PROCESSO DI DIVISIONE TRA VENTIMIGLIA E "OTTO LUOGHI"

La questione legale della Divisione per l'economico di Ventimiglia e Ville in due aree distinte con autonomia per gli introiti tramite la pressione fiscale, per esemplo delle Gabelle, e per gli obblighi verso Genova parve lunga e controversa.
L'analisi cronologica degli eventi rende possibile l'inquadramento storico corretto dei diversi momenti, attimi e situazioni che in Ventimiglia, Ville e Genova determinarono la formazione della Magnifica Comunità delle Ville l'atto effettivo di riconoscimento si dovrebbe, per quanto leggibile, riconoscere nel dì I del Febbraio 1686 quando dalla Signoria genovese furono approvati i Capitoli di Separazione mentre il massimo momento morale si ebbe il 21-lV-1686 con la stesura dei Capitoli del buon governo.
A meno che non vi siano altre segnalazioni gli atti risultano commentati da Lanfredi notaio i cui documenti di trovano nella S.A S.S.c 2-24 recto-verso
I - 1682 14 Dicembre Camporosso - supplica della Villa di Camporosso di separarsi per l'economico da Ventimiglia, ferma restando l'unita politica del Capitanato (Documento originale introvabile, edito da Rossi SV 251-52 e recentemente Ceriolo - Verrando cit. p 231.
2 - 1683, 11 Febbraio, Genova = decreto senatoriale per la separazione delle Ville, rispetto all'" economico " da Ventimiglia, con capitoli istruttori per la regolamentazione della divisione, carichi, obblighi e introiti. Rossi, S.V., p. 252, già in Storia della Città) di Ventimiglia, I edizione, p. 243-44. Introvabile come le petizioni di divisione sicuramente inoltrate da tutte le Ville data la forma e struttura del decreto.
3 - 1683, Domenica 28 Febbraio nella " casa pubblica " di San Biagio = Coadunati gli Agenti e Consoli di S. Biagio e Soldano accettarono la divisione per l'economico da Ventimiglia cd avendo diritto, con Vallecrosia, ad eleggere un proprio deputato per realizzare la divisione, elessero per tale il Rettore della Chiesa di S. Biagio Antonio Aprosio. Stesso giorno in Vallecrosia al " doppo pranzo " gli ufficiali di Vallecrosia si associarono alle operazioni dei rappresentanti delle altre due Ville (rogito notaio Gaspare Noaro al 28-IL-1686 in Sezione Archivio di Stato di Ventimiglia).
4 -1683, Giovedì 4 Marzo, Bordighera, Oratorio di S. Bartolomeo> Accettazione della divisione per parte degli uomini di Bordighera, dei quattro deputati alla causa di divisione elessero per il proprio Benedetto Gerbaldo. Risultano introvabili le accettazioni di Camporosso (che ebbe titolo a un proprio deputato) e quelle di Vallebona, Sasso, Borghetto (che congiuntamente ebbero titolo ad un altro deputato) (Rogito Noaro al 4-ILI-1683 in S. A.S.V.).
5 -1685, 17 Novembre, Soldano, Contrada Maggiore, nomina di Procuratore per la causa di Divisione e la stesura di Capitoli (quelli del 21 Aprile 1686) della Comunità delle Ville: venne eletto il Capitano Andrea Maccario Sindaco di Camporosso.
In questo caso pare trattarsi di un " Ufficiale di Maggior Sfera ": secondo il " Regolamento militare " redatto " dal Colonnello Erchisia, approvato dal Magistrato Eccellentissimo di Guerra il 3 Febbraio 1710 ".
Il Colonnello comandava un Reggimento composto da più Compagnie comandate da Capitani con Ufficiali subalterni (Alfiere, Tenente, Sottotenente) e sottufficiali (Sergente, Caporale) e soldati.
Il Sergente Maggiore era un grado di " Maggior Sfera " equivalente a quello odierno di " Maggiore o Tenente Colonnello ".
Il Capitano Andrea Maccario era quindi un personaggio di un certo rilievo ma da non confondersi col Capitano di Ventimiglia che, come scrisse il Vinzoni, era un Nobile di Genova e svolgeva primarie funzioni giurisdizionali " La sua Giurisdizione sotto il nome di Capitaneato viene governata da un Nobile annualmente eletto dalla Repubblica col salario di Lire 1316,16,8, che nei casi gravi e soggetto al Governatore di San Remo " ("Atlante cit.") Vedi: "Lorenzo Maria Zignago", "Istituti et ordini militari della Serenissima Repubblica di Genova...", Genova, per il Casamara. 1710 "passim".
Soldano è detto " Luogo ", poi " Villa " ma anche " Università " quale insieme di persone: più " Università " formavano una " Comunità" elogiativamente ma spesso senza decreto detta " Magnifica " per cui dalla divisione della " Magnifica Comunità di Ventimiglia e Ville " si ebbero la " Magnifica Comunità di Ventimiglia e Sobborghi" e la " Magnifica Comunità delle Ville ".
I primi cittadini di Soldano erano i due Sindaci cd i 4 Agenti preposti alla rappresentanza cd alla cura della cosa pubblica, salvi i diritti delle autorità e del Parlamento di Ventimiglia.
Questo " pubblico parlamento " non può fungere, come anche quelli degli altri borghi, quale indice statistico; per deliberare bastavano i voti del più dei due terzi dei capi di famiglia o fuochi (come in questo e negli altri casi, con i convenuti che si definirono " la parte più numerosa e morale più sana della Collettività "): i dati sono quindi solo informativi.
Risultarono presenti 37 capifamiglia (quindi per 37 famiglie o fuochi) con la seguente percentuale di cognomi (con le varianti dai cognomi latini qui italianizzati) 12 Anfosso, 10 Amalberti, 10 Conte, 3 Soldano, 1 Guglielmi, 1 Maccario (per un totale teorico, dimensionando a 4 unita base ogni " fuoco, di 148 individui; si tratta per6 solo di un numero superiore al due terzi dei " fuochi ", che nel 1629, come visto, erano 43 per 181 anime, cosa che farebbe comunque ipotizzare un incremento demografico). (Rogito Giuseppe Maria Maccario notaio, anno 1685, n. 406, cartula rio in Sez. Archivio di Stato di Ventimiglia).
6 -1685, 17 Novembre, San Biagio, Pubblica Piazza: elezione di un Procuratore nel Cap. Andrea Maccario. [Rogito G. M. Maccario, 407, S.A.S.V.].
San Biagio è detto " Villa, Luogo, Università " retta da un " Priore " coadiuvato da un " sotto priore, consiliere e 5 consilieri ".
Tenendo conto che il " verbale " del " parlamento " del 1685 comporta la presenza di una rappresentanza di capi famiglia di due terzi, o superiore al due terzi del totale si dovrebbe sostenere un notevole incremento demografico del Luogo, visto che il censimento del 1629 registrava " in tutto " 63 famiglie o fuochi cd al 1685 sono calcolati 68 fuochi, in teoria i due terzi esatti del totale (e da precisare che la dicitura " superiore al due terzi " è solo tecnica: sarebbe stata usata anche in caso di una possibile se non probabile partecipazione plenaria).
Comunque San Biagio ebbe un buon incremento demografico a fine '600, tanto da superare Vallecrosia sotto tal profilo: fu però ascritta con Soldano e Vallecrosia in un'unita amministrativa demograficamente equiparabile a Bordighera, Camporosso e da Vallebona, Borghetto e Sasso.
Ecco, in comparazione numerica, i cognomi registrati: 24 Maccario, 18 Amalberti, 13 Biamonte(-i), 6 Croese(-i), 5 Molinari, 2 Laura.
7 -1685, 18 Novembre, Sasso " davanti alla Chiesa", Procura per divisione e Capitoli, al Capitano Andrea Maccario (eletto all'unanimità).
