Ruta - Ruta graveolens
Habitat: terreni aridi dal piano alla montagna.
Forse per quei suoi piccoli fiori gialli che, una volta sbocciati, ricordano delle croci in miniatura, l'erba ruta è stata ritenuta, fin dai tempi più antichi, una magica cura, una vera e propria panacea di qualsiasi malanno.
Anche se oggi stesso questa pianta è guardata con una certa venerazione, grazie a quell'alone miracolistico e superstizioso tramandatoci dai nostri avi, dobbiamo premettere, prima di tutto, che la ruta è una pianta velenosa, il cui uso sconsiderato ed eccessivo potrebbe provocare seri disturbi o, addirittura, avvelenamenti letali.
Le sostanze medicamentose dell'erba ruta sono tutte contenute nell'olio dall'odore sgradevole che si trova raccolto in vescichette sulle foglie.
Le foglie dell'erba ruta vengono quindi usate per farne degli infusi, nella misura massima di un grammo per ogni tazzina di acqua bollente.
Questi infusi servono a calmare gli attacchi isterici, a favorire e a rendere più facili e meno dolorosi i cicli mestruali, a eliminare, infine, le coliche intestinali flatulenti.
Lo stesso infuso, inoltre, può servire nei casi di glaucoma per ripetuti lavaggi.
Per chi soffre di rinite cronica fetida, che provoca quelle abbondanti secrezioni nasali, è consigliabile l'uso di un decotto di erba ruta preparato con un cucchiaio di foglie e due bicchieri di acqua. Si fa bollire per alcuni minuti e, tre volte al giorno, si introduce nelle narici per qualche minuto un batuffolo di ovatta bene imbevuta del liquido così ottenuto.
L'erba ruta, inoltre, ha dei discreti effetti digestivi, anche se inferiori a molte altre erbe o a quelli tradizionalmente riconosciutile.
A questo proposito va per la maggiore la cosiddetta grappa alla ruta, preparata immergendo nella grappa un ramoscello di ruta.
Così elegantemente preparata la possiamo trovare, al giorno d'oggi, in qualsiasi pubblico esercizio dove viene servita come una vera e propria specialità.
Come abbiamo accennato poco fa, la ruta va usata con molta discrezione per i principi venefici in essa contenuti, così l'uso di questa erba deve essere assolutamente vietato alle gestanti a causa della sua potente azione abortiva.
Ferrante Cappelletti, Dalle erbe la salute Piante medicinali dell'arco alpino, Publilux, Trento, 1977