cultura barocca
Inform. di Bartolomeo Ezio Durante Foto anteriore al 31/VII/1951 = ingresso alla scuola (nella parte superiore) non si vede ma era all'estrema destra dell'immagine per chi osserva

Grossomodo 40 anni fa (quaranta e più anni fa!...che nostalgia...anche per la giovane età, essendo commissario interno, il Presidente di Commissione Giuseppe Bestagno alla riunione preliminare mi scambiò per un allievo in qualche modo intrufolatosi!), in un tiepido autunno del 1975, il Liceo Scientifico di Ventimiglia, già semplice sezione staccata del grande Vieusseux di Imperia divenuto autonomo ottenne la sua attuale nominazione: già v'era il suo primo preside l'italianista Prof. Oreste Allavena, che mi fu insegnante al liceo classico Rossi di Ventimiglia, ed un segretario, il bravo e compianto poeta dialettale Giannino Orengo che assunse la carica amministrativa ufficiale avendo come collaboratore il buon Squizzato, che già v'era e che in un certo modo, anche per la costante disponibilità, era diventato "leggenda". La scuola non era nell'attuale prestigiosa sede, ma qui come sopra si vede e si intuisce in una foto di molti anni prima = stava, come si soleva dire, e non senza una casuale ironia, "sopra il Mercato dei Pesci" (al terminale occidentale dell'allora fiorente Mercato dei Fiori) che, in forza della logistica, occupava il piano terra. I locali della scuola, cui si accedeva da un portale non visibile nell'immagine proposta, ospitarono dapprima un'altra sezione staccata, quella dell'"Istituto per Ragionieri", a sua volta sede staccata del Colombo di Sanremo ma destinato, per il rapido incremento degli allievi, ad ottenere una sua vera e propria nuova sede al Centro Studi di Ventimiglia: contestualmente, man mano che la "Ragioneria" si staccava da questa sede per la nuova, i locali pervennero allo "scientifico" ancora anonimo: ricordo bene tutti, allievi e colleghi, compreso l'anziano preside Lonardi uomo sofisticato e colto, dal modo di fare ottocentesco. Ero giovanissimo quanto fortunato, dati anche i tempi, mai avendo conosciuto il vero e proprio precariato...ed avevo già un buon rapporto con l'ambiente: in quel giorno d'autunno del 1975 si doveva, ad opera del Collegio dei Docenti, decidere il nome da conferire alla nuova scuola di Ventimiglia...io, in verità, non avevo preferenze ma altri sì e, forse non a torto, si cercava un nome in relazione al corso di studi, quindi il nome di un "patrono laico, per così dire scientifico". Sarebbe stato quasi naturale scegliere quello del grande astronomo Cassini, ma esistevano in zona già altre scuole prestigiose! Si sparse quindi la voce di conferire alla scuola la titolazione "Einstein" ed i più, tra i colleghi, erano concordi su ciò: anche per me andava benissimo intitolare l'Istituto al grande fisico e matematico tedesco!
Ma a quel giorno di decisioni da prendere faceva già da contraltare una piccola quanto curiosa "preistoria"!
Il Preside Allavena (cultore e studioso di storia locale oltre che, al tempo, acclarato e premiato studioso di Pirandello e Leopardi = si vedano le sue opere sul catalogo del Servizio Biblioteconomico Nazionale) giorni prima mi aveva convocato nel suo uffico e mi aveva detto:"...ho visto che ti sei laureato a Genova con una tesi su Ventimiglia Romana, ma che hai anche dato esami con Franco Croce Bermondi illustre studioso del Marino e di conseguenza del nostro ventimigliese Aprosio, che partecipò alla polemica Stigliani-Marino....". Non seppi sul momento dove volesse andare a parare: era vero quanto da lui detto ma io mi ero laureato con una tesi su "Ventimiglia Romana"!. Obbiettai con siffatta considerazione e sul fatto che, seppur languidamente, frequentavo ancora il "Perfezionamento post laurea in Storia Romana". La mia risposta era però caduta nel vuoto ed il Preside continuò con qualche considerazione su cui doveva aver riflettuto: "....Se hai studiato sui 'Tre momenti del Barocco Italiano' del Croce Bermondi, sul Marino e sullo Stigliani avrai per forza letto anche di Aprosio e della sua partecipazione alla disputa...e qualche cosa, se ti conosco, pur avrai approfondito". Risposì di sì, aggiungendo comunque che Aprosio era descritto in maniera sostanzialmente negativa dal celebre docente universitario: qual stanco e petulante continuatore di una contesa letteraria in fondo ormai morta o quasi, un tardo-marinista-ortodosso senza grosse valenze e/o novità come scritto nel libro menzionato!