Sasso è detto " Villa ", " Luogo " cd " Università "; capi-luogo sono 2 " Priori " e 1 " Sottopriore ".
Attestanti 11 Capi famiglia (per altrettanti "fuochi"): 4 cognomi Palanca-Pallanca, 4 Taggiasco, 3 Toscano. Il numero dei " fuochi ", cioè 11 e in teoria solo superiore al due terzi del totale, risulta già superiore al 9 fuochi del 1629: quindi vale per incremento demico (Rogito G. M. Maccario Notaio, anno 1685, n. 451, cartulario in S.A.S.V.).
8 - 1685, Domenica 18 Novembre, Bordighera = " proposizione di nomina di un procuratore per trattarsi la causa di divisione per l'economico da Ventimiglia davanti al Senato genovese o al Magistrato delle Comunità, mancandovi accordo nonostante l'opera del Commissario Pietro Grimaldo, e per la redazione dei capitoli comunitari ".
Ad istanza degli Ufficiali di Bordighera letta ad alta voce ad oltre i " due terzi " degli uomini di Bordighera (numero legale necessario per ratificare pubbliche operazioni) adunati nell'Oratorio di S. Bartolomeo, e approvanti. Si noti in fine documento come i Procuratori, rappresentanti ville diverse, dovessero " procedere di perfetto accordo " indice di un conseguito spirito comunitario.
Risultarono Ufficiali di Bordighera Paolo Gerbaldo, Gerolamo Rollando, Bartolomeo Rainero, Giacomo Molinari, Bernardino Moraglia, (meglio detti " Agenti e consoli del luogo ") le espressioni notarili per l'istanza, la lettura e l'approvazione sono qui sottese per la lunghezza e relativa valenza documentaria (Rogito notaio Gaspare Noaro al 18-XI-1685 in S.A.S.V.). Eletto procuratore per Bordighera Bartolomeo Moraglia padre del Sindaco Bernardino. Il " borgo murato >, di Bordighera, in decisa ascesa demografica e socio-economica, finì collo svolgere un notevole ruolo tra le Ville dal XVIII secolo.
Praticamente " Città " quando, tra il 1773 e il 1787, si parlò di nuovi assalti di Pirati, Bordighera ottenne da Genova una batteria di cannoni per armare il " Capo della Ruota " e il " Capo S. Ampelio ", cui furono tenute a concorrere le altre Ville che, non egualmente armate, si giudicarono penalizzate definendo Bordighera " novella rapace Ventimiglia " e ventilando un'ulteriore proposta di " separazione " come in I Pretesti eccitati per parte della Magnifica Comunità della Bordighera all'effetto di non proseguire nel sostentamento delle spese dei cannoni..., Genova, per il Caffarelli, 1787.
Poi, i rapidi eventi generati dalla Francia, prima rivoluzionarie quindi espansionistica, fecero dimenticare quella questione: avrebbero anzi travolto la " Comunità delle Ville " il cui Parlamento, per quanto noto, conobbe questo solo serio momento di discordia: I Graffiti cit. p. 178, nota 10. Sull'evoluzione di Bordighera da borgo a città vedi Ceriolo-Verrando cit. passim.
N.B. " il notaio Noaro a differenza del collega Maccario che curò le Procure delle altre Ville non registrò i nomi dei Capi-casa ma solo quello dei dirigenti locali, per cui non è riproducibile un sondaggio sulla popolazione e sull'onomastica ".
9 - 1685, 18 Novembre, Vallebona " Pubblica Piazza ", nomina Procuratore per Divisione e Capitoli (Rogito G.M. Maccario, 1685, n. 410 in S.A.S.V.). Vallebona e detta " Luogo " o " Villa " cd " Università " l'insieme della popolazione.
Vi risultano quali autorità un " Priore " cd un " sotto Priore " con 2 " Agenti " e 2 " Consoli " = " Priori " anche detti altrove " Sindaci ".
Si ascrissero per deliberare in parlamento oltre i due terzi di capifamiglia per 51 " fuochi " con la seguente percentuale di cognomi: 21 Guglielmi, 6 Biancheri, 4 Arnaldi, 4 Pallanca, 4 Rossi (Rubeus), 2 Allavena, 2 Gazano, 2 Leone, 2 Viale, 1 Luppi, 1 Taggiasco, 1 Toscano più 1 cognome indecifrabile (calcolando di 4 unita il fuoco o famiglia rappresenterebbero 204 persone cioè più dei due terzi della popolazione globale; mentre risultavano al censimento del 1629 148 famiglie per 538 residenti).
Eletto Capitano Andrea Maccario.
10 -1685, 18 Novembre, Borghetto, Chiesa - Oratorio, S. Nicolò - Beatissima Vergine, nomina del Procuratore Cap. Andrea Maccario.
Rappresentanti del Luogo od Università, per oltre i due terzi dei capifamiglia, 3 Ufficiali o Sindaci. Risultano attestati 25 capi famiglia per altrettanti fuochi con la seguente percentuale di cognomi: 17 Biancheri, 2 Pallanca, 2 Sicardi, 1 Aprosio, 1 Anfosso, 1 Cassini,1 Viale [Rogito notaio G. Maccario 1685 a data, n. 409 in S.A.S.V.].
11-1685, 18 Novembre, Vallecrosia, Pubblica Piazza, Procura al Capitano Bernardino Lamberti presente e accettante (Rogito G. M. Maccario notaio, 1685, n. 408, in S.A.S.V.).
Vallecrosia, " Luogo, Villa e Università ", risulta guidata da 7 capi-luogo, indifferentemente nominati Sindaci e Consiglieri, ma i Sindaci erano sicuramente solo due, i primi nominati nell'elenco: Capitano G. B. Aprosio e Francesco Aprosio.
Dal registro dell'avvenuto " parlamento " si ricavano, per il 1685,61 " fuochi ", due terzi o più dei due terzi del totale insediativo-demografico: in teoria attestanti un incremento demografico rispetto al dati del censimento del 1629 laddove i due terzi del globale di 74 fuochi sarebbe stato di 49-50 nuclei. Risultano i seguenti cognomi: 32 Aprosio,9 Lamberti,7 Cassini, 6 Curti,4 Soldano, 2 Sismondi, 1 Conte.
Particolarità di Vallecrosia è quella di aver scelto un procuratore diverso da quello delle altre Ville, al pari di Bordighera.
Vallecrosia sempre salvaguardò la propria autonomia e una certa egemonia sui borghi della sua Valle: anche se il paese per la difficoltà di quella causa e relative spese legali (mentre gli altri borghi concorrevano alle spese e Bordighera era più grande e ricca) dovette chiedere al Senato genovese (22-1-1685) 1'introduzione di una particolare gabella, che il pane non si potesse cuocere in casa ma nel forno pubblico e che i proventi andassero a utile del Luogo per la " lite della Divisione " (edito in I Graffiti cit., pp. 166-67; rogito G. M. Maccario, 1685, n. 457, in S.A.S.V.).
In un caso per sedare controversie tra Vallecrosia, Soldano e San Biagio intervennero da pacificatori i Rettori delle rispettive Chiese: quando gli Ufficiali di Soldano si impegnarono a versare agli Agenti di Vallecrosia il dovuto per spese legali sostenute per la " Separazione " da Ventimiglia e S. Biagio e Soldano si obbligarono a contribuire al mantenimento in Vallecrosia di un Medico a vantaggio degli abitanti della Valle (I Graffiti cit., p. 261).
Il rogito (notaio G. F. Guglielmi in S.A.S.V.) è del 3-XII- 1718 a testimonianza che le discussioni con Ventimiglia si protrassero a lungo anche per il XVILI secolo: ma fa piacere riscontrare sempre, al di là dei particolarismi, una forma di volontà di comunitaria attività, per cui sempre parve opportuno " ... distogliere e prevenire detti Popoli da quelle tensioni ed esacerbazioni che sogliono generare le discordie... ".
