CREDITI 14

Nell'antico Egitto: Le notizie sull'accoglienza dello straniero sono fortemente documentate a partire dal periodo del nuovo impero sec. XVI a.c., quando numerosi stranieri, soprattutto commercianti, banchieri, artigiani, si stabiliscono nelle città egiziane. Queste categorie di stranieri erano protette dalle autorità centrali e locali, sia nelle loro persone che nei loro beni. Diplomatici e funzionari di Stato erano ancor più al sicuro. Il testo biblico parla di mercanti ismaeliti incamminati verso l'Egitto (Gn37,25). Ciò significa che essi erano sicuri di trovare buona accoglienza. I fratelli di Giuseppe che tornano in patria dall'Egitto si fermano in un luogo dove pernottare (Crn42,27 ;43,21). Tuttavia la Bibbia presenta l'Egitto come un oppressore anche se gli ebrei lo rimpiangeranno (Nu 1 I,5-9 ; 16,13; 20,3-5). L' Egitto e la terra promessa dei poveri, dei reietti, fin dal medio regno la protezione del povero e un elogio quasi obbligatorio e banale. Amenophis IV il più liberale di tutti i faraoni ( ca. 1370-1350 a.c.),aprì il regno ai rifugiati provenienti dall'Asia. 'Tra le persone che il re e i grandi del tempo si sentono in dovere di soccorrere vi sono anche i forestieri. L' egiziano si richiama sempre alla propria fede religiosa anche nelle scelte quotidiane e tra queste l’accoglienza.
Nell'antica Grecia: L'unità del popolo greco è data, oltre che dalla lingua, dall'appartenenza alla città (polis). Ma la situazione rigida delle origini cambia, sia pure lentamente. La colonizzazione e l espansione commerciale hanno messo le città greche in contatto con altre popolazioni. Le guerre e le attività sempre crescenti creavano nuovi posti da riempire e molti vi affluivano spinti dalla speranza di trovarvi fortuna. Le preferenze razziali o culturali dovevano cedere il posto alle esigenze reali. Cosi anche le città greche, fatte poche eccezioni, si riempivano di forestieri. Lo xenos era chi per qualche ragione si trovava fuori dalla propria terra di origine. Dopo un certo periodo, in genere un mese, egli doveva scegliere di rimanere o di andarsene. Se rimaneva, diventava un metoikos ( da meta = con, e oikos =- casa. quindi, coabitante) o un paroikos (para = presso). Il metoikos e il paroikos sono gli stranieri domiciliati. Bisogna arrivare all'epoca di Alessandro Magno( 356-323 a.C.), ossia al periodo ellenistico per vedere equiparata la presenza straniera con quella indigena. La Grecia e la terra ospitale per eccellenza . Sia in età arcaica, come nel periodo storico, il dovere dell'ospitalità è esaltato da poeti, filosofi e dai vari scrittori. Non sono mancate eccezioni nell'età preistorica e nell'età storica, come il caso di Sparta che prima fu molto ospitale e poi a partire dal VI secolo a.c. diventa un esempio classico di chiusura perché vi si praticava la xenelasia ( allontanamento dello straniero ).
A Roma: L' accoglienza dello straniero non arriva ad eguagliare quella greca. I romani, essendo vissuti in un continuo stato di guerra, avevano un atteggiamento antagonistico con le popolazioni del mondo mediterraneo con cui venivano a contatto. Stabilivano rapporti culturali e commerciali, ma sempre da vincitori a vinti, quindi quasi sempre con reciproca insicurezza e diffidenza. L'ospitalità greca è umana, cordiale, sacra anche a motivo dei presupposti culturali, che mancano invece a Roma, dove tutto si sostiene con il diritto e con la forza. L’ospitalità romana è più vicina a quella spartana che ateniense. Tuttavia bisogna riconoscere che essa ha occupato sempre un largo posto nella vita cittadina e nella stima dei vari scrittori.
Ovidio (43 a.c.-17 d.c.) il poeta che esperimentò i mali dell'esilio, afferma senza mezzi termini. "E' turpe non accogliere in casa un ospite, più turpe e scacciarlo'". Virgilio, Giovenale, Vitruvio, testimoniano l'accoglienza che Roma riserva allo straniero.
Roma è alle sue origini chiusa, come una qualsiasi città antica, ma man mano che estende la sua dominazione ingloba popolazioni diverse. Con la costituzione dell'impero sarà sempre gradualmente più aperta nell'accoglienza: sulla scorta di queste considerazioni sempre più cresciute con l'esigenza di ospitare un flusso crescente di viaggiatori si sviluppano le forme di ospitalità a pagamento e quindi sulla scorta del cristianesimo dell'opitalità caritatevole sublimata nell'espressione degli ospizi per viandanti.
Tuttavia per ben intendere la valenza dell'ospitalità giova ricordare sulla base di un volume antiquario dei tempi aprosiani (e del resto questo settore dell'antiquaria era sondato anche da amici e corrispondenti stessi d'Aprosio come Tomasini, Giacomo Filippo <1595-1654>) quali espedienti utilizzassero i Romani per rendere l'ospitalità un fatto pratico e sicuro, sin ad elaborare nel complesso sistema dei messaggi scritti su tessere (per le più svariate funzioni di vita pubblica) anche delle apposite tessere di ospitalità.


Marco Valerio Marziale (Bilbilis, Spagna Terragonese 40 d.C. ca - 104 ca) Vita.
L'esperienza di Roma e la vita disagiata. Dopo essere stato educato in patria, M. giunse a Roma nel 64, e lì - fino a quando non uscirono di scena in seguito alla congiura dei Pisoni - godette dell'appoggio e dell'amicizia di Seneca e Lucano, suoi compatrioti. Si dedicò all'attività forense, sperando di trarne rapidi e consistenti vantaggi economici: le cose, però, andarono in ben altro modo, e il nostro poeta si ritrovò a percorrere la difficile strada del "cliens". I suoi patroni furono certo poco munifici: M., a corto di soldi, visse a lungo in una brutta e alta dimora. L'attività poetica gli consentì, comunque, sotto Tito (80 d.C.), di ottenere da parte dell'imperatore il titolo onorario di "tribuno militare", il rango equestre e benefici economici di varia natura, in cambio di una raccolta di epigrammi (il "Liber de spectaculis") volta a celebrare l'inaugurazione in quell'anno del Colosseo.
Il successo letterario. Ma il vero, tanto sospirato, successo letterario (senza tuttavia - almeno per quanto egli stesso lamenta - l'altrettanto sospirato miglioramento economico) venne a M. solo dopo l'84-85, con la pubblicazione ininterrotta dei suoi epigrammi; essa durò fino al 98: "se per gli altri l'epigramma era stato un gioco letterario, per lui divenne ragione della sua vita, moneta spicciola di ogni giorno, mestiere, mezzo infallibile per procacciarsi il cibo" [F. Della Corte].
Il ritorno in patria e la morte. Sotto l'imperatore Nerva, lasciò Roma per ritornare in patria (le spese del viaggio gli furono pagate Plinio il Giovane). In Spagna, nella sua Bilbilis, si godette un podere donatogli da una ricca vedova e devota ammiratrice, Marcella. Il poeta si attendeva di trovare, al suo ritorno, il mondo e gli amici della giovinezza, ma, senza più questi, e dopo anni trascorsi nella turbolenta, ma vivace vita romana, Bilbilis e il suo meschino ambiente di provincia finirono ben presto per stancarlo. Pubblicò nel 101 il suo ultimo libro di epigrammi, ma continuò a rimpiangere Roma, fino alla morte.
Opere.
Di Marziale ci resta una raccolta di "Epigrammi" , distribuiti in 12 libri composti e via via pubblicati fra l'86 e il 102. Tale corpo centrale è preceduto da un altro libro a sé di una trentina di epigrammi, il "Liber Spectaculorum", e seguito da altri 2 libri (84 - 85 d.C.) anch'essi autonomi, lo "Xenia" (distici destinati ad accompagnare i "doni per amici e parenti" nelle feste dei Saturnali) e gli "Apophoreta" (coppie di distici di accompagnamento agli omaggi offerti nei banchetti e "portati via" dai convitati). Nell’ordinare gli epigrammi (più di 1500, per un totale di 10000 versi ca), l'autore li ha distribuiti in modo equilibrato, secondo il metro e l’estensione, seguendo il topos della "varietas". Comunque, la disposizione attuale dell’intera raccolta riproduce probabilmente quella di un’edizione antica postuma.
Considerazioni sugli epigrammi: antecedenti, contenuti, caratteri, struttura.
Le origini del genere. In realtà, nell'ambito della poesia latina, prima di M., non abbiamo una vera "tradizione" che riguardi gli epigrammi: praticamente, solo Catullo svolse una funzione importante di mediazione fra cultura greca e latina nella storia di questo genere letterario, piegandolo ad espressione di sentimenti, gusti, passioni (cioè a temi della vita individuale) nonché a strumento di vivace aggressione polemica; quasi nulla, invece, sappiamo di quei poeti che M. indica come suoi "auctores", tranne forse di Lucillio, epigrammatista dell'età di Nerone: dal primo, il nostro poeta mutuerà sostanzialmente l'aggressiva vivacità, dal secondo la rappresentazione comica di difetti fisici, di tipi e caratteri sociali, nonché la tecnica della "trovata finale"; caratteri - questi - che egli svilupperà in senso fortemente comico-satirico a sfondo sociale (allineandosi, in tal modo, anche alla tradizione satirica tipicamente romana).
La nascita dell'epigramma risale, quindi, come il nome stesso ("epigramma", lett. "scritto sopra"), propriamente all'età greca arcaica, dove la sua funzione era essenzialmente commemorativa (era inciso, ad es., su pietre tombali o su offerte votive): il padre di questo genere, nella sua forma artistica più evoluta, fu leggendariamente indicato in Omero, ma prime vere testimonianze ne abbiamo solo con Archiloco (VII sec. a.C.), con Anacreonte di Ceo e soprattutto Simonide di Ceo (VI sec.); in età ellenistica, però, esso - pur conservando la sua caratteristica brevità - mostra di essersi emancipato dalla forma epigrafica e dalla destinazione pratica, presentandosi come un tipo di componimento adatto alla poesia d'occasione, a fissare - nel giro di pochi versi - l'impressione di un momento: un componimento cui non si sottrassero nemmeno Callimaco e Teocrito. I temi erano di tipo leggero: erotico, satirico, parodistico, accanto a quelli più tradizionali, ad es. di carattere funebre. M. ne mutuerà, accanto agli stessi temi, decisamente l'arguzia e la fine ironia.
Il "testimone" di M.: Marziale fa, dunque, dell'epigramma il suo genere esclusivo, l'unica forma della propria poesia, apprezzandone soprattutto la duttilità, la facilità ad aderire ai molteplici aspetti del reale. Questi sono i pregi che egli contrappone ai generi più illustri, ovvero all'epos e alla tragedia (i preferiti nel clima di restaurazione morale tipico dell'età flavia), coi loro toni seriosi e i loro contenuti abusati, quelle trite vicende mitologiche tanto lontane dalla viva e palpitante quotidianità. Invece, è proprio il realismo (anche se volentieri generico e di "maniera"), l'aderenza alla vita concreta ("con particolare riferimento ai bisogni e alle attività più elementari e con voluta insistenza sui particolari più corposamente concreti e sui dati più crudamente fisici" [Cecchin]) che M. rivendica come tratti caratteristici della propria poesia ("Hominem pagina nostra sapit": "La nostra pagina ha sapore di uomo"), una poesia che coniuga fruibilità pratica e divertimento letterario, tratteggiando un quadro variegato e incisivo della realtà quotidiana di Roma, con le sue contraddizioni e i suoi paradossi.
Schema dei motivi, dei caratteri e dei contenuti. Di questo "esito" dell'epigramma in M., dato il carattere magmatico dei contenuti e delle espressioni, è utile e possibile, schematizzando, enucleare le seguenti caratteristiche [ovviamente, lo schema immiserisce, e chiedo scusa per questo]:
1. i temi sono vari: accanto a quelli più radicati nella tradizione, altri riguardano più da vicino le vicende personali del poeta o - come detto - il costume della società del tempo. "Costretto a chiedere sovvenzioni ai suoi patroni, [… M.] evitò d'infamare i signori e, con nomi finti e inventati, colpì i miserabili della società, miserabili anche se affogavano nel denaro" [F. Della Corte]. Il nostro autore li aggredisce e li irride con "spirito impietoso, disumano e crudele […] che non risparmia neppure la malattia, la vecchiaia e la miseria" [Perelli]: ma il poeta si limita alla presa in giro, senza mai analizzare veramente e profondamente il vizio, e senza mai definitivamente condannarlo: "egli si giustifica dell'immoralità della sua poesia dicendo "Lasciva est nobis pagina, vita proba": ma ciò non toglie che egli si mostri indifferente di fronte al vizio" [Perelli]. Eppure, in lui "coesistono quasi due volti diversi: accanto al poeta mordace, scanzonato, talvolta volgare e disumano, che è il volto più diffuso e più noto, vi è un M. più intimo, che lascia parlare il cuore; in questi carmi più schietti, che sono dispersi nella grande massa degli epigrammi convenzionali, egli raggiunge la vera poesia" [Perelli]: questo, soprattutto, negli epicedi, spesso per la morte di bambini e ragazzi (M. s'intenerisce molto, e sinceramente, quando parla della gioventù violata o infranta);
2. il poeta spesso si rivolge alla vittima dell'epigramma (di regola persona fittizia o comunque non individuabile) o a una terza persona (che può essere reale o fittizia), cui addita la figura o il comportamento del personaggio colpito;
3. si riscontrano sempre le stesse, generiche, tipologie di personaggi: i parassiti, i ladri, gli spilorci, gli imbroglioni, i medici pericolosi, gli odiatissimi plagiari (tanto più numerosi quanto più aumentava il suo successo letterario), e così via; tali deformazioni grottesche sono frutto di una tecnica di rappresentazione molto ravvicinata, un effetto ottico che focalizza singoli personaggi negando loro uno sfondo, un contorno, come se, per meglio mostrarli, fossero strappati al contesto e sospesi quasi nel vuoto (l'atteggiamento del poeta è perciò, come visto, volentieri quello di un osservatore attento ma per lo più distaccato);
4. l'epigramma è solitamente breve: molto raramente di un solo verso, solitamente da 2 a 10 versi (ma vi sono anche numerosi epigrammi di più di 20 versi, fino ad un massimo di 51 versi);
5. i metri utilizzati sono vari: accanto al distico elegiaco, sono frequenti anche falecio e scazonte, ma non ne mancano di altri diversi;
6. compaiono quasi sempre apostrofi, interrogazioni, movimenti di dialogo che devono dare l'impressione di un intervento diretto del poeta in una certa situazione, davanti a un interlocutore; il tono, molto spesso, è quello di un umorismo, come dire, "commerciale", che per certi versi ricorda molto da vicino la nostra "barzelletta": insomma, M. scriveva innanzitutto per farsi apprezzare e (soprattutto) acquistare dal pubblico, e molti dei suoi versi rispondevano quasi esclusivamente all'utilitaristica legge della domanda-offerta;
7. nonostante le forme composite siano svariate, è possibile tuttavia individuare uno "schema-tipo", già rilevato e analizzato a suo tempo dal Lessing: uno schema bipartito nei due momenti di "attesa"/"spiegazione conclusiva": nella prima parte, il poeta - attraverso la rappresentazione di una situazione o la descrizione di un personaggio - crea nel lettore un'aspettativa, la quale viene soddisfatta dalla battuta conclusiva;
8. la sinteticità caratterizza l'iniziale delineazione della situazione o del tipo. Altre volte ci sono quadri più ampi, di notevole impegno e complessità, in cui M. dà - tra l'altro - prova di grandi capacità di rappresentazione realistica (ma coi limiti, spesso, del suddetto realismo "letterario");
9. M. ottiene effetti particolarmente felici nel finale, ch'è poi l'essenza di tutto l'epigramma, l' "aculeus", l' "aliquid luminis" (oggi diremmo: la "freddura"); finale che a volte riassume i termini di una situazione in una formulazione estremamente incisiva e pregnante, altre volte li porta a una comica iperbole, altre volte li costringe a un esito assurdo o a un paradosso, altre volte li pone all'improvviso sotto una luce diversa e rivelatrice (è l' "effetto-sorpresa"); ovviamente, la battuta conclusiva risulterà tanto più efficace quanto più lontana dalla previsione del lettore;
10. il pubblico, infine, da parte sua, ritrovava negli epigrammi la propria esperienza quotidiana filtrata e nobilitata da una forma artistica dotata appunto di agilità e pregnanza espressiva ("brevitas"), aperta alla vivacità dei modo colloquiali e alla ricchezza del lessico quotidiano (a volte degenerante, come visto, in un vero e proprio "realismo osceno"), ma capace anche - all’occorrenza - di limpida sobrietà, raffinata ed essenziale. Fu questo, in ultima analisi, a ben vedere, il vero segreto del successo di M. [Bukowski - Progetto Ovidio on line]


Tabanelli, Mario, Albucasi Un chirurgo arabo dell'Alto Medioevo - La sua epoca. La sua vita. La sua opera Firenze, Olschki, 1961 = Albucasis Medico e chirurgo arabo di Spagna, nato a Cordova nel 936 circa e morto intorno al 1013 - Nome su edizioni: Albucasis; Abulcasis; Bulcasis


Il volume qui citato da Aprosio è S. Thomae Aquinatis In octo physicorum Aristotelis libros commentaria, ex uetustissimo ac fidissimo manu scripto exemplari, nuper diligentissime castigata, & locis quamplurimis integritati restituta: cum duplici textus tralatione, antiqua, & Argyropoli recognitis. Ad haec accessit Roberti Linconienis in eosdem summa. Quibus etiam nuper sunt additi sancti Thomae libelli ad negocium physicum spectantes. ... Ac Thomae De Vio Caietani Quaestiones duae, ... Duo item indices..., Venetiis : apud Hieronymum Scotum, 1552 (Venetijs : apud Hieronymum Scotum, 1551) - 8, 130, 27, 1 c. ; fol. - Marca (Z 67) sul front. e in fine - Segn: +8 A-X6 Y4 2A-2D6 2E4(c. 2E4 bianca) - Iniz. xil. - Impronta - 6.em .db- sepe cinu (3) 1552 (R) - Marca editoriale: Ancora unisce rami di palma e di olivo germoglianti da tronco,congiunti in basso dalla sigla SOS; sul tronco ramo fiorito e favi ed api. Motto: In tenebris fulget - Nomi di quanti hanno partecipato alla stesura dell'opera: Argyropoulos, Iohannes [ca. 1415-1487] - De Vio, Tommaso [1469-1534] Grosseteste, Robert [1175?-1253] - [Editore] Scoto , Girolamo A prescindere dalla collocazione aprosiana ufficialmente il Servizio Bibliotecario Nazionale, al momento attuale delle investigazioni, cita dell'opera due esemplari in Biblioteca Vallicelliana - Roma ed in Biblioteca dell'Istituto internazionale Don Bosco - Torino


Alla Biblioteca Aprosiana di questo autore si trovano:
1 - Renovata, et aucta justa defensio pro sermonibus S.P. Augustini, ad eremitas suos per magistrum F. Angelum Vantium arimin. augustinianum elaborata, Arimini : per Symbenum Symbenium, 1646. - [26], 152 p. ; 8° - Forma del nome presente sul repertorio British Museum Catalogue (BMC), edizioni italiane XVII sec.
2 - Secundum quodlibet quaestiones varias ex philosophia, sacra theologia, ac de usuris, et praescriptionibus complectens ... Gerardi senensis ... a ... Angelo Vancio ... diligenti studio recognitum, et in luce primo datum ... Caesenae : typis Iosephi Nerii Impress. Camer., 1630. - 286, [1] p. ; 4°. - Forma del nome presente sul repertorio British Museum Catalogue (BMC), edizioni italiane XVII sec.
Alla Biblioteca del venerabile Eremo di Fonte Avellana - Serra Sant'Abbondio - PU dello stesso autore si trova:
Accademia christiana spirituale, e temporale del m. r. p. maestro Angelo Vancio da Rimino dell'ordine di S. Agostino In Rimino : per Gio. Simbeni, 1636 - 2 v. ; 2
Il SBN sotto nome di Vanzi, Angelo segnala poi:
1 - Iusta defensio pro sermonibus S. Augustini ad fratres suos in eremo constitutos, edita a reu. P. Mag. F. Angelo Vancio Ariminensi Augustiniano ad perillustrem, et reuerendiss. D.D. Georgium Polaccum , Patauij : apud Gasparem Criuellarium, 1627
2 - Disciplina clericorum R.P.M.F. Angeli Vancij Arimin. Ord. Erem. S. Augustini; ecclesiasticis, praesertim vero animarum curatoribus pernecessaria. ... , Bononiae : typis Theodori Mascheronij, & Clementis Ferronij, 1623 (Bononiae : ex typographia Theodori Mascheronij, & Clementis Ferronij, 1623)


