A suo modo, per quanto particolare, il dipinto può dare un'idea di una delle botteghe tipiche (vanamente cercate dai non coinvolti) per la pratica della CASTRATURA DEI FANCIULLI: la castrazione per fini musicali era una pratica quasi esclusivamente italiana per quanto svolta mediamente e in assenza di specifiche licenze in tutta segretezza: infatti secondo il diritto dello Stato come si vede nel testo criminologico di questo illustre giurista che fu il De Angelis (vedi) e precisamente nella parte III
si trattava di un crimine uguale a quello perpetrato da Sicari e Assassini e, pur con interpretazioni che talora proponevano delle eccezioni nella interpretazione esegeti e giuristi occorre far rimarcare che anche secondo il diritto canonico era illecita: si trattava infatti di una mutilazione e in quanto tale punibile con la scomunica. Non è strano (come ha scritto P. Scholes nel lavoro Dr Burney's Musical Tours in Europe, Londra, 1959, vol. I, p. 247) che il musicografo Charles Burney cercò senza successo i luoghi dove si praticava l'intervento di 'miglioramento': Indagai attraverso l'Italia in quale posto prevalentemente i ragazzi erano scelti per cantare tramite castrazione, ma non ne potei avere un'informazione sicura. Mi venne detto a Milano che era a Venezia; a Venezia che era a Bologna; ma a Bologna negarono, e venni indirizzato a Firenze; da Firenze a Roma, e da Roma venni mandato a Napoli... Si dice che vi siano botteghe a Napoli con questa insegna: QUI SI CASTRANO RAGAZZI; ma io non fui in grado di vedere o di sentir parlare di alcuna di queste botteghe durante la mia permanenza in quella città = non si può far a meno di evidenziare come il ventimigliese A. Aprosio sia stato anche uno dei pochi a proporre informazioni sulla valutazione dei medici negli INTERVENTI TECNICI E CHIRURGICI IN RAPPORTO ALLA "CASTRATURA" (DA PAG. 319 A PAG. 334) = esperienza terribile attraverso cui passarono tutti gli EVIRATI CANTORI COMPRESO IL LEGGENDARIO CARLO BROSCHI ALTERNATIVAMENTE DETTO ORA "FARINELLO" ORA "FARINELLI", TRA TANTI COME QUI SI LEGGE IN DIGITAIZZAZIONE IDOLO DI PIETRO METASTASIO E DI CARLO INNOCENZO FRUGONI.