informatizz. a cura di B.Durante

NELL'IMMAGINE ARPA EGIZIANA: RICOSTRUZIONE TRATTA DA ENCYCLOPEDIE DE LA MUSIQUE DI A. LAVIGNAC












Secondo quanto è stato possibile ricostruire ad opera degli studiosi non sembra che gli antichi Egizi abbiano avuto una notazione musicale, cioè una scrittura finalizzata a custodire e tramandare le loro musiche.
Verisimilmente queste erano affidate alla memoria e siffatta considerazione può spiegare la ragione per cui non si sia conservata alcuna melodia.
Dai bassorilievi e dalle pitture murali dei tanti reperti archeologici egiziani si evince che la musica aveva un ruolo importante in tale antichissima civiltà.
Proprio in forza dei monumenti iconograici è stato fattibile il progetto di ridisegnare la tipologia di arcaici strumenti musicali egiziani.
Quasi di sicuro i primi a comparire furono quelli a percussione che si ammirano variamente effigiati su vasi di terra del periodo preistorico egiziano (dal 5000 al 4000 circa a. C. ).
Ad essi dovettero poi succedere strumenti ad aria: che si scoprono riprodotti proprio dal 4000 circa prima di Cristo, allorquando conclusosi il periodo arcaico, l'Egitto divenne un unico regno sotto la guida di un Faraone.
Tale successione cronologica sembrerebbe giustificare l'ipotesi sulla generale sequenza con cui gli strumenti musicali sono stati inventati dall'uomo.
La ricostruzione archeoletteraria permette altresì di individuare altri strumenti e suonatori destinati a variamente accompagnare i cantori dell'antico Egitto.
Ed al riguardo si sono identificate arpe
, cetre, chitarre, flauti, oboi, trombe, tamburi, sistri, crotali e cimbali.
Dell'arpa, che indifferentemente era suonata da uomini e da donne, gli Egiziani possedettero molti tipi di variabili dimensioni.
La cetra era fatta da una cassa di risonanza quadrangolare, da due lati della quale si staccavano due bracci uniti in alto da una traversa; dalla parte inferiore della cassa procedevano le corde, che raggiungevano la traversa.
Il sistro, che costituiva uno strumento caratteristico degli Egizi, era fatto di una verga di metallo curvata a forma di ferro di cavallo, di maniera che le estremità finivano per risultare fuse in una singola una impugnatura: trasversalmente risultavano quindi disposte due o tre bacchette parimenti metalliche, non fisse, e quindi tali che, impugnato e scosso lo strumento, scorrevano entro i fori della verga sì da generare con questa un perticolare tintinnio.
In altri strumenti si è notato che le bacchette di metallo dovevano risultare fisse e che in tale caso il tintinnio veniva generato da alcuni anelli che scorrenti sulle stesse bacchette.
I crotali erano da paragonare a castagnette di forme e materie diverse.
I cimbali risultavano assimilabili ad una sorta di piatti di piccola dimensione che dovevano essere percossi l'uno contro l'altro.
Nel II secolo prima di Cristo l'egiziano ellenistico Ctesibio, figlio d'un barbiere e d egli stesso tonsor, inventò o comunque rese di pubblico dominio l'organo idraulico cioè uno strumento complesso in cui il peso dell'acqua serve a mantenere la pressione dell'aria necessaria per far suonare le canne.
Tale invenzione, che fu nominata "il flauto di Pan da suonare con le mani", accreditò a Ctesibio una considerevole rinomanza.
I reperti iconografici veicolano spesso documentazioni su strumentisti e cantori contestualmente operanti: ma si notano da altri relitti archeologici rilievi o dipinti che rappresentano esclusivamente dei suonatori magari anche un singolo suonatore assistito da uno spettatore a simboleggiare emblematicamente la spesso sacrale sinergia tra concertisti e pubblico.
Altre fonti poi ragguagliano i moderni investigatori sulla presenza di vari tipi di accompagnatori di musica e danza, spesso battendo ritmicamente le palme delle mani.
Secondo alcuni interpreti ella vita egiziana la musica avrebbe prioritariamente costituito un importante elemento ornamentale sia delle cerimonie religiose che delle feste profane: a giudizio di molti moderni ricercatori i canti sacri dovevano essere patrimonio della caste sacerdotali sì da non risentire di lecite modificazioni.
Si sarebbe altresì provata la sussistenza di bande militari fondamentalmente costituite da suonatori di trombe, di tamburi e di crotali.
Nella regione asiatica detta Mesopotamia, in quanto situate fra i fiumi Eufrate e Tigri, prima del 2600 a. C. costituirono un forte stato i Sumeri, popolo della cui attività musicale sopravvivono alcune reperti tra cui due bassorilievi in cui risultano effigiati una cetra ed un flauto.
Grossomodo verso il 2600 a. C. i Sumeri furono soggiogati dai Semiti: ne derivò la civiltà babilonese cui i progrediti Sumeri, diedero notevole contributo.
Nell'impero babilonese la musica aveva la funzione di seguire le cerimonie religiose: i musicisti risultavano eminentemente preposti al culto delle divinità atteso che gli dei, secondo una comune credenza, avrebbero dato credito più facilmente alle preci se fossero stati addolciti dai suoni melodisi di cetre e flauti.
Intorno al 1500 a. C. i bellicosi Assiri, soggiogarono la Mesonotamia costituendo un loro dominato.
Gli Assiri avevano forse eredito dall'antica Babilonia la credenza che la musica fosse il mezzo migliore onde supplicare le divinità e che per ottenere i risultati più celeri il flauto costituisse lo strumento principe.
Prescindendo da leggende ed aneddoti, stando ai rilievi effettuati, bisogna riconoscere agli Assiri la
fruizione di vari strumenti musicali tra cui arpe, cetre, flauti, trombe, tamburi e cimbali.