cultura barocca
INF. DI B. DURANTE Assedio di Belgrado, tenuto dai Turchi, da parte del Principe Eugenio di Savoia per una coalizione, destinata alla vittoria nel 1717, capeggiata dall'Impero d'Austria = reperto custodito a Venezia, XVIII secolo di autore sconosciuto, - Vienna, Österreichische Nationalbibliothek. Vedi anche = Franz Herre, Eugenio di Savoia, Milano, Garzanti Editore, 2001. All'ASSEDIO DI BELGRADO partecipò invece attivamente il padre di Carlo I "Ferdinando Alberto II di Brunswick-Lüneburg (29 maggio 1680 – 2 settembre 1735) duca di Brunswick-Lüneburg, ufficiale nelle armate del Sacro Romano Impero e principe di Wolfenbüttel nel 1735. Ferdinando Alberto era il quarto figlio di Ferdinando Alberto I di Brunswick-Lüneburg e combattè al fianco dell'imperatore Leopoldo I nella guerra di successione spagnola. Nel 1704 era divenuto aiutante personale dell'imperatore; nel 1707, maggiore generale, e nel 1711 luogotenente feldmaresciallo. Durante la guerra austro turca del 1716-1718, servì sotto il principe Eugenio di Savoia, partecipando alle battaglie di Belgrado e Petrovaradin, e divenendo comandante della fortezza di Komárno. Nel 1723, divenne feldmaresciallo, e nel 1733, generale feldmaresciallo. Alla morte del cugino Luigi Rodolfo nel marzo del 1735, Ferdinando Alberto ereditò il principato di Wolfenbüttel e diede le dimissioni dal grado di feldmaresciallo, ma morì dopo soli sei mesi di governo". Di Carlo I di Brunswick-Wolfenbüttel il FIGLIO PRIMOGENITO E QUINDI EREDE AL TRONO fu Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel (Wolfenbüttel, 9 ottobre 1735 – Ottensen, 10 novembre 1806) è stato un militare prussiano, Duca di Brunswick-Lüneburg, Principe di Brunswick-Wolfenbüttel-Bevern e feldmaresciallo. Carlo Guglielmo Ferdinando era figlio del duca Carlo I di Brunswick-Lüneburg e della principessa Filippina Carlotta di Prussia, una delle sorelle del re Federico II di Prussia. Come principe ereditario, maschio di quattordici fra figli e figlie, ricevette una adeguata formazione. A causa dello stretto rapporto di parentela con la casa reale prussiana e di un rapporto di sussidiarietà per cui il Principato di Brunswick metteva a disposizione della Prussia le sue truppe, il giovane Carlo Guglielmo Ferdinando combatté valorosamente dalla parte dei prussiani la Guerra dei sette anni e partecipò alla battaglia di Hastenbeck, guadagnandosi la fama di grande stratega. Il 16 gennaio 1764 sposò la più anziana delle sorelle del re Giorgio III d'Inghilterra, la Principessa Augusta di Hannover. Il rapporto fra i due coniugi fu molto convenzionale e seguì rigorosamente il protocollo di corte. Da Augusta ebbe sette figli, tre femmine e quattro maschi, uno solo dei quali, Federico Guglielmo, ebbe capacità e salute da poter prendere nel 1806 il posto del padre. Durante un viaggio in Italia, effettuato nel 1766, Carlo Guglielmo Ferdinando conobbe Maria Antonietta Branconi, che fu la sua amante e dalla quale ebbe un figlio, Karl Anton Ferdinand, Conte di Forstenburg. Nel 1773 successe al padre come principe del Braunschweig-Wolfenbüttel, al quale era collegato il titolo di duca di Braunschweig-Lünenburg. All'inizio il suo governo fu condotto con abilità e competenza: intelligenti riforme fecero rifiorire il piccolo principato di Braunschweig. Sotto l'influenza dell'abate Jerusalem e del pedagogo Gioacchino Enrico Campe, il duca fu un vero sovrano illuminato. Ma la sua vera passione fu l'attività militare e nel 1787 divenne Feldmaresciallo di Prussia. Durante la guerra della Prima coalizione, a seguito dell'accordo di Pillnitz, divenne il comandante in capo delle truppe austro-prussiane che dovevano combattere contro le armate rivoluzionarie francesi (7 marzo 1792). Il 25 luglio dello stesso anno emise il famoso proclama destinato ai parigini, nel quale minacciava sanzioni gravi in caso di attentato alla incolumità di Luigi XVI e della famiglia reale. Ecco che cosa recitava il proclama, pubblicato a Parigi il 1º agosto: "Nel caso in cui venga usata la più piccola violenza o venga recata la minima offesa nei confronti delle loro Maestà, il re, la regina e la famiglia reale; se non si provvede immediatamente alla loro sicurezza, alla loro protezione ed alla loro libertà, esse (la Maestà imperiale e reale) si vendicheranno in modo esemplare e memorabile, abbandoneranno cioè la città ad una giustizia militare sommaria ed i rivoltosi colpevoli di attentati subiranno le pene che si saranno meritati". A metà agosto attraversò con la sua armata, composta da parecchi emigrée (cioè monarchici francesi fuggiti dinnanzi allo sconvolgimento della rivoluzione), il confine con la Francia. Sconfitto a Valmy il 20 settembre 1792 dai francesi di Dumouriez e di Kellermann, si ritirò. L'episodio non fece certo onore alla sua fama di stratega, non certo per codardia, ma per sopravvalutazione eccessiva delle forze nemiche e per indecisione, dovuta anche al cattivo stato di salute delle sue truppe, affette da dissenteria per cattiva alimentazione. Il 23 luglio 1793, dopo un assedio durato poco più di quattro mesi, prese la città di Magonza. All'inizio del 1794 si dimise da comandante in capo a causa dei contrasti con il collega Wurmser. Venne tuttavia richiamato in servizio dal re di Prussia come comandante dell'esercito prussiano nel 1806. Nelle battaglie di Jena ed Auerstadt venne gravemente ferito ad entrambi gli occhi. Si rifugiò allora in territorio neutrale danese, presso Amburgo, ove morì a seguito delle ferite riportate. Massone, nel 1783 si affiliò all'Ordine degli Illuminati con lo pseudonimo di "Aaron".

CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE DI CULTURA-BAROCCA