B. D.

SEGUENDO LA STESSA FONTE OTTOCENTESCA, DA PALMIRA SI PUO' PROCEDERE VERSO QUELLA CHE FU LA GRANDE CITTA' DEI SELEUDICI CIOE' ANTIOCHIA OPPURE TORNARE VERSO LA LINEA DEL MARE, ASCENDERE SUL MONTE LIBANO O VISITARE LE ROVINE DEL TEMPIO DEL SOLE DI BAALBEK E QUINDI RAGGIUNGERE LA LINEA DI COSTA ACCEDENDO A BEYRUTH
[Vedi qui Carta geografica del XIX sec.]





















Le rovine di PALMIRA risalgono al II secolo d.C., ma la città era già fiorente sotto gli Assiri.
Per un certo periodo fu un importante avamposto greco e nel 217 fu annessa all'Impero Romano, diventando così un centro ricchissimo.
La personalità più nota di Palmira era la regina Zenobia, che vi governò a partire dal 267, dopo la morte del marito, Odenato, avvenuta in circostanze sospette.
Zenobia in seguito cercò di ribellarsi al dominio romano, ma nel 271 subì una dura sconfitta.
Due anni dopo Palmira fu distrutta da un incendio e il terremoto del 1089 completò l'opera.
A Palmira è possibile aggirarsi tra rovine d'ogni genere.
Il Tempio di Bel è un grandioso cortile quadrato; di fronte sta il Grande Colonnato, un'imponente strada ai bordi della quale si allineano colonne, un tempo l'arteria principale della città; l'Arco Monumentale che si trova al fondo del colonnato è stato restaurato.
A sud del colonnato il teatro si unisce al mercato e alla sala banchetti.
Sulla collina domina il Qala'at ibn Maan, un castello arabo del XVII secolo.
Nel Museo sono esposti vari reperti di Palmira, con spiegazioni in inglese. Intorno alle rovine è sorta una città nuova, che però non offre molte possibilità di sistemazione.
Palmira è raggiungibile con i trasporti pubblici da Damasco e da Homs.