Nell'immagine si vede il FRONTESPIZIO di un'opera di un ex schiavo dei TURCHI, tale GIOVANNANTONIO MENAVINO GENOVESE DA VOLTRI pubblicata a FIRENZE nel 1551 (ORIGINALE IN BIBLIOTECA PRIVATA - VENTIMIGLIA).
Si tratta, con il titolo rivisitato, dell' OPERA, edita dallo stesso tipografo sotto il titolo di Trattato de costumi et vita de Turchi composto per Giouan Antonio Menauino Genouese da Vultri ... [In Firenze, (Lorenzo Torrentino), 1548].
La prima edizione dell'OPERA di questo autore genovese di cui poco si sa era I cinque Libri della legge, religione et vita de' Turchi et della Corte, & d'alcune guerre del Gran Turco (edita a Venezia per i tipi di Vincenzo Valgrisi nel 1548).
Nel libro si legge una dedicatoria al RE DI FRANCIA FRANCESCO I ove tra l'altro si legge, dopo la celebrazione del sovrano (La obligatione, Sire, ch'io ho di far cosa che piaccia alla V.M. è molta, per lo infinito bene che io ho da Lei ricevuto e tuttora ricevo, degnandosi Ella di tenermi senza alcun merito, ai suoi servigi), una esortazione affinché il RE DI FRANCIA faccia l'impresa contra il nostro comune inimico Turco.
Stupisce da parte di un genovese (tenendo anche conto della CONVENZIONE DI MADRID DEL 1528 che legava le sorti della Repubblica alla Spagna) una DEDICATORIA A FRANCESCO I anziché all' IMPERATORE CARLO V.
La DEDICATORIA suona ancora più sorprendente poi se si medita poi sulla "SCANDALOSA" ALLEANZA CONTRO CARLO V STIPULATA DA FRANCESCO I CON L'IMPERO TURCO.
L'OPERA del MENAVINO costituisce un significativo SPACCATO DI STORIA DELLA MARINERIA GENOVESE E NON.
Vi si trova narrata in primo luogo la vicenda dell'assalto dei Turchi alla NAVE MERCANTILE del padre del Menavino: quest'ultimo assieme ai suoi compagni, dopo la battaglia, viene RIDOTTO IN SCHIAVITU' e successivamente in compagnia di tre altri figliuoli, quasi di pari etade risulta offerto in dono al SULTANO.
Nel corso del soggiorno presso la CORTE TURCA il Menavino ha occasione di raccogliere molti dati sui Turchi, comprese varie notizie militari che concentra nel V libro della sua opera, appunto intitolato Dell'essercito della Grecia et Natolia et delle battaglie fatte tra i signori della Turchia.
Ormai vecchio il SULTANO (Paiaxit) abdica a favore del figlio, il feroce Selim e lascia la CORTE portando con sè ingenti ricchezze ed un CORTEO DI 500 UOMINI E 5 GIOVINETTI tra cui si trova anche il Menavino.
L'autore, ben informato per trovarsi al servitio della sua persona, assiste all'evoluzione di una congiura ordita da Selim contro il padre grazie anche all'aiuto del medico di corte Ustarabi che somministra al vecchio Sultano un medicamento avvelenato.
Il susseguirsi delle vicende portano Menavino a narrare la sua presenza sul CAMPO DI BATTAGLIA dove i TURCHI subiscono una pesante sconfitta ed in funzione della quale può egli fuggire, riconquistando la libertà.
Grazie alla sua narrazione apprendiamo le vicende della fuga dei Cristiani (sono con lui quattro compagni) verso TREBISONDA, quindi ADRIANOPOLI e SALONICCO ove l'autore incontra dei mercanti cristiani di granaglie da cui viene condotto a CHIO donde può finalmente riparare a GENOVA
Qui data la rarità di questa PUBBLICAZIONE DI GIOVAN ANTONIO MENAVINO e nel contempo la sua utilità onde conoscere la CIVILTA' TURCA DEL XVI SECOLO, si è pensato utile riprodurre l'integrale OPERA DEL MENAVINO (CON OPPORTUNI INDICI) secondo l'EDIZIONE FIORENTINA DEL 1551 che comunque non comporta varianti rispetto a quelle, veneziana e fiorentina, del 1548.