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INDICE CRONOLOGICO
Corrispondenza sull'epidemia di peste fra le autorità competenti
1579, 26 settembre, da Ventimiglia, dagli "Ufficiali di Sanità" al "Residente" di Bordighera
        
         
         
         
       [Al cittadino residente alla Bordigheta]
         Magnifico Diletto nostro. Hieri comparse da noi M. Antonio Lantero a nome e vicenda delli consoli et università di
         cotesta villa della Bordighea a chiederne
         che si potesse sino a novo nostro ordine
         tenir tutte le porte di essa villa apperte
         per comodità delli vendemmiatori, con
         tenirli una guardia alle spese di essi di ditta città, essendosi parsa la ricchiesta honesta vogliamo che, le tenghino dette
         porte aperte con questo però che per
         manco spesa et disturbo di essi bordighati
         si metta uno delli quattro che stano alli
         confini a essa guardia della porta che sino
         a quì e stata serrata sino a nostro novo
         ordine, avertendo che non vogliamo che
         alcun forastiero s'introdduccesse salvo
         per quella porta che ordinarette voi, o vostri successori, e dove sta il guardiano deputato . . . Di Vintimiglia li 26 di Settembre 1579" ["Fondo Bono, Ms 1, c. 276
         recto"]
         
          Con questo comunicato certamente dirigistico ma di sicuro poco drammatico
        e coinvolgente gli Ufficiali di Sanità di
        Ventimiglia iniziarono, per quanto recuperabile, il loro carteggio relativamente
        all'epidemia di peste esplosa in Liguria
        nel biennio 1579-80.
        
          Sul male e la sua propagazione si ebbero dati anche antitetici: la pestilenza,
                                        gia presente in vari focolai europei, comparve in Italia dapprima a Trento nel
                                        1574, poi nel 1575 a Palermo e Messina
                                        ed ancora tra il 1576-7 in varie città del
                                        Settentrione per approdare in Liguria
                                        
                                        (Savignone) solo nel 1578.
 Nel Genovesato esplose con particolare violenza tra
                                        il 1579 e il 1580 decimando la popolazione della capitale ed imperversò a più riprese, con brevi pause di latenza, sino al
                                        4 novembre 1580: il Ponente Ligure, o
                                        meglio il Capitanato Intemelio non
                                        venne direttamente colpito e grazie alle
                                        precauzioni dell'Ufficio di Sanità ne
                                        rimase praticamente immune.
 Tuttavia,
                                        per quanto riguarda dai dati archivistici, la giurisdizione di Ventimiglia risultò
                                        accerchiata dal grande male che da Albenga a Loano si era esteso a Ceriale ed
                                        oltre fino a Sanremo per poi comparire
                                        violentissimo nel Nizzardo e da questo
                                        scivolare subdolamente sino ai rastelli (rastrelli)
                                        dei Balzi Rossi.
                                        
                                           L'Ufficio di Sanità e i suoi Magistrati zonali dirigevano un vasto sistema
                                        di controllo e contatti, tenuti per il mezzo di residenti che, anche nelle località più lontane potevano, su espresso ordine, far disporre dei blocchi, tenuti da
                                        guardie armate, appunto i rastelli, controllare i viaggiatori e le loro patenti
                                        o autorizzazioni della Sanità, inibire
                                        i traffici e bloccare gli scali commerciali.
                                        
                                           Ogni precauzione possibile era dettata dagli effetti devastanti di un male di
                                        
       
       alta mortalità con dolori e patimenti di
       vario-tipo, vistosamente e terribilmente
       manifesti nell'esteriorita di una febbre altissima associata a convulsioni e di orribili rigonfiamenti o bubboni sparsi per
       il corpo: si vocifero che in Genova l'avesse portata, con una borsa piena di
       panni infetti, un misterioso viaggiatore
       o che ne fossero stati responsabili gli Spagnoli, reduci dalla Sicilia con Don Giovanni d'Austria, sbarcati a Voltri e con
                                        destinazione Milano attraverso la Valle
                                        Polcevera (naturalmente la letteratura
                                        medica del tempo non rifuggi dalle superstiziose astrazioni teoriche delle perniciose combinazioni astrali, dei venti pestilenziali sino all'abnormità concettuale degli untori che la penna manzoniana riesumò, dalle paure ancestrali degli
                                        uomini, in pagine celeberrime per la pestilenza milanese nel 1629-30).
                                        