"Non ti parlo per questo -aveva soggiunto il Preside- qua oramai quasi tutti hanno espresso l'intenzione di nominare, in occasione di uno dei punti del prossimo Collegio, ad Einstein la scuola, cosa rispettabilissima per carità, ci mancherebbe altro!, ma se invece, contro certe abitudini dell'oggi, valorizzassimo un nostro concittadino? e non per queste polemiche che hai menzionato ma per aver eretto qui a Ventimiglia una grande biblioteca! la prima pubblica in Liguria! [ed ora come qui si legge ampiamente in pieno recupero, traformazione e modernizzazione]". L'affermazione mi colpì anche se trovai ancora delle obiezioni da fare. "Sì certo....ma il Liceo è scientifico e in definitiva Aprosio era un letterato, coinvolto soprattutto in dispute letterarie". La mia conoscenza era piuttosto ingessata entro gli studi fatti, in cui i molteplici interessi aprosiani erano in effetti repressi nel solo contesto letterario, anche per una globale trascuratezza del periodo barocco ed in particolare del suo operato.
"Ma all'Aprosiana vi son anche parecchi libri scientifici, ed anche se non l'ho mai approfondita come avrei voluto so che, per esempio, Aprosio fu amico di Gian Domenico Cassini [N.d.R. = il cui primo maestro fu G. F. Aprosio di Vallecrosia e Rettore di Vallebona che lo portò a visitare la Biblioteca Aprosiana e le sue opere di astronomia-astrologia ]e che lo raccomandò allo scienziato genovese Baliano o Baliani ponendo le basi per un'ascesa incredibile. Credo che con qualche indagine potresti trovare altri collegamenti, interessi aprosiani con scienza, matematica, opere naturalistiche ecc. ecc. e tutto questo sarebbe assai giovevole per l'intitolazione a tal promotore culturale d'una scuola, sia ad indirizzo umanistico che letterario".
Non avevo potuto trovare altre contraddizioni a questa ultima affermazione del Preside, la cui competenza sul tema mi prese come suol dirsi "in contropiede", ed, alla fine senza ritrosie od ipocrisia di facciata ma apertamente lusingato della fiducia ripostami, avevo accettato l'incarico non senza raccogliere con attenzione il suo ultimo avvertimento "....Fammi un favore, una relazione sui molteplici interessi, anche scientifici dell'Aprosio....stendi quanto potrai e saprai fare entro un rendiconto abbastanza vasto, con le dovute note bibliografiche: magari riusciamo a far conferire il suo nome alla scuola!".
Le motivazioni, connesse all'originalità e in qualche maniera all'"amor cittadino", mi erano parse, benché genovese trapiantato a Ventimiglia, inoppugnabili e in qualche modo lodevoli!
Le documentazioni non me le procurai all'Aprosiana, che colpevolmente all'epoca conoscevo ben poco, ma a Genova in un contesto di relazioni culturali maturate sia alla Biblioteca universitaria che nei diersi Istituti Universitari in cui meglio ero conosciuto: integrai quanto sapevo in forza, e qui non posso far a meno di menzionare quella grande studiosa di biblioteconomia oltre che di storia romana, che fu la mia ex docente
Angela Franca Bellezza poi destinata a primeggiare nel contesto delle celebrazioni per il trecentenario della morte di Aprosio del 1981 [si veda qui dal volume citato -di cui qui è l'indice degli autori e dei saggi- l'integrale digitalizzazione del suo contributo = Angela Franca Bellezza, Fra classici greci e latini al tempo dell'Aprosio: il contributo della tipografia]: fu grazie a lei che appresi come Aprosio, grafomane certo ma anche promotore culturale, ebbe contatti con uomini di ogni formazione culturale, sia letterati che collezionisti che, ancora, esponenti sia della Scienza Aristotelica che della Scienza Nuova al punto di raggogliere gli scritti dei suoi poliedrici corrispondenti nell'epoca napoleonica con l'operazione Prospero Semino/-i portati da Ventimiglia a Genova nel progetto di un'istituenda Biblioteca centrale Ligure e, quindi, con la Restaurazione andati a costituire l'immenso Fondo Aprosio nella Biblioteca Universitaria di Genova [allora non sapevo che da lì sarebbe sorta la mia "deviazione culturale" dalla Storia di Roma e da Albintimilium - che pure non dimenticai e su cui scrissi variamente- per specializzarmi nel contesto della Cultura del '600 giungendo a editare una serie di interventi sugli interessi scientifici aprosiani, senza escludere un'edizione critica delle Lettere del Redi].