12 - 1685, 25 Novembre, Camporosso, in Oratorio Mortuum, al suono della " campana maggiore >, (rogito G. M. Macario, 1685, n. 412, in S.A.S.V.).
Elezione di un Procuratore in Capitano Andrea Maccario, presente e accettante come in tutti i casi.
Camporosso è detto " Luogo, Villa " e " Università y> il complesso dei residenti: più propriamente come annotò Matteo Vinzoni in Atlante del Dominio citato era un " Borgo murato sul Fiume Nervia ".
Al XVIII secolo la cinta muraria era ancora efficiente: vi si apriva a Sud, sulla " Strada di Ventimiglia " poco fuori borgo attraversata dal " Vallone di Cantarana ", " La Porta Sottana " (cioè inferiore) mentre " Porta Soprana " era l'apertura superiore in prossimità dell'" 0ratorio della Morte " (oggi comunemente detto " dei Mori "), sede delle riunioni comunitarie.
Fuori " Porta Soprana " il borgo continuava con edifici di rilievo sulla " Strada a Dolceacqua ", tra cui la " Fontana " che nominava il " Borgo della Fontana " l'insediamento prospiciente ad Ovest (a Sud del quale si nominava dal " Vallone di Cantarana " il " Borgo del Vallone ") sino all'" 0ratorio dei Disciplinanti, Santissima Annunziata " e alla " Cappella S. Angelo Custode ".
Tra l'Oratorio dei Disciplinanti e la Fontana sulla strada v'era un " Rastello " = Rastrello, in antico steccato o saracinesca per proteggere la porta di una fortezza o di un borgo murato (a Nord v'era infatti il Marchesato di Dolceacqua).
In antico le Porte erano aperte e chiuse da un " abitante stipendiato ", in casi particolari il compito fu poi affidato all'esercito: "...Ordina il Magistrato Eccellentissimo a Governatori, e Comandanti delle Piazze di far serrare le Porte delle Città, e Terre cinte di Mura, nelle quali vi sia Presidio a quell'ora, che giudicheranno più propria, senza incomodare gravemente gli Abitanti; e il loro commercio, avendo riguardo alle congiunture de tempi, impone pero agli Ufficiali, che saranno di Guardia alle dette Porte che subito sarà notte, facciano prendere l'armi alli Soldati, e tenghino il Corpi di Guardia armati con una parte delli rastelli serrata, sino a che si chiudino le medeme (Porte), assistendo loro stessi a vederle serrare, con assicurarsi del essere ben chiuse.
La mattina poi quando le stesse doveranno aprirsi, faranno parimenti prendere l'arme a tutti li Soldati di Guardia, e quando le Piazze sudette siano di frontiera, o si viva con qualche sospetto, faranno uscire, prima di aprirle interamente, per il Portello (apertura di sicurezza, piccola nelle stesse Porte) un Sergente con alcuni Fucilieri a finche vadano fuori a riconoscere tutte le venute e strade, e sino al ritorno di questi non permetteranno che le Porte e Rastelli restino aperti, e quando fusse molta confusione di Popolo di fuora per entrar dentro, faranno trattenere il Soldati sotto l'armi nel Corpo di Guardia sino a che la medema rimanga in tutto sgombrata... (Zignago, Instituti Militari cit., inizi XVIII sec., pp. 143-45).
A prescindere dalla condizione " militaresca " in Camporosso si ebbe un notevole insediamento umano (e il borgo rappresentò da solo una delle tre unita amministrative della " Magnifica Comunità delle Ville "!), valido sfruttamento agricolo (dal Vinzoni risultano terreni ortivi, seminativi e " olivati "), con segnalato un " Mulino " entro la cinta muraria in direzione " Nord-Est ": anche l'area a Nord del " Vallone " di " Cantarana " ruotante sulla " Cappella di S. Francesco di Paola " pare dal Vinzoni ad alto tasso di sfruttamento agricolo con diversi, sparsi casali (il pubblico " Pozzo " era invece nei centro dei borgo murato equidistante tra <` Porta Soprana e Sottana ").
Dal dati della citata procura emerge che al 1685 i due terzi od oltre dei " fuochi " ammontavano a 110 con una lieve flessione rispetto al censimento dei 1629 quando i due terzi dei 172 fuochi ascritti a Camporosso sarebbero stati 114 circa: sono comunque dati relativi. L'onomastica è varia: 17 Gibelli, 16 Rondelli, 10 Raimondo, 8 Bonsignore, 8 Maccario, 6 Anfosso, 5 Ricci, 4 Lanfredi, 4 Squarciafichi, 4 Beglia, 4 Garzo, 3 Casamigila, 3 Biancheri, 3 Sasso, 2 Aprosio, 2 Amalberti, 2 Merlo, 1 Aicardi, 1 Balestra, 1 Conte, 1 Berta, 1 Cane, 1 Berro, 1 Rossi, 1 Corradi, e un cognome Brigasens (?).
Ad attestare la caratteristica giurisdizionale di Camporosso fa prova che l'oratorio dei Morti, poi con apocope della dentale divenuto " dei Mori ,>, era sede di una Sorta di organismo collegiale consultivo (?) o deliberante per casi non eccezionali (?) detto Parlamento dei Quaranta, intermedio tra i quattro Agenti o Capi-luogo e il Parlamento dei capifamiglia che poteva deliberare, anche per le altre Ville, con la presenza dei due terzi degli ascritti residenti nel borgo: vale a dire che la consistenza demografica rendeva preferibile e più comoda l'adunanza di 40 capi-casa (difficile dire in che modo scelti) del borgo in circostanza di pubblica e ordinaria amministrazione che la riunione globale dei capi-famiglia, a suo modo "oceanica " e quindi difficile da gestire.
13 - 1685, Giovedì 29 Novembre in Vallecrosia i Procuratori delle Ville Capitano Andrea Maccario, Bernardo Lamberto e Bartolomeo Moraglia formularono petizione al Magistrato della Comunità per poter procedere, tra l'altro, all'elezione di persone idonee a redigere i " Capitoli " per la vita socio-economica delle Ville, salvi i diritti.
Con la riserva di poter sorteggiare come supervisori al Capitolo da redigersi, in caso di contrasti, di tre legali (rogito notaio Giuseppe Maria Maccario al 29-XI-1685 in S.A.S.V.).
14 - 1686, 1 Febbraio Genova. Dopo la fallita missione di mediazione del Magnifico Giovanni Pietro Grimaldo (che con relazione al Senato del 21-XI-1685 propose che si inviasse sui luoghi un commissario con ampi poteri decisionali), la relazione ed i Capitoli per le operazioni di divisione (con riferimento alla separazione economica per territori stante giusta valutazione) furono comprovati in questa data dal Senato genovese. Originale introvabile, trascritto da Giuseppe Laura in La Magnifica Comunità degli Otto Luoghi, tesi di laurea, una copia in Biblioteca dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri, in Bordighera.
Intanto il Senato, sulla base dei Capitoli, al Commissario Gerolamo Invrea passò la pratica della divisione.
15 -1686, 21 Aprile Bordighera, Oratorio di S. Bartolomeo i deputati eletti, come da sanzione dei procuratori delle Ville del 29-XI-1685, procedono alla trascrizione dei " Capitoli del buon governo della Comunità degli Otto Luoghi " .
16 (48) -1686, Giovedì 2 Maggio, Colla della Croce, rogito Cesare Baldi in Lanfredi carte 19 verso-20 verso.
Descrizione dei siti per l'apposizione dei termini confinari tra Ventimiglia e Ville, con ricognizione dei luoghi tra Ventimiglia e Camporosso sui siti ad occidente del Nervia.
Tempo delle operazioni = 4 giorni.
Partenza da Colla dalla Croce. Mandante Gerolamo o Geronimo Invrea, ispezione del Cancelliere Baldi, astanti per Ventimiglia i Magnifici Paolo Galeani e Giovanni Angelo Orengo, per Camporosso Pietro Gibelli, Giuseppe Maria Maccario notaio, e molti uomini della Villa.