                                         Non fa meraviglia che il primo inter
         
          
          
          
          
          
          
          locutore degli Ufficiali intemeli di Sanità fosse il loro residente a Bordighera, che per essere villa marinaresca
          e approdo per diverse imbarcazioni era
          sicuramente la piu esposta ad accogliere
          visitatori infetti.
 Tra l'inverno del 1579
          e l'estate del 1580 il blocco quasi totale
          dei contatti con l'esterno, e tra gli stessi
          luoghi del Capitanato, fini col creare gravi stati di tensione per l'assenza di informazioni o per l'esagerazione di dati in
          qualche modo pervenuti,;grazie a messi non sempre oggettivi seppur forniti
          di lecite patenti di viaggio.
 Ventimiglia
          città era in contatto costante coi Signori
                                           di Monaco e del Marchesato di Dolceacqua oltre che col Commissario di Sanità
                                           di Sanremo ma, spesso, le reciproche informazioni non parvero esaurienti e si
                                           fini coll'autoisolarsi all'interno dei reciproci borghi guardati, come in occasione di un assedio, da militi di stanza a
                                           porte d'accesso ben determinate.
 Egualmente le ville intemelie divennero dei
                                           fortilizi, sicuramente inaccessibili per i
                                           numerosi sbandati, ma al pari si trasformarono in gigantesche prigioni-lazzareto
                                           per i residenti che vi languivano privi di
                                           rifornimenti opportuni ed anche timorosi
                                           di conservare le antiche attivita. Tale or
  
       
       ganismo profilattico, riesumato anche
       per la pestilenza del XVII secolo e quasi
       teorizzato da Matteo Vinzoni quale meccanismo militare prima che sanitario, rese
       certo immune dal contagio il Capitanato intemelio ma non lo salvaguardo dal
       degrado, economico-demografico ed urbanistico, dovuto all'abbandono di tante attività ed in parte anche alle spese
       straordinarie, che suscitarono reiterate la
                                        gnanze specie dei'villici cioè dei piu poveri, per mantenerlo efficiente e stipendiare i tanti funzionari e dipendenti
                                        dell'Ufficio di Sanità.
                                        
                                          [Al Commissario in Camporosso]
                                          
                                        Magistrato diletto nostro per qualche
                                        rispetto che ci ha movuto e move ci è par
                                        
          
           
           
           
           
           
           
          
           
           so ordinarvi, e cosi vi ordiniamo che non
           dobiate de qui in anzi sino annovo ordine nostro lassar passare alcuno che venessi diverso le castella dell'Ill.mo Signor
           di Dolc'acqua né con bolletta né senza,
           e cosi doverete osservare sino a tanto che
           si vi dia altro ordine in contrario ... [Gli
           Ufficiali di Sanità] di Vintimiglia li 9 di
           ottobre 1579]
           
           Il motivo di questa proibizione di transito nel territorio intemelio dipese da una
           confusa relazione dell'agente di Vallebo
                                           na che avrebbe appreso di un caso mortale ad Apricale.
 Per questo gli Ufficiali
                                           di Sanità di Ventimiglia chiesero delucidazioni ai Doria di Dolceacqua:
                                           
                                           Ill.mo Signore Signor osservantissimo
                                           / In questo punto che sono hore 24 Incirca ci vien scritto d 'un caso che si dice
                                           seguito in vrigale dal nostro agente ina
                                           valebona, habbiam tutto subito pensato
                                           ragguarvene Vostra Signoria
                                           
                                           Illustrissima con mandarle copie della lettera ... pregandola a farcine intender il
       
      proprio, e senza piu le preghiamo longa
      e felicissima vita. Di Ventimiglia li 9 di
      Ottobre 1579 [Ufficiali di Sanità]
      
