Da uno
stralcio del già inedito Scudo di Rinaldo si nota come Angelico Aprosio abbia parlato delle monacazioni forzate di tante fanciulle ad integrazione della "Frottola", sorta di poesia popolareggiante del Cingoli dal titolo "Monacelle incarcerate" nel leggere questi testi antiquari sfugge però spesso come ad ennesima integrazione di quanto scritto dall'erudito frate oltre ad una ulteriore ripresa dell'argomento delle fanciulle obbligate a prendere il velo monacale vi sia contestualmente una considerazione sui figli maschi del pari obbligati ad entrare in religione vi compare con ulteriori osservazione la significativa frase Se tra figliuoli ve ne sarà qualche discolo, sciocco, inetto e non meno salace di Sardanapalo si tratta di farlo Frate, o per lo meno Prete = per vari aspetti siffatta esternazione aprosiana rimanda a Papa Clemente VIII ed alle sue importanti seppur non abbastanza studiate Institutiones ad novitiorum religiosorum educationem pertinentes edite nel 1601 Romae, apud Impressores Camerales che costituiscono un ulteriore tassello sulla particolare cura che la Chiesa uscita stremata dal concilio di Trento continuava a prestare sui giovani religiosi, cioè su quanti ne avrebbero dovuto perpetuare la funzione sociale, civile e spirituale = senza dimenticare che tutto questo comportava una cautelativa, purtroppo non sempre efficace, avverso gli eccessi del principio di MAGGIORASCO (MAGGIORASCATO) PROPRIO DELL'EPOCALE PATRIARCATO"
in rapporto ad una
Variante meno nota e relativamente applicata ma non rara anche per i giovinetti della "Monacazione forzata" (mediamente concernente le fanciulle)
mediamente dipendente dalle
SCELTE DI PADRI DI FAMIGLIA - SPECIE NEI CETI EGEMONICI DI IMPORRE AD ALCUNI FIGLI MASCHI (DAL SECONDOGENITO IN POI) ANCHE SE RECALCITRANTI NE' PREDISPOSTI L'INGRESSO NELLA VITA RELIGIOSA (QUALE ALTERNATIVA ALLA CARRIERA MILITARE) SI' DA POTER CONCENTRARE NEL PRIMOGENITO L'INTIERA ASSE EREDITARIA.