Tractatus Criminalis de delictis in Tres Partes Divisus, Pars Prima; in qua agitur de omnibus fere
delictis,… Pars Secunda; in qua agitur de delictis propriis diversorum ad proprium esse spectantibus, vel
ratione personae, vel muneris, seu proprii officii. Pars Tertia; in qua Fragmenta, sive Singularia, in
supplementum. segue unito il qui proposto: Tractatus de Habilitatione Reorum.
De Angelis Francisci Josephi
Stampato da Paolum Balleonium, Venetiis, 1705
In foglio | cm 32 x 21
Sono 4 tomi in un vol. di 4 cc-nn. 240 pp. 14 cc-nn.; 162 pp. (mal cif. 160); 87 pp.
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“ABILITAZIONE DEI REI - REORUM” è da intendersi come un neologismo italico derivato dal latino giuridico medievale
habilitatio (vedasi anche il francese habilitation già documentato nel 1373) ed da valutarsi nel significato di
“AGEVOLAZIONE” e nel caso specifico di “AGEVOLAZIONE A VANTAGGIO DEI REI" (CLICCA E LEGGI); il tutto spiegato già nel
principio dell’opera od esordio laddove l’autore parla molto di
CARCERE E CARCERAZIONE (APPROFONDISCI INOLTRE IL DISCORSO SU CARCERE E CARCERAZIONE DALL'ANTICHITA' IN POI = QUINDI CLICCANDO QUI PUOI AVVALERTI DEI CONTRIBUTI DEL DE ANGELIS -DI CUI SOPRA QUESTO TESTO STA IL FRONTESPIZIO DELL'OPERA PRINCIPALE- E DEL CELEBRE CRIMINALISTA CONCIOLI DEL QUALE SI PARLA IN QUESO COLLEGAMENTO)quindi ispirandosi a quanto dettato dalla rivisitazione del diritto penale in merito ai CINQUECENTESCHI LIBRI CRIMINALI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA SI VEDANO QUI CON ALTRI PROVVEDIMENTI DEL DIRITTO l'applicazione
in determinati casi della non necessità della custodia coatta e quindi la residenza del soggetto già carcerato in luogo precisamente
indicato sulla base di particolari condizioni, sia in merito alla portata del reato quanto alle garanzie date dal
soggetto stesso o da chi per esso.
Note sull’autore
De Angelis Francisci Josephi
Giureconsulto criminalista, nato a Scanno presso Sulmona, in Abruzzo nel 1640 morto nel 1692. Studiò
giurisprudenza all’Università di Napoli e fu discepolo di Giulio Monachetto. Presa la laurea in ambe le
leggi si diede con successo alla pratica del Foro, acquistando buona fama, specie nel difendere le cause
criminali. Scrisse apprezzate opere, ma è stato più volte confuso con il suo contemporaneo ed omonimo
Francesco de Angelis di Bevagna, creando un po’ di confusione, poiché alcuni Bibliografi gli hanno tolto
delle opere attribuendole all’altro ed altri lo hanno fatto autore di opere non sue.