       Si era già propagato, in funzione degli accadimenti della pestilenza, il sospetto degli
       untori e se a Genova tre forestieri per
       tale accusa erano stati arrestati e torturati ma finalmente riconosciuti innocenti, il Duca di Savoja non esitava a procedere ad esecuzioni sommarie.
Quel tizio di Apricale, secondo Girolamo Rossi
       veniva da Ceriana, sospetto di peste, si
       era alloggiato ad Apricale, poi con la forza era stato portato a Bajardo e da qui
       respinto ad Apricale ancora, dove venne giustiziato a furor di popolo: S. V.
       p. 201) : qualche sospetto cadde persino sul medico Giovanni Lorenzo che venne fermato nella villa
       di Bordighera e solo dopo un periodo di
       
                                       forzata quarantena venne rilasciato; il
                                       fatto di venire da Loano ed Albenga, colpite dalla peste, lo aveva trasformato in
                                       un pericoloso sospetto.
                                       
                                           [Al Commissario di Sanremo]
                                           
                                       Si hebbe l'amorevolissima sua de 6
                                       del presente in risposta della nostra del
                                       medemo giorno toccanti il fatto di ... Gio
                                       Lorenzo medico venuto ad albenga. In
                                       risposta de qual sua non occorre dirle altro salvo che sin qui si sono rittenuti e
                                       si rittengono il medesimo Medico e suo
                                       suocero con la cominciata guardia e che
                                       pure servirA, per dir a V.S. molto ill. e
                                       pregiatissima che desideressimo intendere
                                       se del loco di loan si e poi inteso che sia
                                       seguito altro, poiché quando non si intenda che sia seguito cosa alcuna essendo venuto detto medico da albenga con
                                                                                  
                                                                                  
                                                                                  
 
                                                                                  
                                                                                  
             
            sua bolletta giustificata di dove come
            consta per sua certificatione fatta et de
            forza nelli atti del notario et Cancellario
            nostro non s'era partito dalla mattina di
            Settembre in qua et assicurandosi per esser quel bon cittadino et persona che e
            et che ha de parenti frattelli e sorelle, nipoti e altri in questa città che quando vi
            fussi malati alcuni non direbbe una cosa
            per un' altra, e massime con giuramento,
            desOo dico non tener più dessi dui
            cittadini guardati con tener loro (e plenar anche ogni ansieta a vicini nostri) in
            scomodita e di loro famiglie, e perciò la
            preghiamo che resti servita se ha di detto loco di loan sentito altro a parteciparcene ... [Fondo Bono Ms 1, c. 279-80,
            data del 9 ottobre 1579 - Gio Lorenzo
            Medico cittadino quale sta sallariato da
            qualche mese in qua in detta città (di Albenga), e vene con sua moglie et robe con
            una boletta di detta città ..., i marinai
            della nave che lo portò confessarono che
            a Loano v'erano stati casi di peste e il medico fu sottoposto col suocero, il 6 ottobre 1579, a quarantena per esser stato tre
            settimane prima a Loano e in una villa
            di Albenga detta il poggio dove vi era stato un morto sospetto di peste, Ibidem c.
            279].
            
            
                        
             Diletti nostri sono comparsi questa
            mattina ... Georgio traitello e ... Battista Balauco bandioti della bordigheta,
            vervone ... esser venuti li bestiami per
            carricar essi bandite con loro pecorari . . .
            Inteso esser sopra la bandita della bordigheta duo o tre giorni sono incirca, ci
            e parso doverli compiacere e percio doveretteno mancar introdurli sopra dette
            bandite e per maggior cautella havendo
            loro cani per guardia farete che o vero
            li amazzino o vero li mandino indietro a
            case loro per intendendo che debbano
                                                                                                                                        
                                             trattenerli ei li provvederette sino a nostro ordine di doe guardle a loro Spese
                                             accio non habbino a conversar con alcuno ... di Ventimiglia li 19 di Dicembre
                                             1579 [Ufficiali di Sanità - al Delegato
                                             di Bordighera - Fondo Bono, Ms 1, c.
                                             291 recto - estremamente danneggiato]
                                             