1 - Fornari, Simone fu filosofo, letterato e poeta volgare, certosino. Nato a Reggio Calabria agli inizi del secolo XVI, morì verso il 1560. Visse a lungo in Toscana, specialmente a Pisa. Nome su edizioni: Simon Fornari; Simon Fornari da Rheggio Vedi = Dizionario biografico degli italiani
2 - Valvassori, Clemente (con nome su edizioni Valavassori; Valuassori vedi: The *British Library catalogue of printed books to 1975) umanista ed erudito del XVI secolo altresì noto per aver curato L'arte poetica del sig. Antonio Minturno, nella quale si contengono i precetti heroici, tragici, comici, satyrici, e d'ogni altra poesia: con la dottrina de' sonetti, canzoni, & ogni sorte di rime thoscane, doue s'insegna il modo, che tenne il Petrarca nelle sue opere ... Con le postille del dottor Valuassori, non meno chiare, che brievi. Et due tauole, l'una de' capi principali, l'altra di tutte le cose memorabili [Venezia : per Gio. Andrea Valuassori, 1563] sono accomunati dall'edizione dei famosi 5 canti finali rimasti esterni all'Orlando Furioso:
1 -Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie ... di m. Clemente Valuassori ... Argomenti ... di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce ... Pareri in duello d'incerto autore. Dichiaratione d'historie ... di Thomaso Porcacchi. Ricolta ... Vocabolario ... Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta , In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1566
2 - Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie in ciascun canto di Clemente Valuassori ... Argomenti ad ogni canto, di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce, & d'altri. Pareri in duello d'incerto auttore. Dichiaratione d'historie ... di m. Thomaso Porcacchi. Ricolta di tutte le comparationi usate dall'Auttore. Vocabolario di parole oscure con l'espositione. Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta, In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1567
3 - Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie ... di m. Clemente Valuassori ... Argomenti ... di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce ... Pareri in duello d'incerto autore. Dichiaratione d'historie ... di Thomaso Porcacchi. Ricolta ... Vocabolario ... Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta , In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1566
3 - Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie in ciascun canto di Clemente Valuassori ... Argomenti ad ogni canto, di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce, & d'altri. Pareri in duello d'incerto auttore. Dichiaratione d'historie ... di m. Thomaso Porcacchi. Ricolta di tutte le comparationi usate dall'Auttore. Vocabolario di parole oscure con l'espositione. Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta, In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1567
Verdizotti Giovan Mario risulta figura relativamente più complessa. Nato a Venezia non è certo se nel 1537 o nel 1540 vi morì in un periodo oscillante tra il 1604 ed il 1607. I suoi interessi spaziarono dalla musica, alla pittura (che praticò professionalmente essendo allievo di Tiziano: a lui sono attribuiti un Giardino d'Amore ora alla National Art Gallery di Londra ed una Euridice conservata all'Accademia Carrara di Bergamo) alla letteratura. Era molto giovane quando tradusse le Metamorfosi e l'Eneide di cui però editò solo il II libro. Piuttosto si segnalò in seguito per la traduzione delle Cento Favole... e per l'edizione da lui curata de Le vite de' santi padri di D. Cavalca: tra varie pubblicazione, partecipazioni ad imprese editoriali (come quella della pubblicazione dei "cinque canti finali del Furioso") e scritti inseriti in altrui raccolte ed opere [vedi questa composizione poetica entro un'edizione veneziana degli Emblemi del Ruscelli] il Verdizotti (con il cognome anche scritto Verdezotti), come si evince qui sotto dall'elenco delle sue opere secondo il Servizio Bibliotecario Nazionale, diede alle stampe anche il poema eroico Aspromonte (lasciandone incompiuto un altro o Beomondo di cui nulla è pervenuto al pari di una narrazione in tre libri dedicata al mito di Psiche):
Falletti, Girolamo, Le lodi della musica tradotte da i versi latini del conte Girolamo Faletti in ottava rima da Giovan Mario Verdezzotti., Venezia : Niccolò Bevilaqua, 1563.
Falletti, Girolamo, La musica dell'illustre sig. Girolamo Faleti conte di Trignano tradotta dal verso heroico latino in ottaua rima da Giovan Mario Verdezotti., In Venetia : appresso Nicolo Beuilacqua, 1562.
Filippi, Marco, Le lagrime di s.ta Maria Maddalena, di m. Marco Filippi detto il Funesto. Di nuouo corrette et ampliate da m. Giouan Mario Verdizzoti, et con somma diligenza ristampate., Venetia : appresso Gio. Battista Vgolino, 1589.
Nouissima canzone al sereniss. sig. d. Giouanni D'Austria generale dell'armata della santissima lega sopra la vittoria seguita contro l'armata turchesca il VII giorno di ottobre MDLXXI. Co, In Venetia : [Domenico Guerra & Giovanni Battista Guerra], 1571.
Verdizotti, Giovanni Mario, Dell'Aspramonte poema heroico di M. Gio. Mario Verdizzotti canto primo., In Venetia : appresso i Gioliti, 1591.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Ad Gregorium XIII pont. maximum ... Io. Marius Verdizotus., Venetiis, 1578.
Verdizzotti, Giovanni Mario, In papae Pij quinti pontificatu Io. Marij Verdizoti Carmen, quod inscribitur damon, ... Michaelis Bonelli card. Alex. religioni ac pietati dicatum., Venetijs : ex officina Dominici Guerrei, & Io. Baptistae fratrum, 1570.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Io. Marij Verdizoti Veneti Carmen, quod inscribitur haeresis ..., Venetijs : ex officina Dominici Guerraei, & Io. Baptistae, fratrum, 1572.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Io. Marii Verdizoti Veneti Carmen, quod inscribitur Haeresis .., Venetiis : ex officina Dominici Farri, 1575.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Cento fauole morali de i piu illustri antichi, et moderni autori greci, et latini, scielte et trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizotti. Nellequali oltra l'ornamento di va, In Venetia : appresso Sebastian Combi, 1599.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Cento fauole morali de i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini, scielte, et trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizotti: nelle quali oltra l'ornamento di va, In Venetia : appresso Giordano Zileti, & compagni, 1570.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Cento fauole morali de i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini. Scielte, et trattate in varie materie di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizoti: et di nuouo ristampate, nelle quali , In Venetia : appresso Bolognino Zaltiero, 1575.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Cento fauole morali. De i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini. Scielte, & trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizzotti. ... Con la tauola di ciascuna fauo, In Venezia : appresso Giordano Zileti, & compagni, 1577.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Cento favole morali di più illustri antichi, & moderni autori greci e latini, scielte, & trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. mario Verdizzotti: ..., Venezia : appresso Francesco Ziletti, 1586.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Lo Emandro ouero dell'incoronatione del sommo pontefice ... Clemente ottauo di Gio. Mario Verdizotti., In Venetia : presso Domenico Nicolini, 1592.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Encomium picturae Io. Marii Verdizoti., Venetijs : ex typographia Dominici Guerrei et Io. Baptistae fratrum, 1569.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Ioannis Marii Verdizoti Ex libro de sapientia christianorum ad omnes orbis terrarum nationes articulus: hoc est commentarium, seu reuelatio in primum caput Euangelij secundum Ioannem., Venetiis : ex officina Dominici Guerraei, & Io. Baptistae fratrum, 1587.
Verdizzotti, Giovanni Mario, In Clementis VIII ... coronationem Ioan. Marii Verdizoti carmen., Venetiis : apud Dominicum Nicolinum, 1592.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Le vite de' santi padri insieme col prato spirituale. Nuouamente da m. Giovan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, et emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, et espurgat, In Venetia : [Fioravante Prati] : appresso Gio. Battista Ussio, 1595.
Verdizzotti, Giovanni Mario, Le vite de' Santi Padri insieme col Prato spirituale, nuouamente del tutto riformate, corrette, & emendate, da m. Gio. Mario Verdizzotti., Venezia : presso Giouanni Guarisco & compagni, 1576.
Verdizzotti, Giovanni Mario, XII sonetti nelle nozze del ... sig. D. Francesco de' Medici ... ad immortal memoria della ... signora Bianca Cappello .., In Venetia : appresso Domenico Farri, 1579.
Il secondo libro dell'Eneide di Virgilio doue si contiene la distruttione dell'antichissimo Imperio d'Asia, tradotto in ottaua rima da G.M.V., In Venetia : appresso Francesco Rampazetto, 1560.
Le vite de santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate., In Venetia : appresso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1585.
Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate., In Venetia : appresso Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1586.
Le vite de'santi padri insieme col Prato spirituale. Nuouamente da m. Giouan Mario Verdizotti del tutto riformate et emendate ... Con le figure ... et con la tauola de' capitoli di tutta l'opera., In Venetia : appresso gli heredi di Gio. Maria Leni, 1599.
Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate ... Con le figure., In Venetia : presso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1587.
Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, & espurgate, In Venetia : appresso Giacomo Cornetti, 1591.
Le vite de santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, & espurgate , In Venetia : appresso Giacomo Cornetti, 1592.
Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, et emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, et espurga, In Venetia : appresso Domenico & Gio. Battista Guerra fratelli, 1584.
Le vite de' santi padri insieme col Prato spirituale. Nuovamente da m. Giovan Mario Verdizzoti del tutto riformate ..., In Venetia : appresso i Guerra, 1597.
Le vite dei santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate ... Con le figure, le quali rappresentano come in uiuo ritra, In Venetia : nella stamperia de i Guerra, 1589.


Bartholin, Thomas, Thomae Bartholini ... Anatomica aneurysmatis dissecti historia. Accedit Ioannis van Horn eiusdem argumenti epistola, Panormi : apud Alphonsum de Isola, 1644 - 72 p. ; 8° - Marca in front. Segn.: A-D8 - Impronta - e-,& amis u-x- uide (3) 1644 (R) - Nomi: Bartholin , Thomas <1616-1680> - [Editore] Isola, Alfonso dell' è[Velletri 1638-1644] Altri titoli collegati: [Pubblicato con] Ioannis van Horn De aneurysmate epistola - Localizzazioni: Biblioteca di medicina dell'Università degli studi di Firenze - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca del Polo di medicina legale, anatomia patologica e storia della medicina dell'Università degli studi di Padova - Biblioteca Angelica - Roma


Tommaso Porcacchi [autore peraltro noto all'Aprosio e da lui apprezzato e citato oltre il repertorio biblioteconomico: pur se Angelico non mancava di opere geografiche molto valide] fra quanti parteciparono all'iniziativa di editare i cinque ultimi canti del Furioso è da considerare l'autore più poledrico.
Nato a Castiglion Fiorentino [Arezzo] nel 1530 non ha lasciato di sè notizie probanti almeno sino al 1559 allorquando, dopo soggiorni a Firenze e Bologna, si trasferì a Venezia divenendo intimo dell'editore Giolito per il quale, fra molti altri prodotti culturale, editò le opere di G. Camillo (Tutte le opere del 1566), del Sannazzaro (Arcadia del 1566), del Guicciardini (Storia d'Italia del 1574: la sua versatilità si scopre nelle progettazioni che portò avanti con il Giolito come una collana di classici greci e latini ma anche in funzione di altri suoi scritti molto particolari come la Prima parte delle prediche di diversi (Cavalli, Venezia 1565), i Funerali antichi di diversi popoli e nazioni (Gambigliani, Venezia 1574), Istoria dell'Origine et successione dell'illustrissima famiglia Malaspina (Discepolo, Verona, 1585), La nobiltà della città di Como (Giolito, Venezia 1569).
Per quanto le sillogi letterarie moderne insistano, anche giustamente, su questi aspetti della sua produzione, la fama attuale in gran parte gli deriva da un'opera spesso non menzionata vale a dire la pubblicazione a Venezia nel 1572 dell'opera L'isole più famose del mondo in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686.
L'opera, tuttora estremamente ricercata specie da bibliofili ed antiquari, descrive posizioni e distanze , varianti dei nomi, descrizione del territorio, con una cartografia che propone una visione globale del mondo conosciuto insieme a varie osservazioni sull'arte di navigare ma che scende nei dettagli sin ad offrire visioni anche delle terre da non molto scoperte dall'antica Ispagnola ormai detta Isola di Cuba, alle vaste terre dell'America Settentrionale, all'isola di Giamaica, ad interessanti aspetti del Messico amerindiano e precolombiano per sondare contrade sempre poco conosciute come l'Isola di San Lorenzo, analizzare nella sua immensità l'Asia e di questa scoprire contrade variamente divenute crocevia di commerci come le Isole Molucche per poi riavvicinarsi all'Europa attraverso Costantinopoli e finalmente raggiungere quell'Arcipelago greco che sarà vanamente difeso dalla cristianità (in particolare dai Cavalieri Gerosolimitani la cui base era ormai saldamente innestata nell'isola di
RODI (VEDI)
che
DOPO LA PERDITA DI GERUSALEMME QUIVI SI FORTIFICARONO COMBATTENDO VALOROSAMENTE
contro l'espansionismo turco che tuttavia fagociterà isole importanti come Corfù sin ad aggredire
MALTA (VEDI LA DESCRIZIONE DEL PORCACCHI DIGITALIZZATA
ultima roccaforte dei Cavalieri.
L'investigazione del Porcacchi non si ferma, si continua verso occidente e l'Isola di Maiorca ed oltre lo Stretto di Gibilterra "veleggiare" verso altre contrade poco note seppur proprie del Mondo Antico come la Scozia, l'Olanda, la Zelanda sin a raggiungere le lontane e fredde Isole Orcadi ed Ebridi


Alla civica Biblioteca Aprosiana si trova un'opera, altrimenti irreperibile, di un erudito giurista Filippo Mengarello, verisimilmente vissuto tra XVI e XVII secolo e di area veneta, che Aprosio cita una sola volta, riportandone tre versi, a pagina 119 della parte edita dello Scudo di Rinaldo.: i tre versi appartengono ad una composizione poetica in italiano del Mengarello riportata a pagina 45 dell' opera
Delle rime et prose di Filippo Mengarello ... In Venetia : appresso Gio:Batta Ciotti, 1614 [ 79 p. : ill. ; 12°].
[Si può cliccare qui per leggere l'intiero testo digitalizzato dell'opera]
Dell'erudito in questione il prodotto più noto è però verosimilmente la
Parinda fauola pastorale, di Filippo Mengarello con gl'intermedij. All'Iustriss. & Reuerendiss. Signor e Patron mio Colendiss. il Sig, Rinaldo Scarlichio vescouo. In Venetia : per Euangelista Deuchino, 1622 - 118, 2 p. ; 12° - Marca sul front. - Segn.: A-Eoo - Iniz. e fregi xilogr. - Bianca l'ultima carta - Impronta - lee- ++++ ++++ ++++ (C) 1622 (R) - di cui, per quanto concerne le biblioteche pubbliche, il Servizio Bibliotecario Nazionale segnala al momento 2 localizzazioni in: Biblioteca della Accademia dei Filodrammatici - Milano - Biblioteca centrale della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Torino (Esemplare mancante delle c. A4-9)]
Lo stesso autore Filippo Mangarello risulta poi aver espletato attività di traduttore attesa l'individuazione dell'opera:
Institutioni imperiali del sacratiss. prencipe Giustiniano Cesare Augusto. Tradotte in volgare in verso sciolto da Filippo Mengarello.., In Venetia : per Euangelista Deuchino, 1618 [ [24], 490, [2] p. ; 12° - - Vignetta sul front - Iniz. xilogr - Segn.: aaeae A-Vaeae X6 - Titolo uniforme: Corpus Iuris Civilis. Institutiones - Impronta - lea` s.nt o,no DiQu (3) 1618 (R) - di cui ancora l'SBN dà le seguenti localizzazioni esperite: Biblioteca del Seminario vescovile - Acqui Terme - AL - Biblioteca civica Romolo Spezioli - Fermo - Biblioteca provinciale dei Frati Minori Cappuccini - Torino (Manca l'ultima c. X6, front. molto lacunoso nella parte inferiore: illeggibili i dati di edizione)]


Vopiscus Fortunatus Plemp (forse più noto con il cognome latinizzato in Plempius) vide la luce ad Amsterdam, studiò nel collegio gesuita di Gand e nelle università di Lovanio, Leida e Padova ove seguì il magistero dell' anatomista Adrianus van den Spiegel.
Ritornato ad Amsterdam, fu nominato medico personale di Gaspar de Braccamonte y Guzmán: molto pubblicò e merita una menzione peculiare la sua traduzione del Canone di Avicenna.
Godette di importanti amicizie intellettuali fra cui è da ascrivere quella del famoso orientalista Johannes Eylichmann che lo fece entrare nelle grazie di Descartes e dell'anatomista Nicolas Tulp.
Il Servizio Bibliotecario Nazionale annovera tra le sue pubblicazioni conservate nelle biblioteche italiane:
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Fundamenta medicinae, Editio quarta
Avicenna, Clarissimi et praecellentissimi doctoris Abualj Ibn-tsina qui hactenus perperam dictus est Avicenna Canon medicinae interprete & scholiaste Volpisco Fortunato Plempio. , Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1658
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Plempii, ab Amsterledamo, medicinae consulti, ... De togatorum valetudine tuenda commentatio: ad praelustrem ... Petrum Xylandrum, ..., Bruxellis: Foppens, Francois <1.>, 1670
Primerose, James, Destructio fundamentorom medicinae Vopisci Fortunati Plempii in Academia Lovaniensi medicinae professoris. Ubi breviter quatercentum ipsius errores demonstrantur a , Roterodami: Leers, Arnout <1. ; Rotterdam ; 1644-1674>, 1657
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Plempii ... Fundamenta medicinae ad scholae acribologiam aptata. Editio tertia iterum recognita, interpolata, aucta. Accedit Danielis Vermostij Breue , Louanii: Nempaeus, Hieronymus, 1654
Blaes, Gerard, Impetus Jacobi Primirosii doctoris medici, in Vop. Fort. Plempium amstelodamensem, in academia lovaniensi medicinae professorem celeberrimum, retusus a Gerardo Leon. Bl , Amstelodami: Ravesteyn, Johannes van <1.>, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Plempii ... Ophthalmographia, sive Tractatio de oculi fabrica, actione, & usu praeter vulgatas hactenus philosophorum ac medicorum opiniones. Synopsin , Amsterodami: Laurensz, Hendrick, 1632
Avicenna, Clarissimi et praecellentissimi doctoris Abvalj Ibn-Tsina ... Canon medicinae interprete et scholiaste Vopisco Fortunato Plempio, Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1658
Cabrol, Barthelemy, Ontleedingh des menschelycken lichaems. Eertijts in't Latijn beschreven door Bartholomaeus Cabrolius. Nu verduytscht en met by-voechselen als oock figuren verrijckt. , T'Amsterdam: Laurensz, HendrickSaeghman, Gillis Joosten <1643-1702>, 1648
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Amstelredamensis ... Fundamenta medicinae ad scholae acribologia aptata. Editio altera recognita, interpolata aucta. Accessit Danielis Vermostii medic , Lovanii: Zegers, Jacob Weduwe, 1644
Plemp, Franciscus, Munitio fundamentorum medicinae Vopisci Fortunati Plempii, adversus Jacobum Primirosium alterum Herostratum ea destruere conantem. Ubi breviter milleni ipsius errores , Amstelodami: Metelen, Joachim von, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Plempii Amsterodamensis ... De fundamentis medicinae libri sex acribologia scholastica accurati, Louanii: Zegers, Jacob, 1638
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Vopisci Fortunati Plempii amstelredamensis, ... Ophthalmographia sive tractatio de oculo, Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus, Verhandeling der spieren. By de welcke aengewesen wort, wat in hun onnatuyrige toe-vallen en te voor-seggen en te Hant-wercken staet. Beleedt door Fortunatum Plempi , Tot Dordrecht gedruckt by Hendrick van Esch: Esch, Hendrick vanLoymans, Pieter & Bot, Maerten de, 1645


