cultura barocca
riprod. frontespizio originale Vedi qui ora un rarissimo ERBOLARIO

GLI ERBORISTI (AROMATARII), INCISIONE SOPRA TRATTA DALL'OPUS PANDECTARUM MEDICINAE DI M. SILVATICO (TORINO, 1526), NELL'ANTICHITA' CLASSICA SI IDENTIFICARONO CON I RIZOTOMI, CHE SPESSO TRASCRISSERO LE RISULTANZE DELLE LORO INVESTIGAZIONI. POI, ATTRAVERSO LA DECADENZA DELL'IMPERO ROMANO SI AFFERMARONO (NON SENZA L'UTILE INFLUSSO DELLA SCIENZA ARABA) GLI ERBORISTI VERI E PROPRI, DESTINATI A FAR EVOLVERE SEMPRE DI PIU' LA CONOSCENZA DELLE PIANTE, IN PARTICOLARE DI QUELLE POSTE ALLA BASE DI OGNI TERAPIA, QUELLE DENOMINATE I SEMPLICI.
GRAVI ERANO I LIMITI TERAPEUTICI DELLE VARIE SCUOLE MEDICHE ED IN PARTICOLARE QUELLI DELLA CHIRURGIA (CONDIZIONATA A TAL PUNTO DALL'ASSENZA DI ANESTETICI E ANTIBATTERICI DA ESSER TALORA DEFINITA "SCUOLA DEL DOLORE" SI' CHE PARE DAVVERO IMPROBABILE LA SOPRAVVIVENZA AD INTERVENTI CHIRURGICI COME QUELLI QUI EFFIGIATI IN ANTICHE TAVOLE).
I PUR VARIEGATI INDAGATORI DELLA NATURA CHE FURONO GLI ERBORISTI OD AROMATARI OTTENENDO SEMPRE MAGGIOR CREDITO, SPECIE MA NON SOLO A LIVELLO POPOLARE, SI SOFFERMARONO VIA VIA SUL CAMPO DI TUTTE LE PIANTE MEDICAMENTOSE (VEDI QUI L'INDEX) GIUNGENDO IN TALUNI CASI, SEPPUR IN VIA EMPIRICA, AD INDIVIDUARE ANESTETICI DI QUALCHE EFFETTO E SOPRATTUTTO ANTIBATTERICI: NON SENZA QUALCHE RAGIONE IL GRANDE PENSATORE TEDESCO GOCLENIUS RICONOBBE EFFICACIA TERAPEUTICA AD UN COMPONENTE DELL'UNGUENTO ARMARIO VALE A DIRE QUELL'USNEA TANTO RICERCATA DAGLI ERBORISTI E CHE DI RECENTE E' STATA DEFINITA QUALE UN OSCURO PRESENTIMENTO DELLA PENICILLINA.
TRA CUI PRESERO AD ESSERE ASCRITTE ALTRE STRAORDINARIE PIANTE INDIVIDUATE COME FRUTTO DELLA SCOPERTA DEL NUOVO MONDO: OLTRE A CIO' DA TEMPO DIVERSI FRA ESSI AVEVANO PRESO AD ESTENDERE LE LORO CONOSCENZE SU UNO SVARIATO CAMPO DI SOSTANZE MEDICAMENTOSE PROVENIENTI DALL'INTIERO MONDO NATURALE COME NEL CASO CELEBERRIMO DI AMATO LUSITANO.
