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ACHILLE MAURI fu patriota e scrittore nato a Milano nel 1805 (morì a Pisa nel 1883).
Entrò giovanissimo nel seminario di Pavia divenendo ripetitore di storia, ma tosto cambiòpresto i suoi studi e finalmente divenne giornalista e scrittore, occupandosi di critica letteraria e di pedagogia ma redigendo pure novelle storiche e POESIE (ad alcune delle quali come quella qui sopra proposta ed intitolata
O FRATELLI, COL RISO NEL CORE venne messa in musica diventando un CANTO POPOLARE.
Nel 1835 diede alle stampo un volume di carattere morale Il libro dell'adolescenza e quindi, nel 1840, sulla scia di Manzoni del quale era fervente ammiratore, il romanzo storico, Caterina Medici di Broni.
All'epoca delle "Cinque giornate di Milano" coadiuvò Gabrio Casati e nell'aprile '48, una volta che il governo provvisorio frisultò esteso all'intiera Lombardia, venne incaricato, con Emilio Broglio e Giulio Carcano, quale collaboratore del segretario generale Cesare Correnti.
Redasse quindi il Manifesto alle nazioni europee (12 aprile) e il Proclama del 12 maggio con cui si annunciava il decreto sul plebiscito per la fusione.
Dopo la repressione austriaca si rifugiò nel Regno di Sardegna ed ebbe il seggio di deputato di Arona in luogo del Manzoni che vi aveva rinunciato: nella seduta del 15 novembre 1848 in un'interpellanza condannò la condotta del maresciallo Radetzky in Lombardia: e tale suo discorso venne stampato e diffuso per decreto ministeriale.
In seguito alla sconfitta piemontese di Novara con cui infaustamente ebbe termine la I guerra di indipendenza, la firma dell'armistizio oon l'Austria e l'abdicazione di Carlo Alberto, MAURI compose l'INDIRIZZO AL RE approvato per acclamazione nella seduta del 27 marzo 1849.
Abbandonata l'attività politica, fu precettore nella famiglia del conte Francesco Arese, di cui poi stese una Commemorazione nel 1881, tenendo vincoli di sincera amicizia con Cavour che gli conferì l'incarico di redigere il Memorandum sulla situazione dello Stato della Chiesa da inoltrare a Napoleone III l' 8 aprile 1856.
Nel 1859 fece ritorno a Milano: nel 1871 fu creato senatore e in seguito assunse la direzione degli "affari del culto" presso il ministero della giustizia e quindi l'ufficio di consigliere di stato.