cultura barocca
inform. di B. Durante

Calco del cadavere di un CANE DA CORTILE legato alla catena (si veda il vistoso COLLARE adatto ad un cane da catena e di grossa mole) rinvenuto negli scavi di Pompei. L'impressione dell'immagine è notevole: si intuisce perfettamente come l'animale, nel tentativo di sfuggire alle mortali esalazioni, si sia sfiancato cercando di liberarsi sin ad essere colpito dai gas ed a morire, trafitto da spasmi di cui ancora si riconoscono gli effetti, quasi accartocciato su se stesso (riproduzione da originale e informatizzazione B. Durante).
Il CANE è stato quasi certamente il primo animale addomesticato dall'uomo (secondo una certa letteratura il II, subito dopo la renna).
Stando ai paleontologi, che si avvalgono del non irrilevante contributo dell'archeologia, si individuano tipi di "Terriers" su monumenti funebri dell'antico Egitto.
La tomba di un faraone della X dinastia (circa 2300 anni a.C.) è ornata dalle figurazioni di 4 CANI: un volpinoide, un segugio, un levrieroide e un animale tipologicamente prossimo al Basenji congolese (in cui molti vedono il progenitore del moderno "Terrier").
Gli Assiri allevavano invece un CANE DI GRANDE MOLE ritenuto progenitore dei MASTINI contemporanei. Secondo il Keller quei giganteschi CANI ASSIRI sarebbero a loro volta derivati del CANE DEL TIBET animale di enorme mole e che ancor oggi esiste seppur in taglie ridotte.
Secondo le più recenti interpretazioni scientifiche la gran parte delle attuali razze canine deriverebbe dal MASTINO ASSIRO che sarebbe stato diffuso per il mondo conosciuto dalle navi dei FENICI.
Il CANE è animale conosciuto in ogni cultura del mondo.
In Iran, nel VII secolo a. C., Zarathustra lo celebrò nell'"AVESTA" (libro sacro della religione mazdeista) affermando che "il mondo sussiste per l'intelligenza del cane".
L'antichissima civiltà cinese, quella amerindiana dei maya, degli aztechi e degli inca rivelano sculture in cui sono raffigurati dei cani.
I Romani, dovettero apprezzare molto i CANI non solo per i servigi che prestavano ma anche quali ANIMALI DA COMPAGNIA dotandoli di COLLARI DI IDENTIFICAZIONE per poterli ritrovare anche dopo una casuale perdita od una possibile fuga.
E' comunque fuor di dubbio che essi allevarono allevarono anche formidabili MOLOSSI DA COMBATTIMENTO alla stregua di quanto fu un uso tra i Britanni.
Nell
'agro di Roma, in Abruzzo e in varie altre aree del meridione si individuano forti CANI DA PASTORE (per esempio il PASTORE ABRUZZESE MAREMMANO) la cui origine è da ascrivere all'epoca di Roma ed agli allevamenti di cani che vi si organizzarono.
Allo stesso modo il possente MASTINO NAPOLETANO è un discendente dei MOLOSSI che i romani utilizzavano anche per la guardia e che venivano detto CANI DA CORTE e/o DA CORTILE.
In questo caso l'archeologia ci ha lasciato una testimonianza eccezionale grazie agli scavi di Pompei (con Ercolano e Stabia una delle tre cittadine sepolte dall'eruzione del Vesuvio nell'agosto del 79 d.C.).
Proprio a Pompei si ebbe infatti il rinvenimento, tramite la procedura-ricostruzione a calco di gesso dell'impronta del corpo avvolta dalla lava, delle fattezze pressoché perfettamente individuabili di un grosso CANE DA GUARDIA d'epoca imperiale.
VARRONE, nel DE RE RUSTICA diede un'accurata DESCRIZIONE di questi animali e prima di lui il greco Senofonte aveva già scritto un libro sull'arte venatoria.
Durante l'IMPERO venivano dislocati all'estero degli ufficiali, detti "procuratores cinogiae", che avevano il compito di raccogliere CANI pregiati d'allevamento.
Questi venivano quindi portati nella capitale dove venivano allevati ed addestrati in appositi canili. I romani classificavano i cani in "CANES VENATICI" (CANI DA CACCIA: a loro volta distinti in CELERES, che rincorrono la selvaggina, PUGNACES, che attaccano la selvaggina) in CANES PASTORALES (CANI DA PASTORE preposti alla cura di mandrie e greggi) e in CANES VILLATICI (CANI DA GUARDIA alle case, alle fattorie, ai campi, a negozi e luoghi di ritrovo).
Il Medioevo ed il Rinascimento segnano quindi il trionfo dei CANI DA CACCIA, selezionati in particolare dalle razze dei SEGUGI le cui mute era appannaggio di re e potenti. Spesso le grandi famiglie, comprese le importanti casate italiane, usavano scambiarsi CANI CAMPIONI o intere MUTE come regali di estrema importanza.
Prese peraltro ad acquisire un rilevo sempre maggiore il CANE DA SALOTTO ed il CANE DA COMPAGNIA apprezzati soprattutto dalle dame: dipinti celebri rimandano al visitatore le sembianze di cani da compagnia di queste epoche lontane, animali che in molti casi nemmeno hanno perduto la loro tipologia avendo dato origine a razze giunte quasi immutate ai giorni attuali