Luoghi individuati per l'apposizione dei termini = 1, Cima d'Orino; 2, Le Rollande; 3, Luogo detto Fogliare; 4, Collina delli Alessandrei; 5, Valletta detta Fogliare; 6, luogo detto li Abrighi di Magauda; 7, Luogo detto le Roche ~ Luogo detto le Fontane ~ li Bausi ~ boschi dei Padri di S. Agostino ~ 8, ancora nelli Bausi dei Padri di S. Agostino. Ispezioni a Siestro (loc. Pino), Vallone di S. Martino, " Riano " del Seborrino (?), pozzo di Nervia (?).L'ispezione molto curata fu registrata da Bartolomeo De Rustici in una sua sentenza del 14 Aprile 1695 qui al numero = 48, sotto data.
Le operazioni non furono mai semplici per le proprietà che alcuni cittadini avevano, nel territorio che sarebbe toccato alle Ville; come ricaviamo dal Testamento del quondam Magnifico Giovanni Battista Giudici di Ventimiglia che al 20 Aprile 1630 a livello di immobili gestiva una casa nella città di Ventimiglia almeno di due piani, la " Braja della Torre, con la Torre posta in essa, giardino e case contigue ", le " terre di Bevera ", " tre possessioni .. nelle Braie di Nervia ", una " casa... posta nella Piazza di questa Città... ", una casa " nel luogo di Pigna.. ", " ... terre, case, mollini, edificij, possesioni e beni nel luogo dove si dice Bevera, di là dell'aqua ", " una casa che ha nel luogo di Camporosso e detta terra si chiama jn Chiaixe... ", una " terra posta nel Territorio di Ventimiglia chiamata la Colombera... ", la " terra chiamata jl pian del ponte... " (che lascio a Giovanni Pallanca fu Antonio della " Bordighetta ", come lascio 50 Lire a Filippo Amalberto di S. Biagio).
Questo possente Magnifico vecchio e malato che fece un'infinità di lasciti (tra cui 150 Lire per riconoscenza al suo medico Benedetto Boero) gestiva tanti beni nel Capitanato intemelio da rendere ardue le divisioni e i computi: tra l'altro se fece lasciti per l'Ospedale e " l'officio d'abbondanza di questa città a beneficciò et jn agiuto pe poveri " pure lascio " alli Signori Raffaele e Giudiscano Fratelli Galeani quondam Gio Batta suoi Nepoti lire trentaseimilla moneta corrente da pagarsele, et assegnarsele jn li censi, et crediti dovutigli dalli huomini delle Ville di questa Città, cioè Bordighera, Borghetto, Vallebona, Valle Crosia, San Biaggio, Soldano, Sasso e Camporosso, e se non fussero sufficienti che se le compisca de censi, e crediti delle Castella di Dolceaqua, e nell'assegnazione... " (Rogito Sapia - copia Lanfredi, carte 27 recto - 32 verso, passim). IL tessuto del territorio era stato cosi alterato da crediti, lasciti, possessioni, disposizioni testamentarie dei Magnifici, veri latifondisti di Città, da rendere difficile lavorare nelle valutazioni delle proprietà e dei riconoscimenti territoriali!
Una delle aree più controverse, nella DIVISIONE tra Ventimiglia e Ville, fu quella dei " Martinassi " o " Martinazzi " che prendeva nome dal Vallone di San Martino a sua volta nominato da una chiesa consacrata a tal Santo e all'epoca già distrutta: mentre il toponimo Maure-Maore-Maole risulta anteriore al 1686 il toponimo di San Secondo, da una cappella eretta nel 1602, non ha ancora sostituito nel XVIL secolo quello di San Martino o " Martinassi ", neppure per l'area minore, ad oriente del sobborgo di S. Agostino dove scorreva il rio Resatello o Resantello (S.V. p. 412, nota 2).
Tra il materiale del cartografo settecentesco Matteo Vinzoni presso l'Archivio di Stato di Genova si trova una variante della celebre pianta di Ventimiglia, pubblicata nel 1955 dalla C.I.E.L.I. (Compagnia Imprese Elettriche Liguri), per i tipi della De Agostini di Novara, ne IL Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in Terraferma: nella variante, appunto ad oriente del Convento di S. Agostino, si riconosce il Resatello (poi rio S. Secondo) e a settentrione di questo in uno " spazio cartografico " non assegnato alla Città, a sud-ovest della cappella " camporossina " di S. Giacomo si legge " Martinazzi/famiglie Anfossi " col disegno approssimativo di 5 edifici (A.S.G., 1181, Ventimiglia, B.19).
Cominciando la " piana nervina " ad est del futuro " rio S. Secondo " si individuano oltre la cappella del 1602 altri 5 edifici in territorio " economicamente di Città "; nessuna di queste indicazioni viene ripresa in un altro bozzetto inedito vinzoniano del Dominato da " Mentone " al " Nervia fiume ": tra Roia e Nervia oltre a S. Agostino in prossimità della foce del torrente e segnato un edificio che potrebbe anche essere l'equivalente della " Casetta di matteria di Nervia ", segnata, ancora dal Vinzoni nell'Atlante di Sanit2, Commissariato di Ventimiglia (A.S.G., Filze Vinzoni, 123).
L'area dei " Martinassi " era ancora citata verso la fine del 1700 e fu sempre controversa tra le Ville e Ventimiglia, che sempre contestò la " linea confinaria dell'economico " e chiese ispezioni sui luoghi.
Nel Lanfredi citato carta 26 recto-verso è scritto: " ... L'anno 1766 la Magnifica Communit2 degl'Otto Luoghi jn vista delle jngiuste pretese della Magnifica Communità di Ventimiglia eccitate dal Magnifico Carlo Innocente Porro Cittadino, jn voller far soggetti li Anfossi denominati Martinassi abitanti fra il Colle di San Giacomo e quello di Siestro alli carrichi pubblici di quella Comunit2, e quelli assumersi come di suo Territorio, fu costretta a ricorrere al Serenissimo Senato che si degnò far commissione del recorso al Magistrato Illustrissimo delle Comunità ": nel 1767 (4 Giugno), vista la relazione del " Deputato alla Provincia... Illustrissimo Signor Francesco Buonarroti " si giunse ad una sentenza grossomodo favorevole a Ventimiglia; ma la questione dovette comportare ulteriori appelli visto che della sentenza si fecero estratti il 22-VILI-1767 cd il 21-VIL-1771 (Ibidem).
Ne "Il Dominio" sotto la voce " Capitaneato di Ventimiglia " Matteo Vinzoni alla voce " Martinozzi " (sic per " Martinazzi ~ o " Martinassi ") annotò " adiacenza di Camporosso ".
17 (= 48) -1686, Lunedì 20 Maggio, Ventimiglia località " le Rollande ", ore 11 = Segnature dei termini provvisori, presenti i Deputati di Ventimiglia Paolo Galeano e Giovanni Angelo 0rengo, i Deputati delle Ville Pietro Gibelli e Imperiale Ajcardo, il legale delle Ville, il Cancelliere Cesare Baldi, il Commissario Gerolamo o Geronimo Invrea e le sue guardie dei corpo Daniele Corbora e Santo Peri. Presenti molti abitanti di Camporosso e dei Trucco di Ventimiglia essendo addetti alla sistemazione Giovanni Maria Bonsignore " del Trucco " e Domenico Rondello di Camporosso, Testimoni Francesco Pallanca del " Trucco " e Gaspare Rosso di Camporosso: si tralasciano i minuti dettagli delle operazioni registrate poi dal De Rustici per la sua citata sentenza dei 14 Aprile 1695 e molti dettagli si lasciano da esaminare agli studiosi di toponomastica e di cartografia.