Chifflet, Jean-Jacques (con il cognome latinizzato all'uso umanistico in Chiffletius) fu un importante medico nato a Besançon nel 1588 (ove sarebbe morto nel 1630): uomo fornito di vasta cultura integrò i suoi studi professionali con ricerche nel campo dell'antiquariato.
Il Servizio Bibliotecario Nazionale annovera tra le sue pubblicazioni (o con scritti che lo riguardano) conservate nelle biblioteche italiane:
Chifflet, Johann Jacob, Io. Iac. Chiffletij De linteis supulchralibus Christi seruatoris crisis historica, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.> & Moretus, Jean <2.> veuve & Meurs, Jean : van, 1624
Chifflet, Johann Jacob, Praelibatio de terra et lege Salica, ex Vindiciis Lotharingicis, Ioan. Iac. Chifletii, .., Bruxellae: Mommart, Jean, 1643
Chifflet, Johann Jacob, Ioannis Iacobi Chifletii ... Opera politico-historica, ad pacem publicam spectantia: quorum series; 1. Vindiciae Hispanicae, in quibus Arcana regia publico pacis bo , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1650
Chifflet, Johann Jacob, [2]: Ad Vindicias Hispanicas lampades historicae, contra nouas Marci Antonii Dominici cauillationes, ... auctore Ioanne Iacobo Chifletio ..., Antuerpiae: Officina Plantiniana & Moretus, Balthasar <1574-1640>, 1649
Chifflet, Johann Jacob, Lotharingia masculina, aduersus anonymum Parisiensem. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, equite, & regio archiatrorum comite, 1648
Chifflet, Johann Jacob, Le Faux Childebrand relegue aux fables. Childebrandus fictus ad larvas amandatus: opus genealogicum, Gallice & Latine de industria mixtum / Johann Jacob Chifflet], 1659
Chifflet, Johann Jacob, Vindiciae Hispanicae, in quibus arcana regia, politica, genealogica, publico pacis bono luce donantur. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio equite & archiatro regio, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1645
Chifflet, Johann Jacob, De Linteis sepulchralibus Christi Sevatoris crisis historica, Antuerpiae: Moreto, Baldassarre, 1624
Chifflet, Johann Jacob, Stemma Austriacum annis abhinc millenis. Hieronymus Vignerius priores nouem gradus elucubrauit; Ioan. Iac. Chifletius, ... asseruit atque illustrauit, Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1650
Chifflet, Johann Jacob, Tenneurius expensus; eius calumniae palam repulsae. Subiuncta est Appendix ad corollarium de baptismo Clodouei 1. regis. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, ..., Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1652
Chifflet, Johann Jacob, De ampulla Remensi nova et accurata Disquisitio ad dirimendam litem de Praerogativa Ordinis inter reges. Accessit Parergon de unctione Regum, contra Iacobum Alexandrum , Antverpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1651
Chifflet, Johann Jacob, Lilium francicum, veritate historica, botanica, et heraldica illustratum. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, equite, regio archiatrorum comite, & serenissimi principis d. , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1658
Chifflet, Johann Jacob, Ioan. Iac. Chiffletii ... Vesontio ciuitas imperialis libera, Sequanorum metropolis, plurimis, nec vulgaribus sacrae, prophanaeque historiae monumentis illustrata, & in , Lugduni: Cayne, Claude, 1618
Chifflet, Johann Jacob, 2: Ioan. Iac. Chiffletii ... Vesontionis pars altera, de archiepiscopis Bisontinis, et aliis ciuitatis Bisontinae ecclesiasticis rebus. .., Lugduni, 1618
Chifflet, Johann Jacob, Verum stemma Childebrandinum .., 1656
Chifflet, Johann Jacob, Alsatia, iure proprietatis et protectionis, Philippo 4. regi catholico vindicata a Ioanne Iacobo Chifletio ..., AntuerpiaeAntuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1650
Chifflet, Johann Jacob, Lacrymae prisco ritu fusae in exsequiis sereniss. archiducis Alberti Pii, Belgicae Sequaniciq. principis per Io. Iac. Chiffletium .., [Anversa: Moretus, Balthasar <1.>, 1622]
Chifflet, Johann Jacob, Ad vindicias Hispanicas lampades historicae, contra nouas Marci Antonii Dominici cauillationes, parte altera rediuiuae (vt ipse comminiscitur) Ansberti senatoris fa , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1649
Recueil des traittez de paix, treues et neutralite entre les couronnes d'Espagne et de France, Anvers: Officina Plantiniana , 1664
Chifflet, Johann Jacob, Acia Cornelii Celsi propriae significationis restituta: Alphonsus Nunez Regius Archiater defensus: a Joanne Jacobo Chiffletio, equite, Philippo 4. Regi Catholico, & ser , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1633
Chifflet, Johann Jacob, Anastasis Childerici 1. Francorum regis, siue Thesaurus sepulchralis Tornaci Neruiorum effossus, & commentario illustratus. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, ..., Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1655
Chifflet, Johann Jacob, [1]: Vindiciae Hispanicae; in quibus Arcana regia, publico pacis bono, luce donantur. Editio altera; cui accessere Lumina noua genealogica, salica, praerogatiua; siue , AntuerpiaeAntuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1647
Chifflet, Johann Jacob, Dissertatio militaris de vexillo regali, in Casteletensi pugna Francis erepto, armis Philippi 4. regis catholici, ductu Francisci de Mello Turris Lacunae marchionis: au , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1642
Chifflet, Johann Jacob, Vnitas fortis ab exc.mo D. marchione de Leganes prouinciis Belgicis fidelibus Philippi 4. Hispaniar. regis potentiss. nomine proposita anno 1627. Politicis sapientum di , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1628
Chifflet, Johann Jacob, Io. Iac. Chiffletij De linteis supulchralibus Christi servatoris crisis historica, Antverpiae: Officina Plantiniana , 1688
Chifflet, Johann Jacob, Geminiae matris sacrorum titulus sepulcralis explicatus; verus exequiarum ritus vna detectus; a Ioanne Iacobo Chiffletio ..., Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1634 Le Tenneur, Jacques Alexandre, Veritas vindicata aduersus Ioann. Iac. Chifletii. Vindicias Hispanicas, lumina noua, & lampades historicas. Qua, retectis variis arcanis salicis, historicis, genealogic , Parisiis: Billaine, Jean <160.?-166.>, 1651
Chifflet, Johann Jacob, Recueil des traittez de paix, treues et neutralite entre les couronnes d'Espagne et de France; mis en lumiere pour l'vsage des ministres de sa majeste catholique, p , A Anuers: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1643
Chifflet, Johann Jacob, Hierothonie de Iesus-Christ, ou discours des saints suaires de Nostre Seigneur. Extrait & traduit du latin de Iacques Chifflet, par A.D.C.P, A Paris: Cramoisy, Sebastien <1. ; 1606-1669>, 1631
Fabri, Honore, Puluis Peruuianus vindicatus de ventilatore. Eiusdem suscepta defensio ab Antimo Conygio hortatu Germani Poleconii, Romae: Corbelletti, Francesco <1.> eredi, 1655
Recueil des traittez de paix, treues et neutralite entre les couronnes d'Espagne et de France, A Anuers: Officina Plantiniana , 1645
Chifflet, Johann Jacob, Insignia gentilitia equitum ordinis velleris aurei, fecialium verbis enuntiata: a Ioanne Iacobo Chiffletio, ... Latine et Gallice producta. Le blason des armoiries de t , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1632
Chifflet, Johann Jacob, Imago Francisci Euersoris, Dauidis Blondelli, ministri caluinistae: clypei Austriaci liber prodromus. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, ... anno 1655, Officina Plantiniana
Chifflet, Johann Jacob, Portus Iccius Iulii Caesaris demonstratus per Ioan. Iac. Chiffletium, patricium, consularem, & archiatrum Vesontinum, ciuem Romanum ..., Matriti: Martinus, Ildephonsus viduae, 1626
Chifflet, Johann Jacob, Portus Iccius Iulii Caesaris demonstratus per Ioan. Iac. Chiffletium ..., Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1627
Chifflet, Johann Jacob, De pace cum Francis ineunda consilium a praeteritorum exemplis, missum in Hispaniam anno 1647. Nunc vero publici iuris factum, postquam Philippi Quarti,regis Catholici , [1650?]
Chifflet, Johann Jacob, Vindiciae Hispanicae; in quibus arcana regia, publico pacis bono, luce donantur. Editio altera; cui accessere lumina noua genealogica, salica, praerogatiua; siue re , AntuerpiaeAntuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1647
Chifflet, Johann Jacob, Commentarius Lothariensis; quo praesertim Barrensis ducatus imperio asseritur; iura eius regalia serenissimo principi Carolo 3. duci Lotharingiae et barri absolute , Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <2.>, 1649


Oribasio di Pergamo (325-403), fu medico dell'imperatore Giuliano l'Apostata. Oribasio compose un riassunto di testi di Galeno, aggiungendovi dei propri commenti. Si trattò di un'opera di medicina in 70 libri, giunta a noi solo in parte, un compendio di medicina in 9 libri ed un trattato popolare in 4 libri.


Sanuti Pellicani, Giovanni Battista [1632-1697], bolognese, giurista, letterato e compositore musicale.
Alla B.U.G. si trovano le:
Prose de' signori accademici Gelati di Bologna distinte ne' seguenti trattati… Degl'intervalli musicali, riflessioni del sig. dott. Gio. Battista Sanuti Pellicani… Della musica del sig. Girolamo Desideri… colle loro imprese anteposte a' Discorsi…, In Bologna, Per li Manolessi, 1671.
[16], 432 p. antip. ill. 4° (22 cm.).
Secondo il SBN si individuano poi tra le sue opere:
1 - Bononien. praetensi canalis illustriss. d. Cesarino iud.rio pro illustrissimis dominis marchione, & senatore Spata, co. Iacobo Isolano, ac Siluio, & fratr. de Marsilijs, Longhi, Giacomo Pellegrino
2 - Risposta ai motiui del fisco di Ferrara nella causa della confiscatione de i beni della Stellata, pretesa a pregiudicio de i pupilli, figli del sig. conte Cornelio Pepoli, In Bologna: Monti, Giacomo , 1688
3 - Serenissimo Carolo 2. Mantuae, &c. duci 8. ... Has theses legalis sophiae filias, sub tanti auspicio nominis auspicatissime in certamen ituras, humillimus, addictissimus, Bononiae: Monti, Giacomo
edicata ... Ferdinando C - Ferroni, Giovanni Battista


Ciampoli, Giovanni <1589-1643> ,[2]: Prose di monsignor Giouanni Ciampoli, segretario de' breui di Gregorio decimoquinto, & Vrbano ottauo , Venetia : per il Pezzana, 1676 - 3 pt. (370; 241, [3]; 203, ; 12° - Marca (Pellicano) sui front. in cornice xil. della pt. 1 e pt. 2 - Pt. 2: Lettere di monsignor Giouanni Ciampoli - Pt. 3, a cura di Agostino Sante Pinchiari: Fragmenti dell'opere postume di monsignor Gio. Ciampoli Segn.: A-P12; A-K12; A-H12I6 - Impronta - o,or 55sa c-25 daMa (C) 1676 (R) - Impronta - 2.il '-ce lano neta (3) 1676 (Q) - Impronta - 42m- erco gon. mein (3) 1676 (R) Fa parte di: Opere di monsignor Ciampoli. Cioe, Poesie sacre, funebri, e morali. Prose, lettere, e fragmenti - Nomi: Ciampoli, Giovanni <1589-1643> - Pozzobonelli, Alessandro - Pinchiari , Agostino Sante - Altri titoli collegati: [Pubblicato con] Lettere di monsignor Giouanni Ciampoli segretario de' breui di Gregorio 15. & Vrbano 8. ... insieme con la vita dell'autore, descritta dal signor Alessandro Pozzobonelli. Parte prima (-seconda) - [Pubblicato con] Fragmenti dell'opere postume di monsignor Gio. Ciampoli - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino


Vedi: Affo, Ireneo, Vita di Baldassarre Molossi, da Casalmaggiore detto Tranquillo eccellente poeta latino scritta dal p. Ireneo Affo minor osservante vice-bibliotecario di S.A.R, In Parma : per Filippo Carmignani, stampatore per privilegio di S.A.R., 1779 - 8, 35, 1 p. ; 4° Dal Molossi si ricavano alcune notizie su autori parmigliani come GRAPALDO MARC’ANTONIO ( Parma 10 aprile 1487-Parma 1545) figlio di Francesco Maria e Amabile Garimberti. Dopo la morte del genitore (1515) entrò nella Curia romana. Vi era già quando il cardinale Alessandro Farnese organizzò nel Bosco di Palieto, vicino al suo castello di Canino in Toscana, una caccia per il pontefice Leone X (autunno di un anno compreso tra il 1515 e il 1518). Nel 1519 Tranquillo Molossi diresse a Benedetto Albineo un poemetto su quella caccia, nel quale in più punti si fa riferimento al Grapaldo: Cervam ense Grapaldus Fundit humi, capream contorta cuspide Pollux, Gloria magna fori Pollux, non parva Grapaldus Gloria Musarum.
Il Molossi aggiunge che, imbandito dopo la caccia un banchetto, il Grapaldo, sollecitato a cantare dei versi, espose la favola di Atteone: Finis erat laetis dapibus, divisque secundis Mellea libabant vario bellaria luxu: Jussus adest Marius, citharaque hic personat aurea.
In effetti il Grapaldo fu giudicato dai contemporanei un ottimo verseggiatore. Anche l’Arsilli lo lodò con queste parole: Est Marius versu pergrato et scommate notus, Cui virides colles, ruraque amoena placent. Saepius inde novem vocat ad vineta sorores, Munifica impendens citria poma manu. Promittitque rosas, violas, vaccinia, et alba Lilia, cum primo vere tepescat humus. Del Grapaldo rimangono solo pochi versi impressi l’anno 1524 nella Coriciana sotto il solo cognome Grapaldus (nel catalogo della Biblioteca Casanatense furono attribuiti al padre). Il Grapaldo fu sepolto nella chiesa di San Francesco in Parma, con questa iscrizione: Mario Grapaldo Franc Grapaldi fil tvm svopte ingenio tvm romanae cvriae consvetvdine a patre viro clarissimo neqvaqvam degenere MDXLV.
FONTI E BIBL.: I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, 1743, IV, 12-13. GARBAZZA GIOVANNI MARCO Parma 7 luglio 1459-Parma post 1519 Figlio di Giovanni Martino, medico, e di Giovanna degli Ajani. Dopo una prima educazione letteraria, il padre lo indirizzò agli studi di filosofia e medicina. Quasi certamente si laureò in medicina a Pavia, ove già nel 1486 risulta lettore di medicina e filosofia. Rientrato a Parma, nell’anno 1492 fu lettore di logica all’Università. Il Comune di Parma lo inviò nel 1497, assieme a Gaspare dal Prato, al Monastero di San Benedetto in Polirone per chiedere il permesso di utilizzare un confessore dell’allora riformato monastero di San Giovanni Evangelista di Parma per servizio delle monache del convento di Sant’Alessandro. Ancora per gli anni 1515 e 1519 risultano provvigioni di stipendio per il Garbazza come lettore di filosofia presso l’Università di Parma. Da un epigramma di Tranquillo Molossi, risulta che il Garbazza fu anche brillante poeta sia in latino che in volgare. Fu amico del Correggio e padrino al battesimo di una figlia del pittore, Francesca Letizia. Anche Giorgio Anselmi gli fu amico intimo, tanto da dirgli in un epigramma quod tu velles hoc quoque, Marce, volo. Fu medico del Convento di San Giovanni Evangelista, dove fu poi sepolto. Vedi: I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, 1791, III, 172-174; A. Pezzana, Continuazione delle Memorie, VI, 417; G.B. Janelli, Dizionario biografico dei Parmigiani, 1877, 179; L. Gambara, I medici di due grandi pittori, in "Aurea Parma" 3 1937, 95-96; "Aurea Parma" 1 1953, 6; "Aurea Parma" 4 1958, 233; "Parma nell’Arte" 3 1965, 205, e 1 1970, 70.
Poco comunque è noto diTranquillo Molosso salvo qualche aneddoto storico: "Paolo III, successo al secondo Giulio nella Cattedra di S. Pietro, fu l'illustre fondatore della gloria della famiglia Farnese, dalla quale, cominciando da Pier Luigi suo ?glio naturale sino alla morte dell'ottavo Duca Antonio, furono governate col titolo di Ducato Parma e Piacenza, cioè dal 1545 al 1731. Pier Luigi entrò in Roma partigiano de' Colonnesi, quando l'Imperatore Carlo V la prese d'assalto nel 1527; nella quale occasione protesse la vita e la casa del maestro suo Tranquillo Molosso di Casalmaggiore: vedi ancora Monografia Affo, Ireneo, La Zecca e moneta parmigiana illustrata dal padre Ireneo Affo minor osservante ... opera di annotazioni accresciuta ornata colla intera serie delle medaglie de' duchi e principi di Parma e data in luce da Guid'Antonio Zanetti bolognese, Parma : presso Filippo Carmignani - VIII, 351, 3 p., XV, 7 c. di tav. : ill. calcogr. ; fol.
F. Arisi, Cremona litterata, Parma 1702 cita un'opera di Tranquillus Molossus (dato per morto nel 1528) intitolata De monomachia.


Zarotti, Cesare, Caesaris Zarotti Iustinopolitani De angelorum pugna libri tres. Ad sanctissimum dominum Vrbanum 8. pontificem maximum, Venetiis: Pavoni, Taddeo, 1642
Zarotti, Cesare, Angelomachiae libri tres in quos Caesaris Zarotti meditatus calor erupit post iuuenilem, & extemporaneam eorundem editionem annis 18. Pridem maximo Vrbani 8. pontificis numini nunc Danielis Iustiniani Ven sen. ... addicti, .., Venetiis: Valvasense, Francesco, 1660
Zarotti, Cesare, M. Valerii Martialis Epigrammatum, medicae, aut philosophicae considerationis enarratio, siue De medica Martialis tractatione commentarius Caesaris Zarotti ... Cum triplici indice, & breuiarijs capitum, Venetiis: Baba, Francesco eredi, 1657
Zarotti, Cesare, Caesaris Zarotti Iustinopolitani Centuria sacrorum epigrammatum ad eminentiss. S.R. eccl. cardin. & principem Gregorium Barbadicum episc. Patau. comitemque Saccensem, Venetiis: Valvasense, Francesco, 1666


- Arriaga, Rodrigo : de , 2: R.P. Roderici de Arriaga e' Societate Iesu Lucconiensis, Hispani, ... Disputationes theologicae in 1. partem D. Thomae. Tomus secundus. Qui continet tractatus tres, de angelis. De opere sex dierum. De vltimo fine hominis. Editio nouissima a mendis expurgata, Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1644
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, ... Disputationum theologicarum in primam secundae D. Thomae. Tomus primus \-secundus!: siue Vniuersi cursus theologici tomus tertius \-quartus! ..., Lugduni: Anisson, Laurent & associes, 1647
- Arriaga, Rodrigo : de , 1: Tomus primus: siue Vniuersi cursus theologici tomus tertius: qui continet tractatus de actibus humanis. Passionibus animae. Habitus et virtutibus. Vitijs et peccatis. Nunc primum in Gallijs prodit, Lugduni: Anisson, Laurent & associes, 1647
- Arriaga, Rodrigo : de , 2: Tomus secundus: siue Vniuersi cursus theologici tomus quartus: qui continet tractatus de legibus. Diuina gratia. Iustificatione. Merito, Lugduni sumptibus: Anisson, Laurent & associes, 1647
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, ... Disputationes theologicae in secundam secundae D. Thomae. Vniuersi cursus theologici tomus quintus: qui continet tractatus de virtutibus theologicis, fide, spe, & charitate: item de virtutibus cardinalibus, prudentia, fortitudine & temperantia, Lugduni: Anisson, Laurent & associes, 1651
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e Societate Iesu, ... Disputationes theologicae in tertiam partem D. Thomae, de incarnatione Diuini verbi; vniuersi cursus theologici tomus sextus, Lugduni: Anisson, Laurent, 1654
- Arriaga, Rodrigo : de , Disputationes theologicae in primam (-tertiam) partem d. Thomae. Vniuersi cursus theologici tomus primus (-octavus) qui continet tractaus ... Auctore r.p. Roderico de Arriaga e Societate Iesu .., Antuerpiae: Moretus, Balthasar <2.>Officina Plantiniana , 1643-1655
- Arriaga, Rodrigo : de , 7: Tomus septimus, qui continet tractatum de sacramentis in genere, & de eucharistia..., Antuerpiae: Moretus, Balthasar <2.>Officina Plantiniana , 1655
- Arriaga, Rodrigo : de , 8: Tomus octauus, qui continet tractatum de sacramento poenitentiae, extremae vnctionis & ordinis. Auctore r.p. Roderico de Arriaga e Societate Iesu, .., Antuerpiae: Moretus, Balthasar <2.>Officina Plantiniana , 1655
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, Lucroniensis Hispani, ... Disputationum theologicarum in primam partem d. Thomae, tomi duo: quorum primus tractat de Deo vno & trino; secundus vero de angelis, de opere sex dierum, & de vltimo fine, seu beatitudine hominis / Nunc primum in Gallis prodeunt, Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1644
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, ... Disputationes theologicae in tertiam partem diui Thomae. Vniuersi cursus theologici, tomus septimus, complectens tractatum de sacramentis in genere, & de Eucharistia, Lugduni: Anisson, Laurent, 1669
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, ... Disputationes theologicae in tertiam partem diui Thomae. Vniuersi cursus theologici, tomus octauus, complectens tractatum de sacramento poenitentiae, extremae vnctionis & ordinis, Lugduni: Anisson, Laurent, 1669
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga, e' Societate Iesu, ... Disputationum theologicarum in primam partem diui Thomae, tomi duo, quorum primus tractat de Deo vno, & trino; secundus vero de angelis, de opere sex dierum, & de vltimo fine, seu Beatitudine hominis, Lugduni: Anisson, Laurent, 1669
- Arriaga, Rodrigo : de , Disputationes theologicae in primam partem D. Thomae. Tomi duo. Auctore R.P. Roderigo de Arriaga ... Tomus primus (-secundus), Antuerpiae: Moreti, Balthasar, 1643
- Arriaga, Rodrigo : de , R.p. Roderici de Arriaga, e Societate Iesu, lucroniensis hispani, s. Theologiae doctoris ... disputationum theologicarum in primam partem d. Thomae, tomi duo ..., Lugduni
- Arriaga, Rodrigo : de , R.P. Roderici de Arriaga Hispani Lucroniensis e Societate Iesu ... Cursus philosophicus, iam noviter maxima ex parte auctus, .., Lugduni: Borde, PhilippeBorde, PierreArnaud, Laurent, 1669
- Arriaga, Rodrigo : de , Cursus philosophicus: auctore R.P. Roderico de Arriaga Hispano Lucroniensi e Societate Iesu, ..., Parisiis: Thierry, Denis <1. ; 1652-1712>, 1737


- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, De Cultu adorationis libri tres. Autore p. Gabriele Vazquez teologo Societate Jesu ..., Moguntiae: Albinus, Ioannes, 1601
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1.1: Tomus primus complectens ad viginti sex quaestiones priores centum & septem disputationes in capita diuisas, Lugduni, 1631
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3.1: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus primus. Complectens ad viginti sex quaestiones priores centum & tredecim disputationes in in capita diuisas, Lugduni, 1631
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3.2: Commentariorum, ac disputationum in tertiam parte sancti Thomae, tomus secundus. A quaestione vigesima septima usque ad septuagesimam primam
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3.3: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus tertius. A questione septuagesima tertia, usque ad octuagesimam tertiam
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3.4: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus quartus. A quaestione octuagesima quarta, usque ad nonagesimam tertiam - Vazquez, Gabriel<1551-1604>, De cultu adorationis libri tres. Autore P. Gabriele Vazquez theologo societatis Iesu .., Moguntiae: Albin, Johann, 1614
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Gabrielis Vasquez Bellemontani, theologi celeberrimi... Societate Iesu, Commentariorum, ac disputationum in primam partem, & in primam secundae Summae theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomi tres. ..., Taruisij Venetijs Taruisij: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1608-1609
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 2: Gabrielis Vasquez Bellemontani, theologi celeberrimi ...Societate Iesu. Commentariorum, ac disputationum in primam partem Summae Theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomus secundus, ..., Taruisij Venetijs: Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1608
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3: Gabrielis Vasquez Bellemontani, theologi celeberrimi e Societate Iesu. Commentariorum, ac disputationum in primam secundae Summae Theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomus primus [i.e. tertius], .., Taruisij VenetijsTaruisij, 1608
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 2: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus secundus ... Auctore patre Gabriele Vazquez .., Lugduni, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Patris Gabrielis Vazquez theologi Societatis Iesu Opuscula moralia. De eleemosyna. Scandalo. Restitutione. Pignoribus & hypothecis. .., Antuerpiae: Keerberghen, Jan van, 1617
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus primus ... Auctore P. Gabriele Vazquez .., Lugduni, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum ac disputationum in primam partem summae theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomus primus (- ). Complectens viginti sex quaestiones priores. Autore R. P. Gabriele Vasquez ... Cum triplici indice .., Venetiis: Barezzi, Barezzo & soci, & Socios
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, [3.4]: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae, tomus quartus ... Auctore patre Gabriele Vazquez ... - Lugduni - 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, [3.3]: Commentariorum, ac disputationum in tertiam partem Sancti Thomae, tomus tertius ... Auctore Patre Gabriele Vazquez ..., Lugduni
, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Gabrielis Vazquez Opera, Lugduni: Pillehotte, Jean, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1: Commentariorum, ac disputationum in primam partem Sancti Thomae, tomus primus. Complectens ad viginti sex quaestiones priores centum & septem disputationes in capita diuisas. Auctore P. Gabriele Vazquez Bellomontano .., Lugduni, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Gabrielis Vazquez Societatis Iesu Disputationes metaphysicae desumptae ex varijs locis suorum operum, Antverpiae: Keerberghen, Jan van, 1618
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, R. Patris Gabrielis Vazquez, bellomontani ... Opuscula moralia ad explanandas aliquot quaestiones secundae secundae D. Thomae concinnata. Necnon Paraphrasis et Compendiaria explicatio ad nonnullas Pauli epistolas ... addita est Bulla & Pij 5. & Greg. 13. contra Michaelem Bajum, Lugduni: Cardon, Jacques & Cavellat, Pierre, 1620
- Tommaso : d'Aquino, Commentariorum ac disputationum in primam partem S. Thomae, tomus primus complectens viginti sex quaestiones priores, auctore patre Gabriele Vazquez ..., Compluti: Gracian, Juan viuda, 1598
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Patris Gabrielis Vazquez Societatis Iesu Disputationes metaphysicae, desumptae ex arijs locis suorum operum, Matriti: Sanchez, Luis, 1617
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 2: Commentariorum, ac disputationum in primam secundae sancti Thomae, tomus secundus. Complectens quaestiones a nonagesima usque ad finem ... Auctore P. Gabriele Vazquez .., Lugduni: Cardon, Jacques
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum ac disputationum in primam partem sancti Thomae, Antuerpiae: Bellerus, Petrus <2.> & Bellerus, Joannes <2.>, 1621
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum ac disputationum in primam secundae sancti Thomae. Tomus primus (-secundus). Complectens quaestiones a prima usque ad nonagesimam, disputationibus 149. per capita distributis explicatas, Antuerpiae, Antuarpiae: Bellerus, Petrus <2.> & Bellerus, Joannes <2.>, 1620-1621
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Patris Gabrielis Vazquez ... Opuscula moralia. De elemosyna. De scandalo. De restitutione .., Antuerpiae: Bellerus, Petrus <2.> & Bellerus, Joannes <2.>, 1621
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum ac disputationum in tertiam partem sancti Thomae. Tomus primus (-quartus). Auctore r. p. Gabriele Vazquez Bellomontano .., Antuerpiae: Bellerus, Petrus <2.> & Bellerus, Joannes <2.>, 1621
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Paraphrasis, et compendiaria explicatio ad nonnullas Pauli epistolas. Autore P.Gabriele Vazquez Bellomontano Societatis Jesu theologo, ... Addita est Bulla Pii 5. et Gregorii 13. contra Michaelem Baium. ..., Ingolstadii: Angermaier, AndreasHertzroy, Johann, 1613
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum, ac disputationum in primam <-tertiam> partem sancti Thomae; ... Auctore P. Gabriele Vazquez Bellomontano, theologo Societatis Iesu. Cum tribus indicibus ..., Lugduni: Cardon, Jacques, 1631
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1.2: Commentarium, ac disputationum in primam partem S. Thomae, tomus secundus complectens quaestiones a 27. vsque ad 64. & super his disputationes 245, Lugduni, 1631
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 2.1: Commentariorum, ac dispositionum in primam secundae sancti Thomae tomus primus complectens quaestiones a prima vsque ad nonagesimam, disputationibus 149. per distributis explicatas

- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, De cultu adorationis libri tres. Autore P. Gabriel Vazquez theologo societatis Iesu. Accesserunt disputationes duae contra errores Foelicis, et Elipandi de adoptione, et seruitute Christi in concilio Franco-fordiensi damnatos, eodem autore ..., Salamanca: Gracian, Juan viuda, 1594
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Gabrielis Vasquez Bellemontani ... Commentarii ac disputationes in tertiam partem Summae theologiae Sancti Thomae Aquinatis ... His accessit index triplex ..., Venetiis: Giunta, 1610
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Gabrielis Vasquez Bellomontani, theologi celeberrimi ...Societate Iesu. Commentariorum, ac disputationum in primam partem, & in primam secundae Summae theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomis tres. Quibus non solum verum, et germanum intellectum sententiae sancti Thomae accuratissime explanat; verum etiam defendit auctoritates sacrae scripturae, ss. patrum, et aliorum eximiorum theologorum; ..., Taruisij VenetijsTaruisij: Barezzi, Barezzo, Deuchino, Evangelista <1593-1631>, 1606 - Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 2: Gabrielis Vasquez Bellomontani, theologi celeberrimi e Societate Iesu, Commentariorum, ac disputationum in primam partem Summae theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomus secundus, quo non solum verum, et germanum intellectum sententiae sancti Thomae accuratissime explanat; .., Taruisij Venetijs, 1606
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 3: Gabrielis Vasquez Bellomontani, theologi celeberrimi e Societate Iesu, Commentariorum, ac disputationum in primam secunde Summae theologiae sancti Thomae Aquinatis, tomus primus [i.e. tertius], quo non solum verum, et Germanum intellectum sententiae sancti Thomae accuratissime explanat; .., Taruisij VenetijsTaruisij, 1606
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1: Commentariorum ac disputationum in primam partem sancti Thomae, tomus primus (-secundus). Complectens ad viginti sex quaestiones priores centum & septem disputationes in capita diuisas. Auctore P. Gabriele Vazquez Bellomontano, Lugduni: Pillehotte, Antoine, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, 1.2: Tomus secundus complectens quaestiones a 27. usque ad 64. & super his disputationes 245. Auctore P. Gabriele Vazquez Bellomontano .., Lugduni: Pillehotte, Antoine, 1620
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum, ac disputationum in primam tertiam! partem Sancti Thomae ... Auctore P. Gabriele Vazquez Bellomontano ... Cum tribus indicibus..., Lugduni: Cardon, Iacobo, 1861
- Vazquez, Gabriel<1551-1604>, Commentariorum, ac disputationum in primam secundae S. Thomae. Tomus primus (-secundus) complectens a quaestione prima usque ad octogesimam nonam, Authore Patre Vazquez Belllomotano Theologo Societatis Iesu ... Editio secunda complutensis priori a quam plurimis mendis emendatior & notis marginalibus sparsim adiectis auctior, Compluti, 1614


SPUGNA: nome comune dei Poriferi e, in particolare, di Spongia officinalis e Spongia equina, usate per le caratteristiche dello scheletro, corneo, assai elastico e morbido, fatto di spongina. Appena pescate, sono portate in superficie e vengono compresse per eliminare la sostanza organica, poste ad asciugare e successivamente purificate con sostanze imbiancanti. Vivono nei mari caldi in acque non molto profonde; attivamente pescate nel Mediterraneo.


- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Apologia di frate Gio. Paolo Nazari da Cremona, dell'ordine de predicatori dottore di sacra theologia; in risposta della prefazione di Giouanni Martio ministro predicante di Soi, recitata in Plurio di Valchiauena, In Como: Frova, Girolamo, 1597
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, 6: Commentaria et controuersiae de vita, morte, et gloria Christi Redemptoris. Ad tertiam partem D. Thomae Aquinatis. Ab eiusdem Incarnati Verbi Natiuitate. vsque ad iudiciariam potestatem quibus aduersus Haereticos praecipua catholicae fidei mysteria declarantur, ... Auctore amodum reuer. patre F. Io Paulo, Bononiae: Mascheroni, Girolamo, 1627
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Imperialis regalisque maiestatis regimen, cuius gratia huic breui compendio inseruntur monarchia diuina, angelica, theandrica, & ecclesiastica. Auctore fratre Iohanne Paulo Nazario Cremonensis sacrae theologiae lectore ordinis praedicatorum, .., Pragae: Cerny, Jiri
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Opuscula varia theologica, Io. Pauli Nazarij Cremonensis ... tomus operum auctoris octauus, Bononiae: Ferroni, Clemente, 1632
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Commentaria, & controuersiae r.p.f. Io. Pauli Nazarii Cremonensis ordinis praedicatorum ... in primam partem summae diui Thomae Aquinatis. Complectentia tractatus de Sanctissima Trinitate, et de omnium rerum creatione. ... Cum tribus indicibus locupletissimis, scilicet controuersiarum, et dubitationum, locorum sacrae scripturae, ac rerum notabilium, et scholijs ad marginem ex eiusdem authoris diligentia, Venetiis: Somaschi, Giacomo Antonio, 1613
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Commentaria, et controuersiae R.P.F. Io. Pauli Nazarii cremonensis, ordinis praedicatorum ... in primam partem summae diui Thomae Aquinatis: in quibus, non solum Angelici Doctoris mens profunde, ... verum etiam Caietani, primi, ac praecipui expositoris plurima obscurius dicta in lucem producuntur ... Cum indicibus locupletissimis ..., Venetiis: Varisco, Giorgio, 1610
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, Commentaria et controuersiae in primam [-tertiam] partem Summae D. Thomae Aquinatis auctore admod R.P.F. Io Paulo Nazario Cremonensi Ordinis praedicatorum sacrae theologiae doctore, Bononiae collegiato, & nunc tertium in accademia Bononiensi regente, Bononiae, 1619-1627
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, 4: Commentaria et controuersiae in tertiam partem Summae D. Thomae Aquinatis auctore admod. R.P.F. Io. Paulo Nazario Cremonensi Ordinis praedicatorum sacrae theologiae doctore, Bononiae collegiato, & nunc tertium in accademia Bononiensi regente. Cum indicibus locupletissimis controuersiarum dubitationum locorum Sacrae Scriptura, Bononiae apud Haeredes Ioannis Rossij,Bononiae: Rossi, Giovanni eredi Dozza, Bernardino & Dozza, Evangelista, 1619
- Nazari, Giovanni Paolo <1566-1645>, 5: Commentaria et controuersiae in tertiam partem Summae D. Thomae Aquinatis, a quaestione 18. usque ad 35. auctore admod. R.P.F. Io. Paulo Nazario Cremonensi Ord. Praed. sacrae theol. doct. tomus quintus additis ad finem duobus opusculis De sacrosancto missae sacrificio, et De regimine imperiali, regali, etc. Cum indicibus locupletiss. .., Bononiae apud Nicolaum Tebaldinum: Tebaldini, Nicolo Bernia, Marco Antonio, 1625


scudiero = 1299; der. di scudo con –iero , cfr. provenz. ant. escudier sec. XII] - 1 stor., nel Medioevo, giovane di nobile famiglia che, per tirocinio al cavalierato, accompagnava i cavalieri portando loro lo scudo e prendendosi cura delle armi e dei cavalli | estens., persona, anche di bassa condizione, che era al servizio di un cavaliere e si occupava delle armi e dei cavalli - 2 dignitario di corte, cui originariamente era affidata la cura delle scuderie del sovrano: 3 servitore alla corte di un principe, di un sovrano: valletto personale del sovrano o della sovrana a corte.


(Anno 588) " Il re [dei Longobardi] Autari mandò i suoi messaggeri in Baviera a chiedere in sposa la figlia del re Garibaldo. Questi li accolse con favore e promise loro sua figlia Teodolinda. Appena Autari conobbe la risposta di Garibaldo, volle vedere di persona la sua sposa e partì subito per la Baviera, portando con sé pochi uomini e un vecchio di fiducia, d'aspetto piuttosto autorevole. Quando furono ammessi alla presenza di Garibaldo, Autari, di cui nessuno conosceva la vera identità, si avvicinò a Garibaldo e gli disse: - Il mio signore Autari mi ha mandato qui apposta per vedere la vostra figliola, sua sposa e nostra futura regina, onde io possa poi descrivergli con precisione che aspetto ha. Garibaldo fece subito venire la figlia e Autari restò a guardarla in silenzio, poiché era molto graziosa. Infine, soddisfatto per la sua scelta, disse al re: -Vostra figlia è davvero bella e merita di essere la nostra regina. Ora, se non avete nulla in contrario, vorremmo ricevere dalle sue mani una tazza di vino, come ella dovrà fare spesso in avvenire con noi. - Garibaldo acconsentì e la principessa, presa una tazza di vino, la porse prima a colui che sembrava il più autorevole, poi la offrì ad Autari, senza immaginare neanche lontanamente che fosse il suo sposo: e Autari, dopo aver bevuto, nel restituire la tazza, sfiorò furtivamente con un dito la mano e si fece scorrere la destra dalla fronte lungo il naso e il viso. La principessa riferì arrossendo la cosa alla nutrice e questa le rispose: - Se costui non fosse il re che deve essere tuo sposo, certo non avrebbe osato neppure toccarti. Ma adesso facciamo finta di niente: è meglio che tuo padre non ne sappia nulla. Secondo me, però, quell'uomo è un vero re e un marito ideale.- In effetti Autari era allora nel fiore della giovinezza, ben proporzionato di statura, biondo di capelli e assai bello d'aspetto. Finalmente i Longobardi si accomiatarono dal re e in breve tempo furono fuori del territorio dei Norici. Ma non appena giunsero in vista dell'Italia, quando i Bavari che li scortavano erano ancora con loro, Autari si sollevò il più possibile sul cavallo e con tutte le forze scagliò la piccola scure contro l'albero più vicino, dicendo: - Tali colpi suol dare Autari!- (Anno 589) Successivamente, essendo diventata precaria la situazione di Garibaldo in seguito all'invasione dei Franchi, Teodolinda si rifugiò in Italia con suo fratello Gundoaldo e fece avvertire Autari del suo arrivo. Subito egli le andò incontro con gran pompa per celebrare le nozze nel campo di Sardi, presso Verona e la sposò il 15 maggio tra l'esultanza generale" (Paolo Diacono, III, 30)
Autari è figlio di Clefi, duca di Torino e poi re dei Longobardi dal 572 al 574, quando viene assassinato. Gregorio di Tours, ripreso da Paolo Diacono (III.28), ci informa che la sorella del re dei Franchi Childeperto era stata promessa ad Autari, che aveva già versato i doni. Ma poi il re franco rompe la promessa e fidanza la sorella con un re visigoto di Spagna, con la scusa che quest'ultimo è cattolico. Quindi, consapevole di aver acceso una miccia, nel 583 Childeperto informa l'imperatore di Bisanzio Maurizio di essere disposto ad allearsi con lui contro i Longobardi. Primo casus belli: la rottura di un contratto matrimoniale. I Longobardi scendono in guerra e vincono.
Questa versione, che dovrebbe spiegare la rottura della promessa matrimoniale con la diversa appartenenza religiosa, non regge. Nel 583 re Childeberto, quando chiama in soccorso i Bizantini dopo aver mandato a monte il matrimonio della sorella, ha solo undici anni e governa in sua vece la madre visigota Brunechilde, che probabilmente ritiene di poter contravvenire agli accordi presi da suo marito Sigeberto (morto nel 576), cognato di Alboino. Brunechilde preferisce evidentemente rinsaldare i legami dinastici con la sua gente e promettere la figlia a un visigoto di Spagna.
Ora tocca ad Autari passare al contrattacco. Teodolinda, figlia del re dei Bàvari Garibaldo, è promessa sposa di Childeperto (dal che si potrebbe dedurre che Teodolinda è coetanea o un po' minore del promesso sposo, nato nel 572). In questo caso è il re bavarese a venir meno al contratto matrimoniale e a saltare sul carro dell'alleanza longobarda. La conseguenza è ovvia: Childeperto col suo esercito reclama il mantenimento della promessa invadendo la Baviera, mentre i figli di Garibaldo fuggono in Italia. Il re bavarese è costretto a diventare vassallo franco.
Paolo Diacono nella sua narrazione è rapito dalla descrizione della bellezza fisica dei protagonisti, dalla gestualità legata alla seduzione, dal rito della coppa di vino, simbolo della regalità. Si sofferma più sui comprimari che neanche sul re bavaro e mentre riusciamo a visualizzare l'anziano autorevole e l'intuitiva nutrice, Garibaldo resta solo un'etichetta sociale, è il re.
Il giorno delle nozze di Autari e Teodolinda, celebrate nei pressi di Verona, si annunciò gravido di funesti presagi, perché venne assassinato Ansulo, cognato di Autari, e Agilulfo, l'altro cognato, fu fatto segno di questo prodigio:
"Il giorno del matrimonio tra Autari e Teodolinda scoppiò improvvisamente un temporale e un pezzo di legno, forse un albero, che si trovava nel recinto regale, fu colpito da un fulmine con gran fragore di tuoni. Ora, alle nozze era presente anche Agilulfo, duca di Torino, il quale aveva tra i suoi servi un indovino che, per arte diabolica, conosceva il significato dei fulmini. Costui disse al padrone: - La donna che ora ha sposato il nostro re, tra non molto sarà tua moglie. - Udendo questo Agilulfo minacciò di tagliargli la testa se avesse osato dire ancora una parola; ma il servo aggiunse: - Puoi anche uccidermi, ma questo non cambia il destino: quella donna è venuta qui per unirsi in matrimonio con te. - E così infatti avvenne più tardi" (III, 30).
Come si vede, lo storico longobardo liquida i fatti principali con poche parole. Un presagio annuncia ad Agilulfo non solo che Autari sarebbe morto, ma anche che lui ne avrebbe sposato la vedova, e il solo commento è: "e così infatti avvenne più tardi", come se Autari non fosse stato assassinato e fosse più importante dimostrare la correttezza di un presagio che non investigare sull'accaduto.
Paolo Diacono accenna appena ai retroscena dell'assassinio di Autari e si estasia nel racconto di questo secondo matrimonio:
"Mentre gli ambasciatori longobardi si trovavano in Francia (in missione di pace), re Autari morì avvelenato a Ticinum in 5 settembre (590). Sùbito fu inviata un'altra ambasceria da Childeperto, re dei Franchi, per annunciargli la morte di Autari e sollecitare la pace. Il re accolse i messaggeri, e di fronte alla grave notizia promise che per il futuro avrebbe concesso loro la pace, e pochi giorni dopo li licenziò con una promessa generica.
Morto Autari, i Longobardi, che si erano affezionati alla regina Teodolinda, non solo le permisero di conservare la dignità regale ma la invitarono anche a scegliersi come marito l'uomo più indicato per fare il re. Teodolinda si consigliò con i saggi e scelse Agilulfo, duca di Torino: egli era un uomo valoroso e bellicoso, idoneo sia fisicamente che moralmente ad assumere il potere. La regina lo invitò subito a recarsi da lei e andò ad aspettarlo di persona a Lomello. Durante questo incontro, dopo le solite parole di saluto, Teodolinda si fece versare un po' di vino e dopo aver bevuto per prima offrì ad Agilulfo quello che restava. Agilulfo prese la tazza e le baciò delicatamente la mano; ella allora, sorridendo e diventando tutta rossa in volto, gli disse che non era il caso di sciupare un bacio sulla sua mano, visto che poteva baciarla sulla bocca. E avvicinandosi per baciarlo, gli annunciò che lo aveva scelto come marito e re del suo popolo. Così si celebrarono le nozze in mezzo alla generale allegria: Agilulfo, che era già cognato di Autari, assunse il titolo di re all'inizio del mese di novembre; poi, durante un'assemblea generale tenuta in Milano nel mese di maggio (591), fu confermato re all'unanimità." (III, 35).
Paolo Diacono accende il riflettore su Teodolinda e la trasforma in eroina di un romanzo cortese: lei è la vera regina, amata dai Longobardi, che la invitano a scegliersi un marito. Non mancano baci, coppe di vino rituale, l'allegria del banchetto. Nonostante la legge longobarda prevedesse che la vedova potesse scegliersi il secondo marito, l'eventualità dell'applicazione della legge al caso di Teodolinda è remota. Il nuovo marito fu scelto dai "saggi" che vedevano in Agilulfo (Ago), oltre che un valido guerriero, l'erede di Alboino e di Teodorico il Grande e quindi un nuovo baluardo contro l'ingerenza dei Franco-Bizantini. Occorsero sei mesi prima che Agilulfo riuscisse a sgominare i duchi che appoggiavano i Franchi e solo allora poté essere eletto re, non certo per scelta di Teodolinda. Oltre al rapporto coi Franchi, ci sono altri due aspetti taciuti da Paolo Diacono: quello dinastico e quello religioso. Teodolinda era incinta di pochi mesi al momento dell'assassinio del marito e, nonostante i Longobardi fossero in definitiva più sensibili al valore personale che alla nobiltà della stirpe, per uno stato in formazione il coltivarsi una discendenza dai mitici Lethingi poteva rivestire qualche vantaggio agli occhi dei duchi tradizionalisti, anche se ciò doveva avvenire il linea femminile. La questione religiosa è anche importante:Teodolinda era cattolica e forse anche Agilulfo, discendente dalla sorella di Teodorico e quindi ariano, si era fatto cattolico. Fra i consiglieri della regina vedova vediamo agire il monaco Secondo di Non e sappiamo che al suo fianco vi fu il ministro cattolico romano Paolo: c'erano tutte le premesse perché la popolazione goto-romana appoggiasse Teodolinda per le garanzie d'integrazione che offriva e per le possibilità di creazione di un nuovo stato romano-barbarico, emancipato da Bisanzio.


