riproduz. - informat. a c. B. Durante VEDI BOTTIGLIA FRANCESE DEL '700

Contrariamente a quanto si ritiene i Romani, nell'ambito della loro dotazione per la mensa, conoscevano e praticavano l'uso di bottiglie e bicchieri per l'acqua come per il vino in vetro pur trattandosi spesso di oggetti preziosi e ancora tipici dei ceti benestanti (peraltro al fine della conservazione dei liquidi si ricorreva preferibilmente in ambito italico all'uso diversificato (per conservazione, trasporto e uso a tavola) di anfore di varia dimensione, patere e caraffe in terracotta mentre le botti lignee rimasero per un certo periodo prerogativa delle Gallie anche se non mancano testimonianze di opifici e magazzeni di botti nella stessa Liguria occidentale. L'evoluzione dell'arte vetraria fu sì inarrestabile ma in effetti è dal '600 ed ancor più dal '700 che anche nella quotidianità più umile le caraffe in terracotta sono sempre più spesso accompagnate se non sostituite da fiaschi e bottiglie come si può anche evincere dal documentato saggio qui riproposto: "Via via, attraverso i secoli, si perfezionano le varie tecniche decorative come quella della foglia d'oro, sia inserita tra strati di vetro, sia semplicemente colata sulla superficie vitrea. Si cominciano a notare sulle mense delle famiglie benestanti fiasche colorate e l'applicazione ormai collaudata di fili di vetro permette agli artigiani la creazione di sempre più complesse opere d'arte. I secoli seguenti vedono i Persiani e gli Arabi in generale cimentarsi in opere più complicate. I vetri intagliati lavorati a ruota con sfaccettature a nido d'ape prendono il posto di altri piu semplici. Ormai il vetro è dominato dalla tecnica e dalla fantasia dell'uomo artigiano. Anche i Franchi e i Germanici ben presto apprendono l'arte di produrre manufatti sempre più preziosi; pertanto le scuole si moltiplicano. Il vetro diventa anche ornamento e viene utilizzato sempre più nell'industria edile, nelle vetrerie sia semplici che multicolori. Ormai tutta l'Europa è piu o meno impegnata in questa specialità, tanto che si sono ritrovati manufatti di vetro negli scavi di alcuni antichi insediamenti in Inghilterra, in Russia e nei paesi balcanici. Le tecniche del mosaico in vetro usato per la decorazione anche di intere pareti, saranno migliorate dagli artisti bizantini. La cupola del Battistero degli Ariani in Ravenna testimonia la bravura di questi antichi maestri.
Venezia, già famosa nel Medioevo, nel rinascimento raggiunge livelli di supremazia assoluta. La padronanza dei mari da parte della flotta veneziana permette l'assorbimento delle tecniche più perfezionate. Dalla lontana Siria giungono a Venezia i segreti degli smalti su vetro. Ben presto Murano diventa capitale degli artigiani vetrai. Metà della popolazione di Murano già nel XVI secolo (3000 su 7000) è dedita all'arte vetraria.
Ma in contemporanea altri centri in Italia si dedicano con grande successo alla produzione di oggetti in vetro. Il caso più singolare rimane quello di Altare in Ligura, proprio nell'entroterra savonese. Veri e propri maestri che ben presto cominciano a migrare verso altri luoghi sia in Italia che in Francia, in Bretagna oltre che nelle Fiandre. Molte fornaci prendono l'avvio anche in Toscana, nella stessa Firenze, nell'Aretino, a Fucecchio, a Montepulciano famosa fino ai nostri giorni. Nel '700 ormai Venezia con Murano detta legge e si avventura nella produzione di vetro per l'arte medica, per i farmacisti, per i distillatori con alambicchi, ma anche con vetro per l'uso domestico. Il vetro finalmente giunge ai livelli più popolari. La donna di casa, il personale domestico delle nobili dimore scoprono la preziosità di questi oggetti in vetro. La dispensa si riempie di contenitori. Nelle strade delle grandi città, venditori ambulanti o mercanti veri e propri, offrono alla gente oggetti utili e belli per la casa. Ben presto, verso la fine del settecento, per l'affermazione di altri centri artigiani, Venezia e l'Italia conoscono una lunga parentesi di crisi. Il Belgio, l'Olanda, e soprattutto la Germania con le sue fabbriche in Boemia sopravanzano appannando definitivamente le glorie vetrarie di Murano e Venezia. La stessa Corporazione dei Vetrai conobbe una fine ingloriosa verso la fine del XIX secolo. Ora alcuni centri in Italia sono tornati a nuovo fervore produttivo. A Murano e in Toscana esistono molti artigiani che hanno ripreso l'antico mestiere di vetrai. Solo verso il 1800 si sviluppa nelle varie regioni d'Europa una vera e propria industria vetraria anche se in Russia, al tempo degli zar, esistevano intorno al 1830 ben 200 vetrerie industriali. Nel 1903 comparve la prima vera macchina automatica che produceva vetro cavo
".(SERVIZIO BREVE STORIA DEL VETRO A CURA DELL'"ASSOCIAZIONE NAZIONALE INDUSTRIALI DEL VETRO CON IL CONTRIBUTO DELLA STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO DI MURANO" EDITA SU "INFORMAZIONE E INNOVAZIONE", III (12), 1989)