Termine 1 teorico " Capo d'Orino ", 2 " Case Bonsignore ", 3 " luogo le Rollande ", 4 " Collina delli Alessandrei ", 5 in altro sito della stessa area, 6 " in Collina... li abrighi di Magauda ", 7 " ... Bauso, dove si dice il terrogliato... ", 8 "Collina alta chiamata il Balzi ", 9 " altra parte delli bausi... proprietà... Padri di S. Agostino ", 10 " Collina contigua, tra proprietà Agostino Sperone, Eredi Giulio Gibelli di Camporosso ", 11 " da Siestro o Silvestro... per la costa... jn confine del bosco del Magnifico Giovanni Francesco Orengo alla scoperta del Vallone di S. Martino ".
Il termine 11 fatto con tre pietre alte da terra mezzo palmo, guarda la collina ." delli Chiotti ", tutti i termini sono provvisori sori e dovranno essere sostituiti con idoneo pilastro segnato e numerato, indicante su un lato l'area pertinente Ventimiglia e sull'altro quella delle Ville.
Ore 23, sospese per la notte le operazioni.
18 (= 48) -1686. Venerdì 24 Maggio Ventimiglia, " jn luogo detto le Maure sopra il Vallone di San Martino " = rogito Baldi ancora in sentenza de Rustici, da rogito Lanfredi del 14-IV-1695 qui al numero = 48.
Continuazione della sistemazione dei terreni provvisori. Presenti i precedenti deputati delle Ville col Cancelliere Baldi e i testimoni Giorgio Cassogno e Cristoforo Arneri. Assente G. Angelo Orengo Magnifico di Ventimiglia: l'Invrea e l'altro deputato di Città Paolo Galeano si fermarono nel Vallone di S. Martino.
Termine 12 in località " Le Maore" (tra proprietà Maccario- Sapia), termine 13 " nel riano o torrentello (ora Seborrino?) affluente del Nervia, dividente le proprietà di Sebastiano Lanfredo di Camporosso e Ottavio Rosso di Ventimiglia".
L'analisi cartografica, anche elementare o dettagliata sulla base della relazione e dell'apposizione, permette di individuare in quella linea che sanciva, per " Territori " le aree di Ventimiglia e della Comunità degli Otto Luoghi, il futuro ottocentesco limite comunale tra la Città di frontiera e Camporosso.
19 -1686, 29-30 maggio. Sentenza dell'Invrea con la quale si sarebbe pronunciata la divisione, secondo quella ricognizione e quei termini. Contestata da Città e Ville che s'appellarono per ricorrere ad un Giudice arbitro. Cosi secondo il Rossi in S.V., p. 252.
20 - 1689, 4 Dicembre, rogito Giuseppe Maria Maccario, Procura del Parlamento delle Ville a Giovanni Francesco Aprosio per risolvere, appellandosi anche a un giudice compromissorio, le vertenze con Ventimiglia.
21 -1689, 17 Dicembre, rogito Giovanni Geronimo Alberti, identica procura del Parlamento intemelio al suo Sindaco, il Magnifico Nicolò Porro (gli estremi dei documenti registrati nell'atto del compromesso di seguito commentato).
22 -1690, Venerdì 22 Dicembre, dopo le ore 18 nello studio di Bartolomeo de Rustici nella " Piazza nuova haerbarum ", Genova = Rogito del notaio Cesare Baldi, Compromesso tra Ventimiglia e sue Ville con cui si concede facoltà arbitrale al Magnifico Bartolomeo de Rustici in occasione della loro separazione per l'economico: " ... desiderando far sedare cd amichevolmente eliminare le liti e le incomprensioni tra la Comunità e i Cittadini di Ventimiglia e la Magnifica Comunità, Università e uomini delle ville... ~. Cosi nel pronunciamento di Giovanni Francesco Aprosio Sindaco e Procuratore delle Ville (" per deliberazione del Magnifico Parlamento della Comunità delle Ville" del 4-XII-1689, in rogito notaio Giuseppe Maria Maccario) e del Magnifico Nicolò Porro Sindaco e Procuratore intemelio (con deliberazione parlamentare del 17-XIL-1689). I due procuratori fra l'altro " riconobbero... al Magnifico Arbitro ogni vigore e sottigliezza giuridica e statutaria, omologando e a priori approvando qualsiasi giudizio, lodo, sentenza per lui da farsi, conferendogli altresì la facoltà, a cautela, di modificare e correggere le sentenze fatte... e promettendo di osservare lealmente la o le sentenze fatte... e concedendo all'Arbitro potestà di proroga dell'annuale compromesso... ". Testimoni Giacomo Filippo Maggiolo e Cristiano Garello, notaio.
23 - 1691, Domenica 21 Gennaio, di sera nella casa di Simone Lamberti, Vallecrosia = Rogito Giuseppe Maria Maccario = ratifica del Compromesso per parte del Parlamento degli Otto Luoghi.
Costituisce uno dei rari esempi del funzionamento dell'Organismo. In base al quarto dei capitoli del 1686, finita la gestione di Camporosso (1686-89), il nuovo triennio vede i Sindaci eletti tra i " villani " della Val Crosa: i Sindaci del Paramento in questa occasione, come dice anche l'onomastica, sono di questa zona e a Vallecrosia si tiene il Parlamento: Sindaco priore Giovanni Bartolomeo Lamberti, Sindaci Bartolomeo Aprosio e Giovanni Vincenzo Aprosio (assente il quarto Capitano Bartolomeo Aprosio).
I quattro Sindaci, già con qualche variante rispetto al capitoli del 1686, non votano, il Parlamento e convocato dal Priore " al suono della campana "; votano i 20 parlamentari 5 per la Val Crosia (2 di Vallecrosia, 2 di San Biagio, 1 di Soldano), 5 per la Valle del Borghetto (2 di Vallebona, 2 di Borghetto, 1 di Sasso), 5 per Camporosso e 5 per Bordighera (che il copista settecentesco del Lanfredi istintivamente descrisse " città " prima di correggere " Luogo " in conformità all'originale secentesco: indice dell'evoluzione del borgo). Il " Compromesso " risulta approvato con 19 voti favorevoli cd uno contrario (dopo nome e cognome dei Parlamentari il quondam sta per " figlio del defunto ", il genitivo del nome paterno latinizzato sta per " figlio dei vivente " i " parlamentari " hanno più di 25 anni, solo 5 hanno il padre vivente ed 1 solo dei 4 Sindaci: non e prova di un Parlamento paragonabile ad un Senato o Consorzio di Anziani e supponendo buona rappresentanza di parlamentari tra i 25 e i 35 anni si deduce una durata della vita media piuttosto contenuta).
24 -1691, 4 Febbraio, Ventimiglia - rogito Giovanni Gerolamo Alberti notaio = Comprovazione del " Compromesso " del Parlamento intemelio davanti al Capitano di Ventimiglia Lodiso Palafittino, relazionando il Priore Giovanni Maria Orengo.
Tutti favorevoli i voti dei 23 " parlamentari ~ convenuti - si noti comunque che contrariamente a quanto accaduto per le Ville, man cano diversi parlamentari e la comprovazione è posteriore a quella delle ville.
25 -1691, 6 Marzo, Genova = a firma "Anfrancus" comprovazione del Senato genovese.
26 -1691, Mercoledì 27 Settembre, Genova, Cancelleria della Camera in " Palazzo Reale ": alla presenza del De Rustici, per Giovanni Francesco Aprosio, il notaio Crispino Maria Garello assimilo 1'" istrumento di compromesso ".
- Poco dopo, stesso giorno e città ma in " Contrada de Maruffi", nello studio del De Rustici, anche abitazione del notaio Garello = il De Rustici accetta l'incarico di " Giudice compromissorio ", testimoni Giovanni Battista Garello e Giovanni Greffagno.
27 -1692, 10 Marzo nello studio del De Rustici di cui subito sopra = il Giudice, come per facoltà del compromesso, prorogò di un anno il suo arbitrato. Testi Magnifico Alberto Garello e Reverendo Ambrogio Scorsa.