                                              Il rescritto si comprende leggendo di
                                             seguito (senza data): (al Commissario
                                             di S. Remo? - gli stessi) ... intendiamo
                                             che alcuni di mendagia (Mendatica) sono
                                             andati et condotti li loro bestiami sopra
                                             il paese di Ceriana et in parte infetta, et
                                             che quei di ceriana non hanno voluto più
                                             lassarli veniresino ad ordine di V.S. Molto Magnifica e pregiatissima e perché doveano venir sopra nostro territorio qualch 'uni di mendaigo con loro bestiami per
                                             pascer herbaggi di bandite compre da la
                                             comunita predetta che erano qui gionti
                                             prima d'havutole nuova da detto Illustrissimo Signore qual pero bestiami et
                                             homini si ricettarono et se li fece la guardia poiché non si assicurarno del loro
                                             viaggio, dubitando poi di ditta nuova che
                                             non possano esser li medemi che andorno sopra dito territorio di ceriana ci è
                                             parso pregar con la presente V.S. molto
                                             magnifica e pregiatissima ... se sa qualche cosa dei suddeti bestiami a farcelo intendere, e se piu sopradeto paese fussero
                                             trattenuti secondo da detto Illustrissimo
                                             Signore (di Dolceacqua) ci è fatto intendere acciò che quando questi fossero lì
                                             medemi possiamo per bono ispediente
                                             trattenerli molto ben custoditi e restretti
                                             e quando il contrario non si li dia piu scomodo di quello che il tutto importi (il 25
                                             Dicembre dell'anno si notificò che si trattava di un falso allarme: ma si registravano casi mortali al Poggio di Sanremo
                                             e a Taggia).
                                             
                                              In genere fu, come accennato, il delegato della Sanità di Bordighera a ricevere maggiori notificazioni, un po' perché
                                             era l'unica villa prettamente marinara,
          un po' perché la più vicina a Sanremo e
          Taggia dove si vociferava di stragi pestilenziali e un po' perché i Bordigotti
          non erano alieni, pur di continuare le
          proprie attivita, a correre qualche rischio
          di troppo.
          
          In effetti Bordighera costituiva un attracco più facile della sorvegliatissima
          Ventimiglia e gli Ufficiali di Sanita di
          questa scrissero a tal proposito al Commissario di Sanremo (7-1-1580, Ibidem,
          c. 301): . . . pare che tutti gli huomini che
          vengono alla bordigheta, che pur ne vengono molti e per terra e per mare per
          quanto ci vien scritto dall'agente nostro
          in quel loco habbino preso e prendano
          piu sicurta anzi usino piu insolenza di
          quello che il dovere importa .....
 Si imputava, di seguito ai Bordigotti di fare
                                                          
                                                           
                                           troppa conversazione coi forestieri e
                                           di sottovalutare la pericolosità di un morbo che mieteva per tutta la Liguria e la
                                           Provenza (a Genova le vittime si sarebbero alla fine contate a migliaia e che per
                                           ora pareva risparmiare il ventimigliese.
                                           In particolare si temevano le iniziative
                                           arroganti di un capitano di nave
                                           bordigotto di cui agli Ufficiali intemeli
                                           era molto spiaciuta la sua insolentia, e
                                           quando (il Commissario) si preghi sapere chi è, che non possiamo essendovine
                                           almeno tre nominati restano In quel loco
                                           barcaroli, e de' quali doi ne sono andati per
                                           Riviere et genoa, uno de' quali ancor vi
                                           è che s'aspetta se li darebbe a tutto parer nostro quel castigo qui meriterebbe
                                           il suo mal procedere ....
                                           
                                            In poche parole i Bordigotti, un po'
                                            
           corsari e tanto commercianti, non si tiravano indietro di fronte al pericolo: e
           proprio mentre un morto di peste alle
           arene di Mentone e quattro sospetti di
           infezione fermati dalle guardie ai Balzi
           Rossi stavano seminando il panico tra
           gli Ufficiali (31-XII-1579), Ibidem, c.
           299-300 recto-verso).
           
           D'altronde l'isolamento in cui, ai tempi della grande peste, si trovavano le ville e la città, in pratica senza
           contatti se non per il tramite di messi
           patentati, aveva penalizzato enormemente Bordighera, più delle altre ville,
           perchè marinara e quindi bisognosa di
           contatti commerciali, ed infatti al Commissario di Sanità gli Ufficiali intemeli
           scrissero il 1 novembre del 1579: Magistrato diletto nostro/
                                           
                                           Perché intendiamo che costì alla Bordigheta vi siano qualche maladi che per
                                           esser poveri mancano di chiamar il medico per non poter spendere perciò sarete contento far domandar li consoli ei imponerli che vadino atorno visitando li
                                           malatti e che li facino intendere che domandino il medico poiché esso é salariato ... (Ibidem, c. 289).
                                           