GLI AROMATARI, CHE POI FURONO DEFINITI ERBORISTI E SUCCESSIVAMENTE ANCHE "ESPERTI DI FITOTERAPIA" E "FITOTERAPISTI", PER QUANTO SI FOSSERO POTENTEMENTE SVILUPPATI IN CONTESTO RELIGIOSO NEL SISTEMA AGRONOMICO BENEDETTINO DELLA GRANGIA NON MANCARONO PERO' DI SUSCITARE SOSPETTI SIA PER LA SEGRETA CONFEZIONE DI VELENI DA UTILIZZARE IN AZIONI CRIMINOSE SIA PERCHE' TRA ESSI ERANO "DONNE PRATICANTI L'ERBORISTERIA" QUELLE CHE FURONO MEGLIO NOTE QUALI "DONNE SAVIE / DONNE RIMEDIANTI" (FUNZIONALE RIDUZIONE DI VERE E PROPRIE ANTICHE MEDICHESSE) ATTORNO ALLE QUALI -IN STRETTA DIPENDENZA CON L'EPOCALE ANTIFEMMINISMO- FIORIRONO STORIE E LEGGENDE (SPESSO ALIMENTATE DA "COLLEGHI GELOSI") SI' DA ESSER CONDANNATE DALLA LETTERATURA E QUINDI REPUTATE STREGHE CONNIVENTI CON IL MALIGNO = E NON A CASO IN MERITO AD UN EPISODIO CLAMOROSO COME QUELLO DELLE STREGHE DI TRIORA [A TITOLO DI INCISO SI VEDA QUI IN SCHIZZO CARTOGRAFICO MULTIMEDIALE L'AREALE IN CUI SI SAREBBE ESPLICATA LA VICENDA DI SIFFATTE PRESUNTE "STREGHE" ED ANCORA SI ANALIZZI QUANTO I CINQUECENTESCHI STATUTI DI GENOVA SANCIRONO IN MERITO A INTERVENTI SU ERESIE, SACRILEGI, AVVELENAMENTI STREGONESCHI] . E' COMUNQUE DA DIRE CHE OLTRE I DISCORSI PIU' IRIDESCENTI SU INQUISIZIONE, STREGHERIA, ESOTERISMO E PER QUANTO AVVENUTO SU UN'AREA GEO-STORICA PREGNA DI PERSISTENZE CULTUALI PAGANE E PRECRISTIANE- IL RICERCATORE ATTENTO VEDE PUR VAGHI SEGNALI DI UN'AVVERSIONE ISTITUZIONALE DI PROBABILE ASCENDENZA CORPORATIVA AVVERSO LE MEDICINE ALTERNATIVE COMPRESA OLTRE L'ALCHIMIA ANCHE L'ERBORISTERIA (UNA AVVERSIONE I CUI CONTENUTI, CONNESSI SIA ALLA DIFESA CONTRO L'ACCUSA DI PRATICHE MEDICHE ILLECITE SE NON DIABOLICHE, COINVOLSERO SALACI E PUNTUALI RISPOSTE DI ILLUSTRI MEDICI ALTERNATIVI -CHE BEN SI DIFESERO ESSENDO CERT PIU' PREPARATI DI TANTE POVERE ERBORISTE- COME LEONARDO FIORAVANTI E ZEFIRIELE TOMASO BOVIO IL SECONDO DEI QUALI PROPRIO IN LIGURIA E SPECIFICATAMENTE NEL PONENTE, COMPRESA TRIORA, INCONTRO' DA PARTE DELLA MEDICINA UFFICIALE OSTACOLI NON DI POCO CONTO).
COMUNQUE, DATE LE OMBRE CHE PRESERO A SCENDERE SULL'"ERBORISTERIA" FACILMENTE ED ERRONEAMENTE CONFUSA CON "ALCHIMIA" E "MAGIA", NEL CONTESTO DEL DIRITTO INTERMEDIO SI INTERVENNE CON IL PASSAR DEL TEMPO A CONTROLLARNE VARIAMENTE L'ATTIVITA'
DA UN LATO LA CHIESA ROMANA INTERVENNE A REGOLARE L'OPERATO DEGLI "AROMATARI DI AMBIENTE ECCLESIASTICO" E QUESTO GIUSTIFICA LA PRESENZA DELLA VOCE AROMATARIO CONTENUTA NELLA BIBLIOTHECA CANONICA... DEL FRANCESCANO LUCIO FERRARIS.
PER LORO PARTE LO STESSO FECERO GLI STATI NEL CUI GIUDIZIO L'ATTIVITA' DELL'AROMATARIO/ERBORISTA ANDAVA SEMPRE PIU' A FONDERSI CON QUELLA DELLO SPEZIALE/FARMACISTA COME SI PUO' LEGGERE IN QUESTO CAPITOLO IV - PARS II (INTITOLATO DE AROMATARIORUM & PHARMACOPOLARUM DELICTIS) DI QUESTO CELEBRE QUANTO ORAMAI RARO TESTO GIURIDICO.