28 - 1693, 16 Febbraio, stesso luogo = Prima sentenza arbitrale - rogito Garello, testimoni G. B. Overo e Giacomo Parodi.
Il De Rustici, visti i documenti allegati dalle parti, sentenziò una divisione dei territori di pertinenza economica, puramente geografica per ""schiena de Monti"", in rapporto al ""cardine"" del primo termine sulla sommità del monte Colombino, verso il confine della Penna. Da questo in linea retta sino al mare si sarebbero " piantati " gli altri termini in modo che l'area verso il Roja, rispetto a tale limite confinario, fosse di pertinenza economica di Ventimiglia e delle Ville l'area ad oriente dello stesso limite. La linea confinaria avrebbe inesorabilmente delimitato le aree di pertinenza a prescindere dal fatto che qualche Cittadino avesse proprietà nell'area assegnata alle Ville (e viceversa): con la concessione che per aggravi fiscali su proprietà assegnate economicamente ad area diversa da quella della residenza giuridica dei proprietari fosse necessaria la comprovazione senatoriale e del Magistrato delle Comunità.
Gli oneri fiscali risulterebbero divisi in meta parte eguale per Ventimiglia e Ville per il Camera " di Genova, per la macina pubblica, per i diversi Uffici e Ufficiali " genovesi " da mantenersi, per la conservazione del palazzo pubblico del Capitano intemelio, per il mantenimento dell'Archivio pubblico di Ventimiglia (con la concessione alle Ville di poter richiedere, senza pagamento, copia di qualsiasi documento pubblico o scrittura di loro pertinenza e interesse: cosa che determinerà varie obiezioni dei Cittadini, abituati a pesare fiscalmente sui " Luoghi " per tale operazione).
Ancora, per metà, Ventimiglia e Ville avrebbero contribuito: per mantenimento soldati, prigione e conservazione dei prigionieri, per l'approvvigionamento di legname per il forte di San Paolo. IL salario del Cancelliere di Sanità, sarebbe, per loro parte, pagato da Ventimiglia e Ville al proprio Cancelliere autonomamente eletto.
I debiti residui, salvo eccezioni a beneficio dell'una o dell'altra comunità, contratti verso particolari sarebbero ancora stati pagati per metà.
Per metà sarebbero da riscuotere le imposte e i vari introiti prima goduti in comune. La " Gabella dell'estrazione dell'oglio " o imposta sul trasporto commerciale dell'olio sarebbe da pagarsi tanto che il prodotto si conduca da Ventimiglia (o Ville) nelle Ville (o Ventimiglia) quanto in altra località della Repubblica.
Sarà esentato solo il prodotto dei terreni (effetti) posseduti da Cittadini (o Villani) nel territorio delle Ville (o Ventimiglia) prima del 29 Maggio 1686; dopo quella data quanti avranno acquistato terreni nell'area economicamente divisa da quella di propria pertinenza dovranno pagare la Gabella dell'olio alla Comunità competente. Comunque si sarebbe dovuto, con documentazioni, chiedere pubblicamente l'esenzione.
Tutte le altre Gabelle saranno divise in parti uguali a vantaggio delle due Comunità. Le Bandite da vendersi, si assegneranno in rapporto al territorio (e a vantaggio della Comunità, Ventimiglia o Ville) in cui si troveranno. Le multe per " cause criminali " saranno pure divise a metà, per vantaggio uguale di Ventimiglia e Ville.
Le multe per danni alle campagne spetterebbero integralmente alla Comunità nel cui territorio sarebbero stati perpetrati i danni.
Il Magistrato dell'Abbondanza, per 1'approvvigionamento e la sanità alimentare dei popoli, già esistente in Ventimiglia avrebbe trattato ugualmente " villani " e Cittadini, provvedendo alla somministrazione e vendita paritaria in Città e Ville del grano e altri prodotti di sussistenza.
L'"Ospedale di Ventimiglia" sarebbe rimasto praticabile, con identici vantaggi, da " Villani " e Cittadini.
Fatti salvi i diritti di revoca, modifica, obbligo di compensazioni il De Rustici ratificò la divisione, confermando quella del 1686 di Gerolamo Invrea ovvero quanto di quella divisione fosse discorde con la presente. (L'uso del condizionale e imposto dalle reiterate modifiche alla sentenza) [Ceriolo-Verrando, XXVI.].
29 -1693, 6 Marzo. Genova. Ricorso di Ventimiglia contro la sentenza, con Supplica adducente la pretesa ingiustizia della stessa Richiesta di una "Deputazione" di supervisori.
Prima Giovanni Annibale Della Celia e Bartolomeo Vassallo, avvocati della Città, e Giulio Cesare Baldissone, avvocato delle Ville ebbero " Contraddittorio " davanti alla Magistratura ordinaria della Giunta dei Confini; la questione ripasso al Senato di Genova che, con suo decreto, riaffidò al De Rustici il compito di sentenziare, con gli eventuali correttivi.
30 -1693, Martedì 14 Aprile, stesso luogo = Consegna di 4 libri di contabilità del Parlamento Intemelio a Paolo Agostino Orengo, rappresentante di Ventimiglia (su sua istanza) di 4 loro copie autentiche al Priore delle Ville Giovanni Francesco Aprosio.
Contabilità dal 1656 al 1680 per crediti e debiti contratti verso " particolari ".
Testimoni Giovanni Graffagno e Andrea Berzana.
31 -1693, Venerdì 21 Agosto, ora del vespro, stesso luogo.
Seconda Sentenza arbitrale. Presenti Antonio Francesco Olignano Sindaco di Ventimiglia e Giovanni Francesco Aprosio Sindaco e Procuratore delle Ville. Testimoni Francesco Cagnolaro e Benedetto Raffetto.
La divisione viene fatta per " "Territori" " e non per " "schiena dei monti" ", partendo i territori seguendo una linea confinaria, da segnarsi con termini ben visibili, che divida le proprietà dei Cittadini da quelle dei Villani, considerando lo stato in cui erano anteriormente al primo Febbraio 1686 quando il Senato di Genova approvò i citati 5 Capitoli sulla divisione da farsi. Se, casualmente, qualche proprietà di cittadino di Ventimiglia risultasse entro il territorio assegnato alle Ville (e viceversa), secondo la nuova sentenza del De Rustici, tale proprietà sarà soggetta in tutto alle normative della Comunità di appartenenza del titolate, con l'eccezione dei pascoli per le Bandite.
I terreni acquistati dopo tale data in Comunità diversa da quella del proprietario non goderanno invece tale esenzione.
La divisione per " "Territori" " si farà anche in base alla " "valutazione" " o stima dei proventi dei territori: o tenendo valida la stima e " "cottumo"" del 1655 fatta dal Commissario Carlo de Franchi o secondo una nuova stima da farsi da Periti che dovranno essere bilateralmente eletti (cosa che non accadrà per le tergiversazioni di Ventimiglia, facendo s} che si terra ferma e valida quella del 1655).
In proporzione a "Territorio assegnato e stimato" saranno pagati tutti gli oneri fiscali e censi che secondo la sentenza del 16 Febbraio risaltavano caricati per metà esatta.
Rimangono valide le altre concessioni, previlegi e licenze.
Fatte alcune eccezioni: il dazio del macinato, annualmente dovuto alla Camera, di millenovecento Lire non sarà dovuto in proporzione al territorio ma alle persone, essendogli riconosciuta la natura più di carico personale che reale. Per questo le Ville, globalmente più popolose, dovranno mille lire annue contro le novecento della città.
Cosi il dazio sulla carne (annue Lire 646 = scudi argento 85) sarà ritenuto della natura di carico personale e non reale (42 scudi e mezzo, rispettivamente dovranno Ventimiglia e Comunità dei Luoghi).