                                           Miseria e mancanza di un medico residente e anche l'ignoranza avevano reso
                                           i Bordigotti disposti a tutto, sicuramente esacerbati contro una Ventimiglia che
                                           sentivano lontana e forse a torto indifferente.
                                           
                                             Gli Ufficiali intemeli si mostrarono
         
          nelle ville, per quanto è recuperabile, solo
          il 15 Gennaio 1580 onde esaminare personalmente la situazione (come da lettera al Marchese di Dolceacqua, Ibidem,
          c. 302-3).
  
Nel frattempo gli Ufficiali della Sanità del Capitanato di Ventimiglia si sentivano sollevati perché, come risulta da una lettera al Signore di Monaco, (Ibidem, c. 303,
          stessa data in Fondo Bono, ms. 1 in Aprosiana ) avevano i contatti con Genova: . . . arrivò hieri qui Agostino sperone venuto da Genova partito di la alli
          12 dal quale havemo inteso che le cose
          della mala sanita di detta città s'andava
                                           no raffrenando . . . .
 Dello stesso tenore
                                           ma più estesa l'informazione per i Doria di Dolceacqua: ... noi le facciamo
                                           sapere come heire giunse a buon salvamento qua Agostino sperone et insieme
                                           la barca di Stefano rainero con un'altra
                                           barca di Sestri carica di grano . . .  (Ibidem, stessa data, c. 302 verso).
 Era però
                                           già arrivata da Genova un'altra barca:
                                           ... capitò sopra questa nostra piaggia
                                           domenica passata con un suo Leudo patron bartomelino verde di San Pier d 'A
                                           
           
           
           
           
           
           
           
           
           
          
           
           rena venuto da detto luoco dal quale et fico nostro capitano havemo inteso che
           a bocca et per lettere scritte dal magnifico Luca Grimaldi il bianchino al magni
                                            le cose della mala sanitA di Genova s'andavano quietando scrivendo detto Luca
         una sua di 6 che il giorno avanti et la notte appresso non erano morti piu di 14
         persone dentro la città ... (Ibidem,
         14-1-1580, c. 302).
         
         Le notizie su Genova saranno spesso
         controverse, ma quello che qui interessa
         e l'operato di Agostino Sperone e Stefano Rainero.
         Secondo il Lanteri , Discorso storico
         cit. cap. IV, ripreso dal Rossi (S. V., p.
         202) che quale riordinatore della Biblioteca Aprosiana ne gestiva il manoscritto sulla storia intemelia da lui denominato "Memorie" qui utilizzato anche per la rivolta popolare del 1625 durante la Guerra tra Genova e Piemonte si sarebbe trattato di un'operazione unilaterale di pura assistenza di Ventimiglia rimasta immune per Genova colpita dal terribile morbo, mentre la
         logica (anche per il fatto che gli Ufficiali
         Intemeli nella loro corrispondenza parevano troppo ansiosi per quella spedizione) lascia intravedere l'ipotesi di un soccorso maturato per la necessità di procurarsi il grano ormai carente in tutto
         il territorio intemelio (come da corrispondenza in Fondo Bono, Ms. 1, c.
         276-321, passim).
         
         Ed infatti il donativo intemelio fu di
         prodotti locali, senza cenno alle granaglie che il Capitanato non produceva a
         sufficienza e di cui era debitore ad altri
         siti del Dominio. Si riconoscerà, pur nella tortuosità delle espressioni, che la missione di
         Agostino Sperone valse anche da contatto con Genova, tanto odiata un tempo
         quanto ora agognata, e che il bordigotto patron Rainero, non si sa perché taciuto dal Rossi, fu il vero condottiero
         della spedizione, probabilmente scelto
         per la perizia e forse destinato a riportare a Ventimiglia non solo lo Sperone ma
         anche qualche favore di Genova, tenendosi bene affiancata una nave di Sestri carica di grano: "... Nel 1579 essendo nella città di Genova successa la peste, il Parlamento di Ventimiglia ordinò
         di mandare un presente alla Signoria Illustrissima qual non fosse di meno valore di scutti 300, e percio si ellessero sei
                                         ufficiali della città, e delle ville per dover mandare detto presente, e fu elletto
                                         Sindaco il Magnifico Agostino Sperone
                                         per doverlo portare e furono:
                                         
