INF. B. DURANTE

"... Con la caduta definitiva degli Angiomi, il feudo di Castelpagano, fu dato dal re Ferdinando I d'Aragona nel 1465 alla famiglia Del Balzo, Nobile famiglia Italiana d'origine Provenzale (De Baux) venuta in Italia al seguito di Carlo d'Angiò. Pirro del Balzo fu gran contestabile, figlio di Francesco, prese parte alla congiura dei baroni contro re Ferdinando (1485) e fu punito, (forse la sua punizione, fu proprio la perdita dei suoi possedimenti tra cui Castelpagano che dalla famiglia del Balzo, passò alla famiglia Mormile). La famiglia Mormile della Casa Ducale di Castelpagano, era originaria del Napoletano (forse proprio di Castelpagano ?), si affermò sotto gli Angiomi e i Durazzeschi (XIV sec.) con Andrillo, che fu viceré della Provincia d'Abruzzo, e con suo figlio Annechino (XIV - XV sec.). La famiglia Mormile, era nota nelle Istorie fin dal IX secolo, al tempo dell'Imperatore Basilio; era iscritta a Napoli nei seggi di Capua e Portanova, aveva per stemma uno scudo d'oro con la banda d'argento bordata di nero, con l'aggiunta di tre aquilotti dello stesso metallo. Fra i membri della Casa Ducale di Castelpagano, si ricordano:
FRANCESCO MORMILE
Mori e fu sepolto a Napoli nella chiesa dei SS. Saverino e Sossio. Nella chiesa, davanti alla balaustra dell'altare maggiore è incastonata una lapide marmorea con la seguente epigrafe: MORMILIUM VETUSTISSIMA. PASTREMA. PERPETUA QUE. DOMUS FRANCISCUS. MORMILIS. DUX CAMPI CLARI HANC. PONL CURAVIT MEMORIAM ANNO MDCXXX.
FRANCESCO MORMILE
(nipote del precedente?) Portava il titolo di Duca di Campochiaro, mori nel 1649. Il Capecelatro, lo biasimò severamente per la condotta da lui tenuta nella rivolta del 1647 promossa da Masaniello.
GIAN LUIGI MORMILE
Dei
Duchi di Campochiaro e Signori di Castelpagano nel Sannio, ricoprì nel Reame di Napoli il titolo di Preside della Real Camera fu autore dei Singularia notabilia in Regni Neapolitani constitutiones, & Paradoxica disputatio ad verum intellectum cap. 1. cap. si quis inuestitus, qui success. teneant. & cap. moribus; si de feud. defunct. milit. controu. fuer. Io Aloysii Mormilis ...Nunc secundo in lucem editum, & aureis, ac nouissimis additionibus Horatii Visconti ... locupletatum. Accessere indices duo ..., Neapoli : ex typographia Dominici Maccarani : expensis Io. Dominici Bove, 1624 [8, 157, 23 p. - fol - Marca non controllata (Bue con motto: Serius ut gravius) sul front - Front. stampato in rosso e nero - Iniziali e fregi xil - Impronta - iao, m,8. r,de Atma (3) 1624 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma]
ed in precedenza dell'opera Testo a stampa Ioannis Aloysii Mormilis .... Paradoxica disputatio ad verum intellectum cap. 1. c. si quis inuestitus, qui sucess. ten. & cap. moribus; si de feud. def. mil. contro fuerit. Ac singularia. In eiusdem regni constitutiones, & capitula, Neapoli : ex typographia Io. Dominici Roncalioli, 1613 - [8, 157, 1 p. ; fol - Stemma sul frontespizio - Impronta - ,&e- o-us r,de Atma (3) 1613 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli
TROIANO MORMILE
Fu nominato Preside nel 1633 nel Principato Ulteriore (AV).
GIACINTO MORMILE
Acquistò il feudo di Cercepiccola (CB) nel 1645 da Claudio Albertino per 19000 Ducati, aggiungendo così altre terre al feudo della Casa Ducale di Castelpagano. Forse fu lo stesso Giacinto che acquistò anche il feudo di Colle d'Anchise (CB), che nel XVII secolo passò ai Tomacelli. Nel 1586 il feudo di Colledanchise, apparteneva a Donna Giulia Mormile dei Duchi di Castelpagano (Gian Baffista Mascioffa).
VALERIO MORMILE Acquistò il feudo di S. Angelo Limosano dalla Reale Corte nel 1628 "che andò ad aumentare i possedimenti della casa ducale di Castelpagano" (G.B.M. Vol. 2 pag. 328).
MARZIA MORMILE
Nel 1740, previa perizia del Tabulario De Lellis, acquistò il Feudo di Ielsi in nome della Casa Ducale di Castelpagano, (forse fu dato in amministrazione o in dote a Marzia) la quale ne conservò il dominio fino al 1781.
OTTAVIO MORMILE
Fu Sindaco di Napoli nel 1759 e portò il titolo di Duca di Castelpagano (DUX CASTRIPAGANI).
