Gli ALAMANNI o ALEMANNI, cui è attribuito il primo saccheggio di Ventimiglia romana, costituivano un gruppo di popolazioni germaniche da identificare quasi certamente con i SUEBI.
Come i Franchi gli Alamanni paiono usciti dal gruppo di genti disperse use a contatti coi Romani degli Agri Decumates tra l'alto Danubio ed il medio Reno.
Sono citati la I volta nel 213 d.C. quando l'imperatore romano Caracalla li sconfisse sul Meno.
Vennero chiamati in latino ALAMANNI (ed in greco Alammanòi) per derivazione forse dal composto tedesco antico alle manner cioè unione di uomini secondo l'etimologia proposta da Asinio Quadrato.
Così la regione che abitavano fu detta ALAMANNIA od ALLEMAGNA.
Tutta la loro storia si riassume in una serie di guerre, con esiti alterni, con l'Impero di Roma.
Verso il 260 si riversarono sul limes (Confine fortificato) dell'Impero, aprendosi un passaggio e superando poi le Alpi sino a Milano e presumibilmente invadendo parte della pianura padana sì da spingersi fin al mare della Liguria Marittima ed investirne le città costiere: non a caso -per ipotesi anche a giustificare la sopravvivenza di tale onomastica- la città di VENTIMIGLIA ROMANA per la I volta nella sua storia secolare venne SACCHEGGIATA PROPRIO DAGLI ALAMANNI
Gli attacchi degli Alamanni al limes furono ripetuti per 15 anni finché Probo non inflisse loro una disfatta nel 277.
Allora gli Alamanni si stabilirono presso il Neckar, spingendosi talora al Reno alsaziano, al largo di Costanza, all'Iller.
Nel corso del IV sec. cercarono di stabilirsi definitivamente sulle rive del Reno ma furono sconfitti da Costanzo (verso il 350), da Giuliano (presso Argentoratum odierna Strasburgo nel 357), da Graziano (nel 378 in Alsazia).
Installati a cavallo del vecchio limes degli Agri Decumates con un centro gravitazionale all'interno dell'agro romano gli Alamanni formarono una buona unità politica (IV-V secc.): si conosce una dinastia che durò sin ai tempi di Clodoveo.
La loro forza verteva su una cavalleria armata di spada lunga a doppio fendente (in quest'epoca sembrano aver annientato l'organizzazione imperiale ed aver ridotto parte della popolazione romana a Nord del Danubio).
Verso il 406 si spostano in Alsazia e Palatinato ma l'intervento vittorioso del generale romano Ezio (455) impedì che si consolidassero in queste terre.
Da qui si spostarono quindi a N e NO> conservarono possessi in Alsazia nonostante le sconfitte patite sotto Valentiniano e Graziano.
Nel 451, alleati degli UNNI, subirono una tremenda sconfitta ai Campi Catalaunici.
Nel 496 venuti in urto coi Franchi furono sconfitti da Clodoveo a Tolbiacum (a S di Colonia).
Ulteriori campagne militari dei Franchi colpirono a morte la dinastia degli Alamanni che si rifugiarono nel protettorato gotico di Rezia: degli antichi possessi verso le Gallie rimase alla fine in loro possesso solo l'Alsazia.
Procedendo verso S, dal 457, penetrarono più di una volta in Italia, nella Franca Contea e nel Norico: verso il V sec. iniziarono a colonizzare l'attuale Svizzera e si sistemarono pacificamente in Rezia per ordine di Teodorico mentre le genti romane furono fatte spostare verso il lago di Costanza e le Alpi.
Le due popolazioni convissero pacificamente (ed anzi si formò un piccolo stato latino semiautonomo intorno a Coira) finché non sopraggiunsero i conquistatori Franchi.
Dal 536 l'Alamannia fu posta sotto il controllo d'un duca nominato dal re d'Austrasia> il popolo restò a lungo pagano e la conversione iniziò solo dal VI sec. con la fondazione di un vescovado a Costanza (590): i progressi decisivi del Cristianesimo si ebbero con le missioni di S.Colombano, S.Gallo e S.Pirmino (la Legge alamannica è prova evidente della penetrazione del Cristianesimo presso tali popolazioni, soprattutto tenendo conto delle pene fissate per reati contro il clero e la chiesa).