Sarà esentato dalla Gabella dell'estrazione dell'oglio e il prodotto importato da fuori a giurisdizione intemelia r. che semplicemente passerà per Ventimiglia (o Ville) onde essere commerciato nelle Ville (o Ventimiglia): minacciando pene, per chi, sotto il pretesto di olio ~ forestiero "cercherà di far passare il prodotto da Ventimiglia (o Ville) evitando il dovuto alla Gabella e al Gabellotto del territorio di produzione (Ventimiglia o Ville).
Salvi i diritti e le modifiche, il Giudice si riserva le tecniche di ricognizione per la collocazione e de i termini (Ceriolo-Verrando, "passim").
32 -1693 Venerdì 4 Settembre Genova Studio del De Rustici = rogito Crispino Maria Garello = soppressione dalla sentenza del 21 Agosto del versicolo da "Ma perché oltre ad a altro termine o termini durante il tempo del presente compromesso ".
Secondo le Ville alcuni debiti contratti, ai tempi della vita economica comune con Ventimiglia, non sarebbero da dividersi secondo le proporzioni legali sancite ma tenendo conto della loro specifica natura "jn uso o non di utilità proporzionata di esse Ville".
Il Giudice si riserva di provvedere sull'argomento, o di demandare il problema, scaduto il compromesso, ad altro Giudice competente. Testimoni i Nobili Rocco Maria de Grossi e Tommaso Canevaro, astante Antonio Francesco Olignano Sindaco di Ventimiglia.
33 -1693, Lunedì, 7 Settembre, Genova, nella Cabella Censariaram et ripae minutae: Petizione di Antonio Francesco Olignano, deposta in giornata. In riferimento alla pubblicazione arbitrale del 4 Settembre si chiedono provvisioni: l'obbligatorietà delle Ville al pagamento per la Cattedrale, con le Decime per i Canonici; l'obbligatorietà alle spese di mantenimento della fontana ventimigliese " di Piazza ", ad uso di ufficiali, ministri pubblici e militari; la conservazione delle Gabelle nel triennio vendute; la conservazione del libero commercio tra le Comunità ora economicamente separate.
Di seguito si chiede che i crediti maturati al tempo di vita economica comune vengano subito riscossi e proporzionalmente ripartiti, oltre alla conservazione delle Gabelle vendute in appalto si chiede contro le Ville, di esentare il pagamento della Gabella dell'estrazione (da Ville a Ventimiglia) degli " ogli mosti ".
Per quanto riguarda le Decime si deve precisare che l'emancipazione delle Ville da Ventimiglia per l'ecclesiastico (dopo quella per l'economico del 1683) si richiese dal 1696 ad opera del parroco abate di S. Maria Maddalena di Bordighera Giuseppe Antonio Biancheri che, scontratosi con l'intemelio Vescovo Mascardi, consiglio i suoi fedeli di non pagare le Decime al Capitolo.
Gli venne intentato processo a Roma davanti alla Sacra Congregazione con accuse: tra cui di non essersi recato dal Vescovo fingendosi malato, di averne " sabotato " una visita pastorale, di aver detto alle genti di non curare il peso delle scomuniche per il mancato pagamento delle Decime, di aver consigliato i Sindaci cd i Parlamentari di Bordighera e delle Otto Ville di appellarsi alla magistratura secolare, che trascurasse i suoi compiti religiosi per quelli di " agitapopoli ", che non solo si fosse indebitamente appropriato dei redditi di una cappella campestre sotto la sua amministrazione ma avesse anche attentato all'incolumità di " sacerdoti supervisori " (cfr. Ristretto dei pretesi reati contestati dal fisco della corte episcopale di Ventimiglia al R. D. Giuseppe Antonio Biancheri, abate della Bordighera, Genova, per il Scionico, 1737.
Morto il Mascardi nel 1731, il nuovo Vescovo Antonio Maria Bacigallupi (1732-40), che si vide rimettere la questione dalla Sacra Congregazione, non continu6 tale crociata contro il Biancheri; e le idee di questi si sparsero ancor più tra la gente degli Otto Luoghi che in massa fini per non pagare al Capitolo quelle Decime che l'Olignani, come letto, ritenne ab antiquo dovute cd irrinunciabili per la "Cattedrale".
Il fisco episcopale si rivalse sui debitori col pignoramento dei beni ma alla fine, per evitare spese, liti e scontento dei fedeli, si piego ad una transazione, sotto il Vescovo Giustiniani, il 19-X-1754 quando con il pagamento una tantum di 7500 lire le popolazioni delle Ville furono definitivamente esonerate dal pagamento al fisco episcopale, per il mantenimento del "Capitolo".
E' questo poi il primo documento con cui un rappresentante di Ventimiglia protesta l'incompetenza del Giudice Arbitratore.
34 - 1693, 20 Settembre, Genova, Studio del De Rustici: Istanza delle Ville ad opera del Magnifico (sic) G. F. Aprosio, loro deputato.
Sulla base dei Capitoli del 1 Febbraio e di un decreto del 15-V-1693 si chiese: 1, Controllo dei Registri della Contabilità della Comunità di Ventimiglia e Ville prima della divisione; 2, IL carico degli antichi debiti alla Comunità che trasse profitto delle spese fatte; 3, Equa divisione dei beni dell'" Ufficio dell'abbondanza ", preposto al pubblico vettovagliamento; 4, che non si abbuonassero al Cassieri le " partite " pagate a " uomini particolari ", in rapporto alla valutazione del 1639; dopo il " cottumo " di Carlo De Franchi i pubblici debitori avrebbero dovuto saldare i loro debiti con la maturazione di un interesse annuo del cinque per cento; 6, che i debitori (verosimilmente cittadini) che si dichiararono esenti dovessero comunque pagare il dovuto alla Comunità; 7, che si facesse pubblico riconoscimento dei lasciti fatti ad ordini religiosi e conventi contro le ordinazioni, le perizie e la stima catastale del 1655; 8, che fossero riscossi i crediti pubblici contro diversi debitori al tempo della vita comunitaria e che il ricavato fosse proporzionalmente diviso tra le " Comunità nuove "; 9, che si condannasse la Comunità di Ventimiglia a pagare la " porzione del terxiere ", dei crediti riscossa dal Cassiere prima del 1686 e mai versata alle Ville; 10, si chiese la condanna dei debitori cui fu fatto pubblico " credito " escludendo le Ville, e si chiese la condanna di chi avesse violato le norme di Carlo De Franchi del 1655.
Seguì alla lettura dell'istanza, Contraddittorio tra l'Olignano per Ventimiglia e l'Aprosio per le Ville: questi presento estratti di scritture da " cartulari " di pubblici cassieri attestanti crediti e debiti maturati contro l'interesse delle Ville.
Seguì per il De Rustici una modificazione relativamente alla Gabella dell'olio per le proprietà site in Comunità diverse da quella del padrone: per le istanze dell'Olignani e dell'Aprosio l'Arbitro rimando le Comunità a ulteriori prove e all'intervento presso un altro Giudice. Astanti deputati di Città e Ville, testi G. B. Viale e Giovanni Graffagna (Stesso luogo, però al pomeriggio).
Accettazione dei deputati.
35 - 24 Settembre 1693, sera di Giovedì = nello studio del De Rustici, il notaio Garello lesse una pubblica protesta per la sentenza del 21 agosto di Giovanni Andrea Oliva, procuratore di Ventimiglia. Per questi la Città risultava penalizzata dal fatto che la " Gabella dell'estrazione dell'oglio " si dovesse pagare per commercio tra Ville e Città essendo questa scarsa produttrice del prodotto.
Si chiese la conservazione delle Gabelle vendute nell'ultimo triennio e che nessuno, tranne l'Archivista, potesse accedere agli archivi pubblici di città (dove secondo i " villani " vi sarebbero state prove scritte di illeciti). Tra l'altro cl si appellava a presunte incompetenze del Giudice su tal materia.
