CONCORDATO DI WORMS (vedi sopra ripr. documento originale):
nel CONCORDATO siglato a WORMS tra il papa Callisto II e l'imperatore Enrico V e col quale in qualche modo si pose fine o comunque una tregua all'annosa LOTTA PER LE INVESTITURE si legge:
In nomine sanctae et individuae Trinitatis. Ego Heinricus, Dei gratia Romanorum imperator augustus, pro amore Dei et Sanctae Romanae Ecclesiae et domini papae Calixti et pro remedio animae meae dimitto Deo et sanctis Dei apostolis Petro et Paulo Sanctaeque Catholicae Ecclesiae omnem investituram per anulum et baculum et concedo in omnibus ecclesiis, quae in regno vel imperio meo sunt, canonicam fieri electionem ac liberam consecrationem. Possessiones et regalia beati Petri, quae a principio huius discordiae usque ad hodiernam diem, sive tempore patris mei sive etiam meo, ablata sunt, quae habeo, eidem Sanctae Romanae Ecclesiae restituo; quae autem non habeo, ut restituantur fideliter iuvabo. Possessiones etiam aliarum omnium ecclesiarum et principum et aliorum tam clericorum quam laicorum, quae in werra ista amissae sunt, consilio principum vel iusticia quae habeo reddam; quae non habeo, ut reddantur fideliter iuvabo. Et do veram pacem domino papae Calixto Sanctaeque Romanae Ecclesiae et omnibus, qui in parte ipsius sunt vel fuerunt; et in quibus Sancta Romana Ecclesia auxilium postulaverit, fideliter iuvabo et, de quibus mihi fecerit querimoniam, debitam sibi faciam iusticiam. Haec omnia acta sunt consensu et consilio principum, quorum nomina subscripta sunt: Adalbertus archiepiscopus Mogontinus, F. Coloniensis archiepiscopus, H. Ratisbonensis episcopus, O. Bauenbergensis episcopus, B. Spirensis episcopus, H. Augustensis, G. Traiectensis, Ö. Constanciensis, E. abbas Wldensis, Heinricus dux, Fridericus dux, S. dux, Pertolfus dux, marchio Teipoldus, marchio Engelbertus, Godefridus palatinus, Otto palatinus comes, Beringarius comes. (SR) EGO FRIDERICUS COLONIENSIS ARCHIEPISCOPUS ET ARCHICANCELLARIUS RECOGNOVI (s.l.d. ma Worms, 23 septembre 1122, documento pergamenaceo di 464x442 mm , danneggiato da alterazione di colori per aggressioni micotiche, custodito a Roma, negli Archivi Vaticani, A.A., Arm. I-XVIII, 62).
["In nome della santa ed indivisibile Trinità. Io Enrico, augusto imperatore dei romani per volontà e grazia divina, per amore verso Dio, la Santa Chiesa Romana ed il Santo Padre Callisto ed altresì a tutela e rimedio dell'anima mia rimetto a Dio, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo ed alla Santa Chiesa Cattolica ogni diritto di investitura da farsi tramite le insegne dell'anello e del bastone di comando e concedo che in tutte le chiese, che si trovano nei mei domini, vengano praticate elezione canonica e libera consacrazione. I possedimenti ed i diritti del beato Pietro, che fin dal sorgere di questa discordia ad oggi, vale a dire dal tempo di mio padre al mio, le furono sottratti, e che ancora oggi posseggo, li restituisco alla Santa Romana Chiesa; quelli che al contrario non sono in mio possesso, farò comunque in modo che le vengano restituiti. Restituirò inoltre su consilio dei miei principi o per senso di giustizia i possedimenti di tutte le altre chiese, dei principi e di quanti altri, chierici e laici, che in questo scontro furono perduti e che ancor oggi sono in mio possesso; quelli che invece non sono in mio possesso farò comunque in modo che le vengano restituiti. Concedo inoltre una vera pace a papa Callisto, alla Santa Romana Chiesa e a tutti coloro che militano o hanno militato dalla loro parte; servirò inoltre fedelmente la Santa Romana Chiesa nelle circostanze per le quali richiederà il mio aiuto ed in quelle per le quali mi rivolgerà richiesta, le renderò debita giustizia. Tutto ciò è stato posto in atto col consenso e dietro consilio di quei principi, i cui nomi sono stati di seguito trascritti: Adalberto, arcivescovo di Magonza, F. arcivescovo di Colonia, H. vescovo di Ratisbona, O. vescovo di Bamberga, B. vescovo di Spira, H. di Augsburg, G. di Utrecht, Ö. di Costanza, E. abate di Fulda, Enrico duca, Federico duca, S. duca, Pertolfo duca, Tepoldo marchese, Engelberto marchese, Goffredo conte di palazzo, Ottone conte di palazzo, Berengario conte. Il documento suddetto è stato fatto trascrivere e registrare da me Federico di Colonia arcivescovo ed archivista generale"].
Con lo scambio dei documenti che attestavano i patti intervenuti a Worms nel settembre del 1122 fra l'imperatore Enrico V e il papa Callisto II in materia di investiture ecclesiastiche, si poneva termine a quella che fu detta appunto lotta delle investiture, iniziatasi dallo scontro fra Gregorio VII ed Enrico IV.
Il concordato raggiunto fra le due massime autorità della Chiesa e dell'Impero trovava esplicita e circostanziata sanzione dai due documenti che si scambiarono, in quella circostanza, Callisto II ed Enrico V.
L'imperatore consegnava al papa il documento attestante il patto raggiunto e la stessa cosa faceva il pontefice nei riguardi dell'imperatore.
E' andato perduto l'atto consegnato ad Enrico V da papa Callisto II, ma fortunatamente è conservato all'Archivio Vaticano il DOCUMENTO
WORMS
Si tratta di un significativo centro commerciale e manifatturiero caratterizzato da molti opifici dei settori alimentare, conciario, della birra, tessile e chimico.
Tra i monumenti sono importanti il Duomo romanico (secc. XII-XIII), le Chiese di S. Paolo, S. Andrea, S. Martino, tutte del XIII sec., la Liebfrauenkirche del XV secolo.
Tra glie eventi storici che hanno caratterizzato questo centro, rendendolo celebre e notissimo, sono da citare oltre al menzionato
Concordato di Worms ( Concluso nel 1122 tra papa Callisto II e l'imperatore Enrico V), la
Dieta di Worms (nell'829 Ludovico il Pio divise in questa città i territori dell'impero carolingio tra i figli: fu comunque importante una seconda dieta o parlamento, indetta da Carlo V nel gennaio 1521, con cui Lutero, già condannato come eretico dal papa, fu posto al bando dell'Impero [editto di Worms], il
Sinodo di Worms (convocato nel 1076 da Enrico IV con cui si dichiarò deposto papa Gregorio VII), ed ancora i Trattati di Worms: con il primo di questi (1495), intercorso tra l'imperatore Massimiliano I e i prìncipi dell'Impero, venne sancita la pace perpetua entro l'Impero affidandone la tutela a un tribunale presieduto da un giudice di nomina imperiale, mentre con il secondo, del 1743, si strinse quell'allenza tra Inghilterra, Austria, Piemonte che condusse all'intervento di Carlo Emanuele III di Sardegna contro i Borbone nella guerra di successione austriaca.