 1745-49 risulta inoppugnabile che gli Scelti si batterono assai meglio dei mercenari tedeschi e svizzeri (per esempio finirono con essere per lo più Scelti, in particolare dell'alta Valle Arroscia, i soldati che andavano a costituire le compagnie paeselle, arruolate in servizio permanente con una paga, nel 1691, di lire 17.7.6 il mese, con la detrazione di 6 lire per il pane, 1.10 per l'uniforme e 7 soldi per la strapunta: le tre compagnie paeselle del 1691, erano composte quasi integralmente da Scelti, ammontanti a 582 soldati, impiegati con altri stipendiati nelle fortezze del Dominio).
In Ventimiglia, al tempo della guerra del 1625 gli 800 Fanti Villani e Plebei , evidentemente Scelti ed Ordinari e per la maggioranza di Vallebona e Camporosso, benché coscritti e quindi in servizio né permanente né retribuito ben si comportarono di rimpetto all'aggressione Sabauda, mentre la Soldatesca pagata, che in tutto erano 240 Fanti... a gran furia s'andarono ad imbarcare su le due Galee... (del generale genovese Giustiniani in ritirata: I Graffiti, p. 162-63, relazione del Vescovo intemelio Gandolfo).
Gli Ordinari si meritano un cenno postumo, ed in particolare quelli di Vallebona che validamente sempre si opposero agli assalti dei Pirati, Turcheschi e no, per XVI e XVII secolo.
Questa abitudine alla disciplina militare valse parecchio ai Villani in diverse occasioni, e certamente a far superare all'interno delle Compagnie di Ordinari o Scelti, in cui furono inquadrati, antichi campanilismi: gli Ordinamenti Militari di Genova più volte rivisti subirono qualche modifica più tarda (vedi qui Sez. II, 2 e R. Musso, Compagnie Scelte e Ordinarie dello Stato di Terraferma in " Liguria ", 53, 1986, I-II) ma alla sua fine (1797) la Repubblica di Genova contava in tali ruoli ancora 30.000 Scelti e forse 50.000 Ordinari, poi entrati nella rivoluzionaria Guardia Nazionale .
La realtà di queste milizie, cioé di una tradizione militare nazionale con reclutamento temporaneo nei luoghi di nascita, giustifica la gran quantità tra i Villani di individui col titolo di capitani: da intendersi comandanti temporanei, non stipendiati di compagnie di Scelti od Ordinari, che conservarono nell'onomastica la qualificazione del grado ricoperto (con terminologia recente: riservisti od ufficiali della Riserva).






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La Guerra di Successione al Trono Imperiale finì anche per essere una palestra di tecnica militare, quasi per una funesta previsione dei grandi moderni conflitti che entro 50 anni avrebbero devastato l'europa. In questa immagine si riconosce un efficace rinnovamento della tecnica di tiro coi fucilieri disposti su tre file che sparavano una alla volta, sì da dare ai commilitoni delle altre file il tempo di ricaricare le armi: l'espediente si rivelò molto efficace perchè finì per opporre, specie alla temuta cavalleria, un fuoco continuo e quasi insormontabile, se non a prezzo di pesantissime persite (immagine tratta da un volume francese settecentesco, ad uso dell'addestramento dei reggimenti di fucilieri.


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La MASCHERA DEL BOIA (seppur in formato diverso) era diffusa in tutta Europa per rendere inconoscibile l'esecutore di una sentenza capitale: nel Genovesato il carnefice era libero di indossare una maschera o, alternativamente, di indossare un cappuccio ad uso degli aderenti alle Confraternite religiose.






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PAOLO GIACOMONE PIANA in un saggio esemplare edito sulla rivista "LA CASANA" (4/1999) dal titolo "1743-1748 l'esercito della 'Repubblica' e la rievocazione del Reggimento Bembo" porta un contributo non indifferente alla conoscenza dell'operato dell'esercito di Genova durante la GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO IMPERIALE D'AUSTRIA di metà XVIII secolo che, come si è dimostrato in un recente VOLUME influenzò notevolmente il PONENTE LIGURE trasformando soprattutto l'AGRO VENTIMIGLIESE in un contrastato CAMPO DI BATTAGLIA
GENOVA intervenne nel CONFLITTO solo dopo molte valutazioni e preoccupazioni: la ratifica dell'entrata in guerra avvenne con il trattato di Aranjuez del primo maggio 1745 allorquando la Repubblica assunse l'impegno di spedire in Lombardia un contingente di diecimila uomini destinato ad integrare le forze alleate di Napoli, Francia e Spagna.
La situazione militare genovese poco prima del conflitto non era certo brillante: l'esercito contava appena 6000 soldati (in massima parte impegnati a controllare la malsicura CORSICA) divisi in 10 BATTAGLIONI che prendevano NOME dai rispettivi COMANDANTI: di questi 6 BATTAGLIONI erano "italiani", due composti di soldati reclutati in Corsica e altrettanti formati con truppe mercenarie dette "oltremontane" (precisamente un BATTAGLIONE TEDESCO e un BATTAGLIONE SVIZZERO del Canton dei Grigioni).
Le forze risultavano poi integrate da 3 COMPAGNIE OLTREMONTANE che operavano per servizi specifici.
Una detta delle GUARDIE DEL REAL PALAZZO garantiva la protezione del PALAZZO DUCALE ed era costituita da 50 ALABARDIERI che fungevano da scorta per i membri della SIGNORIA.
Delle altre due COMPAGNIE una era TEDESCA ed un'altra ancora composta di mercenari SVIZZERI (del Cantone di Friburgo) che biennalmente si sostituivano nella custodia delle PORTE DELL'ARCO A S. TOMMASO.
Le FORZE REGOLARI risultavano poi integrate dalle truppe a reclutazione locale, quelle dei MILITI SCELTI che avevano dato prove diverse del loro valore anche in dipendenza dell'efficienza dell'armamento messo a disposizione.
Esisteva poi -come annota sempre con estrema precisione il PIANA- il CORPO DEI BOMBARDIERI cui spettava tanto la gestione delle GRANATE quanto delle ARTIGLIERIE: i BOMBARDIERI sostanzialmente formavano una COMPAGNIA ma essendo considerati degli ARTIGIANI non risultavano soggetti alle leggi militari.
Viste le esigenze della GUERRA la Repubblica compì lo sforzo di una militarizzazione accelerata sì ampliare l'esercito nel 1745 fin ad un numero globale di 15.000 soldati.

I vecchi BATTAGLIONI vennero peraltro ristrutturati ufficialmente in forma di REGGIMENTI : anche se quest'ultima terminologia non era certo sconosciuta tra le forze armate.
Furono peraltro creati due nuovi REGGIMENTI che presero nome di LIGURIA e di REAL STATO che non erano ascritti fra le FORZE GENOVESI DEL 1745 mentre compaiono in quelle dell'ESERCITO RIORGANIZZATO DEL 1746: essi erano composti da soldati liguri e comandati esclusivamente da ufficiali che provenivano dal patriziato di Genova.




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