ABBAZIA DI S. ANTONIO DI RANVERSO (riproduzione da repertorio culturale)
Nei primi decenni del secolo XVI, tre FRANCESCANI OSSERVANTI italiani – Matteo da Bascio e i fratelli Ludovico e Raffaele Tenaglia da Fossombrone – si trovarono uniti da un medesimo desiderio: vivere la loro vocazione dando maggiore importanza alla contemplazione e all’osservanza pura e fedele della Regola di San Francesco.
Il PRIMO ORDINE cosiddetto dei FRATI MINORI, significativo di semplicità, è l'ordine mendicante fondato da san Francesco d'Assisi. Ora è formato dalle tre famiglie dei FRATRI MINORI, dei FRATI MINORI CONVENTUALI e dei FRATI MINORI CAPPUCCINI. I FRATI MINORI FRANCESCANI ( del PRIMO ORDINE FRANCESCANO e costituiti da OSSERVANTI, ALCANTARINI, RIFORMATI, RECOLLETTI o dati al raccoglimento) furono così detti dopo la bolla Felicitate quidam di Leone XIII, che raggruppò sotto questa denominazione tutte le famiglie francescane all'infuori dei CONVENTUALI e dei CAPPUCCINI dando loro oltre il generale un solo procuratore e unica legislazione. I FRATI MINORI CONVENTUALI (del PRIMO ORDINE FRANCESCANO)seguono una interpretazione della regola più mitigata, con facoltà di possedere beni stabili in comune ( non individualmente ).
L'ordine dei FRATI MINORI CAPPUCCINI è sorto nel 1525 da un gruppo di frati che sull'esempio di Matteo da Bascio, intendevano tornare all'imitazione integrale di san Francesco.
Il SECONDO ORDINE FRANCESCANO è quello delle suore, fondato da santa Chiara e san Francesco d'Assisi in San Damiano (1212).
L'Abbazia di Sant'Antonio di Ranverso fu fondata da Umberto III di Savoia nel 1188 lungo l'antica strada di Francia, affinché diventasse luogo di culto e di cura.
Prese il nome da Sant'Antonio Abate e da Rivus Inversus il canale della zona chiamato così per essere situato a nord rispetto alle dorsali moreniche.
I Monaci Antoniani erano impegnati principalmente nell'assistenza ai lebbrosi e ai colpiti dal "fuoco sacro" o "fuoco di Sant'Antonio", cioè l'erpete zoster, malattia molto diffusa nel Medioevo.
Umberto III volle far costruire, oltre alla chiesa e al monastero un ospedale dove i malati venivano curati con grasso di maiale che, riducendo le possibilità di contatto dell'aria con le parti colpite, dava agli ammalati un qualche sollievo. Per questo motivo nell'iconografia di Sant'Antonio Abate è sempre presente il maiale.
Il complesso abbaziale, frutto di diversi secoli di continui lavori e ampliamenti è oggi profondamente modificato. Era costituito dalla chiesa, originariamente ad una sola navata a cui vennero aggiunte altre due navate, dalla sacrestia, interamente affrescata da Giacomo Jacquerio, dal campanile gotico trecentesco, dal chiostro, dall'ospedale, dalle cascine e dal monastero. Nel 1776 la proprietà venne assegnata all'Ordine Mauriziano che ne cura tutt'oggi la conservazione e il restauro.
Tra i vari artisti che nel corso dei secoli lavorarono nel complesso non si possono non citare le firme di Giacomo Jacquerio e di Defendente Ferrari.
L’intenzione iniziale non era tanto quella di fondare un nuovo Ordine religioso, quanto di imitare San Francesco e i suoi primi compagni, presi a modelli di vita.
Nel 1528, con l’aiuto della nipote di Papa Clemente VII, la duchessa di Camerino Caterina Cybo - che li aveva ammirati per la carità con cui avevano servito i malati durante la peste del 1525 - essi ricevettero l’autorizzazione pontificia per vivere secondo quanto desideravano.
Tra le altre cose Papa Clemente VII aveva dato loro facoltà di vestire l’abito francescano con un cappuccio a punta e di portare la barba – simboli questi di povertà, semplicità e austerità.