                                         Barili 150 di ficchi belli
                                         Barili 20 di Damaschine
                                         
                                         Barili 30 di Moscatello
 Cipolle 2500
                                         Agli Teste num. 150
                                         
                                         Undici sacchi di amandorle
 e Spicco
 con
                                         una lettera del tenore seguente
                                         
                                         "Eccellentissimi ed Illustrissimi Signori
                                         Padroni Collendissimi
                                         Se per offrirstici pronti a sopportar qualsivoglia martirio fossimo stati in parte a
                                         mitigare lo sdegno Divino, accio la città
                                         e suo dominio restasse libero, dal male
                                         contagioso non e dubbio nessuno, conforme a quanto siamo tenuti, che paterissimo con li effetti stessi ogni pena, e
                                         tormento, come con l'avviso sentimo
                                         cruccio e dispiacere grandissimo non
                                         mancando noi continuamente di pregar
                                         Nostro Signore Iddio a divertir l 'ira sua
                                         da noi facendo cessare queste male influenze, e per mostrare e fare in parte conoscere di questo nostro comune a Vostre Signorie Illustrissime l 'afflizione dell'animo suo e del dispiacere che patisce
                                         continuamente del male che siegue in
                                         questa cittd, non avendo altro mezzo di
                                         farle maggior dimostrazione, ci è parso
                                         bene inviarle qualche rinfrescamenti che
                                         nascono in queste nostre parti, e secondo le poche facoltà sue, e per tale effetto esso Comune ha deputato noi infrascritti Offiziali per la provigione d'essi al
                                         che avendo provisto per quanto a noi e
                                         stato possibile rispetto alla sterilità del
                                         paese avemo detti rinfrescamenti tali e
                                         quali sono caricati sopra la barca di Patrone Stefano Rainero della Bordighera,
                                         per inviarle a Vostre Signorie Illustrissime, li quali sebbene saranno pochi, e di
                                         niun concetto appo di quelli, si degneranno con nulla manco colla loro solita generosità accettarli e con essi per compi
                                         
       
         mento la buona disposizione di detto
         commune facendosi scudo di quelle belle parole, A GRAN SIGNORE Picciol
         PRESENTE BASTA.
         
         Potranno dunque ordinare che sijno ricuperati da detto Patrone conforme a
         quanto vederanno denotato cosa per cosa
         nell'inclusa parcella, e baciando umilmente le mani di Vostre Signorie Illustrissime gli preghiamo ogni compita felicità. Di XXmiglia li 15 Dicembre 1579
         
                     Risposta
                     
         Alli Molto Magnifici Diletti nostri sindaci
         della città di Ventimiglia e Comunità
         
         Doge e Governatori della Republica di
         Genova / Non bisognava che ci mandasse cosa alcuna, per dimostrare il buon 'animo che cotesti cittadini, e tutti gli huomini del Contado hanno verso la Republica, perche prima d'ora eravamo certi
         della buona mente e della devozione di
         tutti loro, nondimeno cisono state carissime quelle frutta che ci avete mandato
         ricevute in conformitd della lista inclusa
         nelle Vostre Lettere perche nelle dette
         frutte mandate abbiamo conosciuto l'affezione e l'amorevolezza di tutti voi, della
         quale in ogni tempo, e occasione tenemmo quella grata memoria, che si convene siccome più largamente vi dirà il Nobile Agostino Sperone da voi mandato,
         il quale siccome con noi ha fatto l'offizio che si conviene a buono e amorevole
         cittadino, per noi e per questa città e
         Contado, cosi compierd in significare l 'animo nostro pronto a tutti li commodi,
         e favori che giustamente si potranno fare
         e percid a lui se ne rimettiamo. Genova
         li 8 Gennaro 1580 . . .  [con l 'appunto seriore, tali documenti ... si trovano nell'archivio della Comune ....
         
