Inf. a cura di B. Durante

Gli EMIGRANTI GIROVAGHI
Cercando altrove ciò che la loro terra non dava, gli abitanti dell'estremo Appennino settentrionale si propagarono non solo nella penisola, ma in Europa ed oltre.
Fra loro v'era di tutto: ambulanti venditori d'inchiostro, bottoni, pomate spacciate per miracolose, saponette, lumini e molte altre cose.
Molti erano LIGURI.
Pochi avevano con loro animali addestrati, tutti di piccola taglia e più che altro lo facevano per aggirare il divieto di accattonaggio (avendo una professione...).
Altri tra gli EMIGRANTI GIROVAGHI erano i cosidetti BIRBANTI: costoro preferivano raggirare la gente fingendosi preti, devoti, santi e quant'altro, speculando sulla credulità e sulle disgrazie delle persone.
I BIRBANTI in maggioranza provenivano dalla valle Sturla e dalla valle di Vara.
I COMMEDIANTI erano invece quelli che facevano spettacoli nelle strade, i musicanti, i burattinai e coloro che esibivano mostruosità, animali rari o addestrati e tutto quanto poteva stupire.
Le compagnie più grandi di questi GIROVAGHI, quelle che detenevano orsi e cammelli, erano del tutto assimilabili alle grandi famigli circensi, e normalmente i loro membri erano chiamati ORSANTI.
I commedianti in maggioranza provenivano dalle valli del Taro e del Ceno, ossia dal Parmense.
L'epicentro originario di questi artisti era considerata normalmente la zona del Monte Pelpi, fra Bedonia e Compiano.
Che fossero girovaghi ambulanti, birbanti od orsanti una cosa erano di certo, disgraziati senz'arte , nè parte, nè patria.
Tutte queste "professioni" cessarono all'inizio del '900 per via delle nuove leggi molto severe contro lo sfruttamento dei minori e per l'avvento di nuove professioni ambulanti più redditizie e sicure, soprattutto all'estero: gelatai, venditori di pesce e patatine fritte, caldarrostai.
Nel paese di COMPIANO (PR) è stata allestito un MUSEO (in forza della sinergia fra l'Associazione Culturale Barbara Alpi e la Parrocchia di Campiano) intitolato agli ORSANTI termine forse un poco riduttivo per indicare tutti quegli individui, perlopiù, appartenenti alle genti dell’Appennino settentrionale che, costrette a divenire girovaghe, nell’arco di alcuni secoli emigrarono in Paesi lontani alla ricerca di una vita migliore. In maggioranza i commedianti provenivano dalla valle del Ceno e dalla valle del Taro, ossia dall'Appennino parmense: ma non sono da escludere provenienze meno corpose come quelle alimentate dall'Appennini ligure: si legga al proposito Con arte e con inganno. L'emigrazione girovaga nell'Appennino ligure - emiliana, Genova, Sagep editrice a cura di Marco Porcella).
Le esibizioni degli ORSANTI, così detti dai giochi dell'animale ammaestrato più imponente cioè l'ORSO, avvenivano nelle strade e nello spazio delle fiere, suonavano e mettevano in mostra oltre che orsi anche scimmie, cani, uccelli, addirittura cammelli più o meno addestrati.
Arturo Cura' nel suo suggestivo libro Orsanti, Genova, Silva editore ha di loro scritto "Girovagando per tutto il Continente, avevano finito per somigliare agli zingari di cui avevano assunto l'aspetto pittoresco, il comportamento sfrontato, il linguaggio buono per ogni contrada, loro, analfabeti nella quasi totalità...Si strinsero la mano. Di bello questa gente aveva la capacità di conoscersi al primo fiuto, annusandosi come cani. Il sentirsi diversi dagli altri li univa fino a considerarsi padri e figli e fratelli, liberi sulle strade, speciali viandanti smemorati e fieri sotto le lune d'Europa." [Sarcina narrativa estrapolata dalla II di copertina - l'IMMAGINE proposta è stata invece tratta dal quotidiano genovese IL SECOLO XIX del giorno 24 dicembre 2002]