L’ORDINE DEI CAPPUCCINI - che all’inizio furono chiamati FRATI MINORI DELLA VITA EREMITICA - deve il suo nome al cappuccio a punta dell’abito. Ancora oggi essi si distinguono dagli altri Frati Minori per il lungo cappuccio a punta e per la barba che molti di loro portano.
Matteo da Bascio, Ludovico e Raffaele Tenaglia non furono i soli Francescani del tempo ad avvertire la necessità di una riforma dell’Ordine. Poco dopo aver ricevuto la bolla papale Religionis zelus (3 Luglio 1528), molti altri francescani dell’Osservanza iniziarono ad unirsi ai riformati, tra i quali i nomi insigni di Giovanni da Fano, Bernardino d’Asti e Bernardino Ochino, i quali sarebbero stati le colonne della nuova famiglia francescana. L’ingresso di questi frati nell’Ordine comportò anche lo sviluppo nel ministero. Infatti, mentre i primi Cappuccini erano impegnati soprattutto nel lavoro manuale, questi ultimi arrivati diedero grande importanza alla predicazione e agli studi, senza tuttavia indebolire lo spirito di preghiera e l’austerità. Le due forme di lavoro – manuale e apostolico – coesistono ancora oggi nell’Ordine.
La Riforma Cappuccina ebbe un rapido sviluppo numerico: cinquant’anni dopo l’Ordine contava più di 3500 frati. Il 1600 e 1700 sono "i secoli d’oro" della loro espansione. Intorno al 1761 il numero dei Cappuccini raggiunse la vetta di 34.000 unità, sparsi in tutta Europa, nelle Americhe, India e Africa del Nord.
All’inizio del 1999 la statistica riporta quasi 11.000 Frati Cappuccini presenti in 92 paesi del mondo: è il quarto Ordine maschile più numeroso
Vestono un saio marrone e portano sandali senza calze.
Il capitolo generale si raduna ogni 6 anni.
Alle province presiede un ministro provinciale, con un custode e 4 definitori, ai conventi il guardiano.
L'Ordine ha ora numerosi centri di studio, tra cui il Pontificio collegio antoniano di Roma (ove è la casa generalizia) e il collegio di Quaracchi presso Firenze.
Così chiamati dal 1251 (il nome fu loro confermato da papa Leone X nel 1517 e dal concilio di Trento).
Quest'ordine è retto dal ministro generale, con un consiglio di quattro definitori o assistenti e un procuratore generale, tutti eletti ogni sei anni dal capitolo generale. La curia generalizia è dal 1463 presso il convento dei Santi Apostoli in Roma.
Le province sono governate da un ministro provinciale con due definitori, e sono divise in custodie, mentre ai conventi è preposto un guardiano; questi sono eletti ogni tre anni nel capitolo provinciale.
Ai CONVENTUALI appartengono la basilica e il convento di Assisi, la basilica di sant'Antonio a Padova e numerosi altri santuari.
Vestono ora di nero (anziché cenerino), con cappuccio e mozzetta-scapolare pendente e calzano scarpe.
Hanno curato, con le altre famiglie francescane, la diffusione della Via Crucis, la dottrina e il culto dell'Immacolata concezione di Maria Vergine e il culto di san Giuseppe, patrono del loro ordine dal 1741.
Riconosciuto nel 1528 da Clemente VII.
Sono così denominarti dal CAPPUCCIO che completa il loro saio; predicatori e mendicanti.
I cappuccini hanno promosso in particolare la devozione delle Quarant'ore.
Hanno anch'essi un ministro generale, assistito da definitori generali, dal procuratore e da segretari.
La curia generalizia è a Roma.
La regola dell'ordine delle Clarisse dovette dapprima consistere nelle semplici istruzioni date da Francesco; fu poi formulata (1218) con l'intervento del cardinale Ugolino (Papa Gregorio IX); infine, dopo altri rimaneggiamenti fu approvata da Innocenzo IV nel 1253 e modificata ancora da Urbano IV (1263) il quale però non confermò il privilegium paupertatis caro alla fondatrice.
Ha carattere contemplativo ma svolge attività anche nel campo didattico e sociale; si diffuse rapidamente in tutta Europa, quindi in America e altrove.
Subì varie riforme, dando origine fra le altre, alle suore collettane e alle cappuccine.