PER ONESTA' CRITICA BISOGNA RAMMENTARE CHE ANCHE I MEDICI UFFICIALI COME SI LEGGE NELLA MONUMENTALE RASSEGNA DI L. FERRARIS ERANO SOTTOPOSTI AD UNA ATTENTA NORMATIVA PROFESSIONALE ED IN PARTICOLARE SOGGETTI AI RIGIDI CONTROLLI QUI PROPOSTI DIGITALIZZATI DALL'ANTICO TESTO ANCHE PER TUTELARE I TANTI SERI PROFESSIONISTI CHE PURE ESISTEVANO DALLE RIMOSTRANZE TALORA INTERESSATE DEI CONGIUNTI DI PAZIENTI DEFUNTI -NONOSTANTE IL DISPIEGAMENTO DI TUTTA LA LORO PERIZIA SCIENTIFICA- DATE LE LIMITATE POSSIBILITA' TERAPEUTICHE ALL'EPOCA IN LORO POSSESSO.
E DEL RESTO NON MANCARONO CERTO CASI DI "MORTI DISCUSSE" ANCHE INGIUSTAMENTE ATTRIBUITE ALLA NEGLIGENZA DEI CURANTI.
IL CASO FORSE PIU' FAMOSO RESTA QUELLO DELLA BASILISSA CIOE' DI MARIA CRISTINA REGINA DI SVEZIA DELLA CUI MORTE INDUBBIAMENTE ENIGMATICA AVVENUTA A ROMA (E CONTRO CUI AVEVA VANAMENTE CONVOCATO MEDICI TRADIZIONALI, ERBORISTI, ALCHIMISTI ED ADDIRITTURA MAGHI) FU INTERPELLATO DAI DI LEI AMICI E SOSTENITORI ANCHE DOMENICO ANTONIO GANDOLFO, II BIBLIOTECARIO DELL'APROSIANA DI VENTIMIGLIA E REPUTATO BUON CONOSCITORE DI SPEZIERIA ED ERBORISTERIA.

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La MEDICINA POPOLARE costituì da sempre un importante patrimonio di conoscenze anche se spesso essa entrò in contrasto coi contenuti della MEDICINA UFFICIALE.
Le conoscenze empiriche degli individui, dopo il crollo dell'IMPERO DI ROMA e la dispersione della sua cultura compresa quella MEDICA, risultarono arricchite e razionalmente organizzate dall'avvento dei BENEDETTINI che portarono i contributi della loro sapienza agronomica avvicinando presto la gente alla rivoluzione ECONOMICA DELLA GRANGIA ed a quella "scientifica" di una riscoperta erboristeria per cui avevano imparato ad estrarre (catalogando negli ERBARI le loro acquisizioni) da PIANTE OFFICINALI ("ERBE CURATIVE"), tramite i loro moderni LABORATORI DI DISTILLAZIONE prodotti e derivati veramente curativi.
In effetti già nel "CAPITOLARE DI CARLO MAGNO" era elencato il nome delle piante officinali da coltivare: l'opera in effetti era singolarmente ispirata dall'influsso esercitato nel Medioevo sulla medicina dall'erudito e medico teorico romsano Pedanio Dioscoride le cui ricette, sopravvissute alle devastazioni, restarono un patrimonio di sapienza cui si attinse volentieri nell'età di mezzo.
Nel CAPITOLARIO vennero elencati i SEMPLICI cioè le piante base dell'erboristeria, quelle che raccolte dall'AROMATARIO, erano fondamentali per elaborare delle possibili cure.
Erano 16: si trattava dell'assenzio, del crescione, del finocchio, della malva, del fienogreco, del giglio, del ligustro, della lunaria selvatica, del melone, della menta, del pulegro, della salvia, del tanaceto, della santoreggia e del rosmarino.
Abitualmente i fermaci ricavati da queste piante, in unione con altre volta per volta utili, erano le TISANE da bere mentre avverso le costipazioni si faceva ricorso ai FUMENTI: affonda in queste radici, contro le affezioni delle vie respiratorie, l'abitudine popolare di far respirare al malato foglie di eucalipto e di tiglio messe nell'acqua bollente.
Il finocchio e la genziana erano invece usate contro i disturbi gastro-intestinali.
Per guarire dalle affezioni delle vie urinarie si ricorreva invece a tisane di zucca, di radici di canna, dell'erba parietaria o gambarossa, dell'origano e della gramigna.