NIELS STEENSEN (col nome latinizzato in NICOLAUS STENO donde l'italiano "STENONE") vide la luce in Danimarca, a Copenaghen, il primo di gennaio, secondo il calendario giuliano (il giorno 11 gennaio, secondo l'attuale calendario gregoriano) dell'anno 1638.
Non ebbe la vocazione ecclesiastica di pastore luterano, come suo padre Peter e molti del suo casato, ma praticava il luteranesimo con fede viva, con entusiasmo religioso e correttezza morale.
Ebbe invece marcata vocazione scientifica.
In un secolo geniale e ricchissimo per la filosofia, la scienza, l'arte, la religione..., partecipò alla più bella avventura del pensiero del suo secolo scoprendo alcuni segreti della natura e additando nuove mete alla ricerca umana.
Nell'università di Copenaghen studiò lingue, matematica, anatomia e medicina, con grande profitto, meritando l'amicizia del grandissimo filosofo Spinoza.
Viaggiò molto, destando nelle maggiori università d'Europa (Leida in particolare) ammirazione e riscuotendo stima.
In una specie di diario, intitolato Chaos, sul cui primo foglio a 21 anni scrisse In nomine Jesu, si legge: Peccano contro la grandezza di Dio coloro che non vogliono studiare direttamente le opere della natura... in tal modo si privano della gioiosa osservazione delle mirabili opere di Dio.
A lui, tra le altre, si deve la scoperta del dotto salivare o Dotto di Stenone (Disputatio anatomica de glandulis oris et nuper observatis inde prodeuntibus vasis del 1631) e l'affermazione comprobata che il cuore è un muscolo (De musculis et glandulis observationum specimen del 1664)
A Copenaghen ottenne il titolo di Anatomicus regius: quindi per l'opera De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus ( del 1669) ebbe il titolo di Fondatore della geologia.
Gran parte delle rilevazioni per quest'opera le realizzò in TOSCANA: appunto studiando questa area geologica diede in pratica vita alla moderna stratigrafia.
Inoltre, sempre nel 1669, editò una memoria basilare sulla storia della geologia, descrivendo la forma esagonale dei cristalli di quarzo.
Studiò pure i resti di animali e di piante (fossili) e dando vita alla "paleontologia" ed anche alla "cristallografia geometrica".
Fu suo convincimento che belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, ma più belle assai quelle che non si possono conoscere.
Proprio in TOSCANA, precisamente a Livorno dove era sbarcato nel febbraio 1666, ebbe un'esperienza basilare.
"Era il 24 giugno 1666: festa del Corpus Domini e Livorno celebrava con grande solennità la processione eucaristica. Passavano, cantando, lunghe file di uomini in tuniche bianche e cordone; e c'erano gonfaloni e drappi al vento... i gran pavesi delle navi in porto... un gran baldacchino d'oro sorretto da dignitari civili con insegne e onorificenze.La gente s'inginocchiava al passaggio dell'Ostensorio e gli occhi ardevano d'amore fissando quell'Ostia e le teste di prosternavano in adorazione. Da qualche parte piovevano petali di fiori. Un ragionamento afferrò la sua mente: "o quell'Ostia è un semplice pezzo di pane e costor che gli fanno tanti ossequi sono pazzi; oppure Essa contiene il vero corpo di Cristo, e allora perché non l'onoro anch'io?" (R.Angeli - Niels Stensen).
Il 2 novembre dell'anno seguente ABIURO' DAL LUTERANESIMO E PASSO' ALLA FEDE CATTOLICA = dedicandosi con impegno allo studio della Teologia, della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa, anche per rispondere a chi lo accusava di tradimento verso la religione in cui era nato. Otto anni dopo (1675), a Pasqua, ricevette l'ordinazione sacerdotale nel duomo di Firenze, dove iniziò il suo ministero come Curato.
Non dimenticò mai Livorno, dove spesso tornò per attendere, nella chiesa di S. Sebastiano, alle confessioni ed alla predicazione a favore degli stranieri che si fermavano in questa città di mare.
Fu consacrato Vescovo nel 1677 e prese a peregrinare come pastore di anime e autentico missionario nei paesi del Nord Europa.
Nominato VICARIO APOSTOLICO dell'intera GERMANIA NORD OCCIDENTALE e della DANIMARCA - NORVEGIA, con sede ad Hannover, si distinse per grande carità e gentilezza verso tutti ed insieme per la fermezza nella difesa della verità cattolica.
Lo stesso filosofo Leibniz lo stimò per la sua grande pietà e dottrina nonostante le personali divergenze circa la riunione delle Chiese, divise da guerre di religione.
A Munster, dove fu inviato come Vescovo suffraganeo, molto si adoprò e soffrì per il basso livello religioso della popolazione, la miseria sociale, il carrierismo ecclesiastico e le negligenze del clero per il quale scrisse il libro Doveri pastorali.
Fu il Vescovo della carità, della pazienza e del dialogo, ma anche della fermezza come attesta la sua fuga dalla città per opporsi all'elezione simoniaca del nuovo vescovo residenziale.
Si trasferì ad Amburgo per riassumere gli impegni di Vicario Apostolico; ma, invitato dal duca di Schweverin, accettò l'umile incarico di costituire in quel paese una comunità cattolica prendendo cura dei pochi cattolici ivi residenti.
Qui visse come semplice prete, tutto dedito al bene altrui, dimentico di sè, ricco d'amore e nella più grande sofferenza che univa ai dolori di Cristo crocifisso.
Stroncato da una gravissima malattia maligna per ultimo sussurrò: Gesù, sii il mio Gesù.
Era il 25 novembre (5 dicembre del calendario gregoriano) del 1686.
Deposto con le vesti pontificali nella cappella del palazzo reale, fu sepolto nella cattedrale luterana della città.
Il Granduca Cosimo III di Toscana, suo grande amico e benefattore, volle dargli sepoltura più condegna e non avendolo potuto avere come Proposto della Collegiata di Livorno, ne volle almeno la salma nei suoi Stati.
Il suo corpo, imbarcato ad Amburgo, approdò al porto della sua indimenticabile Livorno e, trasferito a Firenze, riposa nella cripta della basilica di S. Lorenzo.
Papa Giovanni Paolo II lo ha iscritto tra i beati il 23 ottobre 1988 e la liturgia ne celebra la memoria annuale il 5 dicembre.