36 -1693, Novembre, Genova. " Commento " in fine autografo del De Rustici al suo operato intitolato: Ventimiglia e sue Ville, Relazione del Magnifico Bartolomeo De Rustici di ciò che ha giudicato fra le Magnifiche Comunità della Città, e Ville di XXmiglia sovra le differenze de' territorij e de' debiti e crediti, divisi fra di loro (in Archivio di Stato di Genova, Archivio Segreto, Confinium, n. 94).
I riferimenti alla serietà del proprio operato, la richiesta di comprensione, i pubblici riconoscimenti segnalati, l'allusione che le liti sono continuate, specie per parte di Ventimiglia, sono un'implicita difesa contro le accuse di disonesta od incompetenza che sempre più spesso all'arbitro avanzavano i legali di Ventimiglia.
37 - 27 (o 17) Dicembre 1693 - per le Ville Giovanni Francesco Aprosio citò i tergiversanti procuratori di Ventimiglia (o deputati sanciti con decreto Senatoriale dell'll-VI-1693) Andrea Oliva e Bartolomeo Vassallo a far eseguire i lodi e perlomeno procedere alla sistemazione dei termini divisori tra Ventimiglia e la Comunità degli Otto Luoghi.
38 - 3 Fe66raio 1694, sempre nello studio di Bartolomeo de Rustici in Genova, contrada "de Maruffi" = Mandato di comparizione per i Deputati di Ventimiglia di presentarsi il giorno successivo nello studio del De Rustici per provvedersi sulla sistemazione dei termini confinari e discutersi su altro (per la precedente istanza). Copia consegnata in Genova dal messo Giovamni Battista Arpe a Andrea Oliva.
39 - 4 Fe66raio 1694, studio di Bartolomeo da Rustici - il notaio Garello lesse la controdeduzione dell'avvocato di Ventimiglia Andrea Oliva ribadente l illegittimità contro la forma del diritto e degli statuti della petizione del Deputato di Ville: sulla base dell'ingiustizia della sentenza e della loro forma.
Tenendo conto che la questione legale si dibatteva pure innanzi al Senato genovese l'Oliva chiese comunque tempo opportuno per informare i Sindaci Intemeli e presentare documentate controprove ed istanze.
40 -13-14 Febbraio 1694, studio del De Rustici e altro precetto di comparizione per l'esecuzione della sentenza dei 21-VIII-1693, ad istanza di Giovanni Francesco Aprosio deputato delle Ville, all'avvocato di Ventimiglia Bartolomeo Vassallo.
41 -15 Febbraio 1694, stesso luogo testimoni Filippo Maioli e Domenico Aquarone presente Giovanni Francesco Aprosio - vista la mancata presenza della parte citata, l'istanza e gli atti del notaio Baldi, salvi i diritti tutti, il De Rustici dichiarò e ordinò di apporre i termini divisori tra le due Comunità, per l'economico, secondo le ricognizioni del Commissario del 1686 Gerolamo Invrea.
42 - 4 Gennaio 1695 nella Cancelleria della Gabella " Censarium et ripae minutae" = in riferimento al Capitolo del De Rustici per la stima dei territori da dividersi, se fosse da fare secondo l'antica stima del 1655 di Carlo de Franchi o secondo una nuova per mezzo di Periti da eleggersi, il Procuratore delle Ville Giovanni Francesco Aprosio chiede la comparizione degli Avvocati di Ventimiglia.
43 - 7 Gennaio 1695 = stadio del De Rustici. Ricevuta la citazione dal nunzio G. B. Arpe, Giovanni Andrea Oliva, avvocato di Ventimiglia, protestò l'illegalità della richiesta, oppose a l'illegittimità delle persone e l'incompetenza del giudice'>, chiese tempo per delucidare i Sindaci di Ventimiglia, e per presentare le opportune scritture per difesa.
Il De Rustici, ascoltata la la cedola dal notaio Garello, rimand6 nel tempo la questione, convocando le parti al " primo giorno giuridico " dopo il giorno di S. Antonio.
44 - 21 e 26 Gennaio 1695 = la citazione venne comunicata, per l'argomento di cui sopra, all'altro avvocato di Ventimiglia Bartolomeo Vassallo, ad istanza del Procuratore delle Ville.
La citazione fu per il 26 e riguardc8 entrambi i rappresentanti di Ventimiglia, onde sottrarsi a loro opposizioni di incompetenza o illegalità. L'Oliva depositò nello studio del De Rustici una "cedola" con cui dichiarò di non aver ancora ricevuto dai Sindaci intemeli la documentazione necessaria per cui era impossibile addivenire ad alcun accordo: protestò poi la nullità degli atti, l'incompetenza del Giudice e del Rappresentante delle Ville.
45 - 1695, 26 Gennaio - Genova, Studio del De Rustici Istanza delle Ville, per l'Aprosio, si chiese l'apposizione dei termini divisori secondo la valutazione di Carlo de Franchi e la ricognizione di Gerolamo Invrea incominciata il 15-II-1686 e ratificata con sentenza il 30-V-1686.Copia presentata dall'Aprosio (vedi numero 16).
46 -1695, 22 Marzo, Genova, in Cabella Censariarum l'Aprosio depose la sua istanza.
47 - 1695, 11 Aprile. Stesso luogo il legale di Ventimiglia Bartolomeo Vassallo contestò l'operato del De Rustici e le sue sentenze che per certi aspetti avrebbero comportato oltre che una " divisione economica y> anche una " divisione politica " contraria al Capitoli del 1686 ricordando il ricorso pendente in Senato per la validità della sentenza del 21-VIII-1693.
48 - 1695, 14 Aprile, Genova, Studio del De Rustici, Contrada de Maruffi. Dopo contraddittorio tra i legali di Ventimiglia e il deputato delle Ville al 12 e 14 dello stesso mese, 1'Arbitro stabilì la divisione secondo i termini divisori stabiliti dalla ricognizione del 1686 di Geronimo Invrea; la divisione fu fatta per territori valutando che il limite confinario ben dividesse le proprietà prossime di Cittadini e Villani includendole nelle rispettive Comunità.
Qualora un proprietario avesse avuto un terreno, posseduto anteriormente al primo Febbraio 1686, ascritto ad altra Comunità rispetto a quella di sua pertinenza qual residente, quek terreno, eccetto che per i pascoli da vendersi in appalto cioè in pubblica piazza al miglior offerente, sarebbe "spettato" per l'"economico" alla Comunità di residenza del proprietario.
Si sancirono poi ulteriori norme per la "Gabella dell'Olio": al proposito si ordinò di affiggere sui "pilastri pubblici" di ogni località interessata degli "Otto Luoghi" la sentenza attuale, la ricognizione dell'"Invrea" e la sanzione che riportava copia della ricognizione sui siti del 1686.
Seguono poi per le date 13 e 17 Maggio le relazioni dell'attuazione delle "pubbliche comunicazioni".
49 - 1695 dal 4 Luglio al 16. in Genova.
Son riportate molte istanze avanzate dalle "Ville" in merito alla pubblica esecuzione del cartulario in cui era registrata la "stima delle proprietà" fatta nel 1655 da "Carlo De Franchi" secondo la "proporzionale" da fissarsi in base alla "sentenza" del "De Rustici" emessa nell'Agosto del 1693.
I "Legali di Ventimiglia" giunsero a contestare l'esistenza del documento: il "De Rustici" invece ritenendo impossibile la perdita dell'atto intimò che venisse presentato nel giro stretto di 30 giorni.
Non si possiedono altri dati ma si deduce da vari elementi e testimoni documentari che le controversie non siano finite in questa data: a prescindere dalla realizzazione della "separazione per l'economico" in mancanza di una sicura estimazione continuarono a lungo, sin ai tempi della "Rivoluzione francese" e della soppressione della "Magnifica Comunità delle Ville", liti varie e controversie legali, più o meno giustificate.
<