arciprete = s.m. eccl. [av. 1342; der. di prete con arci-, cfr. lat. tardo archipresbyter] 1 sacerdote titolare di una parrocchia | primo prete di un capitolo cattedrale 2 il maggiormente anziano dei preti di una diocesi | prete designato dal vescovo come suo vicario.
mitrato = p.pass., agg. 1 p.pass. mitrare, mitrarsi 2 agg. che porta o ha diritto di portare la mitra; anche s.m. mitra = s.f. [1281; dal lat. mitra(m) "benda per il capo, fascia", dal gr. mitra] 1a + eccl., nella liturgia cristiana, copricapo rigido di forma allungata diviso sulla cima in due punte, fregiato d'oro e ornato di pietre preziose, con due larghe fasce ricadenti sulla nuca, indossato dal papa, dai vescovi e dai prelati nelle funzioni solenni; 1b - eccl., fig., dignità o autorità vescovile: conferire la m., deporre la m. | estens., il vescovo stesso | sacerdote in senso letterario: da' Cesari ingiusti e da' rubelli / difenderan le mitre e i sacri tempi (Tasso) 2a stor., largo nastro con cui si fissava al capo la tiara degli imperatori orientali | estens., la tiara stessa 2b stor., larga fascia di stoffa, di cuoio o di metallo con cui gli antichi soldati greci usavano cingersi il ventre a scopo protettivo 2c stor., fascia o nastro di stoffa con cui le donne greche, romane od orientali si cingevano e adornavano i capelli
professione = s.f. [av. 1321; dal lat. professione(m), der. di profiteri "dichiarare, confessare"] 1a pubblica manifestazione o dichiarazione delle proprie idee, dei propri sentimenti, della propria fede politica o religiosa: far p. di amicizia, di stima, far pubblica p. di ateismo 1b relig., atto con cui un cristiano abbraccia un ordine o una congregazione religiosa pronunciando i voti di povertà, castità e obbedienza 2a ' [av. 1574] attività lavorativa, intellettuale o manuale, svolta in modo abituale o continuativo per trarne un guadagno: scegliere la p. del cameriere 2b ' attività intellettuale che si esercita dopo aver conseguito la laurea o una particolare abilitazione, spec. in modo indipendente e nel rispetto di una precisa etica professionale: esercitare la p. di medico, di notaio 3 eufem., prostituzione: esercitare la p.
reggente = p. pres., agg., s.m. e f. 1 p. pres. reggere 2 agg., s.m. e f. stor. [sec. XIII; cfr. lat. regens, -entis] nei comuni e nelle repubbliche dell'età intermedia, il titolare o ciascuno dei titolari della suprema carica politica ed esecutiva; estens., governante 3a agg., s.m. e f. stor., che, chi esercita il supremo potere politico in sostituzione del sovrano nel caso in cui questi sia legalmente incapace ad adempiere il suo ufficio: principe r., nomina di un r. 3b s.m. eccl., nella Curia romana, il prelato che assiste il cardinale preposto alla Penitenzieria apostolica; anche agg. 4 agg., s.m. e f. estens., che, chi detiene temporaneamente un ufficio o una carica pubblica, sostituendo il titolare assente o mancante: il r. la Prefettura, segretario comunale.
reggenza = s.f., agg.inv. [1630; der. di reggere con -enza, ] 1 s.f. ufficio, carica di reggente: assumere la r., la r. affidata alla regina madre | la persona o le persone che esercitano tale ufficio o carica | estens., la durata di tale ufficio o carica.
ufficio divino = loc.s.m. - lit. 1 preghiera liturgica composta di salmi, inni, brani delle sacre scritture e patristici, che viene recitata ogni giorno in ore canoniche dai preti secolari e dai religiosi consacrati: dire, recitare, cantare l'u. divino 2 estens., libro o breviario che contiene tali testi.
respondente = part. pass. da "respondere", arcaico per "rispondere" - resondente / rispondente = fiduciario.
teologia = relig. [av. 1375; dal lat. theologia(m), dal gr. theologia, comp. di theo- "teo-" e -logia = "-logia"] 1 scienza che ha come oggetto di studio la natura di Dio e delle cose divine: studiare, insegnare t.; dottore in t. | nelle singole religioni monoteiste, studio delle questioni religiose, spec. in relazione ai testi sacri, alla tradizione, ecc.: t. cattolica, ortodossa 2 l'insieme dei teologi e delle loro dottrine: t. medievale; la t. italiana, spagnola
maestro = s.m., agg. [av. 1294; lat. magistru(m) propr. "capo", der. di magis] s.m. chi conosce approfonditamente una disciplina in modo tale da poterla trasmettere, insegnare ad altri: sommo, insigne m.; anche come appellativo di riverenza e ammirazione | solo sing., per anton., con iniz. maiusc. Cristo | m. dei filosofi, m. di color che sanno, Aristotele; chi eccelle in una particolare disciplina, in una scienza, in un'arte, tanto da imporsi come caposcuola, come guida: Cicerone fu considerato m. di retorica, i grandi maestri del diritto romano | estens., chi, distinguendosi per eccellenza e si impone come modello, esempio da seguire: m. di vita, di comportamento, è un m. d'eleganza; anche con riferimento a qualità negative: essere un m. dell'imbroglio, del raggiro; iron., darsi arie da m., assumere un atteggiamento saccente stor., nel Medioevo e nel Rinascimento, titolo di dottore in uno studio universitario | ) come titolo onorifico, spec. attribuito a medici 3b musicista di professione diplomato in un conservatorio 4 pittore o scultore che è a capo di una bottega o di una scuola artistica | spec. con iniz. maiusc., autore anonimo di un'opera o di un gruppo di opere artistiche in cui si riconosca compattezza stilistica: il M. delle porte del Duomo 5 artigiano o operaio specializzato dal quale dipendono altri lavoranti non specializzati: m. muratore, m. orafo 6 giochi, negli scacchi, titolo ufficiale conseguito raggiungendo una determinata percentuale di punti in tornei qualificanti: m. nazionale, internazionale
cappellano = s.m. [sec. XIII; der. di cappella con -ano] 1 sacerdote che assiste il parroco | sacerdote che celebra le messe in una determinata cappella - 2 sacerdote addetto al servizio religioso presso conventicole e istituzioni e sim.: c. militare, del collegio, reale 3 eccl., titolare di una cappellania - eccl., in una processione, chi sorregge la croce e le insegne del vescovo
seminario = av. 1320 nell'accez. 3; dal lat. seminariu(m), der. di semen, -inis "seme"] 1a [1565] istituto per la preparazione spirituale e culturale degli aspiranti al sacerdozio: entrare in s., s. diocesano, arcivescovile, regionale
sillogismo = s.m. filos., log., ret. [av. 1306 nella var. ant. siloisme; dal lat. syllogismu(m), dal gr. sullogismos "connessione di idee", comp. di sun "insieme" e logismos " calcolo"] = in Aristotele, ogni forma di collegamento di proposizioni, anche con finalità retoriche; in particolare, forma fondamentale di ragionamento deduttivo proprio della logica aristotelica, costituito da tre proposizioni connesse in modo tale che, poste le prime due come premesse (premessa maggiore e premessa minore), ne segue necessariamente una terza detta conclusione (per es., tutti gli uomini sono mortali, tutti i greci sono uomini, dunque tutti i greci sono mortali) 2 estens., ragionamento estremamente rigoroso e inoppugnabile o anche, iron., eccessivamente cavilloso 3 argomentazione capziosa e sofistica
entimema = av. 1558; dal lat. enthymema, dal gr. enthumema, der. di enthumeomai "rifletto, considero" - filos., nella filosofia aristotelica: sillogismo basato su premesse non certe | log., nella logica moderna: sillogismo in cui una delle due premesse risulta sottintesa
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cattedra = s.f. [XIII sec. nell'accez. 2; dal lat. cathedra(m), dal gr. kathedra] = 1 [1306] nelle scuole e negli Studi universitari, tavolo o scrivania, spec. con predella, a cui si siedono gli insegnanti - 2 per estens., insegnamento di ruolo di un professore, ottenuto mediante concorso: avere la c. di latino, vincere la c. di scienze naturali | in senso generico, insegnamento di una disciplina o di un insieme di discipline - 3 piccolo trono spec. con baldacchino, riservato al papa o al vescovo durante le funzioni solenni | cattedra episcopale: dignità di vescovo | cattedra papale, di San Pietro: dignità di papa - 4 seggio, sedile riservato spec. ai personaggi maggiormente autorevoli
assistente = p. pres., agg., s.m. e f. 1 p.pres., agg. - assistere 2 s.m. e f. " [1304] chi collabora con il titolare o il responsabile primario di qualsiasi servizio aiutandolo nell' esercizio delle sue funzioni: l'ho nominato mio a., ha un a. molto efficiente | burocr., negli uffici pubblici, impiegato d'ordine: a. bibliotecario 3a s.m. e f. - nel passato ordinamento universitario, coadiutore del titolare di cattedra nell'insegnamento e nella ricerca: "preparare la tesi con l'assistente" - 3b s.m. e f. negli istituti di istruzione media, chi collabora con il docente per la parte di laboratorio dell'insegnamento: a. di chimica 4 s.m. e f. negli ospedali, medico subordinato al primario e all'aiuto primario 5 s.m. - eccl., chierico maggiore che assiste alle funzioni solenni, spec. ai pontificali | dir.can., negli ordini e nelle congregazioni religiose, consigliere dei superiori generali 6 s.m. e f. - burocr., nella polizia di stato, chi ricopre il grado immediatamente superiore a quello di guardia, corrispondente al precedente grado di appuntato 7 s.m. e f. - dir., nel linguaggio notarile, testimone
fare fede loc.v. essere prova di qualche cosa.: "per la data fa fede il timbro postale" | costituire il riferimento fondamentale: "per l'edizione fa fede il manoscritto autografo".
consultore s.m. av. 1533; dal lat. consultore(m), v. anche consultare = 1 consulente 2 chi fa parte di una consulta 3 eccl., esperto laico o religioso, di nomina papale, che nelle congregazioni della curia e nel concilio esprime pareri su questioni di particolare rilievo
consultore diocesano loc.s.m. eccl., ognuno degli almeno quattro sacerdoti nominati dal vescovo per svolgere collegialmente le attività di pertinenza del capitolo cattedrale.
commissario, s.m. " - 1368 nella var. ant. comessario; dal lat. mediev. commissariu(m), der. di committere "affidare": funzionario laico o religioso addetto all'amministrazione straordinaria di enti, organismi, imprese e sim., con competenze solitamente proprie di organi collegiali 2 chi è incaricato, in via temporanea o permanente, di una determinata funzione.
decano = II metà del XIII sec. nell'accez. 3a; dal lat. tardo decîanu(m) propr. "superiore di dieci soldati o monaci" = 1 $ chi, per età o per anzianità di nomina, occupa il primo posto fra i colleghi: il d. dei medici; il d. della facoltà, in Italia il professore più anziano di nomina, in università straniere, il preside della facoltà | estens., in un gruppo: il più autorevole o il più vecchio - 2: eccl., dignitario ecclesiastico più anziano nelle chiese cattedrali e collegiate e nelle diocesi nei dintorni di Roma: d. del capitolo, d. della Sacra Rota - 3a, stor., in Roma antica: sottufficiale a capo di un contubernio; alto ufficiale a capo di una squadra di dieci navi - nella Roma tardoimperiale: funzionario di corte 3b + stor., nel regno longobardo: magistrato con giurisdizione sulla decania 4 - astrol., nello zodiaco: ciascuna delle 36 zone in cui è diviso il cielo - il genio, la divinità preposta a tale zona.
Auditore poi uditore = 1304-08; dal lat. auditore(m), v. anche udire = in ambito del diritto intermedio qualifica propria di alcuni magistrati ordinari - nel dir.can., nei tribunali ecclesiastici, titolo attribuito al laico o al chierico cui ªe affidato il compito di istruire, ma non di definire, una causa o una parte di essa


Porphyreon ( Porfireone) sarebbe stato un centro episcoplae della Phoenicia Prima descritto nella Notitia Episcopatuum" di Antiochia come appartenente al sesto secolo [Echos d'Orient, X, 1907, 145 = la "Notitia episcopatuum" per la chiesa di Antiochia sarebbe stata elaborata nel sesto secolo dal Patriarca Anastasio (vedi Vailhe ancora "in Echos d'Orient", in X, in pp 90-101, 139-145, 363-8): né per Gerusalemme né per Alessandria si è individuato un analogo documento].
Tale centro episcopale non risulta però più menzionato nel decimo secolo (op, cit. 97): Lequien (Oriens christ., II, 829, 32) accenna comunque a cinque dei relativi vescovi: Tommaso, 451; Alessandro, alla conclusione del quinto secolo; Teodoro, 518; Cristoforo, 536; e Paolo (contemporaneo di Giustiniano II), 565-78.
In effetti due località dette Porphyreon dovevano trovarsi in questa provincia, una, descritta da Scylax (ed. Muller) e pure da Palerin di Bordeaux (Itinera hierosolymitana, ed. Geyer, 18) ad otto miglia da Sidone sarebbe da identificare con il villaggio di El Djiyeh, nel centro degli splendidi giardini fra Saida e Beirut.
Una seconda località detta Porphyreon, Pseudo Antonino (Itinera hierosolymitana, 161) sarebbe invece da individuare a sei o sette miglia a nord del Monte Carmelo.
Sulla base di San Simeone Stilita il giovane, contemporaneo di Paolo vescovo di Porphyreon (Mansi, Conciliorum collectio, XIII, p. 160) la città episcopale di Porphyreon sarebbe da individuare nelle prossimità di Castra, un sito abitato dai Samaritani.
Nella stessa epoca lo Pseudo Antonino (op. cit., 160) individua infatti un Castra Samaritanorum a Sucamina (Caipha) milliario subtus monte Carmelo [Monte Carmelo cioè "giardino" (dall'ebraico Karmel) in quanto ricco d'acqua che permette colture e abbaondante vegetazione).
La chiesa di Porphyreon, dedicata alla Vergine, non sarebbe stata costruita da Giustiniano II ma da Giustiniano I (Procopio, De Aedificiis, V, IX della sua Storia Arcana", xxx).
Le rovine di Porphyreon dovrebbero essere trovate vicino a Belus, il Nahr Namein, nelle sabbie di cui possono ancora essere visti i brandaris del murex ed il trunculus del murex (crostacei spinosi), da cui è estratta la porpora di Tiro che avrebbe dato appuynto il nome a Porphyreon.


SACRISTA DEL PAPA (PREFETTO DEL SANTO SACRARIO - SACRISTA APOSTOLICO): loc.s.m. = ecclesiastico scelto, a partire dal 1352, tra gli Agostiniani, in passato preposto alla cura degli arredi sacri nei palazzi apostolici, in seguito elevato alla carica di vescovo e, dal 1824, incaricato delle funzioni liturgiche del papa: recentemente TITOLATURA E FUNZIONE DEL SACRISTA sono state modificata secondo la rivisatziane fatta da papa Paolo VI tramite la LETTERA APOSTOLICA MOTU PROPRIO PONTIFICALIS DOMUS per cui si e' CAMBIATO L'ORDINAMENTO DELLA CASA PONTIFICIA( Premessa - Casa Pontificia - Cappella Pontificia - Famiglia Pontificia - Famiglia Pontificia ecclesiastica - Famiglia Pontificia laica)


Barbazza, Andrea , L' Amorosa Costanza fauola tragicomica boschereccia del co. Andrea Barbazzi senatore in Bologna .., In Bologna : per Giacomo Monti, 1646 - [8], 136 p. ; 4o. - Cfr. Copac Segn.: [par]4 A-H8 I4 - Impronta - onE. e,te case SoDi (3) 1646 (R): individuato pure in Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma
Accademia dei Fantastici di Roma Poesie de' signori Accademici Fantastici di Roma In Roma : raccolte, e stampate dal Grignano, 1637 - 272, [16] p. ; 12o. - Front. calcogr. con emblema dell'Accademia - Segn.: A-M12 - Impronta - e-on a.a, o.a, DiCh (3) 1637 (A) - un esemplare in Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Marino, Giovambattista, La Murtoleide fischiate del caualier Marino con la Marineide risate del Murtola. Con noua aggiunta, In Spira : appresso Henrico Satrckio, 1629 - 222, [2] p. ; 12o. - Robusto Pogommega è pseudonimo di G. Andrea Barbazza - Nell'opera si succedono, con proprio frontespizio: Capitoli burleschi di Girolamo Magagnati aggiuntovi il Giradiniero di Cesare Orsino , pubblicato con La merdeide stanza in lode delli stronzi della Real Villa di Madrid, del sign. D. Nicolo Bobadillo , pubblicato con Le strigliate a Tomaso Stigliano, del signor Robusto Pogommega ...: Altre localizzazioni accertate: Biblioteca di Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - PU - Biblioteca civica - Feltre - BL - 1 esemplare (mutilo dei Capitoli burleschi di G. Magagnati, del Giardiniero di C. Orsino e della Merdeide - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca Trivulziana - Archivio storico civico - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca storica della Provincia di Torino - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza
Aprosio cita queste altre opere del Barbazza ma non ne appare molto informato né son reperibili nella sua "Libraria": nemmeno investigando sui siti del "Servizio Bibliotecario Nazionale" al momento se ne rova traccia.
Eppure la stesura di alcune opere son menzionate parimenti nella moderna Storia della Civiltà Letteraria Italiana della UTET di Torino (Dizionario/Cronologia volume 1 sotto voce "Barbazza Andrea"): si tratta della Canzone in morte della contessa Bianca Bentivoglio [moglie del Barbazza] data per edita a Bologna nel 1631 (non citata però da Aprosio), di Apollo e Dafne [dramma] parimenti dato per edito a Bologna nel nel 1643.
Non risultano invece nel repertorio UTET menzionate le altre opere citate da Aprosio e precisamente Il ratto di Proserpina, l'Atalanta fuggitiva ed il volume di Rime Varie.
Che comunque questi referenti si siano valsi di qualche fonte incompleta o superficiale senza vedere realmente le opere (che hanno elevata plausibilità d'esser state editate) pare evincersi dall'assenza costante, contro l'uso dominante (anche sotto il profilo scientifico), dell'indicazione degli stampatori.


