LA CENTURIAZIONE [CLICCA QUI E VEDI ALTRA IMMAGINE] La CENTURIAZIONE romana conferiva al paesaggio, l’aspetto di un vero e proprio "piano regolatore", che comporta vere peculiari azioni di disboscamento o di bonificazione dell’ambiente sul quale si intendeva effettuare il lavoro.
La CENTURIATIO o CENTURIAZIONE (portata avanti dagli AGRIMENSORES o ingegneri pubblici romani) è qui ripresa da una
serie di miniature tratte dal Codice degli Agrimensori Palatino Latino (1564) che danno evidenza della tecnica romana della centuriatio, sistema di predisposizione delle nuove "fondazioni" e suddivisioni poste in essere dai Romani.
La centuriazione consisteva nella misurazione (affidata agli agrimensores che si avvalevano di uno strumento detto GROMA) e nella divisione regolare di un territorio in grandi appezzamenti quadrati di duecento "iugeri", corrispondenti a circa sessanta ettari, che si chiamavano CENTURIE e che venivano segnate mediante incroci di assi ortogonali.
Le centurie costituivano la base catastale per l’assegnazione di terre da parte dello Stato romano.
Essenzialmente la centuriazione costituiva allora un sistema di organizzazione e di controllo dello Stato sulla proprietà privata dei suoi cittadini.
Questo procedimento di classificazione degli appezzamenti di terreno, viene fatto risalire alla fondazione stessa di Roma e alle assegnazioni di Romolo ai cittadini romani e fu applicato a tutti i centri che risentirono del processo di colonizzazione romano.
Tale TECNICA continuò ad essere mantenuta attraverso i secoli e sopravvisse, con le docute divergenze determinata dalla realtà nuova geopolitica, ache in contesto medievale, particolarmente nella misurazione delle PREBENDE o proprietà ecclesiastiche: operazioni complesse per cui si ricorreva ad una strumentazione consolidata.
La GROMA era composta da un bastone di sostegno avente all'estremità inferiore una punta che veniva conficcata nel terreno oppure ad lapidem, in un cippo lapideo che gli agrimensori portavano con sé.
Tra il bastone e la groma vi era un braccio mobile, detto rostro, che era libero di ruotare: su questo l'agrimensore agiva per ottenere l'orientamento desiderato. Sopra il rostro stava la groma vera e propria, una croce in legno con rivestimento in ferro, dalle estremità della quale pendevano, accoppiati a due a due, quattro fili a piombo: era la perpendicolare di di questi riportata sul terreno a determinare l'orientamento delle linee tracciate.