                    
                     
         La peste avrebbe squassato Genova
         sino all'Ottobre del 1580 (D. Cambiaso,
                                          La peste in Val Polcevera negli anni
                                          1579-80 in Giorn. St. e Lett. della Liguria).
 Verso la fine del febbraio 1580 la
                                          peste risfiorò le ville orientali di Ventimiglia con un caso mortale al Poggio
                                          di Sanremo:
                                          
                                         ... habbiamo inteso che Giacomo Capoduro arrivato che fu al Poggio assai
                                         presto si morite di peste essendosi attaccato d'esso male in questo modo, ma prima le diremo che costui era un capraro
                                         et al principio che si scoperse la peste in
                                         detto luogo del poggio dove allhora lui
                                         dimorava fu ritornato nel territorio di
                                         San Remo et in quel luogo dopo haver
                                         fatto due quarantene fu introdotto et
                                         sempre stato et praticato trattenendosi in
                                         casa d'un chiamato Giovanni Pesante che
                                         gli fu sicurtà che non andarebbe nel detto luogo del Poggio, la qual cosa non ha
                                         osservato ma andato occultamente e per
                                         vie indirette a parlare alla sua filia (.2)
                                         come fu scritto per l'antecedente nostra
                                         et ritornato subito si senti doler la testa,
                                         con la sopragionta dell'enfiatura alla coscia, n che da detto Giovanni pesante padrone della casa fu fatto noticia al Magnifico Comissario et da lui fatto vedere
                                         il patiente fu trovato che il suo male era
                                         contagioso, et tutto subito fu mandato
                                         via nel detto del poggio dove arrivato
                                         poco dopo morse, fu brusciata stanza
                                         della casa dove questo tale dormiva e tutte quelle cose che in quella si trovavano
                                         et detto Giovanni col restante della sua
                                         famiglia s'e ritirato in una sua villa in
                                         campagna vivendo ocn grandissimo sospetto . . .  [Gli Ufficiali di Sanita al Signor di Monaco, da Ventimiglia, li
                                         26-II-1580 in Fondo Bono, Ms 1, c.
                                         319 recto-verso]
                                         
                                          Oltre questa data non si hanno notizie dirette dagli Ufficiali di Sanita ma e
                                          certo che la peste, che aveva colpito Costarainera, Oneglia e la Provenza e stava falcidiando Genova, continuando a ri
                                          
                                          
         sparmiare Ventimiglia e ville in pratica
         le assediava, isolandole dal mondo e
         acuendo un grave stato di malessere che
         a quanto risulta dalle due seguenti lettere del Signore di Monaco dovette perdurare sino all'estate di quell'anno:
          
           Magnifici Signori. Per la brieve vostra di S (.2) - di questo ho visto l'avviso,
          ch'avete havuto dal vostro Comissario
          che resiede alla bordighera, qualmente in
          Tenda et alla Briga siano seguiti casi di
          peste, la qual nova mi ha dato quel sentimento che potete considerare, et con
          tutto che io speri, che forse tal nova non
          possa esser vera, tuttavia io ne sto con
          molto affanno, et mi farete piacer grande, sapendone [diY il proprio, a darmine
          aviso, ringratiandovi della diligen tia usate in ragguagliarmi di quanto e a vostra
                                          notitia [...1Dio da mal viguardi. Da Monaco alli 6 diAprile 1580. [Siate conltenti
                                          di far haver l'alligato piego a gio: agostino monto[gliol importandomi che egli
                                          sicuramente, et fedelmente l'habbia
                                          
                                                   A piaceri vostri
                                                 Honorato grimaldo
                                                 
                                           C.B.A. Fondo Bono, Ms. 1, c.
                                          411-13, la 412 solo recto, la 413 solo verso indirizzata Alli Magnifici Uffitiali di
                                          Sanita di Vintimiglia / A / Vintimiglia
                                          - 412 mutilo sul lato sinistro.
                                          
                                           Magnifici, Per una mia di 3 di questo vi scrissi, come mi ritrovavo alcune
                                          vostre lettere, alle quali non risposi allhora per la fretta, con che vi diedi l'avviso di quella gondola carrica di robbe
                                          per portar a Taggia prese a Nizza; et hora
                                          havevo avuto, et alle altre che ho ricevu
                                          
         
          
          
          
          
          