Con l'aiuto di varie persone, che qui sarebbe lungo nominare, realizzai quanto richiestomi, persino con un certo anticipo e la relazione, che il Preside -dandomi un attestato di stima notevole- neppure volle supervisionare, fu letta tra l'apprezzamento generale e, riconosciutane la novità, fa avallata all'unanimità del Collegio, facendo sì che da allora l'anonimo Liceo Scientifico di Ventimiglia prendesse nome attuale di "Liceo Scientifico Angelico Aprosio".
Fui orgoglioso di quel piccolo successo, ignorando ancora l'input che mi avrebbe dato sul tema [inaugurai le celebrazioni aprosiane del 1981, quindi fin a tempi recentissimi -con Delibera di Giunta sotto l'amministrazione Lorenzi essendo delegato alla Cultura l'appassionato e colto Gaspare Caramello fui nominato "consulente scientifico della Biblioteca Aprosiana", attività non priva di grandi soddisfazioni ed il cui apice -forse- si raggiunse, come qui si legge in lettera ufficiale di complimentazioni, con l'assegnazione alla stessa del prestigioso premio "Anthia" in forza dell'impegno culturale e delle pubblicazioni snodantesi tra i "Quaderni dell'Aprosiana" Vecchia e Nuova Serie per giungere alla nominazione di "Aprosiana" censita da "Italinemo-Riviste di Italianistica nel Mondo" tra le principali riviste scientifiche sul barocco (nel contesto di queste operazioni culturali non si possono certo sottacere le scoperte dell'amico ispanista Mario Damonte (che individuò all'Aprosiana una variante delle Obras di Gongora) e di Anna Maria Mignone che scoprì un inedito del poeta iberico Juan Pablo Rizzo
) = dopo le sontuose celebrazioni del 2007 per il quattrocentenario della nascita di Aprosio cui variamente partecipai -contestualmente al pensionamento- lasciai l'incarico di Consulenza Scientifica sotto l'amministrazione del Sindaco Gaetano Scullino pur in rapporto a trasformazioni che (andando incontro ad alcune cautelative aprosiane -non escluse sanzioni di ordine religioso- a tutela della "Libraria", purtroppo variamente oltraggiata nei secoli) a rigor di logica ed intenti dovrebbero e potrebbero acclarare le finalità culturali della Biblioteca di Ventimiglia].
Eppure, alla luce delle acquisizioni oggi assimilate- riguardo della nominazione del Liceo Scientifico di Ventimiglia oggi, forse, non farei la stessa cosa: Aprosio ha già parecchie titolature in loco, a prescindere dalla Biblioteca a lui giustamente intitolata: oggi, alla luce di altre assimilazioni, per colmare un vuoto caldeggerei un'altra nominazione quella del parimenti grande II Bibliotecario dell'Aprosiana quel discepolo di Aprosio Domenico Antonio Gandolfo "il Concionator" e grandissimo sillogista di autori agostiniani (purtroppo poco e mal studiato, anche da Girolamo Rossi che pure deteneva documenti rilevanti sul personaggio) che, pur nell'ammirazione per il Maestro, ne differì in quanto a postazione culturale di modo che, pur mai trascurando l'operosità aprosiana e le relazioni sia con letterati che scienziati fu decisamente più interessato di Aprosio, a riguardo della Biblioteca Pubblica, quale un polo di attrazione e concentrazione degli autori locali verso cui, come si vedrà in altri interventi e tutto ciò anche in dipendenza di una distinta formazione culturale connessa in particolare ai rapporti del II Bibliotecario con le scuole di Maurini, Trappisti, Mechitaristi

Qualcun altro provvederà...io fui e son soddisfatto di quanto fatto: una piccola traccia del mio passaggio è rimasta...erano altri tempi e, nonostante la possibilità di rimanere al Liceo di cui qualche nostalgia mi ha accompagnato nella vita, scelsi dall'anno dopo la solida cattedra di Italiano e Storia presso l'allora ben più grande in totale espansione -rispetto ai Licei e contro l'attuale tendenza panitaliana- date anche le congiunture epocali, Istituto per Ragionieri "Enrico Fermi" (in seguito rinunciando - dopo l'imposizione del Provveditorato e grazie all'ausilio del mai dimenticato Preside del Fermi Prof. Vinicio Maccario - con estremo stupore del buon preside del Classico Prof. Cormagi -in tempi di carenza di docenti vincitori qual ero di concorso ministeriale romano abilitati anche in greco- di passare al suo istituto attesa la carenza all'epoca di titolari di italiano, latino e greco) ove nel 2006 si è conclusa la mia sostanzialmente felice e fortunata attività di docente nei trienni superiori.

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