NICOLA MARIA MORMILE
(forse figlio d'Ottavio)
OTTAVIO MARIA MORMILE
(1761 - 1831 o 1838) Nipote d'Ottavio e marito d'Isabella Coppola dei Duchi di Canzano e forse figlio del titolare della Casa Ducale (Nicola Maria?) di Castelpagano (G.B.M.). Ottavio occupava già una posizione importante nelle sfere politiche del Regno di Napoli, quando, sul finire del 1805, l'esercito di Giuseppe Bonaparte, si accingeva a conquistare il regno di Napoli. La corte, come di solito, si rifugiò in Sicilia (difesa dalla marina Inglese), delegando i poteri al principe erede, circondato da una Reggenza. Dalle memorie dell'ex re Giuseppe, apprendiamo che la reggenza spedì il Duca Ottavio a Capua per trattare la resa della capitale con altre personalità. Giuseppe Napoleone, nel comporre il Direttivo chiamato ad amministrare il Regno durante l'occupazione, vi incluse anche Ottavio Mormile, quale Direttore della Casa e dei Riti Reali, e quando fu nominato re, e il Direttorio trasformato in Ministero, il Mormile fu nominato Ministro della Casa Reale e con decreto 15 maggio 1806 Consigliere di Stato. Con Regio Decreto del 15 aprile 1807 il duca Ottavio ebbe la nomina ad ambasciatore presso il re d'Olanda, ch'era allora Luigi Bonaparte, fratello dell'Imperatore Napoleone e del re di Napoli. Nel 1814, trovandosi Napoleone in esilio all'Elba, le potenze indussero il Congresso di Vienna (aperto il 1 novembre) per la restaurazione delle monarchie da lui travolte e abbattute. Il duca Ottavio vi fu spedito plenipotenziario, insieme al principe di Cariati. Ottavio, inoltre, fu Ministro della Polizia del re Gioacchino Murat che rappresentò al Congresso di Vienna (1815) e poi fu Ambasciatore a Parigi dei Borboni di Napoli. Alla sua morte il titolo e tutti i possedimenti passarono alla moglie (Isabella Coppola di Canzano), in quanto non avevano avuto eredi. Isabella non sopravvisse molti anni al marito Ottavio, e alla sua morte il tutto passò a suo padre; inizia così il ducato dei Coppola di Canzano a Castelpagano. ("il giorno 7 Settembre 1807 il Duca Ottavio, giacché la feudalità era stata abolita ed egli non aveva successori, ne fece formale donazione")
FRANCESCO CAPECELATRO (figlio di Giuseppe Capecelatro che fu Ministro degli Interni sotto il governo di Giuseppe Napoleone e di Murat), il quale lasciò tre figli: Giuseppe, Michele e Alfonso. Il primo (Giuseppe) ereditò il titolo di Duca di Castelpagano, il secondo (Michele), capitano di Fregata nella Regia Marina, il titolo di Marchese di Ripalimosano (R.D. 27 luglio 1857), con il diritto di trasmetterlo in perpetuo secondo l'ordine di primogenitura (G.B. Masciotta vol. 2 p. 292). Il terzo (Alfonso Capecelatro (1824-1912), prese la "carriera" ecclesiastica, divenendo una personalità, sia nel campo ecclesiastico sia in quello letterario. Alfonso Capecelatro, portò anche il titolo di Duca di Castelpagano, ma, non si sa come lo ottenne. Forse ereditò il titolo di Duca alla morte del fratello Giuseppe che non aveva eredi.
CAPECELATRO ALFONSO
Cardinale (sotto il Pontificato di Leone XIII) e Duca di Castelpagano, nacque a Marsiglia il 5 febbraio 1824, mori a Capua il 14 novembre 1912, ma la sua salma fu trasferita a Roma dove fu sepolta e sulla cui tomba si può leggere l'epigrafe che ricorda il titolo nobiliare "DUX CASTRIPAGANI". Il duca di Castelpagano, (Francesco Capecelatro) aveva dovuto emigrare da Napoli avendo parteggiato per Murat. Alfonso, sedicenne, entrò nella congregazione dell'Oratorio; fu ordinato Sacerdote nel 1840 e ben presto gli Oratoriani lo elessero Preposito. Il Capecelatro, per l'oratorio di Napoli fu vero salvatore: ottenne, infatti, che alla chiesa dei Girolamini e al chiostro con la famosa biblioteca fossero assicurate le garanzie dovute ai monumenti nazionali, ed egli stesso ne fu eletto soprintendente. Nel 1879 Leone XIII lo chiamò in Vaticano come Vice bibliotecario, il 28 ottobre 1880 lo elesse Arcivescovo di Capua e nel 1886 lo creò Cardinale. Egli fu da Prelato quel che era stato da Prete: semplice integro, nella duplice dedizione alla chiesa e alla patria; schivo d'ogni doppiezza, questa dote improntò pure tutta l'opera letteraria di lui, nella fedeltà della narrazione, nella sobrietà della descrizione e nella misura del commentario. Attorno a lui, si raccolsero persone varie e discordi, affratellate solamente dalla sua virtù superiore. Suoi amici furono: Fogazzaro, G. Manzoni, il Cardinale Mercier, Montalbert, Tommaseo, Tosti, Bernardi e tanti altri. La sua produzione letteraria, esegetica, storica, apologetica è vastissima. La prima delle sue opere, scritta per incitamento del Tosti, è la Storia di Santa Caterina da Siena e del Papato del suo tempo (10 ed. Napoli 1856), resta a giudizio di molti, la prima anche per freschezza di pensiero e di forma. Fra gli scritti del Capecelatro, tutti pubblicati a Roma, si ricordano: Newman e la Religione Cattolica in Inghilterra. 1859; Storia di San Damiano e del suo tempo, 1887; Compendio della vita di Gesù Cristo, 1896; I miei 25 anni d'Episcopato, 1905; e tantissime altre opere sia storiche sia religiose....".