      
         
          to dappoffaro con questa l'effetto dicendovi che dalli 28 del passato in qua mi
          trovo le seguenti vostre cio e di 28 di maggio prossimo passato, del primo, 3. 4 et
          7 delpresente, le quali tutte contengano
          nove delle cose della sanita, quali mi sono
          sempre grate; et dell'amorevolezza, et
          buona nuova circa in ragguagliarmi, vi
          ne ringratio. Per quella delprimo di questo ho visto quanto mi repplicate di quel
          francese che comparse alla madonna di
          buon viaggio; nel qual proposito mi
          dic[ol [calpitando similpersone discaminate, mi occorre, che voi debbiate incaminarli, et consignarli alla guardia di
          mentone, ricercando di saper sopra questo il parer mio, vi rispondo che io mi ne
          rimetto a voi; et che li pigliate quella provisione che vi parerà piu espediente, non
                                                                  
                                                                   
                                                                   
                                                                   
                                                                   
                                                                   
                                                                   
                                          mancaro di dirvi, che par dura cosa levar il fastidio da se, e appoggiarlo al
                                          compagno, piaccia a nostro Domine dio,
                                          che non capitino simili occasioni perchè
                                          [comel voi dite non possano se non apportar noia, et fastidio per non tacervi
                                          il mio concetto, io sarei di parere che
                                          quando pur [capitilno tali per[sonel discaminate senza bollette, che voi non le
                                          lasciate altramente passare nella e per la
                                          via ordinaria, ne. tampoco per vie indirette, ma farle tornare indietro, perchè
                                          venendo senza bollette in questi tempi
                                          certa cosa, e, che non vengano per ben
                                          nissuno; pero com 'ho detto di sopra, io
                                          mi rimetto a quello che voi giudicarete
                                          più opportuno; Mi sarà caro sapere da
                                          voi se havete poi inteso altro di quel che
                                          si è detto esser seguito in Oneglia, e se sia
                                                                               
                                                                                
                                                                                 
 
 
 
  
  
           così in effetto, il che Dio non voglia. Delle
           cose di Nizza non posso in effetti dirvi
           ben il proprio come passano, parlandosine variamente, tuttavia si intende da più
           relationi, che non li sia di peggio; et che
           dentro la città il mal vada allentando, ma
           che fuori alle trabache faccia pur progresso, et sperano con l'aggiuto di Nostro
           Signore di nettarsi presto; che così piaccia a sua divina maesta farline gratia liberandola affatto, et guardar tutti li altri luochi, che sono sani da questo et ogni
                                           altro sinistro; Nostro Signore da mal vi
                                           guardi et dia in tutto ogni contento.
 Da
                                           Monaco alli 8 di giugno 1580.
 Sarete contenti di far haver l'acclusa a Gio. Agostino Montoglio.
                                           
                                                    A piaceri vostri
                                                  Honorato Grimaldo
                                                  
                                           C.B.A. *, Fondo Bono, Ms 1, c. 408
                                           recto - ultime righe autografe - danni per
                                           umidità e funghi.
                                           
                                           Dal Signore di Monaco ricaviamo (è
                                           l'ultimo documento noto in ordine cro
                                           
          
          
          nologico sulla peste del 1579-80) lo stato
          di angoscia in cui Ventimiglia e le sue otto
          ville dovettero permanere di sicuro
          sino all'estate di quell'anno. L'obbligato immobilismo sociale ed economico
          può spiegare molte cose: il degrado del
          quartiere Lago di Ventimiglia per
          esempio, notoriamente il più comodo ma
          anche il meno salubre!
          
           Degrado dovuto all'assenza delle necessarie manutenzioni: come si vedrà di
           seguito in dettaglio, la città di Ventimiglia, che aveva urgenza di pronti restauri alle muraglie, al complesso urbano e
           
                                           all'intiero sistema idrico del Roia, non
                                           realizzò varie opere pubbliche e fu colpita da un consistente flusso emigratorio. II fenomeno egualmente si manifestò nelle ville, che l'assenza di provvisioni ed interventi invano richiesti finirono col lasciare prostrate e forse compatte nella convinzione che tutto, o quasi, fosse fatto per il Capoluogo: dove peraltro poco e anche difficoltosamente si
                                           riusciva a realizzare!
                                           
                                                                                                 
                                           * C.B.A. = Civica Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia da
                                           cui oltre gli inediti provengono parte delle immagine storiche
                                                                                 .