Il TEATRO in Ventimiglia Romana fu opera di fine II sec. d.C., abbandonata nel IV secolo ed usuale principalmente per rappresentazione di commedie
La morale romana, per quanto solare e ridanciana, custodiva valori che la prassi comune delle cometenze culturali oggi purtroppo ignora e nel contesto di un mondo così variegato come quello di artisti e saltimbanchi, ove spesso ci si doveva arrangiare nel caso di piccole compagnie, la morale era abbastanza labile e vista con senso critico dalla gente comune che traeva diletto dalle rappresentazioni ma non apprezzava affatto la condizione sociale di tanti personaggi che operavano sulle scene, spesso al limite di quella moralità che costituiva l'asse portante di quella struttura dello stato romano che aveva bandito la cultualità orgiastica dei Baccanali e guardava con sospetto le donne che si esibivano nella danza del ventre, in quella coi cembali o coi crotali.
Per accedere al teatro si potevano usare delle apposite contromarche dette tessere teatrali) risulta l'edificio principale, finora scoperto (II metà XIX secolo), della città ove a differenza che in altri centri liguri non si è riscontrata traccia alcuna della più popolare struttura di un ANFITEATRO per molti versi struttura per spettacoli sportivi più in linea con la cultura popolare romana.
Per quanto concerne il TEATRO occorre precisare che si tratta di uno dei più piccoli che si conoscano con una capienza al massimo di 4/5000 spettatori.
Il diametro è di 21 m. all'interno: il lavoro murario è in "opus certum" e le parti monumentali sono in pietra della Turbia.
Ben conservato è il VOMITORIUM ovest (uno dei 3 corridoi d'entrata ed uscita) con doppio architrave e mensole sagomate: si vede pure una traccia di pavimentazione marmorea del teatro.
Tramite il VOMITORIUM orientale con probabilità il pubblico accedeva all'edificio in forza di una sorta di INGRESSO MONUMENTALE: il VOMITORIUM era infatti in rapporto ad un recinto donde si giungeva dalla strada principale, passando sotto un arco monumentale intonacato ed affrescato. Proprio davanti ai reperti dell'arco si allargava una piazzetta, tuttora caratterizzata dalla pavimentazione in pietra della Turbia e dalla presenza dei 2 gradoni (abbelliti ai lati da 2 statue di cui si conservano solo i basamenti) per cui si entrava nell'area del complesso teatrale.
Per il VOMITORIUM di centro quasi certamente la folla fluiva sulla via principale della città, il decumano massimo.
Interessanti le 2 PARODOI ("versurae" in lat.).
Nel teatro greco antico per le parodoi il CORO entrava a sistemarsi nell'ORCHESTRA, per svolgere il suo ruolo fondamentalmente integrativo rispetto alla vicenda rappresentata sulla scena, ma nel mondo romano, venuta meno la funzione del CORO, le "parodoi" eran solo ingressi privilegiati per le autorità cittadine che andavano a prender posto nell'IMA CAVEA (ben visibile nel teatro intemelio e lastricata in pietra della Turbia) sistemandosi su sedili mobili, spesso comodamente imbottiti, detti subsellia.
La PARODOS OCCIDENTALE è ben conservata con doppio architrave in blocchi rettilinei retti da mensole lavorate a cornice.
La PARODOS ORIENTALE ha patito molti danni, perdendo ogni abbellimento di copertura: resta comunque il lastricato in pietra della Turbia. Molte alterazioni son dovute ai tempi della grande decadenza e poi dell'epoca bizantina, oltre che longobarda, quando -ai livelli originari- si intervenne sul complesso per edificare delle modeste costruzioni.
Delle GRADINATE (CAVEA) [ a parte quanto detto dell'ima cavea] è rimasto il MOENIANUM INFERIUS diviso da un passaggio o PRAECINCTIO dalla più grande SUMMA CAVEA (o moenianum superius) andata perduta forse in epoca medievale quando si asportava materiale dall'edificio anche per farne calce da costruzione.
L'ORCHESTRA era distinta dalla scena tramite un CANALETTO per lo scolo dell'acqua piovana e poi dal "balteus" o muretto per sorreggere il palcoscenico forse mai costruito o presto eliminato.
In positura centrale si notano 2 blocchi con un'incavatura per l'infissione di 2 lunghe pertiche destinate a sostenere il TELUM o VELARIUM che, nei teatri romani spesso sollevato con l'ausilio di macchinari e carrucole, serviva a proteggere il pubblico in caso di pioggia (ma anche, in tempo di calura, dal troppo sole)
Il PULPITUM, cioè lo spazio per le rappresentazioni, era all'altezza dell'orchestra avendo alle spalle il coronamento della scena.
La FRONS SCAENAE fu distrutta nel 1866 per erigere un edificio poi demolito nel 1950: dalla distruzione di questo si potè individuare, nel 1950, per piccolo tratto un muro spesso oltre 4 metri: dalle ricostruzioni plausibili si è dedotto che la "fronte della scena" era caratterizzata dalla rappresentazione di un complesso urbano, con 3 porte di accesso sulla scena per gli attori: quella centrale a forma di esedra era detta "VALVA REGIS", quelle ai lati si nominavano "VALVAE HOSPITALES".
A fianco del "pulpitum" si trovano 2 ampi vani (PARASCAENIA) destinati ai servizi del teatro e alla preparazione degli attori: nello stanzone volto ad est è riconoscibile la soglia della porta che permetteva di accedere al al palcoscenico, allo stesso livello del tavolato, e si vedono anche i reperti della scaletta che permetteva di ascendere dal POSTSCAENIUM al piano superiore della frons scaenae (magari per dar l'impressione che un attore od un'attrice rispondessero all'interlocutore teatrale da una finestra dal I piano o comunque da un piano sopraelevato, come spesso accadeva nella realtà, specie ad opera di un servitore villano o di una bella ma crudele amante che, all'innamorato deluso supplicante dalla porta chiusa, lanciava insulti e maledizioni dalla ben riparata finestra del piano elevato: situazione tipica della commedia latina ma anche delle più semplici produzioni farsesche come della letteratura erotica e satirica, alla maniera che insegnano tuttora Orazio, Giovenale, Marziale ecc.)
A proposito del POSTSCAENIUM resta poco né vi è traccia di un Porticus post scaenam come in molti altri teatri.
Vi si riconoscono solo 4 piccoli ambienti che forse avevano scopo di depositi, guardarobe o potevano servire per eventuali macchine teatrali (di cui però al momento non si son trovati reperti).
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°