Sorprende che dopo aver riportata questa particolare composizione poetica ovvero una"FROTTOLA" DI BELISARIO DA CINGOLI AVVERSO LE "MONACAZIONI FORZATE (edita entro questo numero monografico del "Quaderno dell'Aprosiana" del !693 concernente l'edizione critica dello SCUDO DI RINALDO II: nel caso in esame entro il lungo capitolo XIV) integrando le sue postulazioni con una palese critica tanto a PADRI CHE MADRI, NEL SUO TEMPO, USI FAR MONACARE COATTIVAMENTE ALCUNI FIGLI PER RAGIONI PRIORITARIAMENTE VENALI Aprosio utilizzi termini propri di due opere della TARABOTTI la suora veneziana con la quale fu coinvolto in una polemica letteraria che, anche per l'abilità espositiva della donna oltre che per certe sue inopportune e giovanili postulazioni, finì per elevarlo, cosa non vera, ad assoluto "odiator di donne e damigelle" vale a dire
LA TIRANNIA PATERNA (EDITA POI CON IL TITOLO DI LA SEMPLICITA' INGANNATA) ed ancora che usi per definire lo stato di costrizioni, per le fanciulle monacate a forza contro la loro volontà, l'espressione di "INFERNO" (che presuppone il titolo di altra opera della Tarabotti rimasta inedita ed edita solo recentemente L' INFERNO MONACALE scrivendo inoltre che quello che avrebbe dovuto essere un PARADISO (allusione a
IL PARADISO MONACALE scritto, seppur su indubbie pressioni, dalla suora quale ammenda all'opera edita) in conclusione diveniva spesso un "INFERNO"
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