Marino, Giovambattista, La murtoleide fischiate del caualier Marino con la Marineide risate del Murtola. Aggiuntoui le Strigliate a Tomaso Stigliani, e l'Innamoramento di Pupolo, e la Pupola, et altre curiosita piaceuoli, Norinbergh : Per Ioseph Stamphier, 1619 - 142, [22], P. 143-146, 168 p. ; 12 - Cfr. NUC v. 362, p. 129 Luogo di stampa presunto: Venezia e data: 1630 circa - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca romana e emeroteca - Roma


BORGHESE PIER MARIA (+1642 giu. 15 a Roma 43enne - creato cardinale da Urbano VIII nel 1624 ott. 7); Senese - Consanguineo di Paolo V; Giorgio in Velabro, 1624 nov. 13; Maria in Cosmedin, 1626 ago. 24; Crisogono, 1633 dic. 19.


Novarini, Luigi <1594-1650>, 1: Tomus vnus in quo varia variae eruditioni, qua sacrae, qua prophanae seruientia, exhibentur, plerique prisci ritus non adeo notitiae expositi, educuntur in lucem, aliqua aliquorum probae notae auctorum Lipsana inseruntur, quaedam quorundam loca illustrantur, & explicantur... Pro operis coronide adiectus operi est inscriptionum liber singularis Francisci Polae.. , Veronae : typis Bartholomaei Merli, 1645 - [20], 464, [32] p. ; fol. - Front. stampato in rosso e nero - L'opera di Francesco Pola è alle p. 293-464 - Vignetta calcogr. sul front Numeri: Impronta - mium .3r- caus tira (3) 1645 (R) - Fa parte di R.P. Aloysii Nouarini Veronensis clerici regularis Variorum opusculorum tomus vnus [-tertius]: cronologia degli autori: Novarini, Luigi <1594-1650> - Pola , Francesco <1568-1624> - altre localizzazioni : Biblioteca universitaria di Cagliari - Cagliari - - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Casamari - Veroli - FR - Accademia Georgica - Treia - MC - Biblioteca universitaria di Padova - Padova -Biblioteca di giurisprudenza e scienze politiche dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Altre opere di Francesco Pola:

- Pola, Francesco <1568-1624> , Breue compendio della vita di s. Eligio vescouo di Noion cauato da quello, che difusamente ne scriue fra Lorenzo Surio il primo di decembre. Dato in luce per opera di Francesco Pola. Aggiuntoui la Vita del beato Facio veronese, In Rauenna: Giovannelli eredi, 1657
- Pola, Francesco <1568-1624>, Francisci Polae iurec. Veron. Cento Virgilianus. De perillustri Ricouratorum Academia, Veronae: Tamo, Angelo, 1601
- Pola, Francesco <1568-1624>, Franc. Polae iurec. Veron. Cento Virgilianus. Eucharistirius. Ad Ricouratos Academicos qui sponte illum Academiae transcripserunt, Veronae: Tamo, Angelo
- Pola, Francesco <1568-1624>, Franc. Polae iurec. Veron. Cento Virgilianus de laudibus Nicolai Contareni ad Seruilium Treum propraet. Veron, Veronae: Tamo, Angelo, 1601
- Pola, Francesco <1568-1624>, Ad Ioannem Delphinum Vicentinum episcopum creatum. Virgiliocento Fr. Polae iurec, Veronae: Tamo, Angelo, 1603
- Pola, Francesco <1568-1624>, Oratio Francisci Polae iurec. Veronensis pro Academia philarmonicorum ad Augustinum Valerium cardinalem. Patronum Academiae creatum, Veronae: Tamo, Angelo, 1603
- Pola, Francesco <1568-1624>, Supplicium 40. horarum Christo Iesu indictum a' Fideli capuccino concionatore religiosiss. 3. Id. Apr. 1604. Veronae. Lucretio-centone expressum. A' Fr. Pola iurisc. Veron, Veronae: Tamo, Angelo
- Pola, Francesco <1568-1624>, Francisci Polae iurisc. Virgilio cento. De D. Francisco Seraphico, Venetijs: Imberti, Domenico, 1605
- Pola, Francesco <1568-1624>, Francisci. Polae. iurecons. Veron. Oratio. De peruersa institutionum ciuilium explicandarum ratione, Veronae: Discepolo, Girolamo, 1597
- Pola, Francesco <1568-1624>, Francisci Polae iurisc. Veron. ... Oratio in funere Augustini Valeri cardinalis. Nonnullaque alia de eodem scripta, Veronae: Tamo, Angelo, 1616
- Pola, Francesco <1568-1624>, L' Epitafio ouero difesa d'vn'epitafio. Fatto da Francesco Pola giureconsulto, & notato dall'illustre signor caualiere Battista Guarini. Dialogo del medesimo Pola. .., In Venetia: Moretti, Niccolo, 1600
- Pola, Francesco <1568-1624>, Lo Stolone, ouuero Della sala pretoria veronese dall'illustriss. sig. Agostino Amulio podesta restaurata. Dialogo dell'eccell. sig. Francesco Pola, In Verona: Merlo, Bartolomeo, 1615
- Pola, Francesco <1568-1624>, Cottiorum gentis elogium. A' Fr. Pola iureconsulto Veronen. conscriptum, [1601?]
- Pola, Francesco <1568-1624>, Elegia Fr. Polae iurisc. Veron. In obitu Pauli Furlegeri senioris Noribergensis ad Iacobum Barotium patritium Venetum clariss, Veronae: Tamo, Angelo, 1604
- Pola, Francesco <1568-1624>, L' Epitafio dialogo dell'ill. & eccellentiss. sig. Francesco Pola ... Nel quale dottamente s'insegna il modo di comporre gli epitafi all'antica, In Verona: Tamo, Angelo, 1626
- Pola, Francesco <1568-1624>, Le Leggi dell'amicitia tratte dal Dialogo di Cicerone et formate dall'eccellentiss. sig. Francesco Pola ... Dedicate all'ill.mi signori Nicolo Barbarigo, & Marco Triuisano amici incomparabili, In Venetia: Sarzina, Giacomo <1.>, 1627
- Pola, Francesco <1568-1624>, De diuo Antonio de Padua Virgilio-Cento Francisci Polae ad excell.mos principes Hippolytum et Petrum Aldobrandinos FF, Venetiis: Muschio, Andrea, 1610


Landucci, Ambrogio <1599-1669> (Dalmazio, Nicolò),Origine del tempio dedicato in Roma alla Vergine Madre di Dio Maria presso alla Porta Flaminia, detto hoggi del popolo. Divisa in sei giornate [...] Data in luce dal M.R.P.F. Niccolò Dalmatio, In Roma, per Francesco Moneta. MDCXLVI. Con licenza de' Superiori. (In Roma, per Francesco Moneta. 1646, si vendono in Piazza Navona all'insegna della Palla d'Oro). - [26], 218, [22] p. - Dedica al Cardinale Giovanni Battista Pallotto.
Leti, Gregorio <1630-1701> Lunadoro, Girolamo (pseud. di Leti, Gregorio), Relatione della corte di Roma e de' riti da osservarsi in essa, e de' suoi magistrati, & offitij; con la loro distinta giurisditione del Sig. Cav. Girolamo Lunadoro [...]. In questa ultima editione accresciuta dall'Autore di molti capitoli, e lettere, et in cose notabili emendata, In Viterbo, ad istanza d'Odoardo Scardutij Libraro à Pasquino all'Insegna del Regno Papale, MDCXLII. Con licenza de' Superiori - [11], 273 p. ; 12° REPERTORI Carosi, 1, n. 75; Michel, v. 5, p. 68; URBS: Dedicatario: Pallotto, Giovanni Battista


Novarini, Luigi <1594-1650>, R.P. Aloysii Nouarini Veronensis clerici regularis Variorum opusculorum tomus vnus [-tertius], Veronae : typis Bartholomaei Merli, 1645-1649 - 3 v. ; fol. Comprende:
1 - Tomus vnus in quo varia variae eruditioni,qua sacrae, qua prophanae seruientia,exhibentur, plerique prisci ritus non adeonotitiae expositi, educuntur in lucem, aliquaaliquorum probae notae auctorum Lipsana inseruntur, quaedam quorundam locaillustrantur, & explicantur... Pro operiscoronide adiectus operi est inscriptionumliber singularis Francisci Polae..
2 - Tomus alter in quo sacrae, ac prophanaeeruditionis opibus augendis multaproducuntur... Ex manuscriptis etiamcodicibus quaedam veterum auctorum Lipsana non antea visa luci committuntur..
3 - Tomus tertius. In quo sacrae, ac prophanaeeruditionis opibus augendis multaproducuntur; varia diuinis litterisexplicandis, illustrandisque offeruntur,plura monita probae vitae informandae,moribus expoliendis exhibentur ... Adiectaquoq. Appendix variorum opusculorum, ad remasceticam spectantium, quae ne sola errarent,ac perirent, huic volumini inligata, secundiscuris aucta, rursus prodeunt
Altre localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma ( 1 esemplare, mancante dei voll. 2 e 3) - Biblioteca universitaria di Cagliari - Biblioteca universitaria di Padova - Padova (solo i to. 1.- 2. - Il to 2. mutilo delle p. 179-182 ) - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - - Biblioteca di giurisprudenza e scienze politiche dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia


[Anni di Christo 1449 - Anni della Congregatione 11]
(vedi il
Calvi)
CAPITOLO DI MONTE SPECCHIO
DI TUTTE L'OSSERVANZE D'ITALIA

[Pag. 53] Correva il secolo quintodecimo dalla nascita di Christo, et decimo terminato della Congregatione, quando l'Agostiniana religione in più Congregationi d'osservanza divisa, vedeva ne figli rinovate le vecchie glorie della madre, et nella diversità de novelli germogli, le proprie grandezze ringiovanite. Parve questo un secolo dalla divina Providenza eletto alla riforma di quasi tutte quelle Religioni, ch'allontanate da rigori de primieri instituti, pian piano declinar si vedevano alla rilassatione. Canonici, Monaci, Minori, Carmelitani, Serviti, Gieronimiani o in tutto il corpo dell'ordine, o per qualche parte si sottoposero all'osservanza. Lo stesso nell'ordine Eremitano del P. S. Agostino fu d'alcuni de più zelanti suoi professori essequito; onde in Toscana sorse la famosa Congregatione di Lecceto, di qualche anno prima del secolo cominciata, in Regno la nobile di Carbonia, nell'Umbria la celebre Perugina, nella Marca di Treviso la degna di Mont'Ortone, et nella Lombardia la nostra, che pur dall'origine il nome di Congregatione di Lombardia ha conservato. Vero è che da loro principij non havendo queste Agostiniane osservanze altre regole, che quelle le venivano prefisse dal zelo de loro beati institutori, indi n'avvenne, che ad un solo fine con varij et differenti mezzi s'incaminassero, et senza punto badare all'uniformità delli habiti, riti, et cerimonie, fosser tutti uniformi in servir a Dio, et la salute dell'anime procurare. Così de seguaci di queste Congregationi altri (quasi ad imitatione de gl'antichi, Guilelmiti, Zamboniti, Fabarij, et Brittini, che pur erano membri dell'ordine di S. Agostino, [Pag. 54] et la sua santa Regola professavano) non tantopoco ne i nomi eran varij, ma d'avantaggio di color bigio le vesti portavano, altri bianco, altri negro; a chi toccava con il lembo il piede, a chi a pena la metà della gamba, gl'uni andavano scalzi, gl'altri calzati; chi sopraponeva alla veste il mantello, chi lo rigettava; variavano nella forma dello scapolare, della tonaca, della cappa, fin della cintura, et scarpe; non ostante fosse ugualmente a tutti: Cor unum, et anima una in Deum; e tutti indifferentemente la regola professassero, et instituito del Patriarca S. Agostino.
In questa guisa il loro modo di vivere parecchi anni le prenomate Congregationi proseguirno; diverse ancora osservando le cerimonie Ecclesiastiche, diversi tenendo i riti; quando temendosi, non potessero col tempo diversità somiglianti alcuna confusione nell'ordine partorire, per commissione del P. Reverendissimo Giuliano di Salem all'hora Generale s'intimò nel Convento di Monte Specchio Diocesi di Siena un capitolo generale di tutte l'osservanze d'Italia, a fine di stabilir il modo de loro governi, assegnarli conveniente capo, ridurle all'uniformità dell'habito, riti, et cerimonie, et prefiggerli quelle leggi, che sarebbero più opportune, et necessarie giudicate. Di pochi anni prima cioè del 1446, erasi pur in Roma nel Monasterio di S. Maria del Popolo un altro somigliante capitolo convocato, ove in
Rettore Generale di tutte le osservanze d'Italia fu eletto il P. Remigio Macerio di Francia; ma come haveva mostrato la prattica difficilmente potersi ad un solo capo membra così dissomiglianti aggiustare, e troppo riuscir malegevole Congregationi tanto ne loro instituti diverse ricevere pacificamente da un solo Rettore le leggi. Così, senza pregiuditio dell'auttorità suprema del P.Generale, fu stabilito in questo nuovo Capitolo di Monte Specchio assegnare a ciaschuna osservanza particolar Superiore, che la moderasse, e col crear più Vicarij Generali, conforme il numero delle congregationi, dichiararle tutte all'unico Prior Generale dell'ordine subordinate. [Pag. 55] L'anno dunque 1449, sotto li 10 Maggio si celebrò il famoso Capitolo con l'intervento del medesimo P. Generale, che deputò il suo Vicario Capitolare il Beato Padre Giovan Rocco di Pavia venutovi per nome della sua Congregatione di Lombardia insieme coi Padri Maestri Giovanni di Novara, et Giorgio di Cremona. Per l'altre Congregationi assistenti comparvero li Padri Maestri Francesco di Fiorenza, Alessandro di Sassoferrato, Paolo di Roma, et d'avantaggio li Padri Remigio di Francia, Pietro da Lecceto, et Bartolomeo di Siena, che tutti unitamente fur dal P. Generale costituiti deffinitori del Capitolo con piena facoltà di determinar quanto fosse stimato bisognevole il mantenimento dell'osservanza, et unità della Religione. Si rinnovò in questo Capitolo la controversia se meglio fosse unir le Congregationi tutte in un solo corpo assegnandoli un capo solo, che governasse, onde fosser nell'ordine due Generali, uno de Conventuali, l'altro de gl'osservanti, o se meglio si fosser potute, et con minor confusione conservare separate sotto il reggimento di Vicarij particolari, che tutti poi riconoscessero un solo P. Generale, qual capo supremo dell'ordine. Diffendeva mordacemente la prima proposta il P. M. Alessandro di Sassoferrato, mentre della seconda fattosi partegiano il Beato P. Giovan Rocco, trasse seco in consequenza non solo l'assenso del P. Generale, ma del Capitolo tutto, che decretò in conformità etiandio della mente del Pontefice, et Cardinale Protettore, diversi a ciaschuna Congregatione assegnar un Vicario Generale sotto il cui indirizzo l'osservanza, conforme le proprie leggi, non pregiudiciali, o contrarie a gl'instituti dell'ordine, s'havesse a governare; tutte nel rimanente aggiustandosi nella stessa forma dell'habito, riti, et cerimonie, onde fosse l'Agostiniana Religione a guisa d'un albero in più rami, et innesti diviso, ma che tutti dal medesimo tronco, et dalla stessa radice ricevessero il nodrimento. Ciò stabilito, dal quel Venerando Consesso si deputorno alle Congregationi Vicarij Generali diversi; alla Lecetana il P. Bartolomeo da Siena, alla Carbonaia il P. Desiderio di Piemonte; alla Perugina il P. Paolo di Roma [Pag. 56] (che poi passò alla Lombarda come nella seconda parte diremo) a quella di Monte Ortone il P. Simone di Camerino; et alla nostra il Beato Padre Giorgio di Cremona, che fu il primo Vicario Generale dell'osservanza di Lombardia per capitolo eletto, havendola fin a questo tempo, pur con titolo di Vicario del P.Generale per anni dieci in ponto governata, ma senza elettione di Capitolo il Beato Padre Giovan Rocco primo Institutore della Congregatione, come nella sua vita fu detto si determinò pur quivi, che finito l'anno dovesse ogni Congregatione il proprio Capitolo celebrare, et il nuovo Vicario Generale eleggere, et successivamente ogni biennio, et anco ogni anno, se fosse tornato commodo, nella stessa forma continuare; perscrivendosi varij ordini,et formandosi varij decreti per il buon governo del publico, progressi dell'osservanza; pace fra Conventuali, et Congregati, et decoro di tutta la religione, come più diffusamente ne registri dell'ordine, et atti di quel Capitolo si può vedere.


