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IL TESTO INTEGRALMENTE SOPRA RIPORTATO DELLA COSTITUZIONE DEL DUCATO DI LUCCA RAPPRESENTA UN PIU' CHE UNICO CASO LETTERARIO DI PARODIA E SATIRA SU UNA "COSTITUZIONE MAI CONCESSA" E QUINDI SULLA CADUTA DI UNO STATERELLO ITALIANO FILOAUSTRIACANTE.
NONOSTANTE LE INDAGINI DI MARIO BATTAGLINI, CUI SI DEVE LA RISTAMPA DI QUESTO LAVORETTO (PP.200-213 E P.305) E LA SUA PROPOSIZIONE IN QUESTA SEDE, L'AUTORE E' RIMASTO ANONIMO E SCONOSCIUTO ANCHE SE DELL'OPERA HANNO POI PARLATO IL MARTINI (MEMORIE INEDITE DI GIUSEPPE GIUSTI, MILANO, 1980, PAG. 273) CHE LA GIUDICO' UNA SATIRA ARGUTA E TAGLIENTE, STAMPATA ALLA MACCHIA, DI SOPPIATTO DIVULGATA. SARCINE DELLA STESSA SI TROVANO POI NELLA CRONISTORIA, VOL.II,2, CAP.38 DEL CANTU'.
IL LIBRETTO ORIGINALE RISULTA DI 24 PAGINE (CM.22 x 12): I DATI TIPOGRAFICI SONO FALSI ATTESO CHE INVECE CHE NELLA PIAZZA DI PARIGI LA SATIRA FU EDITATA IN BASTIA, TIPOGRAFIA FABIANI (COME LEGGESI IN CALCE).