- Campeggi, Ridolfo, Il Tancredi tragedia di Ridolfo Campeggi nell' Academia de i Gelati il Rugginoso all' ill.mo ... card. Scipione Borghese In Bologna: Cochi, Bartolomeo
- Mariscotti, Bernardino , Le api riuerite azzione dramatica. All'illustriss. e reurendiss. sig. card. Francesco Barberini. Di Bernardino Mariscotti nell' Academia de' Gelati il Notturno, In BolognaIn Bologna: Ferroni, Clemente, 1628
- Accademia dei Gelati , Leggi dell'Accademia de' signori Gelati di Bologna col catalogo de' suoi principi dall'anno della sua pubblicazione 1590 sino al 1756. e degli accademici viventi lo stesso anno 1756, In Bologna: Dalla Volpe, Lelio
- Accademia dei Gelati , Orazioni di Accademici Gelati di Bologna dedicate alla santita di nostro signore Benedetto decimoquarto, In Bologna: Dalla Volpe, Lelio, 1753
, 1
- Malvasia, Carlo Cesare, Felsina pittrice vite de pittori bolognesi alla maesta christianissima di Luigi 14. re di Francia e di Nauarra il sempre vittorioso consagrata dal co. Carlo Cesare Maluasia fra Gelati l'Ascoso. Diuisa in duoi tomi; con indici in fine copiosissimi. Tomo primo -secondo, In Bologna: Barbieri, Domenico erede Davico, Giovanni Francesco, 1678
- Landriani, Giuseppe Antonio, La pratica del distillatore e confettiere italiano opera di Gioseffantonio Landriani in cui s'insegna a far conserve di frutti e di agrumi, ed a formar gelati, marzapani e rosolii d'ogni qualita coll'aggiunta di un nuovo metodo facilissimo per fare i rosolii, ratafia e per fare l'acqua di Colonia ec. ec, Milano: Silvestri, Giovanni, 1820
- Accademia dei Gelati , Rime de i Gelati, In Bologna: Cochi, Bartolomeo
- Accademia dei Gelati , Rime de gli Academici Gelati di Bologna, In Bologna: Rossi, Giovanni eredi
- Caccianemici, Francesco Maria , Rime di Francescomaria Caccianimici nell'Academia de i Gelati il Tenebroso ..., In BolognaIn Bologna: Cochi, Bartolomeo, 1608
- Accademia dei Gelati , Leggi dell'Accademia de' ss.ri Gelati di Bologna. Col catalogo degli Accademici viuenti l'anno 1682, In Bologna, 1683
- Ambrosi, Paolo Antonio, Oratio Pauli Antonii Ambrosii vrbinatis academici gelati in studiorum auspicijs habita Bononiae 12. kal. Nouembris 1613, Bononiae, 1613
- Accademia dei Gelati , Leggi dell'Accademia de' ss. Gelati di Bologna col catalogo de gli accademici viuenti l'anno 1691, In Bologna: Sarti eredi, 1691
- Accademia dei Gelati , Leggi dell'Accademia de sig.ri Gelati di Bologna col catalogo de gli accademici viuenti l'anno 1709, In BolognaIn Bologna: Tipografia Arcivescovile Manolessi
- Accademia dei Gelati , Leggi dell'Accademia de' SS.ri Gelati di Bologna. Col catalogo de gli Accademici viuenti l'anno 1671, In Bologna: Manolessi, 1671
- Zani, Valerio, Memorie, imprese e ritratti de' signori Accademici Gelati di Bologna raccolte nel Principato del signor conte Valerio Zani il Ritardato ..., In Bologna: Manolessi, 1677
- Malvasia, Carlo Cesare, 1: Tomo primo che contiene la prima, seconda, e terza parte, In Bologna, 1678
- Malvasia, Carlo Cesare, 2: Tomo secondo che contiene la quarta parte, In Bologna, 1678
- Accademia dei Gelati , Funerali in morte del s. Cesare Gessi nell'Academia de i Gelati detto l'Improuiso, celebrati dagli Academici istessi in Bologna, In Bologna: Benacci, Vittorio, 1595
- Accademia dei Gelati , Ricreationi amorose de gli Academici Gelati di Bologna, In Bologna: Rossi, Giovanni , 1590
- Imperiale, Giovanni Vincenzo <1571-1645>, Il ritratto del Casalino componimento dell'ill.mo sig Gio. Vincenzo Imperiale dedicato a gl'ill.mi ss.ri Academici Gelati ..., In Bologna: Benacci, Vittorio erede
, Sermoni del Santissimo Sacramento dell'altare, fatti da piu famosi predicatori d'Italia, raccolti dal sig. Ottauio Argentini academico ne' Gelati di Bologna, e negli Umoristi di Roma, ... Dedicati al'illustrissimo, e reuerendissimo monsignor Caracciolo arciuescouo di Taranto, In Lecce: Micheli, Pietro, 1641
- Zani, Valerio , Memorie imprese, e ritratti de' signori Accademici Gelati di Bologna raccolte nel Principato del signor conte Valerio Zani il Ritardato, In Bologna: Manolessi, 1672
- Savioli, Lodovico <1729-1804>, Sonetto recitato dal sig. conte Lodovico Savioli l'anno 1766. Nell'annua Accademia de' Gelati in occasione della festa dell'immacolata concezione di Maria Vergine allusivo alla grave malattia del signor marchese senatore Muzio Spada,[1766]
- Marescotti, Ercole , Parere di Hercole Mariscotti patricio bolognese se i concetti fauolosi si debbano ammettere ne i corpi dell'Imprese, problemma proposto nell'Academia de' Gelati, all'istessa illustrissima Academia,In Bologna: Rossi, Giovanni eredi, 1613
- Zoppio, Melchiorre <1544-1634>, Il re Meandro tragedia recitata nell'Acad. de Gelati prencipi l'intento Autore Il Caliginoso, In Bologna: Rossi, Giovanni eredi
- Mariscotti, Bernardino , Atamante tragedia di lieto fine rappresentata nell'Academia de'Gelati, col prologo, & intramezi apparenti in musica, nel principato del sig. conte Girolamo Ranucci il Ritardato. Del signor Bernardino Mariscotti il Notturno,In Bologna: Tebaldini, Nicolo, 1635
- Crespi, Luigi<1708-1779>, Vite de' pittori bolognesi non descritte nella Felsina pittrice alla maesta di Carlo Emanuele 3. re di Sardegna &c. &c. / [Luigi canonico Crespi], In Roma: Pagliarini, Marco, 1769
- Accademia dei Gelati , Prose de' signori Accademici Gelati di Bologna distinte ne' seguenti trattati. Delle giostre, e tornei del sig. senatore Berlingiero Gessi. Dell'armi delle famiglie del sig. conte Gasparo Bombaci. ... Colle loro imprese anteposte a' Discorsi. Pubblicate sotto il principato accademico del sig. co. Valerio Zani, In Bologna: Manolessi, Emilio Maria & fratelli, 1671
- Beraud, Ercole Agostino <1623-1696>, Riproua in difesa d'amore, risposta del co. Hercole Agostino Bero, fatta al problema proposto nell'Accademia de' ss. Gelati, tenuta nel Palazzo di questo publico di di Bologna li 30 decembre del 1666,In Bologna: Ferroni, Giovanni Battista
- Campeggi, Ridolfo, Il Tancredi tragedia dell'illustriss. sig. conte Ridolfo Campeggi nell'Academia de'Gelati il Rugginoso. All'illustriss. & reuerendiss. signore il sig. cardinale Scipione Borghese,In Vicenza: Grossi, Francesco, 1614
- Bonomi, Giovanni Francesco <1536-1587>, Il Seneca di Giouanfrancesco Bonomi, fra SS. Gelati di Bologna l'Affaticato; con altre sue prose accademiche, e poesie annesse, In Bologna: Barbieri, Domenico erede, 1681
- Ambrosi, Paolo Antonio, Relatione de gli apparati del Tancredi, tragedia dell'illustriss. sig. co. Ridolfo Campeggi; fatta rappresentare da gli Academici Gelati in Bologna il giorno 28. Maggio 1615. ... Pao. Antonio Ambrosij], In Bologna : per gli heredi di Gio. Rossi, 1615,Rossi, Giovanni eredi
- Rabasco, Ottaviano , Il conuito ouero Discorsi di quelle materie che al conuito s'appartengono. Del sig. Ottauiano Rabasco. Nelle Accademie de gl'Incitati in Roma e de Gelati in Bologna detto l'Assicurato. Doue s'hanno strettamente, con ordine diligente la diffinitione l'origine, la materia, il luogo, il tempo, l'apparato, i ministri, le feste, i giuochi, i ragionamenti...,In Fiorenza: Giunta, Giandonato & Giunta, Bernardino & C., 1615
- Accademia dei Gelati , L' albergo della virtu fabricato al nome di Melchiorre Zoppio nell'Academia de i Gelati il Caliginoso dedicato all'ill.mo e reu.mo mons.re l'abbate Gessi academico. Nel principato del s.r co. Lodouico Orsi l'Eretto, gli Academici Gelati,Bononiae: Ferroni, Clemente
- Campeggi, Ridolfo, Il Tancredi tragedia dell'ill. sig. conte Ridolfo Campeggi nell'Academia de i Gelati Il Rugginoso. All'illustriss. ... sig. cardinale Scipione Borghese, In Venetia: Polo, Alessandro, 1620
- Mariscotti, Bernardino, La selva de' mirti rappresentata con balli nell'academia de' Gelati. Del sig. Bernardino Mariscotti il notturno, In BolognaIn Bologna: Mascheroni, Teodoro & Ferroni, Clemente, 1623
- Accademia dei Gelati , Al S. Co. Ridolfo Campeggio detto il Rugginoso et alla S.ra Pantasilea Catanea sposi illustrissimi gli Accademici Gelati, In Bologna: Benacci, Vittorio
- Accademia dei Gelati , Rime dei Gelati, In Bologna: Cochi, Bartolomeo
- Accademia dei Gelati , In morte di papa Benedetto 14. fra Gelati l'Ammirabile. Accademia avutasi da' signori Gelati in Bologna nella chiesa de' MM. RR. PP. Minori Conventuali il di 5 giugno 1758, Bologna: Tipografia di Colle Ameno, 1758
- Accademia dei Gelati , Componimenti dispensati nella publica adunanza de gli Academici Gelati per le nozze del sig.r Tolomeo Duglioli il Dedito e della S.ra Maria Barberini, In Bologna: Cochi, Bartolomeo
- Campeggi, Ridolfo, Le lagrime di Maria vergine poema heroico del sig. co. Ridolfo Campeggi nell'Acadenia dei Gelati il Rugginoso con gli argomenti a ciascun pianto d'incerto autore. ..., In Bologna: Bonomi, Sebastiano, 1617
- Accademia dei Gelati , Catalogo de ss.ri Accademici Gelati di Bologna. Viuenti l'anno 1671. secondo l'anzianita della loro aggregazione, 1671?]


Alceo nacque nel 630 a.C. a Lesbo da una famiglia aristocratica. La sua vita fu segnata dal vivo interesse politico e dalla lotta contro il potere assolutistico dei tiranni Melancro, Mirsilo e Pittaco. Questi scontri lo portarono più volte all'esilio, esperienza dolorosa che ricorre anche in un lungo frammento che si apre con il rimpianto del poeta per il suo allontanamento forzato dalle attività pubbliche che erano il prestigio della sua famiglia. La sua opera destò l'attenzione degli alessandrini che la sistemarono in dieci libri; oggi restano solo quattrocento frammenti per giunta molto lacunosi.
La politica costituisce un nucleo fondamentale della poesia alcaica: in un carme il poeta scaglia violente invettive contro Pittaco, accusandolo di aver tradito la solidarietà dei suoi alleati,in quanto la lealtà era il principio fondamentale dell'etica aristocratica. In un'altra poesia egli volge una feroce maledizione al "pancione" (Pittaco appunto) che calpestò i patti, la quale sfocia in un'esortazione a morire combattendo contro di lui o a vincerlo per liberare la città. Allorché muore Mirsilo egli prorompe in un esultante invito a bere fino all'ubriachezza: la passione politica viene qui trattata all'interno del contesto conviviale; elemento politico e simposiaco convergono spesso nella sua opera, ma questo non significa che siano sempre legati: non si beve soltanto per parlare di politica: il vino é anche gioia ed esaltazione delle sensazioni corporee; la sua estasi é verità dei pensieri ed é proprio questo dolce unguento che lenisce l'animo e ristora la mente dall'assillante preoccupazione del dolore.
Altri temi trattati nelle liriche di Alceo sono l'argomento mitico-religioso (di cui mirabile esempio sono le tre strofe rimasteci dell'inno ai Dioscuri,che descrive la fulminea apparizione dei due gemelli divini durante una notte tempestosa sul mare , identificandoli nei fuochi di s.Elmo che indicano salvezza ai naviganti), e l'argomento epico, presente in vari carmi come quello che ricorda le nozze fra Peleo e Teti, o quello che descrive le sciagure provocate dalla follia amorosa di Elena; l'argomento mitico in qualche caso appare legato all'attualità, in particolare alla lotta contro il potere tirannico: l'attenzione al presente e la passione politica sono tratti peculiari della vita di Alceo che lo portano ad attribuire una funzione pragmatica alla sua poesia. Essa è inscindibile dal contesto e dall'occasione in cui viene cantata. L'eteria a cui il poeta si rivolge infatti corrisponde alla sua attività artistica.
La forte aderenza del poeta alla realtà e alla particolarità dell'occasione si riflette anche nel suo stile: esso è caratterizzato dall'alternanza di toni espressivi, ora più raffinati e simili alla prosa, ora più forti e potenti. La lingua eolica di cui si serve per comporre i carmi è arricchita inoltre di parole rare provenienti forse dal parlato, che solo un pubblico maschile aperto alla varietà dei rapporti sociali può comprendere e utilizzare.
In conclusione Alceo fu considerato iniziatore di un certo tipo di poesia che troverà poi un degno successore nel poeta latino.


Girolamo Graziani (Pergola, Urbino, 1604 - ivi 1675) fu poeta eroico. Si impiegò al servizio dei duchi di Modena Francesco I ed Alfonso IV. Inviato da Francesco I alla corte di Francia, vi rimase per alcuni anni, conquistandosi le simpatie di Luigi XIV (cui dedicò l'Ercole Gallico) e del cardinale Mazzarino (cui invece dedicò Il colosso sacro). Fece parte dell'Accademia della Crusca e fu amico del Guarini. Il Graziani cui ministrano a gara Urania e Clio, come ebbe a dire Pio Enea degli Obizzi venne assai amato dai contemporanei.
In particolare Il conquisto di Granata, dedicato a Francesco I d'Este fu più volte ristampato: L'argomento epico è diviso in 26 canti e celebra la presa di Granata ad opera di Ferdinando II il cattolico. Gli elementi romanzeschi ed amorosi prendono però gradualmente il sopravvento su quelli eroici, mentre la trama risulta arricchita da varie ed abili digressioni tra cui la presenza di Cristoforo Colombo come io narrante. Nel poema in guisa di contaminatio coesistono elementi tassiani, mariniani ed ariosteschi. Giacomo Leopardi ne trasse per Consalvo il nome del protagonista e la situazione patetica. Tra le altre opere del Graziani è poi da menzionare un altro poema epico cioè la Cleopatra, in 13 canti, una tragedia Il Cromuele e numerose Rime, anche sparse e spesso di contenuto eroico.
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il Cromuele tragedia del co. Girolamo Gratiani segretario, e consigliere di Stato del serenissimo signor duca di Modana. Alla maesta christianissima di Luigi 14. re di Francia, e di Nauarra, In Modana: Soliani, Viviano, 1671
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il Cromuele tragedia del conte Girolamo Gratiani segretario, e consigliere di stato del serenissimo signor duca di Modona. All' illustriss. ... Giulio Bouio .., In Bologna: Manolessi, 1673
- Il trionfo della virtu festa d'armi a cauallo, rappresentata nella nascita del serenissimo signor principe di Modana l'anno 1660, In Modana: Soliani, Bartolomeo (6/54)
- Graziani, Girolamo<1604-1675>, Il Conquisto di Granata di Girolamo Graziani tomo 1. <-2.>, Venezia: Zatta, Antonio & figli, 1789
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il conquisto di Granata di Girolamo Graziani. Tomo 1. -2.], Venezia: Zatta, Antonio & figli, 1789
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Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il Cromuele tragedia del co. Girolamo Gratiani segretario, e consigliere di stato del serenissimo signor duca di Modana alla maesta christianissima di Luigi 14. re di Francia, e di Nauarra, In Bologna, 1671
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,La Cleopatra : poema / di Girolamo Gratiani, In Venetia, 1633
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,La Cleopatra poema di Girolamo Gratiani. All'altezza sereniss. del sig. principe Alfonso d'Este, In Bologna: Zenero, Carlo, 1653
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il conquisto di Granata dedicato al sereniss.o principe Francesco d'Este duca di Modana, & c. Poema heroico del signor Girolamo Gratiani ... con gli argomenti del signor Girolamo Gratiani ... con gli argomenti del signor Flaminio Calvi, In Modana: Soliani, Bartolomeo, 1650
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Varie poesie, e prose del signor conte Girolamo Gratiani segretario, e consigliere di stato del sereniss. di Modana. Dedicate all'altezza serenissima del sig. principe cardinale d'Este, In Modana: Soliani, Bartolomeo, 1662
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Versi cantati nel trionfo della virtu festa d'armi a cauallo rappresentata nella nascita del sereniss. sig. principe di Modana l'anno 1660, In Modana
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il conquisto di Granata di Girolamo Graziani Tomo 1. <-2>, Venezia: Valle, Sebastiano, 1805
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,La Cleopatra poema del conte Girolamo Gratiani .., In Venetia: Brogiollo, Francesco, 1670
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il conquisto di Granada poema heroico del Co. Girolamo Gratiani segretario, e consigliero di stato del sereniss. sig. duca di Modona. Dedicato al serenissimo Alessandro 2. duca della Mirandola, & c, In Bologna, 1660
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,La Cleopatra poema di Girolamo Gratiani dedicato al ser.mo s.r don Francesco d'Este duca di Modana Reggio. et. c. t, In Venetia
- Graziani, Girolamo<1604-1675>, Conquisto di Granata. Poema heroico del Co. Girolamo Gratiani ... Dedicato all'Ill.mo Ecc.mo Sig.re il Sig. Don Luigi De Guzman Ponze De Leon, Milano: Ghisolfi, Filippo
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,L' Hercole gallico alle glorie della sacratissima maesta del re christianissimo Luigi 14. Panegirico del conte Girolamo Gratiani .., In Modona: Soliani, Bartolomeo, 1666
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Nelle nozze de' serenissimi principi Margherita d'Este, e Ferrando Gonzaga duchi di Guastalla. Canzone del signor Girolamo Graziani .., Soliani, Bartolomeo
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Apologia dell'informatione publicata dal secretario del duca di Modana dopo la ritirata dell'armi spagnuole dall'inuasione de' Stati di sua altezza serenissima. Opera curiosa, et elegante d'vn cittadino modanese. E per maggiore comodita, e soddisfattione de lettori, s'e qui inserrata l'informatione sudetta, 1655
- Graziani, Girolamo<1604-1675>, Il conquisto di Granata poema heroico del co. Girolamo Gratiani ..., In Bologna: Manolessi, 1670
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il colosso sacro alle glorie del ... Cardinale Mazarino. Panegirico del signore Girolamo Gratiani .., In Modana: Soliani, Bartolomeo, 1656
- Graziani, Girolamo <1604-1675>,Il conquisto di Granata di Girolamo Graziani tomo 1. <2.>, Colle: Pacini, Eusebio & figlio, 1816
Gualdo Priorato, Galeazzo <1606-1678>, Historia della sacra real maesta Christina Alessandra regina di Suetia, &c. del conte Galeazzo Gualdo Priorato, Modana : apresso Bartolomeo Soliani, 1656 - [8], 143, [9], 16 p., [1] c. di tav. ; 4. - A carta V1r con front. proprio La Calisto panegirico del signore Girolamo Gratiani ... alle glorie della maesta di Christina regina di Svezia - Fregi sui front Segn.: [pi greco]4 A-T4 V8. Testate ed iniz. xilogr. - Impronta u-me a-o- i,ua dame (3) 1656 (R) - Altri titoli collegati: [Pubblicato con] La Calisto panegirico del signore Girolamo Gratiani secretario di stato del ser.mo signore duca di Modana alle glorie della maesta di Christina regina di Suetia esemplari in Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - - Biblioteca Palatina - Parma


Montalbani, Ovidio, Le preminenze del punto / del dottor Ouidio Montalbani, (In Bologna : presso Gio. Battista Ferroni, 1643 Note : British Library, Catalogue of seventeenth century Italian books, v. 2 p. 587, Tit. dell'occhietto, Nome dell'A. dall'intitolazione a c. A1r - Segn.: pi greco2 (pi greco1+A8) Bianca la c. pi greco2 - Impronta - hiui t.ma olca dumi (3) 1643 (A) - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - 4 esemplari - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia


Accademia degli Umoristi , Relazione della pompa funerale fatta dall'Accademia de gli Humoristi di Roma. Per la morte del caualiere Gio. Battista Marino. Con l'orazione recitata in loda di lui , In Venetia : appresso il Sarzina, 1626 - 67, [5] p. ; 12o. Note: Le c. C10v, C11 e C12 sono bianche Marca sul front Segn.: A-Caa - Impronta - o-n- o.n- a-he roci (3) 1626 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino


Bonomi, Giovanni Francesco <1626-1705>, Del parto dell'orsa idee in embrione di Giouanfrancesco Bonomi bolognese. Parte prima [- seconda]. ..., In Bologna : per gli heredi di Euangelista Dozza, 1667 - 2 v. ; 12o - A cura di Floriano Malvezzi, il cui nome figura nelle varie pref. delle opere contenute - Contiene anche delle lettere di risposta all'A. di Giuseppe Battista - Quasi tutte le opere iniziano con proprio frontespizio - Iniziali e fregi xil Cors. ; gr. ; rom. - anche in Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma

volume 1 - [8], 477, [3] p - Tit. dell'occh.: Il parto dell'orsa - Antip. calcogr. - Marche xil. sul primo e terzo front. (corona), sul quinto (teschio animale) e sull'ultimo (volto di Medusa) Ultima c. bianca - Segn.: [pi greco]6 A-V12 - A p. 39: Il comico penitente poetico tributo -. A p. 73: Disfide di eroi - A p. 141: Declamationis a Laurentio Crasso conscripte ... paraphrasis - A p. 177: Del Sistro poesie serie A p. 269: Il segretario indipendente - Impronta - e.e. rai- o.e, SoCh (3) 1667 (A) - anche in Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
volume 2 - 126, [2], 127-427 [i.e. 431], [1] p. : ritr. calcogr - Marche xil.sul primo front. (ara con fuoco), sul terzo, sul quinto (piccolo veliero) e sul sesto (ancora agganciata ad un ramoscello). I ritr. calcogr. sono contenuti nell'opera: I favoriti di Apollo Ripetute nella numerazione le p. 279-280 - Segn.: A-S12 - A p. 25: Dell'anno clemente le linee giornali [di F. Nomi (traduzione)] - A p. 127: Consonanze patetiche - A p. 153: Che l'inuidia è buona - A p. 195: I fauoriti di Apollo - A p. 255: Della patria d'Ennio - A p. 306: Cortesie delfiche - Impronta - tahe u-.E i.de AfPe (3) 1667 (A) - anche in Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma


Horatius Flaccus, Quintus, Il libro degli Epodi di Orazio Flacco poeta venosino trasportato in toscana favella da Federigo Nomi, In Firenze: Navesi, Niccolo , 1575
- Nomi, Federico <1633-1705>, Liber satyrarum sexdecim Frederici Nomii, Anglariensis, presbyteri, arguti inter concordes academici Insensati, Lugduni in Batavis, 1703
- Nomi, Federico <1633-1705>, Per le nuoue vittorie della sereniss. Republica di Venezia nella Morea l'anno 1686 ... canzone di Federigo Nomi, In Firenze
- Nomi, Federico <1633-1705>, Fortuna e dormi ouero la ricchezza partorisce il lusso, e questo la miseria dramma morale / [Federigo Nomi] al serenissimo principe Francesco Maria di Toscana da recitarsi in Pisa quest'anno 1678. Pisano, In Lucca: Marescandoli, 1678
- Nomi, Federico <1633-1705>, Noue canzoni di Federigo Nomi nobile aretino oggi piouano di Monterchi, all'eminentiss. e reuerendiss. cardinale, e principe Paluzzo Altieri Camarlingo di S. Chiesa, In Firenze: Vangelisti, Vincenzo, 1686
- Nomi, Federico<1633-1705>, Buda liberata, poema eroico: di Federigo Nomi. Dedicato all'illustriss. sig. Baly ..., In Venezia, 1703
- Horatius Flaccus, Quintus, I quattro libri delle poesie liriche d'Orazio Flacco. Parafrasi di Federigo Nomi. Al serenissimo Cosimo 3. gran duca di Toscana, In Firenze: Cinelli, GiovanniAll'‰insegna della Nave , 1672
- Horatius Flaccus, Quintus, Le Poesie liriche di Orazio Flacco trasportate in toscana favella da Federigo Nomi. Con l'aggiunta degli epodi in questa seconda impressione, In Firenze, 1674
- Nomi, Federico <1633-1705>, Poesie liriche di Federigo Nomi all'illustriss. sig. pad. col. il sig. Francesco Redi, In Perugia: Zecchini, SebastianoZecchini Sebastiano eredi


L'Università di Padova, con Bologna, Parigi, Oxford e Cambridge, è una delle più antiche d'Europa. La sua fondazione risale al 1222, anno in cui un folto gruppo di maestri e scolari abbandonò lo Studio bolognese trasferendosi a Padova, libero comune cittadino, sin dal secolo XII sede di scuole umanistiche e di diritto, che garantiva più larghe e sicure condizioni per il rispetto delle libertà e dei privilegi universitari.
Secondo il modello bolognese, in consonanza con le forme e l'ethos giuridico della civiltà comunale fiorente nell'Italia centro-settentrionale, lo Studio di Padova non era istituito per decreto imperiale, pontificio o regio come altre università (bolle e diplomi vennero in tempi successivi), ma si costituiva autonomamente come universitas scholarium, libera corporazione di scolari che si governava con proprie leggi (statuti), riconosciute dall'autorità civile. Sin dalle sue origini lo Studio ebbe un carattere internazionale. Maestri e studenti provenivano da ogni parte d'Europa e d'Italia; all'interno dell'università gli scolari erano raggruppati in diverse nationes, secondo le rispettive provenienze. Le nazioni "oltramontane erano nove: germanica, boema, polacca, ungherese, provenzale, borgognona, inglese, scozzese e catalana (comprendente tutti gli spagnoli); dodici erano quelle italiane e una "oltremarina".
Il Rettore, eletto dall'Università degli studenti tra i suoi membri, aveva giurisdizione sopra gli scolari e i professori, e vigilava sulla disciplina e sull'osservanza dei privilegi. Allo stesso corpo studentesco spettava originariamente il diritto di eleggere i professori, pagati nei primi tempi con denaro raccolto tra gli scolari. Da parte sua il comune padovano emanava leggi a favore dello Studio e concorreva alle spese; una magistratura cittadina aveva il compito di curare i rapporti con l'università e di sovrintendere al suo buon andamento. Nel secolo XIV la signoria dei Carraresi non modificò sostanzialmente questo ordinamento, e favorì lo Studio, pur ingerendosi più volte nella sua vita interna, specie nelle condotte dei professori.
Dopo il 1405 Venezia confermò gli antichi statuti e fece dell'Università padovana lo Studio privilegiato della Repubblica, vietando ai suoi sudditi di studiare in altre sedi. Ma nel promuoverne lo sviluppo, e assumendo a proprio carico le spese, esercitò un controllo sempre più penetrante e rigoroso. In particolare la condotta dei professori passò gradualmente nelle mani del Senato veneto, ben che il voto del corpo studentesco conservasse ancora per tutto il Quattrocento un peso decisivo, finche fu definitivamente soppresso nel 1560.
I Riformatori dello Studio di Padova, una magistratura formata da tre autorevoli patrizi veneziani, eletta la prima volta nel 1517 e divenuta in seguito permanente, sostituì i magistrati del comune padovano: ad essa spettava tra l'altro la revisione ed autorizzazione alla pubblicazionbe di testi a stampa.
Per il resto la Repubblica di Venezia conservò i privilegi e le immunità di cui godevano scolari e maestri dello Studio. Con la sua potenza politica ed economica la Serenissima garantiva protezione e prosperità; in virtù della costituzione repubblicana e della tradizione mercantile e cosmopolita di Venezia, si creavano le condizioni perché la patavina Libertas, costituisse un'oasi di relativa libertà di scienza e di cultura neI1'Europa dei principati assoluti e dell'intolleranza religiosa. Cosi, diversamente da quanto era imposto nelle altre università, gli studenti potevano addottorarsi senza sottostare all'obbligo di pronunciare pubblica professione di fede cattolica, sancito da papa Pio IV nel 1564. Riproducendo il modello bolognese, anche lo Studio padovano era nato come università dei giuristi. Gli "artisti", vale a dire maestri e scolari delle arti liberali, dediti quindi alle discipline filosofiche, mediche e letterarie, non erano organizzati in una propria corporazione e stavano in una posizione subordinata rispetto all'università del giuristi. Nondimeno proprio in questo ambito si sviluppavano i fermenti più vitali e innovatori, nel clima di fervore intellettuale e di passione civile che animava il preumanesimo padovano nell'ultima epoca del libero comune. Basti ricordare Pietro d'Abano, maestro dello Studio, figura centrale agli inizi dell'umanesimo scientifico e nel rinnovamento della scienza medica, che anticipando di oltre un secolo l'itinerario dell'umanesimo più maturo, riscopriva a Bisanzio gli antichi testi greci. Da lui, tramite l'amico Marsilio da Padova, i Problemata attribuiti ad Aristotele, tradotti e commentati dallo stesso Pietro d'Abano, pervenivano a Parigi nelle mani di Jean de Jandun, maestro dell'averroismo francese. Finalmente nel 1399, accanto a quella dei giuristi, poteva costituirsi l'Universitas artistarum, per la quale lo Studio padovano diverrà centro universalmente riconosciuto non solo dell'insegnamento del diritto, ma anche della filosofia aristotelica dell'astronomia, della medicina, delle scienze fisiche, naturali e matematiche. Non è possibile in questo breve profilo neppure semplicemente elencare i nomi dei maestri e degli scolari più famosi, italiani e stranieri, che illustrarono lo Studio padovano nel corso dei secoli. Limitandoci ad alcuni momenti più significativi della sua storia, ricordiamo Giovanni Battista da Monte, che nel 1543 diede inizio alla scuola clinica, tenendo lezione alletto dei malati nelle corsie dell'ospedale e facendo esaminare i casi specifici dai suoi allievi. Veniva cosi rivoluzionato l'insegnamento della medicina, sino allora fondato sulla lettura dei testi classici. Il fiammingo Andrea Vesalio, addottoratosi a Padova in medicina nel 1537, e condotto quindi a leggervi chirurgia e anatomia, compi la prima descrizione sistematica del corpo umano mediante l'osservazione diretta dei cadaveri. Uno degli allievi e continuatori del Vesalio, Girolamo Fabrici d'Acquapendente, fece costruire nel 1594 il primo teatro anatomico stabile, nel quale si tennero le lezioni di anatomia fino a11872, tuttora perfettamente conservato nel palazzo del Bò, sede dello Studio dalla fine del secolo XV. Allievo di Fabrici d'Acquapendente fu William Harvey, qui addottoratosi in medicina nel 1602, che muovendo dagli insegnamenti della scuola medica padovana, sulla via tracciata da Realdo Colombo, altro allievo e successore del Vesalio, potrà dare la dimostrazione sperimentale della circolazione del sangue. Nel contempo al fine di consentire lo studio delle erbe medicinali fu fondato nel 1545 l'Orto botanico, il primo costituito come istituto scientifico universitario e che sia rimasto ininterrottamente attivo sino ai nostri giorni, essendo divenuto in seguito strumento efficace per lo studio della botanica. Gli straordinari progressi conseguiti negli studi dell'anatomia, della fisiologia e delle materie mediche, al di là della loro importanza nell'ambito delle specifiche discipline, segnavano tappe decisive nella conquista del metodo sperimentale e di un approccio razionalistico alla conoscenza della natura e dell'uomo. Uno sviluppo nel quale confluivano gli esiti del naturalismo filosofico, radicato nella secolare tradizione averroistica dominante nello Studio padovano. Non a caso, va ricordato, filosofia e medicina erano insieme congiunte, secondo i paradigmi culturali del tempo, nella stessa facoltà degli "artisti ". In questo contesto si colloca la chiamata di Galileo Galilei alla cattedra di matematica. Gli anni del suo magistero padovano, dal 1592 al 161 O, sono, com'è noto, il periodo fondamentale di maturazione del suo pensiero, e il momento culminante e decisivo della rivoluzione scientifica. Qui per la prima volta scrutò col cannocchiale la luna e i pianeti, e da Padova parti il suo Sidereus nuncius, che annunziava la nascita dell'astronomia moderna, e insieme una nuova visione dell'universo. Nella seconda metà del Seicento, con il prevalere della tendenza filoclericale del senato veneziano, lo Studio padovano conosce un periodo di decadenza, e anche di arretramento degli insegnamenti medici su teorie medievali ormai superate. Lenta e difficile sarà la ripresa nel Settecento, riflesso del ritardo e della relativa timidezza con cui si sviluppa nello stato veneto il moto del riformismo illuministico. Nondimeno la scuola medica padovana conosce un nuovo periodo di splendore per merito precipuo di Giambattista Morgagni, che nel corso del suo lungo magistero (1715-1771) scrive un capitolo fondamentale nella fondazione dell'anatomia patologica. L'astronomia ha nuovo impulso grazie all'opera d I Giovanni Alberto Colombo e Giuseppe Toaldo, ai quali si deve la Specola, l'Osservatorio astronomico costruito sulla torre dell'antico castello di Ezzelino, tuttora sede del dipartimento di astronomia. Pure nella seconda metà del secolo vengono istituiti gli insegnamenti di chimica e di agraria. Sulla cattedra di matematica si succedono scienziati di grande valore quali Giovanni Poleni e Simone Stratico, studiosi di fisica, idraulica e architettura navale, mentre ad essi si affiancano nuove cattedre di analisi matematica e geometria. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797) e le alterne vicende dell'età napoleonica, sotto il governo dell'Austria (1813-1866) l'ordinamento dello Studio di Padova fu riformato radicalmente. Superata la divisione tra le due Università dei legisti e degli artisti, furono istituite quattro facoltà: politicolegale, medico- chirurgica-farmaceutica, teologica, e filosofico-matematica comprendente un corso d'ingegneria dal quale derivò più tardi la Scuola di applIcazione per ingegneri. Eliminata ormai, di fatto sin dal secolo scorso, ogni forma di partecipazione studentesca, l'Università era presieduta da un rettore magnifico scelto dal governo tra i professori. In questi anni, col diffondersi delle idee liberali e nazionali, s'inizia una lunga tradizione di impegno civile e patriottico dell'Università patavina, focolaio attivo delle lotte risorgimentali, delle quali episodio saliente è l'insurrezione studentesca e popolare dell'8 febbraio 1848 contro il dominio straniero. Sulla linea di questa tradizione l'Ateneo sarà nel 1943- 45 il centro principale nel Veneto della lotta di liberazione contro il nazifascismo con alla testa il rettore Concetto Marchesi, insigne latinista, e il pro rettore Egidio Meneghetti, farmacologo. Per il suo contributo alla Resistenza l'Università di Padova, unica tra tutte le università italiane, è decorata di medaglia d'oro al valor militare. Dopo l'annessione del Veneto all'Italia il suo ordinamento fu equiparato a quello delle altre maggiori università italiane. Naturalmente da allora rettore e presidi di facoltà sono eletti dai rispettivi corpi accademici, salvo la parentesi autoritaria del ventennio fascista. Soppressa la facoltà di teologia, esistevano inizialmente le quattro facoltà di giurisprudenza, medicina e chirurgia, scienze fisiche matematiche e naturali, lettere e filosofia, alle quali si aggiunsero via via in diversi tempi le altre facoltà che attualmente la costituiscono. Comincia allora la sua espansione con nuovi insediamenti in diverse parti della città, fuori del palazzo del 80, e anche in altre località vicine, come l'osservatorio astrofisico di Asiago, Il maggiore in Europa quando fu inaugurato negli anni trenta, e i laboratori di fisica e di agraria a Legnaro [PROFILO STORICO DELL'ATENEO DI PADOVA (dalla Guida dello studente 2000/2001)]


Villa del Belvedere di Bra: luogo in cui sorgeva l’antica villa dei conti Reviglio della Veneria poi sede dell’Accademia degli Innominati. fondata, dal conte Pier Ignazio della Torre, nel 1702 e composta da "uno stuol senza nome... d’un nome augusto all’ombra". Dal 1717 essa si evolse in "colonia dell’Arcadia", il movimento letterario romano che si propose un ritorno dell’arte alle forme della classicità bucolica.


Il corpo di SAN GIUSEPPE CALASANZIO si venera in Roma a S. Pantaleo.
Il santo è in una doppia cassa, dono dalla duchessa di Farnese, posta in un’urna di porfido alla base dell’altare maggiore.
Fu qui inumato, dopo la consacrazione dell’altare fatta da monsignore Evodio Assemani mediante le reliquie del Velo della Madonna, di S. Pantaleo e di S. Callisto, il 3 novembre 1767.
Nell’attiguo convento, in un reliquiario d’argento opera di Giuseppe Valadier, sono conservate alcune reliquie incorrotte: il cuore, la lingua e, nella parte inferiore, il cranio e i precordi.
GIUSEPPE CALASANZIO, spagnolo, al secolo José de Calasanz, vide la luce a Peralta de la Sal (Urgel) il 31 luglio 1558 e si spense a Roma nella casa di S. Pantaleo il 25 agosto del 1648 venendo inumato in tal chiesa.
Fu beatificato nel 1748 e canonizzato nel 1767.
M.R.: 25 agosto - A Roma il natale di san Giuseppe Calasanzio, Sacerdote e Confessore, illustre per innocenza di vita e miracoli, il quale, per istruire nella pietà e nelle lettere la gioventù, fondò l'Ordine dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (Scolopi). Pio dodicesimo, Pontefice Massimo, lo costituì celeste Patrono di tutte le Scuole popolari cristiane ovunque esistenti. La sua festa si celebra il 27 agosto.
Ebbe il gran merito d'aver aperto in Roma nel 1597 la prima scuola gratuita per l'istruzione dei figli del popolo: il suo prestigio presso la popolazione di Roma (città in cui si stabilì nel 1592 dopo un periodo di vicariato nei Pirenei) fu immenso per le grandi opere caritatevoli, lo zelo sempre prodigato e soprattutto per l'assistenza coraggiosamente prodigata ai ceti meno abbienti durante la terribile peste romana del 1596 che soprattutto si abbattè sulle frange sociali meno agiate.
Godette la stima di vari pontefici e dal suo epistolario si ricava una messe di notizie fondamentali sulla sua opera caritatevole quanto sulla Roma del suo tempo: relativamente all'anno 1646 scrisse, con molte altre, anche questa
lettera nella quale fece riferimento proprio al Cardinal Panfilio.
[ Parzialmente tratto dall'opera Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma di Giovanni Sicari ]
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4357.
Al P.re Vincenzo [Berro] della Concettione de Padri delle Scuole Pie. Napoli
Pax Christi.
Alla lettera di V. R. de 7 del corrente rispondo, che doppo che fu eletto da tutti universalmente per superiore di questa casa il P. Gio. Stefano, fu fatta qui in casa dai sacerdoti Congregatione nella quale si trattò che li fratelli operarii habili si ordinassero a prima tonsura per conservar l’unione tra tutti. Fu intesa questa cosa da alcuni Padri di Borgo e subito fu impedito, d’ordine di Palazzo, che li operarii non si ordinassero, e vi è dubbio ancora che neanco i chierici, che hanno faticato e in imparare e in insegnare la humanità e retorica in diverse case, non si possino ordinare per non esservi titolo di religione.
Hora essendo stampato il Breve in niun modo se ne puo' haver copia e si tien per certo che non si publicarà sin tanto che non sian fatte le nuove constitutioni, le quali Dio sa quando saranno fatte e da chi; siché stiamo in un confusissimo silentio senza potere dir le nostre ragioni in parte alcuna; non si danno memoriali al Papa, percioché s’intende che tutti vadino a Mons. Asessore, e così si perderebbe il tempo e la fatica. Si dice bene che il P. Geronimo di S. Francesco di Savona habbia ottenuto il Breve di poter tornar al secolo in habito clericale, in maniera però che habbia commodità di vivere presentando il Breve al Vescovo, sotto la cui iurisdittione doverà stare, e dicono gli costi la speditione 6 scudi d’oro; si dice ancora che l’istesso farà il P. Gio. Bat.ta di S. Domenico et alcuni altri, e si crede ancora che alli fratelli si darà larga dispensa per ritornar al secolo con pagar il Breve un poco più caro.
Staremo a vedere quest’altra settimana, che altra novità vi sarà e di tutto gliene daremo avviso. Siché non è necessario che V. R. venga a Roma per difesa della Religione.
Sarebbe più a proposito che da costì si scrivesse da parte del Vicerè e della città a Sua Santità o al Sig. Cardinal Panfilio suo nipote quello che paresse più a proposito a favor della Religione, sapendosi che nella Religione non vi sono quelle discordie che alcuni hanno rappresentato, ma vi è molta osservanza con profitto de giovanetti, che frequentano la nostra scuola e si pretende che questo incontro2 così grande che habbiamo ricevuto sia per emulatione d’altri Religiosi. Noi qui procuraremo mantenere l’Istituto con la dovuta osservanza, sperando che Iddio benedetto scuoprirà qualche mezzo opportuno per la conservatione dell’Istituto. Faccino costì oratione, che subito si potrà havere il Breve, si manderà costì, sebene alcuni dicono che l’Em.mo Vicario di Roma lo mandarà a tutti li Ordinarii dove sono li nostri conventi. Qui molti desiderano aiutarci, ma non uscendo il Breve a luce non sanno come. Il Signore ci aiuti e ci benedica tutti. Roma li 12 aprile 1646.
Orig. (f) in Arch. G.le, RC. n. 8, 201.


Moro, Giacomo <16/s*1610/p>, Concerti ecclesiastici di Giacomo Moro Viadana delli quali si contengono Mottetti, Magnificat, et Falsi Bordoni a una, due, tre, quattro, sei, et otto voci, ... Una Compieta a otto... Messa a otto.Litanie...a otto per l'Organo..., Venetia: Amadino, Ricciardo, 1604
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Secondo Libro de Concerti : a una, a due, atre, et quattro voci : ... Con il suo Basso generale per l'Organo : Opera Nona / di Giacomo Moro Viadana, Venetia: Raveri, Alessandro, 1607
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Quarto libro de' Concerti ecclesiastici a una, a due, atre, et a quattro voci, : per cantar nel organo con la sua partitura corrente a commodo de gli organisti, ... / di Giacomo Moro Viadana, Venezia: Vincenti, Giacomo & Amadino, Ricciardo, 1610
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Concerti ecclesiastici con Canzoni a 4 / Moro Giacomo, Anversa: Phalese, Pierre, 1613
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Canzonette alla napolitana ... : Il Primo Libro a tre voci, con un Dialogo et due Canzonette a quattro voci. / di Giacopo Moro da Viadana, Venetia: Gardano, Alessandro, 1581
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Gli Encomii musicali ... a quattro et a cinque voci / del Moro, Venetia: Vincenti, Giacomo & Amadino, Ricciardo, 1585
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Officium et Missa defunctorum octonis vocibus / A Jacobo Moro vitalianensi editum, Venetia: Amadino, Ricciardo, 1599
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Psalmi ad vespertinas omnium solemnitatum horas : Beataeque Virginis Canticum ... : Quinque vocibus / Jacobo Moro vitalianensi, Venetia: Amadino, Ricciardo, 1595
Moro, Giacomo, Anatomia ridotta all'uso de' pittori e scultori dal signor Giacomo Moro ..., In Vinegia: Valvasense, Giovanni Francesco, 1679
Moro, Giacomo<16/s*1610/p>, Concerti ecclesiastici / Giacomo Moro, Venezia: Amadino, Ricciardo, Giacomo